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Le 5 cose preferite di Chriss

Da venerdì 19 novembre sarà disponibile in rotazione radiofonica “MONDI OPPOSTI”, il nuovo singolo di CHRISS. Hai mai avuto un sogno nel cassetto? Un posto dove tenere al sicuro speranze, desideri e paure. Paura di perdere. Paura di non farcela. Poi ti scontri con la vita e inizi a cercare i sogni tra le stelle, lo sguardo verso l’alto, immagini sfocate come pagine di un libro vecchio. Cercare ogni notte la forza di farcela, di sorridere, togliere le maschere ed essere se stessi. Pensare a qualcuno sapendo che prima o poi i destini si incroceranno e i sogni nel cassetto si avvereranno. Come il giorno e la notte. Questo è “Mondi opposti”, il nuovo singolo di Chriss.

Per l’occasione, gli abbiamo chiesto quali sono le sue cinque cose preferite.

1. La Psicologia 
Negli ultimi anni ho scoperto che questa materia ha un grande fascino. Ho sempre letto argomenti che la riguardassero senza mai approfondirne. Soprattutto nel periodo della quarantena quando il tempo libero era sempre più “libero” ho iniziato a documentarmi e ho capito che dentro ognuno di noi si nasconde un mondo sconosciuto e nascosto che a volte riesce a stupirci quando meno ce lo aspettiamo. Alla fine Dickinson diceva “il cervello è più esteso del cielo”. 



2. Serie tv 
Devo ammetterlo, sono un divoratore di serie tv ahah gran parte del tempo che passo a casa, se non ho cose da fare, accendo netflix e mi abbandono a me stesso. Non ho un genere preferito ma sicuramente il “fantasy” e i “gialli” non mancano mai. Ovviamente se riguardano la psicologia ancora meglio.



3. Viaggiare  
Da quando ho iniziato ad uscire con i miei amici era più il tempo che passavo fuori casa che altro. Poi a 18 anni quando ho preso la patente ho iniziato a viaggiare sempre di più, scoprire nuovi posti, nuove città e soprattutto culture diverse è la cosa che preferisco. Sono stato in varie città sia in Italia che all’estero e la cosa bella è che anche quando il viaggio finisce, ti porterai sempre con te immagini e ricordi che puoi condividere con gli altri. Anche il fatto di vivere tra Torino e Milano mi ha portato a non stare mai fermo. Non vedo l’ora di poter tornare a viaggiare come un tempo senza troppi pensieri, per non dire preoccupazioni.
 


4. La notte 
La notte sicuramente è il momento della giornata che preferisco, quando di solito tutti vanno a letto a me piace stare da solo nel mio studio, solo io e il mio computer. Già da quando iniziai a lavorare come vocalist ero abituato a stare sveglio di notte, poi col tempo ho capito che quando fuori è buio profondo il mio cervello lavora meglio e non nego che molte volte mi sono ritrovato a non dormire perché avevo mille idee diverse, soprattutto quando sto scrivendo nuove canzoni. 



5. L’Arte
Può sembrare una risposta scontata ma in realtà credo che l’arte in generale spesso sia sottovalutata. A me affascina tutto ciò che si racchiude in un questo grande mondo così vario e libero. Dall’artista di strada al più grande scultore o pittore si nasconde un universo di emozioni. Per rimanere nel contesto musicale a volte nelle piazze o per le strade mi capita di incontrare ragazzi/e che con una batteria “fai da te” o una chitarra intrattengono centinaia di persone, ecco questa secondo me è la vera arte, trasmettere per ricevere emozioni.

