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Comunicato stampa

Fuori ora “Koala”: il nuovo singolo di Rudy Saitta

“Koala” è l’esperienza di una convivenza, la scoperta dell’importanza di avere qualcuno al tuo fianco nella vita di tutti i giorni. Ci si tiene stretti come due koala per non cadere nelle paranoie, nella paura, nella depressione. Ognuno ha il suo albero preferito dove tornare a fine giornata, dove sognare, riposare, vivere bellissime avventure, in questa foresta urbana.https://open.spotify.com/embed/album/0QLKKQmSqh8d16JPCFAi0Y?si=CTGUhj5IQNKZlThxY296gA&nd=1&utm_source=oembed

Rudy Saitta nasce in Sicilia, cresce in Piemonte e sogna di vivere in Sud-America. Di giorno insegnante di inglese e di notte cantautore tropicale. Laureato al conservatorio Ghedini di Cuneo comincia ad esibirsi in giro per l’Italia sia come corista che come cantautore.

La Repubblica di Palermo scrive: “…nel frattempo dalla Sicilia parte un’ondata di vitalità musicale under 30, una sorta di “squadra primavera” che si muove alle spalle di chi, come Dimartino e Colapesce, per esempio, ha portato la nuva Sicilia della musica a Sanremo.
Una pattuglia che vede in prima fila… la voglia di evasione dalla vita di tutti i giorni in Rudy Saitta, cantautore nato 29 anni fa a Patti, era già molto presente anche prima della pandemia…”

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Elettronica Indie Pop

“Chi ti crederà più” è il nuovo singolo di Kashmere

“Chi ti crederà più? Ma chi ti crederà più?” così canta Kashmere nel suo nuovo singolo, fuori il 24 giugno e prodotto da Thufo.

Sulle note di un ritmo dance anni Ottanta, ecco che Kashmere è pronto a farci godere lo show, magari, riprendendo le parole del testo, anche insieme a dei pop corn.

Sì, perché Kashmere ci racconta attraverso la sua verità di una storia andata male. “Ti ho tenuta vicino, raccontato chi sono ma sei stata veleno. Ora cosa mi resta, solo caos nella testa. Provo a non pensarci più”. Questo il monito che Kashmere ci comunica, cioè la necessità di non pensare più a come è andata ma iniziare quindi a vivere e a voltare pagina. Tutto questo l’artista riesce a renderlo attraverso una musicalità danzereccia, che ti stimola a ballare e perdersi tra le note della canzone anziché soffermarsi a pensare al futuro di quello che verrà.

“Chi ti crederà più” ammicca al singolo estivo senza pretendere di essere un tormentone. Con la speranza di farci scrollare di dosso tutta la calura estiva, non possiamo far altro che acclamare a gran voce che il nuovo singolo di Kashmere ha sicuramente colpito nel segno.

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Indie Internazionale

Le 5 cose preferite di Cabruja

Cabruja ci ripropone una sua versione tutta personale e speciale del singolo di Björk, stiamo parlando di “Unravel”, di cui abbiamo anche il nuovo video. Noi abbiamo chiesto di raccontarsi attraverso le sue 5 cose preferite!

Giochi di Ruolo

I  GdR (rigorosamente “Tabletop”, con i manuali, le schede, matite e dadi) sono il mio “hobby” preferito in assoluto. I GdR mi hanno fatto imparare storia, geografia, mitologia; mi hanno fatto viaggiare, mi hanno fatto vivere mille vite, vite che forse è meglio vivere sulla carta.
Poi, mi han permesso di sviluppare i rapporti di amicizia più belli che io abbia mai fatto. Gioco ancora oggi con gli amici con cui ho cominciato a giocare ai 14 anni, quasi 30 anni fa, a Caracas.

Coda di cane che scodinzola

Mi dispiace che l’evoluzione dell’uomo ci abbia portato a perdere la coda. Ne vorrei una per scodinzolare quando sono contento.

Avere ragione

Dà troppa soddisfazione. Non è nemmeno necessario dire “te l’avevo detto”. Quello invece è odioso.

