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Elettronica

ribL e l’uso dell’elettronica || INTERVISTA

C’è un momento preciso in cui qualcosa nasce. Un suono, un’idea, un progetto. Per ribL quel momento ha preso forma in Corpo, il suo primo EP da solista, pubblicato dopo anni di esperienze musicali eterogenee e collaborazioni in ambiti diversi. Un lavoro breve, composto da quattro brani, ma capace di condensare molteplici strati di riflessione: sulla fisicità, sulla musica come espressione interiore, sull’equilibrio tra tecnica e istinto. 

Artista romano con una solida formazione strumentale alle spalle – dal basso elettrico al contrabbasso, dalla chitarra all’insegnamento – ribL ha scelto di esplorare un linguaggio personale, che si muove tra elettronica minimale, scrittura cantautorale e ricerca timbrica. Il risultato è un EP che non grida ma si fa sentire, che non rincorre tendenze ma costruisce una direzione. 

Al centro di Corpo c’è proprio il corpo, inteso come spazio primo dell’esperienza umana. Il corpo che sente, che cambia, che comunica anche quando non è ascoltato. Da 1mo vagito a Un mare di lacrime è il sole, passando per Dentro, lento e Radici, i brani non solo raccontano una visione, ma restituiscono una sensibilità attenta, mai autoreferenziale. 

Ci racconti qualcosa del tuo progetto?   

Il progetto ribL nasce da un anno circa e vuole ritrovare nella musica “lenta”, come l´ambient, ispirazione e un nuovo stile di vita. Siamo bombardati da 1000 input e ciò non ci fa bene , è opportuno contrastare questa meccanica e andare da un’altra parte.  

Qual è stata la scintilla che ha fatto scattare l’esigenza di questo ep?   

Diciamo che ho continuato il filone dei brani precedenti “andare contro un sistema” materialista che smaterializza il nostro corpo e ci indica ciò che dovremmo fare. Questo meccanismo é tossico e non ci porta da nessuna parte, se non quella di odiare il nostro corpo.   

Perché “Corpo”?  

Perché é l’unica parte di noi a farci vivere davvero il presente. Ogni sensazione viene prima percepita dal corpo e poi dalla mente. Quindi é nato da qui il collegamento con la natura. Come punto di connessione con essa.  

L’uso dell’elettronica per te è più espressivo o funzionale?   

Con la musica elettronica ho modo di spaziare tra i suoni come fossero un flusso di vita continuo che nasce, cresce e muore. Per cui ho trovato davvero un bel connubio. Inoltre i suoni di batteria acidi mi riportano al dolore corporeo quindi ho introdotto varie sfaccettature.   

Cosa ti ha lasciato il jazz nella scrittura pop?   

Devo dire che di Jazz ho poco.. Sicuramente ho studiato per decenni e armonicamente i brani non sono scontatissimi… Però non voglio appropriarmi di qualcosa che non mi appartiene, nel rispetto del genere   

Ci sarà un tour dedicato all’EP?   

Attualmente ci sono delle date. Un tour non credo, però daremo il massimo nelle date che faremo!