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Pop

Le 5 cose preferite di Allegramente Drammatica

Fuori dal 15 ottobre “Mani Intrecciate“, il secondo singolo di Allegramente Drammatica. Un ballad pop abbracciata dall’energia unica del rock. In un sound avvolgente la cantautrice mette in musica una piccola poesia che è come uno sguardo su ciò che siamo davvero.Allegramente Drammatica è una sognatrice accompagnata da un sano cinismo. Il suo primo singolo, “Fuori dall’internet”, ironizzava tra quello che mostriamo nel web e ciò che siamo realmente. Attraverso simpatia e leggerezza, la cantautrice esprimeva il suo parere sull’importanza di essere se stessi senza bisogno delle maschere che usiamo in rete. Il suo secondo singolo, “Mani intrecciate”, è un brano più introspettivo.Uno sguardo alle proprie mani per vedere tutte le cicatrici, le conquiste e le sconfitte che abbiamo raggiunto finora. Allegramente Drammatica utilizza la metafora delle mani intrecciate per rappresentare due persone che si incontrano scoprendo ciò che si è vissuto fino a qui.

Una resa dei conti di ciò che siamo e di quello che abbiamo raggiunto.“Mani intrecciate nasce una domenica d’inizio autunno mentre camminavo nel bosco, arrovellandomi nelle incertezze e paure che precedono una nuova avventura. Mi ritrovai a guardarmi le mani e a chiedermi che cosa avrebbe pensato una persona che le avesse guardate per la prima volta. Avrebbero raccontato i miei sogni, le mie speranze, il mio volteggiare tra gli imprevisti della vita, i miei mille volti, tutte le sfumature? E cosa avrebbero fatto per me queste mani d’ora in poi? Da qui la melodia e le parole sono sgorgate in un flusso inarrestabile e quello che potete sentire ora ne è il frutto. Spero vi piaccia”.

Allegramente Drammatica con i suoi primi singoli ci mostra già due lati di sè: quello più giocoso e quello più riflessivo. La cantautrice è in grando di superare qualsiasi montagna e mescolare qualsiasi suono. Il suo sound pop non manca dell’influenze di tutti gli altri generi creando un qualcosa di unico. Seppur molto diversi, entrambi i pezzi sono legati da un fil rouge melodico che ti permette di riconoscere il tocco di Allegramente Drammatica a chilometri di distanza.

Noi per l’occasione le abbiamo chiesto quali sono le sue cinque cose preferite.

Pink Floyd
Il ricordo più lontano che possiedo è legato a questa band che amo moltissimo e che mi riporta al momento irripetibile in cui si è innocenti e incontaminati anche a livello uditivo. Rivedo mio padre rimboccarmi le coperte con sottofondo The dark side of the moon e tutte le volte che ascolto quell’abum mi pare di tornare a quel tempo.

Il palco
Ho sempre pensato di non appartenere a nessun luogo in particolare, a volte ho fatto fatica a trovare una collocazione o a sentirmi a casa. Poi ho cantato su quello che non era propriamente un palco ma ne incarnava il signmificato. In quel momento mi sono sentita davvero bene e al sicuro. Ancora oggi questo è il mio posto, anche se non è più il solo.

Camminare/guidare ascoltando musica
La sensazione di benessere che provo quando viaggio per strada ascoltando musica è liberatoria. Un senso di leggerezza misto a potenza (certo dipende dal genere) che mi pervade e resta per un po’… Mi sono sempre chiesta se anche le altre persone si perdano via e non riescano a fare a meno di camminare a tempo.

Arte
Che si tratti di un quadro, un disegno, un film, un libro, dei videogiochi, spettacolo, teatro, opera o altro non importa. Sono affascinata da tutte le forme d’arte e me ne nutro appena possibile.

I ricordi
Viaggio spesso tra i ricordi, non perchè abbia rimpianti ma semplicmente perchè non voglio dimenticare nulla, nel bene o nel male, tutto quello che sono oggi lo devo alla strada fatta fin’ora.