I set list di musica da ballare ai matrimoni venezuelani degli anni 80/90 (che poi sono rimasti più o meno invariati)

Si parte col Paso Doble spagnolo, si alterna con il Merengue, la Salsa e della roba truzza; si fa poi “La hora Loca” (dalle sigle di programmi infantili alla tarantella italiana con in mezzo un po’ di “rock en español”) e si finisce con i “tambores” della costa venezuelana, quando il whiskey ha lavato via la dignità e il ritegno. Mi mancano molto queste feste!

Viaggiare

Sarà banale, ma mi piace essere altrove, vedere posti che non conosco e ascoltare lingue che non capisco. Ecco, mi piace non capire un c**zo, mi mette nella posizione di dover fidarmi degli altri. Quando sono in un posto in cui non capisco minimamente la lingua e sento parlare la gente intorno a me, ho sempre la sensazione che dicano solo cose belle o almeno interessanti.

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Indie Pop

Le 5 cose preferite degli NDM

Gli NDM pubblicano il singolo “Un giudice“, di Fabrizio De Andrè. Una cover nella quale il brano originale viene quasi stravolto dalle sonorità ruvide del gruppo romano. Per noi l’occasione di incontrarli e chiedere quali sono le loro 5 cose preferite.


Contaminazione
Fin dai nostri inizi è la contaminazione dei generi, il mescolarsi di sonorità, a fare da motore. Contaminazione è evoluzione. Così abbiamo portato il nostro sound in un brano folk/cantautoriale


Ritmo
Alla base di qualsiasi cosa, di una progressione di accordi, di una melodia, o della struttura in generale del brano. Là dove c’è il ritmo e groove le cose funzionano decisamente meglio.

Mario
La nostra mascotte, da sempre. È un pupazzo,una scimmia…ci ricorda molto spesso chi siamo. 
Petra
Il fuzz di effetti di clara che ci ha dato una mano per gli arrangiamenti di un giudice. Un suono la cui idea è antica ma che i ragazzi di EDC hanno saputo attualizzare con grande abilità secondo noi. 
Fabrizio de André
In questo periodo per noi è stato molto stimolante lavorare su un’attitudine cantautoriale come la sua e traslarla su un piano con suoni molto più violenti. È stato un esercizio difficile ma che ci porteremo dietro anche nei prossimi lavori…

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Pop

Francesco Curci e il suo disco di debutto: un leggero nodo alla gola mentre si balla in salotto!

Lo scorso 10 giugno è uscito su tutte le piattaforme digitali per Show In Action l’EP di debutto di Francesco Curci: “Più di Così”.

Con questo disco, il cantautore pugliese ci regala un viaggio in 5 tracce attraverso alcune tappe fondamentali della sua vita, rendendoci partecipi non solo di una maturazione musicale forte di 10 anni di ricerca, ma anche di una sua presa di coscienza personale e di un percorso di crescita intimo e sentito e proprio questo ancora più prezioso. 

Si parte con “Come Frank”, singolo che ha marcato il ritorno in scena del cantautore all’inizio di quest’anno, e con il quale Francesco Curci abbraccia totalmente la sua nuova identità. Frank è l’emblema della libertà, la libertà quella più pura, quella di chi neanche si pone il problema di piacere oppure no, ma si limita ad essere se stesso al meglio delle proprie possibilità. “Cattivo Ragazzo” è il capitolo più cupo del disco a livello di contenuto, un brano in cui l’artista ci mette di fronte ad un passato emarginazione, ma la sua musicalità potente e frizzante ci fa scorgere ancora una volta la vittoria simbolica dell’artista su ogni forma di pregiudizio. “Chiamami Con Il Tuo Nome” ci porta invece in mondo più luminoso. C’è molta tenerezza in questo ricordo di un amore estivo destinato a finire, un capitolo in cui sebbene non ci sia un lieto fine possiamo prenderci per qualche istante una pausa da tutti gli affanni della vita. Proprio come nell’omonimo romanzo (e film) e che Curci omaggia con questo titolo. “Più di Così”, brano che dà il titolo all’intera raccolta, è la storia di qualcuno che cerca in tutti i modi di riparare ad un errore che manda in frantumi in una relazione. Infine, con “Questa Nostra Canzone”, torniamo ad una dimensione di maggior serenità, la serenità che deriva dall’accettazione finale di se stessi con tutte le proprie luci e le proprie ombre, vittorie e fallimenti, l’epilogo finale di chi sa finalmente che nella vita ci si può concedere qualche caduta e che l’importante è rialzarsi sempre. 

