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Comunicato stampa

“Aemilia Paranoica” è l’ultimo singolo della Banda POPolare dell’Emilia Rossa

Tratto dal nuovo album Sempre dalla parte del torto, uscito a luglio, Aemilia Paranoica è l’ultimo singolo della Banda POPolare dell’Emilia Rossa, in arrivo con un video ufficiale lunedì 30 ottobre 2023, sempre per l’etichetta Maninalto! Records. Il titolo del brano è un chiaro riferimento alla canzone-simbolo dei CCCP, così come allo stesso tempo al processo-simbolo che ha scoperchiato il vaso di Pandora sulla presenza della malavita organizzata nel Nord Italia.

“In una citazione unica si ironizza amaramente sull’Emilia Romagna e le sue ipocrisie”, spiega la Banda POPolare dell’Emilia Rossa a proposito del brano. “Una canzone contro quella ‘montagna di merda’ capitalista, per dirla con Peppino Impastato, che è la mafia. Perché la camorra, la ‘ndrangheta e la mafia sono parte integrante dell’economia, della politica e della società al Nord tanto quanto al Sud, e i mafiosi in Emilia Romagna non sono originari della Sila, di Casale o Corleone ma di Modena, Reggio o Bologna. Parlano emiliano, ballano il liscio e mangiano i tortellini.

“La canzone è in solidarietà con i P38 – la Gang e con Marco Vicini già presidente del circolo Arci Tunnel di Reggio Emilia, vittime di un’assurda persecuzione giudiziaria”, aggiunge la banda.

Sempre dalla parte del torto, il disco da cui è tratta Aemilia Paranoica, è stato finanziato interamente tramite una campagna di crowdfunding che ha superato il 150% dell’obiettivo iniziale. L’album vede una tracklist con ospiti importanti come ‘O Zulù, i Modena City Ramblers, i Gang, Kento e Marcello Coleman, fra i tanti amici e sostenitori di lungo corso della Banda.

Guarda il video di Aemilia Paranoica: 
https://www.youtube.com/watch?v=UDqcHCCDYXk

BIO

Il 25 aprile 2011 nasce la Banda POPolare dell’Emilia Rossa in piazza Grande a Modena. L’intento del progetto è stato fin dal primo momento fare politica rivoluzionaria, militante e anticapitalista attraverso una delle forme di comunicazione più diretta, efficace ed emozionate che esistano: la musica. Senza naturalmente rinunciare alla “balotta”, cioè al “fare festa” in modenese. Il nome e il simbolo della banda traggono palesemente origine da una distorsione un po’ sarcastica e un po’ warholiana del nome di quella famosa banca emiliano-romagnola che oggi rappresenta uno dei simboli del capitalismo e della degenerazione del cosiddetto “modello emiliano”. Un modello ormai NON più rosso manco a parole. La Banda è un gruppo proletario composto da delegati Rsu Fiom delle più importanti fabbriche metalmeccaniche di Modena, tra cui Ferrari e Maserati, e da musicisti professionisti che più precari di così non si può.

Definiscono il loro genere musicale col termine “internazionalista” perché vuole essere fuori da qualsiasi schema predefinito che non siano l’unità e solidarietà delle classi subalterne anche in ambito musicale e artistico oltre ogni frontiera. Fanno altresì tesoro di importanti ricerche in materia di canzoni popolari come quelle svolte da Gianni Bosio e dall’istituto De Martino negli anni sessanta. La sillaba “POP” di “POPolare” nel nome della Banda è un chiaro quanto umile riferimento e omaggio agli Area, band rivoluzionaria cui la banda non si rifà in termini di stile (“perché assolutamente inimitabili e non più riproducibili”) ma cui si rifà in quanto a spirito e a carica sovversiva e anticapitalista.

“Mai come in questa nostra epoca è necessario alzare la testa e difendere con orgoglio le tradizioni di lotta del movimento operaio anche dal punto di vista culturale e artistico. Per questo il nostro motto è quello di André Breton: <<Indipendenza dell’arte per la rivoluzione, La rivoluzione per la liberazione definitiva dell’arte>>”.