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Indie Intervista Pop

Penz riparte da “Zero”

“ZERO” è il primo album di Penz , un disco introspettivo che arriva dopo tre anni di silenzio , con uno sguardo al passato ma ben consapevole del presente. Zero parla di amicizia, di amore, di lavoro, di scelte sbagliate, di momenti bui, di sogni realizzati e da realizzare. E’ un disco molto personale che vuole celebrare la ripartenza dell’artista, il suo ritorno in campo, la sua rinascita musicale. Ad accompagnare Penz in questo viaggio: Federico Schiavoni alla chitarra, Matteo Mazzola al basso, Marco Trivini alla batteria e Andrea Giubilei alle tastiere.

Penz ha risposto alle nostre domande in questa intervista:

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Indie Intervista Pop

Lorenzo Meloni racconta “Neanderthal”

Neanderthal è il disco d’esordio del cantautore bolognese Lorenzo Meloni. Dieci tracce dalle sonorità variegate che vanno ad analizzare la psiche umana nelle sue contraddizioni più viscerali, tra ironia e autoanalisi morale. Un album topografico, dalle atmosfere notturne, basato molto sulla parola, al punto da essere accostato alla poesia recitata, ma che non rinuncia a sperimentazioni, anche ardite, in termini di arrangiamento. 

Luoghi e situazioni disegnati a tinte impressioniste, con un costante intreccio tra contemplazione ipnotica e racconto. Un dialogo interiore continuo con il proprio ego, spesso sdoppiato, che è filtrato da continui riferimenti cinematografici e da un’impostazione visiva di scrittura. Domina, infatti, la sinestesia e ciò si evince anche dal grande lavoro dietro ai videoclip di Quella che dormeeSig.Da Vinci, brani che, insieme a Qui, hanno anticipato l’uscito di questo disco.

Lorenzo Meloni ha risposto alle nostre domande:

Ciao Lorenzo, è da poco uscito il tuo nuovo disco Neanderthal, nei testi domina il concetto di viaggio, sia mentale che fisico. Quali sono i posti del cuore per te e cosa ti spinge ad attivare l’immaginazione?
Ho origini un po’ in tutta Italia e quindi l’elenco di posti stupendi sarebbe lunghissimo. Comunque chi mi conosce sa che basta un palazzone orribile a incantarmi, per motivi che tuttora non capisco fino in fondo. A volte ci ambiento storie, a volte semplicemente mi ipnotizzo a guardare.

Sono tanti i riferimenti cinematografici ma se tu dovessi darci cinque titoli di film che ti hanno cambiato la vita?
Niente batte le folgorazioni infantili quanto a capacità di piantarsi nell’inconscio, soprattutto se il film è per bambini fino a un certo punto: vado con Jurassic Park (o Lo squalo, insomma Spielberg), Alien (o Blade Runner, insomma il primo Scott), A Bug’s Life (pistola puntata alla testa ancora il miglior film Pixar), La principessa Mononoke (vabbè), Un lupo mannaro americano a Londra (shock/innamoramento da sindrome di Stoccolma infantile che sospetto mi abbia cambiato a livello caratteriale)

Raccontaci del lavoro in studio con Toller e la sperimentazione musicale presente nelle tracce
Oggi sono un po’ più musicista di quando abbiamo lavorato all’album. Allora era una specie di telepatia per cui io arrivavo con testi, melodie, cambi di ritmo, e per l’identità musicale cercavo di proiettare a Carlo l’idea dell’atmosfera che volevo, procedendo per immagini, esempi musicali ecc. Come dire che dopo la composizione iniziale ha fatto tutto, ma veramente tutto lui.

Ci ha colpito molto per l’ironia Sig.da vinci, come hai concepito questa assurda rivisitazione e il video?
Non stando attento in classe al liceo e chiedendomi come si facesse a ottenere un cadavere per le dissezioni anatomiche. Li rubi? (e anche qui decisamente troppi film, soprattutto Burke and Hare e il suo antenato La iena di Robert Wise. Il video è venuto di conseguenza)

Hai da poco formato anche una band, che progetto alternativo porterai avanti con loro?
Nome: Altaica, genere: rock abbastanza classico, per ora in inglese, primi 10-15 pezzi già pronti per live ed eventuale album, scritti dal mio amico e bassista Edoardo Bertini. Intanto sia io che lui stiamo scrivendo a un ritmo pazzesco, quindi non ci manca certo il materiale. Stay tuned.