Francesco Curci ci regala un disco di quelli che si ascoltano con un leggero nodo alla gola. Perché è vero, il ritmo è serrato, gli elementi pop sono talmente sfacciati da farti venir voglia di ballare in salotto, ma c’è qualche sfumatura più malinconica che è come quei profumi leggeri e che poi si impregnano addosso ai vestiti. Sarà per via di quelle venature di dance che fanno subito scendere la lacrimuccia ai nostalgici, o forse perché tutti prima abbiamo sentito il bisogno di accettarci e fare pace con noi stessi, o magari perché la voce di Curci è una di quelle capaci di abbracciarti con il solo suono anche in mezzo al trambusto più grande. O forse è un misto di tutte queste cose insieme. Ciò che è certo, è che “Più di Così” è un disco che in qualche modo si fa sentire sulla pelle fin dal primo ascolto… e che altrettanto sicuramente merita anche più di un ascolto.

CM

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Indie Pop

Le 5 cose preferite di Luca De Gregorio

Lasciami fuori” è il nuovo singolo di Luca De Gregorio, che ora ha anche un video. Noi abbiamo chiesto all’artista di raccontarci quali sono le sue 5 cose preferite!

Gravity di John Mayer

“Just keep me where the light is!” Ha segnato una parte del mio percorso e delle mie influenze musicali. Credo che la semplicità sia un’ arma potentissima e questa canzone, nella sua dinamica, arriva dritta al cuore…come una preghiera.

Eduardo de Filippo

La sua profondità, la sua malinconia, la tragedia celata dietro alla comicità, il suo modo di vivere e di comunicare – sia dentro che fuori dalla scena teatrale – sono state per me un bagaglio artistico prezioso.

Bukowski

Perchè è ed è stato maledettamente, fottutamente, sempre lui.

Caffè

E’ un appuntamento fisso, per me: un angolo di mondo irrinunciabile, soprattutto prima della stesura di un testo, della creazione di una canzone.

If di Rudyard Kipling

Questa poesia è un altro posto dove torno spesso, quando la bussola interiore gioca brutti scherzi.

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Indie Pop

Le 5 cose preferite di Gionata

Fuori il 27 maggio il nuovo singolo di GIONATA, “Per qualche giorno” per Amor Fati. Il brano parla dell’imprevedibilità della vita e noi affascinati da tutto ciò non potevamo che chiedergli quali sono le sue 5 cose preferite!

Le città invisibili di Italo Calvino

Semplicemente: un capolavoro. Un libro che si può leggere seguendo logiche diverse, un labirinto dove esplorare la mente umana, una descrizione accurata dei sentimenti che legano l’essere umano all’atto del vivere sul pianeta terra. Uno stile raffinato, surreale, unico. Da rileggere e rileggere, un libro che non annoia mai e che regala sempre qualcosa.

La mia chitarra classica

Una delle prime chitarre che ho avuto, ha vissuto feste in spiaggia, passeggiate nei boschi, domeniche pomeriggio al parco, traslochi e ha preso le stesse botte che ho preso io.

Ho scritto e scrivo tuttora la maggior parte delle mie canzoni: anche Per Qualche Giorno è nata così, con una chitarra pagata 20€ al mercatino dell’usato. Ha un suono unico, caldo, timido e, anche esteticamente, mi piace tanto: l’ho decorata incollando con la vinavil dei pezzi di vecchi cd che ho rotto appositamente.

La pizza del lunedì sera

Il lunedì è un giorno abbastanza vuoto e da tempo gli ho conferito importanza attribuendogli il giorno della pizza: così so che, anche se non succede niente di rilevante, mi attende una bella cena. L’esperienza si arricchisce se è condivisa, fuori piove e con un bel film.

