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Le 5 cose preferite di Giacomo Luridiana

Dal 16 luglio è disponibile in rotazione radiofonica “IL DIAVOLO DEL JERSEY”, nuovo brano di GIACOMO LURIDIANA già presente sulle piattaforme di streaming.IL DIAVOLO DEL JERSEY” è una canzone che attraverso le sue sonorità folk parla di sentirsi confusi e spaesati, ma immensamente liberi. In questo pezzo, GIACOMO LURIDIANA canta e racconta una storia sul senso di libertà, un sentimento che può essere dolorosissimo. Spiega l’artista a proposito del singolo: «Il diavolo del Jersey” è una canzone che guarda il mondo attraverso gli occhi di chi si sente fuori posto e sbagliato e che celebra la strana libertà che ne deriva».

Gli abbiamo chiesto le sue 5 cose preferite!

Inter

Non so bene come sia nata la mia passione per l’Inter. Per tanti sono i genitori che ti introducono a una squadra e ti portano allo stadio, io allo stadio ci sono stato per la prima volta 6 anni fa. Mia mamma si è sempre definita interista, ma più per spirito di ribellione visto che dei suoi tre fratelli due erano milanisti e uno genoano. Nessuno però in famiglia segue particolarmente il calcio. Da piccolo andavo a vedere le partite dai miei vicini di casa seduto di fianco al signor Paoletti, toscano come mio nonno e interista DOC. Da ragazzino non avevo molti amici con cui condividere questa passione e alle superiori ho smesso per alcuni anni di seguire il calcio. Date le premesse non dovrei essere così interista, non ho un legame familiare saldo con la squadra come tanti altri tifosi e non è una passione che ho ereditato da mamma o papà, eppure le emozioni che mi regala da sempre l’Inter sono indescrivibili. C’è qualcosa nell’essere interisti in cui mi identifico, l’essere fratelli del mondo, la sofferenza quasi omicida prima del successo, le bandiere e i campioni silenziosi come Picchi e Zanetti; tifare Inter per me non è solo tifare una squadra di calcio, è molto di più.

Pesci

Quando vedo un pesce mi imbambolo. Non so cosa sia, ma mi affascinano tantissimo; forse è che sono esseri viventi, ma così radicalmente diversi da tutti gli altri e pensare a come sarebbe la vita subacquea mi incuriosisce. Gli uccelli volano, ma sanno anche camminare, mentre i pesci sanno solo nuotare, in questo senso sono più “alieni” degli uccelli. Poi la loro forma, i loro colori, il mistero dell’ambiente che abitano dove non ci sono praticamente insediamenti umani fissi a eccezione di qualche stazione petrolifera solitaria, sono tutte cose che mi affascinano. In sostanza, mi piacciono i pesci.

Nuotare

Fin da piccolo ho avuto una paura irrazionale dell’acqua. Mi piace tantissimo sentirla addosso, tuffarmici dentro, immergermi, ho questa fascinazione per i pesci, eppure dopo un po’ che nuoto o galleggio a morto non posso fare a meno di pensare che il rumore dei sassolini sul fondale potrebbe essere uno squalo. Per questo quando ho bisogno di una scossa, di scrollarmi di dosso un po’ di apatia e mi capita di essere in un posto di mare mi piace fare una lunga nuotata e quando inizio a pensare costantemente che uno squalo potrebbe saltare fuori in qualsiasi momento spingermi un po’ più in là. Perché in fondo in fondo lo so che le probabilità che uno squalo mi mangi sono prossime allo zero, solo che sul momento si amplifica nella mia testa quel pensiero che so essere irrazionale e per darmi una scossa di adrenalina è l’ideale.

Viaggi

Con viaggi intendo proprio la parte del viaggio. Certo, mi piace visitare posti nuovi, ma se il viaggio da casa a qualche altro posto è in macchina, in treno o in autobus è probabile che alla fine mi piaccia più il viaggio della destinazione. Guardare fuori dal finestrino, il panorama piatto dell’autostrada, il cielo che si sposta tutto intorno a te, le pause in autogrill, le campagne che sfrecciano di fianco ai binari. C’è qualcosa nel viaggiare che ti ricarica, come una strana forma di meditazione.

Cucinare

Mi piace un sacco cucinare, soprattutto quando ho un po’ di tempo. Non pianifico molto quello che cucino, mi lascio abbastanza trasportare dal momento, cosa che ha sempre dato abbastanza fastidio a mia nonna che cucina da dio; a me piace dover far saltare fuori delle idee al momento. Però direi che me la cavo bene, mi piace sperimentare in cucina e se dovessi sparare delle statistiche direi che il 50% delle volte ne esce qualcosa di veramente buono, il 30% qualcosa di decente e il 20% delle volte è un fallimento.