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Pop

Le cinque cose preferite di Francesco Esposito

Esce venerdì 3 dicembre 2021 per SCRZ Label e in distribuzione Artist First, “Se non spicco il volo“, il nuovo singolo che porta la firma di Francesco Esposito. Un nuovo capitolo per il cantautore napoletano che segue il precedente “Bonsai”. “Se non spicco il volo” è un brano pop, con tanta chitarra acustica, ed in qualche modo un manifesto generazionale che vi farà innamorare sin dal primo ascolto.

Per l’occasione e per conoscerlo meglio gli abbiamo chiesto quali sono le sue cinque cose preferite!

Il quartiere latino di Parigi
Si può essere affezionati ad un posto così lontano dalla propria quotidianità? In fondo, io il quartiere latino di Parigi l’ho visto una volta. Una volta sola. E forse ho finito pure con l’idealizzarlo. Ma mi è entrato nel cuore come poche cose che avevo visto prima. È un posto magico. I café, uno strambo vocio di sottofondo, le studentesse e gli studenti che entrano ed escono dalle librerie, la bellezza della semplicità, l’arte di strada in ogni angolo. Non lo so, è un posto che mi ha fatto venire voglia di vivere a Parigi. E io non sono uno di quelli che vuole scappare a tutti i costi dalla sua umile e periferica città.

«Amore disperato» di Nada
Una macchina a cento all’ora. Dentro, ci sono quattro amici che ridono, ridono sguaiatamente, e che scherzano. Probabilmente sono anche un po’ ubriachi. Ballano senza i filtri di un locale. Cantano a squarciagola. Forse sono partiti per un viaggio, sicuramente stanno vivendo un’avventura. Ecco: penso sia una delle immagini che associo più convintamente alla felicità. La colonna sonora di quest’immagine non potrebbe essere che «Amore disperato» di Nada. Non chiedetemi perché: è così e basta.

Diego Armando Maradona
Maradona era una persona ma è una delle mie «cose preferite». Sì, perché quando parlo di Maradona – al di là di ogni retorica – parlo della lotta senza quartiere per fare gol. Di una tempra fuori dal comune. Della forza di rialzarsi dopo aver preso calci su calci, perfino dopo aver subito le sconfitte più dure a digerirsi. Parlo del genio che non s’accontenta d’essere un genio e quindi sceglie di conquistarsi la vita a morsi. Del sacro fuoco dell’impegno. Dell’umile irresponsabilità delle idee, perfino quelle più rivoluzionarie. Dell’attitudine a cambiare la storia. Fino alla vittoria dove nessuno s’aspettava di poter vincere. Cavolo, quante cose tutte assieme è Diego Armando Maradona.

Diego Maradona of Napoli during the UEFA Cup match between Napoli and Toulouse played at Stadio San Paolo, Italy on September 17th, 1986.(photo by Gerard Bedeau / Onze / Icon Sport via Getty Images )

I film di Muccino
Che genere fa Gabriele Muccino? Non saprei dirlo. Di film ne guardo eh, con piacere. Oserei dire che ne guardo molti. Quella del cinema è un’arte che m’ha sempre affascinato. Certo, non la studio. E poi ho problemi a classificare le cose, a categorizzarle. Quello che so è che nella mia (ancora breve, ho appena 25 anni) esperienza di vita ho sempre avuto un film di Muccino a bussare alla mia porta con la stessa insistenza di Jack Nicholson in The Shining. Bussano per ricordarmi di essere attaccato alla vita e forse alla gioventù. E magari mi impongono pure la necessità/il sogno di vivere altre vite. Sarà quel mix bello ma terribile di nostalgia, di adolescenze che iniziano e che finiscono e di cambiamenti sempre bruschi o drammatici. E poi «L’ultimo bacio» di Carmen Consoli che si potrebbe ascoltare per quindici ore di fila.