Il bicchiere della staffa

Prima di andare a letto e congedarsi mi piace rimanere sveglio per un’ultima parola, accompagnata da un ultimo bicchiere, che a volte diventa l’inizio di una lunga conversazione. È poetica la sensazione di pace che si prova a rimanere in due in un luogo che trasmette pace dopo una serata passata in mezzo a tante persone.

Terrapin di Syd Barrett

Una delle poche canzoni in cui Syd Barrett dice apertamente “I really love you, and i mean you”. Una canzone d’amore cantata e suonata con lo stile unico, psichedelico, scanzonato, sbagliato, pazzo e dolce del crazy diamond.

Menzione speciale per la mia bicicletta (che ahimè penso sia arrivata alla fine della sua vita poiché proprio ieri sera ho urtato contro uno scalino che, nel buio, non ho visto, storcendo la forca del mio amato veicolo) per i terrazzi (puoi passare un po’ di tempo all’aperto, con tutte le comodità della casa) e, ovviamente, per il mare, il luogo che più si avvicina al concetto di umanità, con mille sfaccettature.

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Elettronica Pop Rap

Le 5 cose preferite di R3TO

R3TO, moniker di Federico Torre, rapper milanese che ci ha già fatto sognare con “F1RST”, ritorna in pista con un nuovo singolo, sempre dedicato al mondo automobilistico. Stiamo parlando di “Fast“, fuori dal 19 maggio, brano che accoglie tra le sue rime la bellezza di un mondo tanto bello quanto pericoloso. Noi ci siamo fatti raccontare meglio, attraverso le sue cinque cose preferite, chi si nasconde dietro il personaggio di R3TO.

Flow e metrica

Esattamente come in un circuito, nella musica flow e metrica si susseguono come le curve. Adoro quella fase di costruzione musicale in cui le mie strofe prendono forma e la mia voce le percorre come fosse un’auto. Dalla somma di tutto questo nasce la magia della musica.

I motori

Fin da bambino sono sempre stato affascinato dal rombo dei motori, fin da quando mio padre mi portò nel primo circuito, inoltre sono sempre stato un appassionato di motorsport.

Il palco

È sempre un’emozione unica poter portare le proprie canzoni sul palco. Il live sul palco è un po’ come aspettare la domenica per partecipare ad una corsa sportiva.

Le persone

In tantissimi casi, chi mi ascolta e mi segue mi raccontano in che situazione ascoltano le mie canzoni e per me è come se mi facessero entrare in qualche modo nella loro vita. Gli sono molto grato di tutto questo e mi dà molto gusto sapere di cosa rappresenta la mia musica per loro o a quale momento è legato.

Le esperienze

Viaggiare sia per piacere che per lavoro, quindi uscire dalla propria zona di confort, è per me una grande fonte di ispirazione e di sfida che permette anche alle mie idee di evolvere.

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Indie Pop

Le cinque cose preferite dei Flowers For Boys

I Flowers For Boys sono una band pugliese composta daCarlo Candelora (chitarra), Fabio Casadibari (batteria), Federico Marinelli (basso) e Marco Vino (voce). I quattro hanno pubblicato il loro singolo “Patricia” questo 22 aprile per l’Angapp Music Records, un vero e proprio invito ad amarsi oltre ogni stereotipo. Grazie al filtro ballabile del pezzo che propone della sonorità tra l’indie-pop e l’elettronica, i Flowers trattano con genuinità un tema difficile quanto attuale, quello della transfobia. “Patricia” è la storia della presa di coscienza di una propria autenticità ma è anche una rivalsa nei confronti dei limiti imposti sia dalla società che da sé stessi. Per conoscere meglio questa giovane band abbiamo chiesto loro quali sono le loro cinque cose preferite.

Mojito

Perché è un cocktail alcolico, fresco e “naturale”: la freschezza e la naturalezza, oltre che il suo gusto, è dato dall’abilità nel saper mescolare bene ingredienti il più freschi e “sinceri” possibili. Una metafora della vita.

