Il debutto di AEntropica si inserisce in una linea di ricerca musicale e poetica che raramente trova spazio nel mainstream italiano. Stagioni Asincrone è un disco indipendente nel senso più autentico del termine: non solo per la produzione artigianale, ma per l’approccio libero da logiche commerciali e formati prestabiliti.
Il lavoro mostra fin dall’inizio un’intenzione chiara: costruire un dialogo tra parola e suono che non sia solo accompagnamento, ma co-costruzione. I testi di Valentina Mariani portano dentro riferimenti letterari (Virginia Woolf, Italo Svevo), elementi biografici e un certo tono politico, mai aggressivo ma sempre presente. L’impegno è sottile, si manifesta nell’orientamento delle scelte più che nei proclami.
Musicalmente, l’album si muove su coordinate sobrie. La produzione di Carlo Olimpico preferisce l’essenzialità alla sovrabbondanza. Il suono è pulito, composto da sequenze elettroniche, chitarre ben dosate e percussioni che disegnano un orizzonte sonoro coerente. L’approccio è più artigianale che virtuosistico, ma non per questo meno efficace.
Tra i brani più riusciti, “Controvento” e “Zeno” colpiscono per la capacità di fondere narrazione e ritmo, mentre “Esuli” offre un buon esempio di come il progetto riesca a parlare del presente senza rinunciare all’intimità.
Stagioni Asincrone non è un disco immediato: richiede attenzione e tempo, ma restituisce un ascolto denso e autentico. È una proposta che si distingue per coerenza e per onestà artistica, due qualità sempre più rare.