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Le 5 cose preferite di Flavio Zen

Fuori dal 21 aprile “Mushin”, il nuovo album di Flavio Zen. Il disco era uscito solo in versione fisica nel 2022 in occasione della laurea del rapper, ma ora è finalmente disponibile anche su tutte le piattaforme digitali. Un disco di dieci brani che racconta l’intero percorso personale di Flavio Zen portato avanti negli ultimi anni. Un disco che chiude un cerchio prima di potersi dedicare a qualcosa di nuovo. In “Mushin” troviamo alcuni brani già pubblicati come “Sotto la mia pelle” e “Kotodama”, ma anche diversi inediti.

In questo album possiamo iniziare a notare le nuove direzioni stilistiche intraprese dall’artista sia a livello sonoro sia di testi, che risultano molto più maturi e intimi rispetto al passato. Il titolo dell’album, “Mushin”, segna il culmine di un percorso tracciato in questi ultimi anni fatti di citazioni prese dal buddhismo zen e dalla cultura giapponese.

Noi come sempre volevamo conoscerlo meglio, e gli abbiamo chiesto quali fossero le sue cinque cose preferite.

1 – Scrivere 

Credo di aver iniziato ad amare la scrittura fin da quando ho imparato a scrivere poco prima dei 2 anni, ho avuto la fortuna di avere un fratello e una sorella maggiori che mi hanno aiutato a imparare a scrivere già da prima della scuola materna. Da lì in poi ho cominciato a provare quasi una sorta di attrazione viscerale verso la grammatica e le regole generali della sintassi, poi della scrittura creativa, ricordo con affetto gli sguardi inteneriti e sorpresi delle maestre quando leggevano i miei primi temi

Non avendo molti amici, me ne stavo in casa a scrivere o a disegnare e il dizionario era il mio più grande amico, può sembrare una cosa triste ma è una tappa fondamentale della mia formazione e della mia identità attuale e ne vado molto orgoglioso. lo tenevo stretto a me anche quando dormivo invece del solito orsacchiotto perché avevo il terrore di svegliarmi la notte col pensiero di una parola complicata che avevo sentito in tv da Bonolis, prendevo il dizionario e la cercavo. 

Ho sempre amato utilizzare la scrittura come metodo per conoscersi e far conoscere sé stessi, romanzando la realtà per inventare storie con un significato profondo che potesse aiutarmi a trarre insegnamenti dagli eventi di tutti i giorni. 

La musica è arrivata per caso, scrivevo poesie e racconti da che ho memoria ma durante gli anni del liceo artistico è cambiato tutto. Facevo già musica con Music 2000 che, come ho già detto in molte interviste, era un gioco per PS1 che ti permetteva di produrre musica completamente da zero. Quando poi al liceo ho scoperto la cultura Hip-Hop ho unito la passione per la musica e per la scrittura pubblicando il primo album “Pazzo senza cuore” nel 2008, a 17 anni. 

Da allora non ho, per fortuna, mai smesso né di scrivere canzoni né di utilizzare la scrittura come metodo per raccontarmi cercando di scavare il più possibile nel mio e nell’animo degli altri, conscio del fatto che le parole necessitano di essere scelte con cura perché sono proprio le parole il veicolo con cui verremo ricordati. 

2 – Fare musica 

Come già accennato, ho iniziato a fare musica da bambino, era il 1999 quando mio fratello tornò a casa con il regalo più grande che mi avesse mai fatto: il gioco originale di Music 2000. Da quando ho iniziato a pubblicare la mia musica online la mia vita ha preso una piega completamente diversa, anche nelle scelte umane. Ricordo che cercavo di tirar fuori la creatività da chiunque in modo da poter imparare qualcosa dalla loro visione, sono sempre stato fermamente consapevole del fatto che la differenza tra chi fa arte e chi no, è solo l’audacia e il non aver paura di mostrarsi, tutti hanno qualcosa da dire. 

Tutti coloro di cui mi sono circondato avevano qualcosa da darmi e ho collezionato una lunga lista di bei ricordi con amici a parlare di musica, a indagare gli aspetti più complicati della produzione musicale cercando sempre di utilizzare il software in maniera nuova e non convenzionale. L’obiettivo era sempre quello di non annoiarsi per cui, ogni volta che imparavo bene a fare qualcosa, passavo ad altro o provavo a farlo in maniera diversa. 

Negli ultimi anni mi sono allontanato dalla logica dell’essere un autodidatta capendo che il talento, quando c’è, va coltivato con lo studio e ho deciso di studiare canto e di iscrivermi ad un corso di laurea magistrale in musicologia. 

Fare musica è qualcosa che tante volte, in momenti di sconforto, ho pensato di abbandonare credendo di star sprecando la mia vita dietro un sogno irrealizzabile. A quel punto mi ha aiutato la filosofia zen, ho smesso di fare musica per ciò che potenzialmente ne consegue, ma ho iniziato a farla con le stesse orecchie di quando ero bambino, perché mi divertiva, mi faceva stare bene e mi mantiene tuttora sano di mente. 

3 – DIY 

Le passioni artistiche, per come la vedo io, hanno qualcosa che le lega, ad esempio, mi sono reso conto di poter montare da solo i miei video quando ho capito che dietro c’è la stessa logica della produzione e dell’arrangiamento musicale. 

Allo stesso modo ho capito che potevo essere in grado di modellare l’argilla o scolpire la pietra potenziando le mie abilità nel disegno, così come l’essermi avvicinato alla lavorazione del legno per costruire mini-giardini zen ornamentali, collane con perline di legno che tutt’ora indosso o imparare a utilizzare software di grafica e di montaggio video. Ogni qualvolta imparo qualcosa di nuovo, la sfrutto per farla uscire dal suo contesto natale in modo da costruire qualcosa di diverso da prima. Sconfiggere la noia è il mio obiettivo principale. 