L’odore della pizza
Vabbè, ok, ditemi pure che sono troppo scontato, da napoletano. Però, attenzione: non ho detto che preferisco la pizza e basta. Ho scritto dell’odore della pizza. Ovviamente, poi di pizze ne mangio parecchie. È una passione, una specie di religione. Però è l’odore che mi sconvolge completamente i sensi. E che poi mi manca quando sono fuori. È quel profumo che mi sembra di sentire soprattutto d’inverno, quando fa più freddo, dalle 19.00 in poi. Lo sento per strada, poi ancora nelle scale o nell’ascensore quando sono di ritorno. Si attacca un po’ ai vestiti. Sarà che sa un po’ di casa, forse. E di infanzia.

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Pop

L’Appartamento di Anna e L’Appartamento

Esce venerdì 26 novembre 2021 l’album di debutto omonimo di Anna e L’Appartamento (fuori per pequod). Un disco che svela, racchiude e racconta le persone e i sentimenti quotidiani della cantautrice: un’autobiografia sfacciatamente pop dedicata a tutti i sognatori e ultimi romantici racchiusi nei propri appartamenti. Un disco che Anna descrive così: una versione in paillettes e synth della vita di tutti i giorni. Da vero disco pop, da cantare sotto la doccia.

Per l’occasione, le abbiamo chiesto di farci fare un tour del suo appartamento.

La moka del caffè

Scontrosa. Metallica. Borbotta ininterrottamente. La mia, poi, ha questa bella abitudine di straripare all’improvviso senza lasciare scampo al fornello allagato dal caffè bollente. Io sono un’ansiosa, soffro di tachicardie lei lo sa ma sa che che senza di lei non ci so stare e viviamo in questo perenne stato di amore e odio una relazione tossica tra le mura di casa.

Il citofono

Se potessi scegliere cosa disintegrare tra le pareti di casa, sceglierei lui. Non lo sopporto. Sta lì a rovinare la quiete dell’unico posto che sta fermo al mondo. È un po’ come quelle persone sempre felici e allegre che ti dicono “ma si cosa vuoi che sia” quando tu hai avuto una giornata di merda.

Le mie piante dentro i vasi di vetro e i vasi di vetro con dentro le piante.

Le amo perché sono belle. Perché sono verdi, sono trasparenti e sono piene di vita messa in salvo. Finché non mi dimentico di dar loro da bere.

Lo spazzolino da denti

Il supereroe in grado di fare uno dei peggiori lavori al mondo con l’atteggiamento più punk possibile. Testa dritta, colori fluo, cresta alta. Lo stimo.

L’abat-jour

Di una discreta ed elegante bellezza, in grado di rasserenare le notti più buie e portare tepore e luce calda dopo un discreto numero di disavventure quotidiane. È l’amica del cuore che ti porta la cioccolata calda e ti dice che ce la puoi fare.

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Indie Intervista Pop

Angeli e Demoni: La band ESTRO ci racconta il nuovo singolo

ANGELI E DEMONI” è il nuovo brano della band pugliese ESTRO distribuito da Artist First, una ballad dark pop che parla dell’ esigenza di comunicare Il dolore e la sofferenza della separazione. Luce e buio, vittime e carnefici ed appunto angeli e demoni. Il sound del brano mescola Indie Pop, Dark Pop, rock e Alternative. La cellula originale del gruppo nasce nel 2011, il gruppo è formato da Andrea alla batteria, Maurizio voce e chitarra, Simone voce e basso, Gianluca voce e chitarra. Nel 2019 si qualificano come finalisti di un concorso nazionale dedicato ad Ivan Graziani, e poi vengono decretati vincitori nazionali del “Premio Pigro 2019” con il loro brano inedito “Il vuoto dentro” nella finale svoltasi presso Casa Sanremo durante la settimana del Festival; lo stesso anno sono ospiti di Red Ronnie durante il suo show in diretta nazionale. Il comune di Bari conferisce un’onorificenza artistica alla band per il risultato conseguito a Sanremo. A Luglio 2021 pubblicano il loro primo singolo “BABY” facente parte della nuova produzione musicale della band, superando le 200 mila views su youtube e oltre 300 mila streams su spotify.