Dormire

È insieme la fine e l’inizio di una giornata. Dormire è concedere a sé stessi e al proprio corpo una pausa, un reset. È al tempo stesso una parentesi che si chiude e si apre. Ancora, ti permette attraverso il sogno di sbirciare in altre vite, in altri universi che sono frutto esclusivamente della tua immaginazione. E poi, è la cosa migliore del mondo. Viva dormire!

Il profumo del caffè nel primo pomeriggio

È il profumo di casa e il profumo degli amici. In ogni casa, il pomeriggio, l’odore e il rumore del caffè sancisce la fine del pasto e l’inizio di una nuova fase di cordialità, più “intima” e ancor più rilassata. Il profumo del caffè, poi, già ti dà la “sveglia”: il momento del riposo è finito, ci si deve dare una mossa. Ma con calma. E poi, come detto, è il profumo degli amici: vicini o lontani, che vedi ogni giorno oppure che non vedi da una vita, tutti prima o poi ti dicono “ci andiamo a prendere un caffè oggi pomeriggio?”. Penso che nessuno abbia dei ricordi brutti legati all’odore del caffè, nemmeno se lo si prende di pomeriggio.

Hemingway

Non è uno scrittore qualunque e, soprattutto, non è immediato. Hemingway arriva nella tua vita nel momento giusto, altrimenti non arriva affatto. E quando arriva, con le amare vittorie e le tristi speranze, con la forza disperata di ogni singolo protagonista dei suoi racconti, ti ricorda di com’è bello e disperato essere protagonisti della propria vita, del proprio tempo e delle proprie battaglie.

Abbraccio

L’abbraccio sì ma prima ci si deve lavare!

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Indie Internazionale Pop

Le 5 cose preferite di Aura Nebiolo

Aura Nebiolo il 12 maggio ha pubblicato il nuovo disco “A KIND OF FOLK“, un concentrato di puro talento jazz! Noi ci siamo fatti raccontare da lei quali sono le sue 5 cose preferite, per conoscere meglio il suo mondo.

I Giochi di Parole
A dir la verità le parole mi piacciono quasi tutte, tranne alcune come “succulento”, che proprio non sopporto. In particolare mi piacciono quelle parole che vogliono dire più cose, più concetti! Oppure combinare le parole per crearne altre.Il titolo del disco è un gioco di parole su più piani, traducendolo può significare “un tipo di Folk”, inteso come genere musicale, oppure, il significato che intendo io, “un tipo di gente”.È un gioco nel gioco perché riprende il titolo di una composizione che amo di Kenny Wheeler, “Kind Folk”.


Camminare nei Boschi
Ho sempre vissuto in campagna, ma quand’ero bambina il bosco mi faceva tanta paura. Lo vedevo buio, pericoloso, insidioso. Ora lo vedo per quello che è, insidioso sì, ma pieno di vita, di incontri ed incastri. In “Frequenze Armoniche” ho cercato di tradurre queste sensazioni in note.Poi mi dite se ci sono riuscita o a cosa vi fa pensare questo brano!


Le Ombre
Adoro il sole in faccia, quella sensazione di calore che ti pervade da fuori a dentro. Ma trovo molto più interessante ciò che la luce fa alle nostre figure, le allunga, le deforma. Può renderci dei mostri o delle fate, con le mani.Di luci e ombre è impregnato tutto il disco, sono concetti che tento sempre di coniugare all’interno delle mie composizioni. 


Il mio disordine
Senza il mio disordine non sarei io, e non sarebbe nata l’introduzione di Good Roots. Nel mio disordine c’è sempre tutto quello di cui ho bisogno, basta trovarlo! Ma la ricerca è sempre una di quelle cose che mi appassiona.
Ps: adoro il mio disordine, non quello altrui eheh

I gatti
Questi esseri così indipendenti, fieri, che sopportano il dolore e lo mascherano con indomito coraggio. Anche pigri e spesso indolenti.Avevo un gatto con un naso grigio, che ha vissuto con fierezza fino al suo ultimo giorno. “Grey Nose” è per lui e per il suo coraggio.
Che di coraggio ne vorrei anche un po’ io per affrontare le parole che a volte non so gestire, le insidie e gli incroci intricati ed intriganti dei boschi, le ombre e il disordine della mente.