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Cosa c’è nella camera di Moscardi

Venerdì 22 aprile è uscito il nuovo singolo di Moscardi dal titolo Fino in fondo, un pezzo che si propone di trattare il tema dell’accettazione di se stessi in un mondo in cui l’immagine del singolo individuo è più che mai “pubblica”. Moscardi, con la collaborazione del suo amico e collega marasmo, cerca di alleggerire il peso dell’argomento, attraverso un brano pop dalle sfumature funk e rap.

Per l’occasione, abbiamo fatto un giro a casa sua e questo è ciò che ci ha mostrato:

1) Strumenti musicali 

I miei fedeli compagni di viaggio. Capitanati dalla mia Ovation (la mia prima e insostituibile chitarra acustica), mi seguono un po’ dappertutto e mi tengono compagnia nelle giornate più solitarie. Possono cambiare vestito, possono invecchiare o rompersi ed essere sostituiti, ma il loro cuore (le canzoni!) mi accompagna ovunque, mano nella mano. 

2) Divano 

La mia casa nella casa. In ordine sparso ma non troppo, il posto in cui: scrivo, suono, canto, mi rilasso, mangio, dormo, rifletto, affondo, piango e mi ritrovo. La quintessenza della pigrizia e allo stesso tempo l’osservatorio speciale da cui cerco di comprendere me stesso e il mondo. Se Leopardi fosse vissuto al giorno d’oggi avrebbe scritto da qui L’infinito. 

3) Forbici da cucina 

Molti mi prenderanno per matto, ma so che c’è qualcuno tra di voi che può capirmi: le forbici da cucina sono un elemento essenziale della (mia) vita domestica. Tagliano da sole, e con estrema facilità, una quantità di cibi e materiali per cui non basterebbero decine e decine di coltelli. (e noi pigri conosciamo bene la differenza tra lavare una cosa e lavarne cento!) Una volta, tra un trasloco e l’altro, mi è capitato di approdare in una “cucina” che non aveva le forbici: stavo per disdire il contratto. 

4) Valigie e Passaporto 

Vicino alla porta di casa due valigie: una più piccola per i viaggi brevi e l’altra più grande per gli spostamenti più impegnativi. Un promemoria per quando staziono troppo sul divano (vedi punto 2), per non dimenticare che viaggiare significa conoscersi e che chi si ferma è perduto. Due valigie che sono anche il bagaglio di esperienze e incontri che ogni volta mi cambiano la vita… e un passaporto per ricordarmi da dove vengo, quali posti ho attraversato e qual è la mia prossima meta.