La band ha risposto alle nostre domande in questa intervista:

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Pop

Cosa c’è nella camera di Johara

Dal 26 novembre è disponibile in rotazione radiofonica “SGUARDI” (PLATINUM LABEL SNC), nuovo singolo di johara presente su tutte le piattaforme di streaming a partire dal 25 novembre.

Con questo suo nuovo brano, “SGUARDI”, johara vuole trasmettere la parte più complessa e articolata del suo stile musicale e della sua scrittura, raccontando la fine di una relazione amorosa e, allo stesso tempo, tossica, in cui la protagonista trova la forza di reagire e uscirne. La vicenda narrata da johara nel nuovo pezzo è anche un accostamento metaforico delle dinamiche legate al percorso di crescita e maturazione musicale.

Il videoclip di “Sguardi” narra la storia di una ragazza nel pieno del suo processo di guarigione da una relazione finita male, rappresentata nella sua tossicità da due ballerine. La protagonista vaga in un labirinto di corridoi in cerca di se stessa, affronta il dolore di una storia d’amore ormai conclusa, ma alla fine rinasce.

Per l’occasione, le abbiamo chiesto di farci fare un giro in camera sua.

Vinile di “IGOR” di Tyler, The Creator
Questo è un disco che ha influenzato profondamente il mio stile e che ho amato sin dal primo ascolto. Tyler, The Creator è uno dei miei artisti preferiti in assoluto e “IGOR” penso che sia l’album di Tyler in cui mi ritrovo di più. Lo ascolto praticamente tutti i giorni!

Piccolo Guembri
Il guembri è uno strumento musicale berbero, che io non so assolutamente suonare! È uno degli oggetti nella mia camera a cui tengo di più perché mi riporta con la mente alla musica marocchina e al Marocco. Ho questo piccoletto da ormai 10 anni e, a volte, provo a strimpellare qualcosa… ma sono negata!

Scatola dei ricordi
La scatola dei ricordi contiene foto, souvenir di viaggi, lettere e piccoli oggetti che sono importanti per me. Ogni volta che mi sento un po’ giù ed ho voglia di fare un tuffo nel passato riguardo tutte le fotografie e rileggo tutti i biglietti che ci sono dentro… mi fa sempre sentire un po’ meglio (oltre che vecchia, dato che ci sono reperti di quando avevo all’incirca un anno)!

Libri di cucina
Chiunque mi conosce sa che, oltre alla musica, ho un’altra passione: il cibo! Adoro mangiare e cucinare, ma soprattutto sperimentare e provare sempre cose nuove! La cucina cinese è la mia preferita dopo quella italiana e marocchina, e ultimamente mi sono dilettata nella preparazione di alcune ricette cinesi!

CD dell’album “Celine” di Amill Leonardo
Oltre ad essere un bellissimo album, questo disco ha segnato il mio debutto nel mondo della musica e potrei chiamarlo “oggetto simbolo” del mio 2020.

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Pop

Cosa c’è nella camera di problemidifase

Esce giovedì 25 novembre 2021 Porta Vescovo, il singolo di debutto di problemidifase, il nuovo progetto musicale di Samuele Zenti: un contenitore di immagini del periodo post adolescenziale, un nuovo capitolo che si compone con i messaggi importanti salvati su WhatsApp, un brano che suona come un feat tra i Massive Attack e Niccolò Fabi, chiusi in una cameretta. Pronti per questo viaggio?

