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Tra “kooks” ci si intende: una chiacchierata con gli Unkle Kook

Mica capita tutti i giorni di trovarsi a tu per tu con un brano come “Surf in Maremma”: disabituati come siamo agli smottamenti emotivi, certo dev’essermi sembrata una novità quasi inedita ritrovarmi alle prese con una sensazione di irrefrenabile movimento (che partiva dallo stomaco per diramarsi agli arti, senza però desistere dalla conqusita – riuscita – del cuore e del cervello) che mi ha costretto, sin dal primo play, ad innamorarmi di questo quintetto di folli “kooks” (che in linguaggio tecnico da surfisti significa una cosa non proprio carina, a differenza della musica proposta dalla band) che il venerdì di uscita mi ha saputo inaspettatamente regalare.

Per questo, una volta palesatami davanti la possibilità di andare più “a fondo” con gli Unkle Kook ho colto la palla al balzo: un’intervista non poteva che essere il modo migliore per capire chi avessi davanti. E chi ho davanti, a questo giro, di certo non riesce ad essere “contenuto” nelle poche domande di questo improvvisato simposio; tuttavia, gli spunti per capire di che pasta siano fatti gli Unkle Kook ci sono già tutti: per il resto, c’è Spotify (per fortuna, o purtroppo) e i palchi di tutta Italia, residenze itineranti della band surf/jazz/psyco rock più eccentrica che potrete scoprire oggi.

Ciao Unkle Kook, tre aggettivi utili a descrivere la vostra musica e uno che invece dice esattamente il contrario rispetto a ciò che siete, a ciò in cui credete.

Bagnata, ironica, facile. Il contrario di ciò che siamo? Se deve essere un aggettivo direi “noiosi”, anche se non ti giuro che sia esatto. Ciò in cui crediamo poi… non posso risponderti perché non siamo noiosi.

Il vostro è un esordio discografico che viene da lontano, con esperienze live di un certo tipo. Insomma, di pubblico e di artisti ne avete visti parecchi, in questi anni. Cosa ne pensate della scena, e che futuro credete possa avere un’idea di musica come la vostra, così incentrata sulla dimensione del live?

Probabilmente è da tanto tempo che non si sente così forte il bisogno di musica dal vivo ed in generale di tutto ciò che coinvolge i nostri corpi, da troppo oramai distanti e disabituati al contatto e alla vicinanza. Abbiamo tutti voglia di vibrare insieme e cosa c’è di più trascinante di una ritmica sfrenata e primordiale, con sferzate di chitarre riverberate e sassofono ululante? Ci sarà sempre bisogno di rock’n’roll e per farlo bisogna sudare, insieme.

Ecco, a proposito del live: un vostro pensiero/opinione/giudizio sulla situazione del settore dello spettacolo al netto del disastro pandemico che ha messo in ginocchio un’intera industria.

Speriamo che questa tragedia diventi una lezione; che sia servita ad imparare che senza musica e arte si può sopravvivere, ma abbiamo bisogno di vivere. Sarebbe bello che tutto questo servisse anche a creare le condizioni, a livello fiscale e culturale, per cui il lavoro del musicista sia un percorso dignitoso e rispettato, possibile per tutti coloro che decidono di dedicare la propria vita a un’arte complessa ed essenziale come questa.

“Surf in Maremma” è un brano che raccoglie voci diverse, e affida a chitarre e sax le redini di una canzone che sembra quasi divisa in livelli, in strati. Quali sono le vostre principali influenze, e come nasce il titolo del brano?

Il nostro è un gruppo di cinque musicisti. Ognuno di noi porta il suo sound che è fatto di un’infinità di musica e di esperienze diversissime. Certamente uno degli idoli degli Unkle Kook è Dick Dale, ma anche Little Richard, o Erkin Koray, la musica balcanica o psichedelica, il punk, o quel brano che ancora non abbiamo ascoltato. “Surf in Maremma” è un titolo direi didascalico, nel senso che descrive proprio quello di cui parla: una vacanza al mare, in Toscana, dove da bravi “kooks” il surf è stata un’esperienza piuttosto fallimentare, e con l’acqua alle caviglie e le chitarre in braccio abbiamo scritto questo brano.

Ora, ovviamente, confidiamo che non vogliate fermarvi, anzi, che presto ci darete in pasto qualcosa di ancor più corposo di questo esordio piacevolissimo ma fin troppo breve! Ci sono programmi in vista?

Abbiamo pronti in canna una bella serie di brani per accompagnarvi nelle prossime settimane. Sentirete! E in autunno contiamo di tornare in studio a buttar giù un’altra quintalata di musica divertentissima.

Salutateci facendoci una promessa che già sapete che non manterrete!

Ciao a tutti dagli Unkle Kook! Vi promettiamo che quando ci verrete a sentire dal vivo potrete godervi lo spettacolo comodamente adagiati sulle vostre seggiole. Rock’n’roll!!!