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Indie Pop

Yassmine fa la tigre feroce nel bazar della nuova scena

Come ormai avrete capito, ho una certa passione per scandagliare le profondità della nuova musica emergente: monadi che rimbalzano da una parte all’altra, provando a trovare sfiatatoi e vie d’uscita dalla bolla, sempre più preoccupante, in cui dilagano le voci di tante, troppe proposte lasciate alla potenzialità del talento, nel silenzio assordante di un sistema tritacarne che, quando ti considera, ti finisce con il consumare. 

E dato che, come ormai avrete capito bis, le mie prefazioni sono solitamente fuori argomento e utili solo ad annoiare i poveri lettori, qui vi lascio l’ascolto di quello che, naufragando tra i resoconti delle proposte settimanali, ho trovato essere una delle proposte più interessanti che possiate reperire, almeno questa settimana, in circolazione: lei è Yassmine Jabrane, il suo è un secondo singolo che si fa conferma della qualità di un esordio che – qualche mese – ci passò colpevolmente inosservato; rimediamo stavolta con “Baazar”, e lo facciamo ben volentieri. 

Poche cose da dire, prima di chiudere i miei soliti sermoni esplicativi: Yassmine ha talento, ma sopratutto ha un modo di proporre la propria musica che riesce, con dimestichezza, a tenersi in equilibrio fra mainstream e nicchia, ricerca e popolare; lo dimostrano le influenze mediterranee di una proposta musicale che si snoda con eleganza anche laddove la scrittura si fa più scarna, più “catchy”.

Lo dimostra la resa di una produzione che rimane in testa, anche senza toccare i soliti tasti lusinghieri e prevedibili che l’ItPop ci ha portato ormai a rigettare con disgusto ma piuttosto a cercare la particolarità del suono, l’attenzione al particolare della sfumatura timbrica.

In ultimo – ma non per ultimo – lo dimostra la gentilezza chirurgica e tagliente di una penna che racconta l’intimità con leggerezza, senza ricerca troppe scappatoie per dire le cose come devono.

Insomma, il progetto convince e se lo fa a primo ascolto, beh, secondo me vale la pena di un secondo, di un terzo, e via così; in attesa di un disco che, così confidiamo, non tarderà ad arrivare.