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Ho scritto la biografia non autorizzata di Torchio

Fuori da lunedì 10 maggio 2021 per Ohimeme (www.ohimeme.com) il nuovo disco e primo full length solista per il cantautore di Alessandria Torchio. Un nuovo capitolo che segue il singolo omonimo e il brano Agamennone, uscito di recente. Un disco che è una sorta di autobiografia musicale che nasce dall’urgenza di raccontarsi sinceramente, e senza limiti di genere. E per l’occasione ho scritto la biografia assolutamente vera di un uomo che sussurrava al cuore dei ribelli.

Sceso nella terra dal Monte Cervino sotto forma di meteorite che poi ha generato una frana e la morte di almeno 457 bovini, Torchio inizialmente venne scoperto in fasce da un viticoltore di passaggio mentre andava a cercare gli asparagi tra i boschi. Portatoselo dietro, Torchio venne chiamato così perché crescendo tra i vigneti dove viene prodotto e imbottigliato il Monferrato passava il suo tempo libero a spiaccicare con i piedi l’uva del buon padre adottivo. Fu un simpatico nomignolo che gli fu dato, anche perché prima si pensava che il suo nome fosse Vercingetorige Rodriguez Fritz Ludwig Van Basten De la Vega, per cui aveva veramente bisogno di un nome più corto.

I primi approcci con la musica li ha avuti sentendo le bestemmie dei vicini di vigneto nel momento in cui non funzionava a loro una motosega o un trattore e, trovando le loro imprecazioni piuttosto orecchiabili, compose la sua prima canzone con il titolo “Il Signore è il mio trattore”. Sentitagli canticchiare per strada dal parroco della zona, ma intendendo male il contesto da cui ha tirato fuori il brano, Torchio venne spinto a diventare la voce bianca del coro della chiesa locale. Esperienza che si concluse prematuramente in quanto entrò in pubertà all’età di sei anni e mezzo.

In età adolescenziale comprese di essere diverso dai suoi coetanei in quanto mentre loro si abbandonavano all’iperconsumismo, lui si interessò moltissimo alla toponomastica. Tentarono di bullizzarlo in qualche modo, era troppo strano agli occhi loro, però lui si difese bene minacciandoli dicendo che da grande sarebbe diventato un assessore all’urbanistica e prefetto e la prima cosa che avrebbe fatto una volta eletto tale sarebbe stata quella di titolare le nuove strade con i nomi dei più stronzi che lo trattavano male dandogli poi dei sottotitoli decisamente creativi. Come successe al povero Sandro Pavese, bulletto di 3ªB, che divenne “Illustre coprofago” nella via intitolatagli nei pressi della Stazione di Alessandria qualche anno dopo. Gesto che costò il lavoro a Torchio quando il sindaco se ne accorse.

Decidendo da allora di non buttarsi più in lavori di ufficio, Torchio durante l’età adulta si diede al nomadismo e decise di far emergere ancora di più il suo carattere ribelle tramite le sue canzoni. Si pensa che il termine “sotto torchio”, usato quando si vuole descrivere una persona messa a dura prova durante un contesto sfiancante, sia stato creato recentemente ed esattamente poco dopo la nascita del suo progetto musicale solista. Non è un caso che tutte le persone a cui hanno assistito ad un concerto di Torchio poi siano diventate delle anarchiche rivoluzionarie che hanno sovvertito situazioni denigranti: un esempio lampante sono i No Tav che hanno avuto una consapevolezza di loro e si sono organizzati come rappresentanti di un nuovo movimento poco dopo la fine di un suo concerto in Val di Susa.

Ad oggi, possiamo dire con certezza che tutte le persone sotto Torchio hanno messo gli ideali davanti a tutto e moralmente le loro battaglie le hanno già vinte. Anche Friday for Future si è sviluppato dopo un incredibile concerto a Stoccolma in cui una fan accanita di nome Greta Thunberg rimase completamente folgorata dal suo carisma e incanalò quelle energie facendo quello che poi effettivamente ha fatto. Sotto Torchio, lei ha tenuto sotto torchio i potenti del pianeta praticamente.

Non si sa attualmente dove risieda: alcuni pensano che sia stato lui a creare i primi vaccini contro il covid in Germania tramite il sangue delle sue dita che fuoriesce quando suona la chitarra, altri pensano che stia proteggendo la Palestina tramite una barriera del suono creata come muro contro i razzi di Israele. Nessuno lo sa. Il suo spirito per ora è presente negli animi dei ribelli e l’unica sua traccia che attualmente alimenta il loro fuoco interiore è il suo primo album titolato “Non vi appartengo”, uscito lo scorso 10 maggio.

foto di Simone Pezzolati