Porta Vescovo racconta la difficoltà che si incontra durante una relazione quando gli intenti di entrambi sono comuni e ci si vuole bene, ma più si lotta per stare insieme, più ci si fa del male. Quando non si comprende a pieno l’altra persona, quando le debolezze di uno non si incastrano con quelle dell’altro ci si ritrova a dover fare i conti con un problemadifase. Porta Vescovo (stazione ferroviaria di Verona) è scritta per la maggior parte utilizzando i “messaggi importanti” salvati su WhatsApp e se non fosse esistito Justin Vernon il brano, probabilmente, non sarebbe mai nato.

Per l’occasione, vi abbiamo chiesto di farci fare un giro a casa sua.

VANTAGE BASS
Ho cominciato a suonare il basso per caso, quando avevo 12 anni, momento della mia vita che coincide con quello in cui mi appassiono davvero alla musica. Questo è stato il mio primo vero strumento, un basso Vantage (marca ora fuori produzione) comprato per 100 euro da un amico di mio zio di cui manco ricordo il nome. Ricordo però la prima canzone imparata (With Or Without You degli U2), il mio primo insegnante (Mirko Tagliasacchi, bassista mantovano fortissimo), i primi periodi in cui collegavo i concetti, in cui capivo che purtroppo per suonare i KoRn e gli Slipknot mi sarebbe convenuto prendere un basso a 5 corde (cosa che ho fatto abbastanza presto).

CANON EOS 3000
Io e l’arte visiva stiamo appena cominciando a conoscerci, stiamo uscendo a fare aperitivo qualche volta ma non siamo mai stati grandi amici. Non ho mai fatto foto, ho abbandonato il disegno molto presto quando ero piccolo e non sono manco appassionato di film. Ultimamente sto cercando però di interessarmi, di comprendere meglio, di costruire un mio gusto personale. Ho capito che mi piacciono molto le foto analogiche (perchè sono molto originale e hipster) e ho ritrovato questa vecchia fotocamera che era dei miei genitori. Fortunatamente sono circondato da persone che sanno fare foto molto meglio di me, che mi impediscono di fare danni gravi e che mi permettono di sperimentare e buttare i miei soldi in rullini e sviluppi.

VIETATO FUMARE
Suonerà strano ma per un bel periodo (durante le scuole superiori) mi divertivo a rubare i cartelli. Non quelli stradali, no, semplicemente quelli stampati su fogli A4, su cui stanno scritte piccole regole di buona convivenza da rispettare all’interno della scuola. A volte anche più grandi, ma mai cose di reale valore. Non ho mai capito esattamente perchè, forse mi sembrava di beffarmi dell’autorità scolastica e di soverchiare il sistema (piccolo Sam ribelle, eri proprio un anarchico moderato!). In ogni caso, li ho ancora appesi quasi tutti in camera e mi fanno sorridere ogni volta.

LO STESSO AMORE, GLI STESSI DIRITTI
Questo è un cimelio del Verona Pride 2015, la prima volta che assistevo ad una manifestazione Pride. Mi divertii davvero un mondo. Al tempo non c’erano nemmeno le unioni civili, quindi ricordo l’urgenza e la necessità di un provvedimento del genere. Mi sono sempre ritenuto un forte alleato di questa battaglia, nonostante non sia io a combatterla in prima linea, e sono contento e fiero di avere questo cartello in salotto e che nessuno in casa sia contrario.

L’OMBRA DEL VENTO
Sono anni che mi frusto e mi frustro da solo perchè non leggo quanto vorrei. Quando ero più piccolo leggevo e scrivevo molto, volevo fare lo scrittore. Pian piano ho purtroppo perso l’abitudine di leggere, anche se mi è rimasta quella della scrittura, che per me è sempre stata anche una necessità. “L’Ombra del Vento” di Carlos Ruis Zafón, letto poche settimane fa, mi ha ridato delle emozioni che un libro non riusciva a darmi da tantissimo tempo. Mi ha fatto rimanere incollato alle pagine, trepidante di scoprire cosa sarebbe successo, tanto che il giorno in cui l’ho finito sono rimasto a sfogliarlo dal pomeriggio fino a notte tarda. Decisamente un buon libro da consigliare a chi vuole ricominciare a leggere.