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Comunicato stampa

“LO SCERIFFO DELLA MIA CITTÀ”, feat. ‘O Zulù dei 99 Posse, è il singolo che lancia il crowdfunding per il nuovo album della Banda Popolare dell’Emilia Rossa

Presentato in anteprima a Radio Città Fujiko, la Banda POPolare dell’Emilia Rossapubblica il suo nuovo singolo, Lo sceriffo della mia città, fuori venerdì 28 aprile 2023 per l’etichetta Maninalto! Records, che vede l’importante featuring di Luca Persico alias ‘O Zulù, leader dei 99 Posse il quale canta il ritornello del brano in lingua napoletana.

Si tratta di un brano importante non solo per le collaborazioni e per il tema trattato, ma anche perché è la canzone con cui la Banda lancia ufficialmente il crowdfunding per il suo nuovo album Sempre dalla parte del torto, in arrivo prossimamente e che vedrà la partecipazione anche di Modena City Ramblers, Gang, Kento e Marcello Coleman.

Il crowdfunding, che ha già superato il 65% dell’obiettivo iniziale, è attivo sul sito di Buonacausa:
https://buonacausa.org/cause/sempredallapartedeltorto

Il nuovo singolo, attraverso il sarcasmo, denuncia la politica repressiva dei cosiddetti “sindaci sceriffi” -e anche del governo- sia nei confronti dell’immigrazione e della povertà urbana affrontata come una colpa individuale da schiacciare in nome del decoro e dell’interesse di affaristi, commercianti e palazzinari, sia nei confronti dei diritti civili visti non come un atto di progresso ma come una minaccia verso il concetto reazionario della famiglia tradizionale. “È un manifesto contro la politica non solo dell’attuale governo ma di quella degli ultimi trent’anni”, dice la Banda.

Guarda il video di Lo sceriffo della mia città
https://www.youtube.com/watch?v=UVTsmFoZcFk

si autorizza l’uso del brano per trasmissione radiofonica
CODICE ISRC: IT-ZB5-23-00036
AUTORE: Banda POPolare dell’Emilia Rossa, Luca Persico (‘O Zulù)
COMPOSITORE: Banda POPolare dell’Emilia Rossa, Luca Persico (‘O Zulù)

BIO

Il 25 aprile 2011 nasce la Banda POPolare dell’Emilia Rossa in piazza Grande a Modena. L’intento del progetto è stato fin dal primo momento fare politica rivoluzionaria, militante e anticapitalista attraverso una delle forme di comunicazione più diretta, efficace ed emozionate che esistano: la musica. Senza naturalmente rinunciare alla “balotta”, cioè al “fare festa” in modenese. Il nome e il simbolo della banda traggono palesemente origine da una distorsione un po’ sarcastica e un po’ warholiana del nome di quella famosa banca emiliano-romagnola che oggi rappresenta uno dei simboli del capitalismo e della degenerazione del cosiddetto “modello emiliano”. Un modello ormai NON più rosso manco a parole. La Banda è un gruppo proletario composto da delegati Rsu Fiom delle più importanti fabbriche metalmeccaniche di Modena, tra cui Ferrari e Maserati, e da musicisti professionisti che più precari di così non si può.

Definiscono il loro genere musicale col termine “internazionalista” perché vuole essere fuori da qualsiasi schema predefinito che non siano l’unità e solidarietà delle classi subalterne anche in ambito musicale e artistico oltre ogni frontiera. Fanno altresì tesoro di importanti ricerche in materia di canzoni popolari come quelle svolte da Gianni Bosio e dall’istituto De Martino negli anni sessanta. La sillaba “POP” di “POPolare” nel nome della Banda è un chiaro quanto umile riferimento e omaggio agli Area, band rivoluzionaria cui la banda non si rifà in termini di stile (“perché assolutamente inimitabili e non più riproducibili”) ma cui si rifà in quanto a spirito e a carica sovversiva e anticapitalista.

“Mai come in questa nostra epoca è necessario alzare la testa e difendere con orgoglio le tradizioni di lotta del movimento operaio anche dal punto di vista culturale e artistico. Per questo il nostro motto è quello di André Breton: <<Indipendenza dell’arte per la rivoluzione, La rivoluzione per la liberazione definitiva dell’arte>>”.