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Il lockdown secondo Gabriele Pirillo

E’ uscito in digitale (ascolta qui) e in radio “Mi chiedevo se”, il nuovo brano di Gabriele Pirillo, cantautore e chitarrista 22enne, new-entry dell’etichetta 800A Records. Questo singolo è il primo di quattro che faranno parte del suo album d’esordio, previsto per l’inizio del 2022.

Gabriele Pirillo, artista che ha tra le sue influenze musicali Giorgio Poi, Canova e John Mayer, scatta una fotografia di “Mi chiedevo se”: “questa canzone parla di due persone che non riescono a realizzare la fine di una storia, che cadono negli stessi errori perché convinti di poter ritrovare un equilibrio. È il racconto di un amore confuso in cui non è più chiaro cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, in cui a tratti sembra tutto nitido e all’improvviso ci si rende conto di non aver capito niente.”

Per l’occasione, gli abbiamo chiesto qualcosa in più sul suo lockdown.

L’arrivo della pandemia ti ha sconvolto qualche piano? Quale?

Si, ha cambiato radicalmente la mia quotidianità. Prima dell’inizio della pandemia abitavo a Cagliari, studio Medicina lì da 4 anni ormai. Sono ritornato nella mia adorata città natale che è Palermo ma penso che da Settembre ritornerò in Sardegna! In questo periodo a Palermo ho messo un po’ più a fuoco il mio progetto musicale, mi sono riattivato mettendo su una band che mi accompagni durante i live ma anche durante le registrazioni in studio. Inoltre adesso faccio parte di una casa discografica palermitana che è 800a records, e ne sono molto contento. Penso di poter dire che la pandemia ha influito quasi positivamente nei miei piani musicali perché mi ha permesso di riprendere in mano il mio progetto musicale che durante il periodo fuori sede, a Cagliari, stava un po’ sfumando e perdendosi tra i libri e gli esami universitari.

Come stai passando questo strano periodo, qual è la tua routine?

Non mi piace proprio annoiarmi, per cui cerco di farlo il meno possibile. Seguendo un percorso universitario ho un impegno costante che è lo studio ma cerco di tenermi sempre attivo: organizzo le prove con la band, vado in palestra, cerco di uscire con i miei amici nei limiti del possibile. In realtà adesso, grazie alle vaccinazioni, siamo quasi alla fine di questo periodo così strano, per cui bisogna essere positivi!

Ti ricordi la primissima quarantena? Come l’hai passata?

Per me quel periodo è stato davvero difficile ma anche uno dei più proficui musicalmente parlando. Ho registrato a casa il mio primo “mini” EP, chitarra e voce, che si chiama “Francesca”. Proprio il fatto di averlo registrato in quel periodo quando lo ascolto mi ricorda esattamente la voglia che avevo di sussurrare quelle canzoni in quel microfono, in qualche modo riuscivo a evadere dalla sensazione di vulnerabilità che penso coinvolgesse un po’ tutti in quel momento.

Di cosa parla il tuo ultimo singolo? L’hai scritto nell’ultimo anno?

Mi chiedevo se parla di due persone che non riescono a realizzare la fine di una storia, che cadono negli stessi errori perché convinti di poter ritrovare un equilibrio. È la storia di un amore confuso in cui non è più chiaro cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, in cui a tratti sembra tutto nitido e all’improvviso si ci rende conto di non aver capito niente. Il testo deriva da un’esperienza personale, Io scrivo una canzone solo quando qualcosa mi ha scosso davvero (e questo succede pochissime volte) ma non l’ho scritta nell’ultimo anno. Anzi, per me è una canzone “vecchia” perché fa parte di una serie di brani che ho conservato per tanto tempo e che non vedo l’ora che vedano la luce!

Cosa ti manca più di qualsiasi cosa?

La libertà di poter uscire, viaggiare, abbracciare e baciare senza preoccupazioni, senza pensarci troppo, senza vincoli e restrizioni. Arriverà quel momento, e sarà bellissimo.

Ti ricordi ancora l’ultima serata che hai fatto post 22.00?

L’ultima serata senza coprifuoco.. no, non la ricordo ahaha