Tutte queste passioni, il disegno, la scultura, la fotografia e la grafica diventano magiche quando si legano alla scrittura nonché alla voglia di raccontare storie. Ad esempio, la passione per le storie e per il disegno mi hanno dato modo fin da piccolino di disegnare tonnellate di fumetti e di inventare giochi di carte o giochi da tavolo vari da utilizzare con i miei amici. Crescendo sono venuti in soccorso Photoshop e Illustrator e ho avuto la possibilità di creare illustrazioni e giochi da tavolo ancora più ricchi e complessi con sempre la stessa idea di divertirmi e raccontare qualcosa da un punto di vista particolare. L’ultimo gioco da tavolo che ho progettato si chiama “A.C.A.B.”, acronimo di affittasi camera a Bologna, ed è appunto ambientato a Bologna, vi lascio immaginare quale sia lo scopo del gioco. 

La medesima concezione dell’arte, non solo intesa come creazione di opere ma soprattutto nel senso etimologico di creatività (ossia la manipolazione degli elementi circostanti volti alla risoluzione di un problema), mi spingono sempre a utilizzare materiale di riciclo per costruire oggetti d’arredo o riparare tutto ciò che si rompe in casa o perfezionarlo. La creatività è un dono che va coltivato e cerco di fare quante più cose possibili per arrivare a più gente con l’obiettivo di infondere il messaggio che ognuno di noi ha qualcosa da offrire e che bisogna solo avere il coraggio di esporsi. 

4 – Imparare cose nuove 

Sulla scia della scrittura e delle passioni artistiche ha sempre giocato un ruolo fondamentale nella mia vita la cultura. É impossibile, secondo me, fare qualsiasi tipo di arte se si è avulsi da un qualsivoglia contesto legato alle varie forme di sapere. Imparare quanto più possibile è fondamentale per produrre qualcosa di credibile. Ricordo che a 15 anni imparai a memoria tutta la mappa di Londra e la storia della città perché stavo scrivendo un romanzo ambientato lì, oppure, ho iniziato a interessarmi di astronomia sia perché sono cresciuto in campagna sotto i cieli notturni limpidi del sud Italia sia perché spesso scrivevo storie, o inventavo giochi da tavolo a tema sci-fi (a proposito di astronomia, seguite Amedeo Balbi su YouTube, così a caso). 

Leggere, studiare e soprattutto interessarmi di svariati argomenti di campi diversi mi aiuta ad aprire la mia mente e a capire come funziona il mondo. 

Per indagare sempre meglio me stesso attraverso la scrittura ho studiato la psicologia e successivamente, per la mia tesi di laurea in comunicazione, la psicologia della musica. Per mantenere sana la mia mente mi sono avvicinato al buddhismo e ho letto e studiato tutto ciò che c’era da sapere per allontanarmi da un lungo periodo di depressione durato quasi dieci anni. Dalla psicologia e il buddhismo il passo verso le arti marziali è stato breve, memore di essere figlio di un uomo che praticava il karate da giovane, ho conseguito il diploma di cintura gialla di jujitsu con l’intento di utilizzare le tecniche apprese come arricchimento spirituale chiudendo il cerchio con l’avvicinamento allo zen e al buddhismo in generale. 

Interessarmi ad argomenti di cui spesso a nessuno importa nulla mi piace davvero un sacco e mi diverte, mi dà sempre argomenti di conversazione e la mia voglia di romanzare sempre tutto tramite l’utilizzo di metafore mi dà modo di fondere concetti di sfere culturali diverse per capire meglio il mondo, confrontare spesso elementi che apparentemente non c’entrano nulla come ad esempio l’astronomia e il funzionamento del corpo umano mi aiuta a “sentire” più che a capire le cose. 

5 – Roba da nerd 

Come ho già detto, ho iniziato a fare musica in un modo del tutto non convenzionale ossia tramite una PlayStation di fine anni ‘90. Grazie a mio fratello maggiore, un nerd vero ma di quegli anni ‘80 che smontava davvero le cose per vedere come funzionavano e che creava oggetti elettronici dal nulla, mi sono appassionato anche alla tecnologia. Da lì giungere al mondo dei videogame, degli anime e di tutto quel meraviglioso universo che è il mondo nerd, il passo è stato brevissimo. Le passioni per i mondi nerd e tech si sono sempre fusi nella mia testa; frequento spesso fiere a tema nerd (cosa che si può notare nel video di “Sotto La Mia Pelle”, girato quasi tutto al Modena Nerd) e cerco di rimanere sempre aggiornato sulle ultime tendenze nel campo dell’elettronica, dell’informatica e guardo una quantità indefinita di tutorial di robe che non so se farò mai ma che spesso mi tornano utili quando è il momento giusto. 

Non mi ritengo un collezionista ma amo acquistare e mettere in mostra action figure e manga per ornare i miei spazi domestici personali, resto sempre aggiornato ad esempio sul mondo Marvel o sulle prossime uscite sia cinematografiche che videoludiche. Quando esce qualcosa di nuovo e qualcuno me ne parla, la soddisfazione nel dire “eh ma se ne parla già da anni, è già roba vecchia!”, è enorme. 

Tutto ciò, come ripetuto fino all’esasperazione, per me è sempre un modo per migliorare nella scrittura e nella produzione dei contenuti artistici che amo fare; infatti, recentemente, sono andato letteralmente in fissa con TUTTI i tool di intelligenza artificiale presenti attualmente e anche lì, da quando è scoppiato il grosso boom all’inizio del 2023, ho avuto molta soddisfazione nel dire che la copertina del mio singolo Kotodama era stata fatta in quel modo già quando di AI ancora non se ne parlava per niente.