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Pop

Cosa c’è nella camera di Solo Pietro

Maschere è il singolo di debutto di Solo Pietro in uscita venerdì 3 dicembre per UMA Records e distribuito da Sony Music Italy. Il giovane cantautore ha la capacità di sciogliersi nei suoi sentimenti mentre crea melodie con il piano, catturando la luce e l’ombra del mondo e descrivendole in modo crudo e mai banale. L’impostazione lirica della sua voce non fa altro che accrescere l’emotività dei brani, delle pop ballad estremamente moderne in cui l’anima cantautorale viene cullata da chitarre e ritmi che rafforzano l’impatto emotivo del pianoforte.

“La musica mi ha dato tutto. Da quando sono bambino mi accompagna, è stata genitore, sorella, amica, psicologa, e medicina. in qualsiasi momento della mia vita, felice o triste che fosse. Così ho deciso di conoscerla meglio, meglio che potessi, fino a trasformare la mia vita in questo. La musica mi ha dato tutto. Io devo restituire qualcosa. Questo è Solo Pietro.”

Maschere è un brano dai significati profondi: descrive il disagio e le difficoltà di un’intera generazione che tenta di adattarsi e comprendere le dinamiche di una società in continuo cambiamento e giudizio, in cui ogni individuo deve mostrarsi per ciò che non è: “nel testo ho voluto trasferire il senso di inadeguatezza che ho sempre visto nella nostra società, questa necessità costante di mascherarci dalla quale si può sfuggire soltanto tramite l’accettazione e l’affetto reciproco”. Pietro si accompagna con il pianoforte e la sua voce penetrante è impreziosita dall’arrangiamento orchestrale di archi, con un’interessantissima contrapposizione tra solennità classica e moderno grazie alle sue capacità di interpretazione. 

Per l’occasione, non abbiamo saputo resistere, e gli abbiamo chiesto di farci vedere camera sua!

CD di Hans Zimmer

Questo è uno dei miei dischi preferiti, le colonne sonore in generale mi fanno sempre un effetto incredibile. In modo particolare Hans Zimmer, è uno degli autori che preferisco, la sua musica riesce a mantenere una semplicità strutturata e una coerenza smisurata con le scene alle quali fa da sottofondo e spesso e volentieri mi piace avere propio questa stessa musica come colonna sonora alla mia vita. 

Telecaster

La mia tele è un pezzo di me ormai, è stata un regalo dei miei nonni, e mi è arrivata propio durante la prima tostissima quarantena, è stata una fedele compagna per un sacco di ore bloccati in casa per la gioia dei vicini : ). Mi ha fatto scprire un sacco di musica che non avevo mai approfondito prima del suo arrivo. Le sono davvero grato.

Il Concone

 Il Concone per me è un sacco di emozioni. È stato uno dei primi testi di canto lirico che ho studiato e rileggerlo ogni tanto mi riporta sempre un pò agli anni scors,i quando ancora ero completamente immerso nella musica classica. Per me quello a cui mi riporta questo libro rappresenta una parte della mia musica e della mia vita per cui ho voluto dargli questo spazzietto tra i miei oggetti.

Launchpad

A differenza del Concone questo strumento mirabolante mi riporta un po’ della tamarraggine che ho perso nel tempo. È un oscuro segreto, ma le mie effettive prime canzoni scritte erano super Dubstep o quando ero più tranquillo EDM di cattivissimo gusto. Passavo pomeriggi interi con gli amici in garage a scrivere i progetti per questo quadrato di 64 tasti pieno di lucine immaginandoci sui palchi del Tomorrowland insieme a Skrillex.