La nostra redazione ha incontrato il cantautore calabrese classe ’91 che vive a Bologna ed è arrivato al terzo singolo pubblicato dallo scorso anno. I suoi testi sono sicuramente la caratteristica più interessante di questo progetto. La crociata del cantautorato deve necessariamente portata a termine nel periodo più superficiale che stiamo vivendo ( sotto l’aspetto musicale perlomeno ).

Immagini scattate con una reflex per fermare il tempo, diapositive sbiadite di un’estate malinconica, questa è La Marina, il tuo nuovo singolo. In quale scenario ci troviamo?
La canzone descrive un’ordinaria giornata al mare in Riviera, vissuta attraverso gli occhi di tre generazioni diverse. Anche se a distanza di anni e chilometri, mi è parso di rivivere momenti felice di qualche estate fa, come se le due dimensioni geografiche e sinestetiche si sovrapponessero.
“Un cappello all’indietro per non avere più trent’anni”, che rapporto hai con lo scorrere del tempo? Ti fa paura?
Quello che più mi fa paura è il rischio di essere inconcludente e il vivere con tanti rimpianti, ecco perché cerco di sfidare il tempo senza permettergli di lasciarmi in svantaggio. Non credo però di averne l’ossessione e mi piace rispettare tempi e caratteristiche di ogni fase della vita.
Questo brano è anche molto legato al rapporto con tuo fratello, così come emerge dalle foto che hai postato sul tuo profilo instagram. Che ruolo ha per te la famiglia?
Cruciale, senza scadere però nella banalità de “la famiglia è tutto”. Ho semplicemente molto rispetto delle mie origini e stima per chi con sacrifici mi ha permesso di avere una possibilità.

Nei tuoi singoli precedenti “Mi tengo” e “Lavanda e avorio” avevamo già avuto la percezione del tuo mondo sonoro, delicato e con una scrittura immediata. Come nascono le canzoni di Alessio Ciccolo?
Cerco di fare parecchia attenzione alle parole, perché è dalla poesia e dalla scrittura che è nata la necessità di esprimermi anche attraverso le canzoni; a volte può capitare che sia la melodia vocale e la forma musicale a delineare il brano.
Tra i tuoi riferimenti italiani e stranieri, quali artisti troviamo?
Ascolto molta musica britannica, dagli artisti cult fino alle nuove uscite, e la nuova scena alternative e folk americana. In Italia Niccolò Fabi è il riferimento principale, ma apprezzo moltissimo lo stile di Colapesce e Dimartino.
Il fulcro dei tuoi prossimi brani sarà il mondo dei fuorisede, tu stesso sei andato via dalla Calabria per studiare e poi lavorare a Bologna. Raccontaci la tua esperienza personale…
È impossibile per me scindere le esperienze di vita con la produzione musicale, e per questo i brani scritti dal 2015 in avanti hanno come file rouge la dimensione fuorisede e gli scompigli legati al passaggio verso un’età di definitiva maturazione. Di sicuro l’aurea artistica e accomodante di Bologna ha aiutato nel trovare una strada che mi assomigliasse.
a cura di
La redazione