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Le 5 cose preferite di A.I.T.O.

Fuori dal 20 maggio “Fenomenologia degli Occhi Chiari”, il primo EP di A.I.T.O. e Yvan Cole. Quattro brani anticipati dal singolo “Artisti Vari” che nel giro di poche settimane ha catturato subito l’interesse del pubblico superando i 50k streams su Spotify. “Fenomenologia degli Occhi Chiari” è un EP difficile da ingabbiare in un solo genere. Abbiamo un po’ di rock, di pop mescolato con l’hip hop e l’elettronica. Il risultato è un qualcosa che probabilmente non hai mai sentito prima d’ora.

A.I.T.O. è l’anima dei brani, la voce e la mente che ha ideato i testi, mentre Yvan Cole è colui che li ha vestiti con un sound unico nel suo genere. L’EP si apre con “Fase #1”, un pezzo nervoso, quasi arrabbiato. Un rock con una spruzzatina di hip hop elettronico.

“Artisti Vari” è il secondo pezzo, quello che non riesci bene a comprendere, ma di cui non puoi fare a meno. Si passa a toni più soft con “Seppuku”. Un brano più vicino al pop, delicato ma che sa donare all’ascoltatore la giusta carica. La conclusione è affidata a“La prima a morire” che ricorda un po’ una ballad urban pop.

Dovevamo procedere assolutamente con questo format, ed ecco com’è andata!

BoJack Horseman

Uno dei più grandi prodotti seriali mai realizzati in assoluto. Personaggi talmente reali e vivi da diventare persone (indipendentemente dalle fattezze).
Tolto il velo della serie animata che, quando deve, fa ridere, e lo fa benissimo, si staglia un universo di fallimenti, debolezze, apatia, dipendenze, depressione e senso di inadeguatezza. Una festa, vero?
Chirurgica nel dosare gli elementi cruciali, ti trascina dentro il suo universo e in modo perfetto sa quando intrattenere, divertire, farti guardare dentro e farti piangere. Avrei voluto non finisse mai.
Non dà risposte, perché siamo noi a dovere arrivare alle risposte che vanno bene per noi. Ecco, BoJack Horseman è come secondo me dovrebbe essere una canzone.

Nick Cave

Non parlo di pura ammirazione musicale. Non tutta la sua produzione mi piace (ok, dai, quasi tutta), e sicuramente la mia scrittura è lontanissima dalla sua.
Il fatto è che, almeno per me, lui è il Santo Protettore dei Songwriters. La totale devozione che ripone nella Scrittura, l’immersione totale nelle tematiche più profonde e oscure senza proteggersi dietro alcun cinismo di sorta, lo rendono un fondamentalista (parola bruttina, ma non sono riuscito a trovare di meglio) della Canzone e delle emozioni che essa deve trasmettere. E, signori, per chi le canzoni vuole scriverle, non ci dev’essere nulla di più importante.
Tralasciandone la discografia e tutti i legittimi discorsi sul gusto personale, andate a leggervi i Red Hand Files, il blog in cui da qualche anno risponde alle domande che chiunque gli può fare su qualsiasi argomento. Ne uscirete sicuramente arricchiti e, spesso, commossi.
Creare è un atto d’insubordinazione ai capricci della vita e alla nostra mancanza di controllo su di essa.

Occhi Chiari

Anche qui, non è una pura questione di preferenza estetica. In un modo o nell’altro, le canzoni di questo EP sono piene di occhi chiari, a partire da quelli di Yvan Cole. E se lo sono, vuol dire che buona parte delle questioni che mi riguardano, e che mi portano a scrivere, derivano, in qualche modo, magari solo in parte, dall’aver sbattuto contro qualche Portatore di Occhi Chiari.
Da qui il titolo Fenomenologia degli Occhi Chiari, nonché testo e video di Artisti Vari.
Una sorta di maledizione, per me che ho gli occhi scuri.

Il Maestro e Margherita

Leggo molto meno di quanto facevo una volta e di quanto dovrei, ma questo romanzo rimane una costante dalla prima volta che lo lessi in seconda superiore. C’è tutto, dalla satira sociale ai disturbi psichiatrici (veri o presunti), c’è Cristo e c’è Satana, c’è il senso della Scrittura e, esagero, il senso della Vita, o almeno, UN possibile senso, ma credibile (su questo consiglio anche Dance, Dance, Dance di Murakami, completamente diverso, ma similmente rivelatorio). Ma perché parlarne ancora io, quando è possibile vedere Alessandro Barbero che si commuove parlandone? (attenzione, possibili spoiler)

Gli jalapeños ripieni di formaggio

Abbassiamo drasticamente il livello! Amo la cucina, anche se mangio molto poco, e una delle cose che mi fa stare meglio è avere ospiti a cena e cucinare per loro. Qui però siamo in un campionato diverso, questa è (quasi) la mia unica concessione al junk food, che si esprime in modo totalmente feroce e brutale. Non guardo in faccia nessuno. Non li condivido. Sono capace di ordinarne come starter e poi al posto del dolce. Se trovo un locale tex-mex che non li ha in carta penso subito a una petizione per farlo chiudere. Non importa con chi sono a cena, e in che contesto. Se gli jalapeños sono ordinabili, sono miei. Se qualcun altro li ordina per sé, gli conviene essere molto veloce. E con questa ho esaurito anche l’ambito food, che, si sa, tira ben più della musica.