Nottoli, da dove vieni, chi sei e dove sei diretto. Insomma, tre domande potenzialmente difficilissime.
Ciao, togliamo pure l’avverbio potenzialmente, ma ci provo. Geograficamente parlando, vengo da Lucca. Per quanto riguarda chi sono, beh, a 42 anni inizio ad avere più incertezze che certezze, posso dire che sono un musicista a cui piace scrivere canzoni e cantarle, che sono un’insegnante di scienze nella scuola secondaria di secondo grado, anche se preferisco definirmi un accompagnatore nel processo di crescita di un adolescente. Infine sono un babbo di due figli e compagno di Silvia. Sono diretto verso tutto ciò che non conosco e che suscita in me curiosità.
E’ da qualche settimana online il tuo nuovo singolo “DNA”, che ha tutto il sapore della hit, sì, ma con un testo per niente facilone, anzi. Credi sia ancora possibile coniugare, in qualche modo, poesia e mainstream?
Scrivo nel modo in cui mi sento più comodo, se poi il risultato è quello di essere poetico, ne sono felice. Sicuramente non posso fare a meno di toccare certi temi, ma non ho pregiudizi su canzoni più scanzonate, alla fine musica è anche intrattenimento.
Ci parli più approfonditamente di “DNA”?
Sicuri? DNA è una riflessione personale sul giorno della memoria che si celebra ogni 27 gennaio, per ricordare le vittime dell’olocausto. Confrontandomi con i miei alunni ho avuto la sensazione che quegli eventi stiano assumendo i caratteri di un fatto storico molto distante, per provare un’emozione forte al riguardo e che ci metta al sicuro dal fatto che un evento simile non ritorni più. Poi ho pensato a mio nonno che è stato combattente durante la seconda guerra mondiale, il quale mi raccontava spesso di quei giorni, oggi pagherei affinché fosse ancora qua a testimoniare ciò che ha vissuto e poter ascoltare la sua voce ricca di emozione e di immagini vive, vere. Questa testimonianza diretta andrà a sparire ed io che ho un po’ del suo DNA, credo di avere il dovere di portarne la memoria cercando modi accattivanti per le nuove generazioni.
Tra l’altro, di “DNA” hai realizzato anche il videoclip, che sembra fotografare in qualche modo il mutare delle cose e dell’età di fronte all’immutabile nocciolo di ciò che siamo, e rimaniamo. E’ una possibile lettura del tutto, o sono del tutto fuori strada?
Sei sulla strada giusta, l’intento era proprio quello e sono felice che il messaggio sia chiaro. Aggiungerei anche ciò che resterà di noi, attraverso quei pezzetti di noi che generano i nostri figli, almeno biologicamente parlando; ma d’altronde per la mia generazione cresciuta con il cartone animato siamo fatti così, ce lo aveva già insegnato il Maestro dalla lunga barba bianca.
Invece tu, ti senti cresciuto rispetto a quello che eri? Quali sono – se ci sono – le cose che, nel perenne mutare degli eventi, non potranno mai cambiare (perché scritte nel DNA) per Stefano Nottoli?
Come età percepita oscillo tra i 16 e i 23 anni, dentro di me la crescita è lenta e ne sono felice. Poi ci sono gli eventi che accadono intorno a noi e un po’ ci cambiano, anche se non so se ci fanno crescere, dovremmo definire cosa si intende per crescita. Per quanto mi riguarda, una cosa che ho capito e che non potrà mai cambiare è la mia voglia di fare musica, molte volte ho pensato di smettere, vendere tutto, fare altro.
Ti fa paura la possibilità di un nuovo lockdown? E sopratutto, nell’era della velocità e della liquisdità estrema, è servito al mondo fermarsi un po’? Oppure, come direbbe Guccini, siamo rimasti gli stessi “polli” di sempre?
In riferimento a questa pandemia, un nuovo lockdown si, mi fa paura perché vuol dire che o l’evento in corso è molto grave o non abbiamo capito niente di cosa stiamo vivendo. Fermarsi un po’ fa bene, ma sembra sia stata una opportunità sprecata come al solito e non posso fare a meno di dar ragione al maestro; abbiamo avuto l’occasione di imparare a vivere un tempo migliore, ma appena riaperti i cancelli ho visto persone correre più di prima e mandarsi più facilmente in culo l’uno con l’altro.
Sei incaricato di formare il nuovo governo italiano – in tempi di elezioni e referendum, un po’ di fantascienza politica male non fa – e puoi scegliere solo cantautori. Dammi il nome del nuovo Premier, e scegli almeno altri due ministri possibili. Vogliamo anche le motivazioni, ovviamente.
Tra i cantautori in vita, come Premier sceglierei Brunori, persona equilibrata in grado di mettere d’accordo le varie parti, molto pop. Come Ministro dell’interno Edda, con il suo essere punk darebbe una spinta alla politica interna, mentre agli esteri Fiorella Mannoia, che essendo un’interprete, potrebbe rappresentare il nostro paese nel mondo.
Siamo ai saluti finali. Spazio libero alla tua creatività. Puoi dire qualsiasi cosa, meglio ancora se impopolare: noi di Perindiepoi amiamo gli scandali.
Approfitto di questo spazio libero per dire che Battiato lo farei Presidente della Repubblica. Saluti, abbracci, ascoltate DNA e guardate il video! Ah, ho un neo sul…