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Indie Pop

Cosa c’è nella camera di BOETTI

L’arte visiva, la musica, la letteratura e Porta Portese cosa hanno in comune? La risposta esatta è BOETTI, artista toscano di stanza a Roma, che ha da poco pubblicato il suo nuovo singolo “Ragazza del ’99”, un brano che fa da ponte fra il presente e il passato del progetto del cantautore.

Per conoscerlo ancora più a fondo ci siamo fatti invitare nella sua camera, un luogo in cui tutto ciò che BOETTI scrive e canta prende forma.

Quadri 

Sono cresciuto in case, quella dei miei genitori e quella dei nonni, in cui ogni parete aveva almeno un quadro appeso. Da lì è nata la mia ossessione di incorniciare  e appendere qualsiasi cosa (da normali stampe e litografie, fino alla tovaglia di un’osteria su cui ho mangiato) come a voler immortalare per sempre un attimo di felicità.

Bacchetta da direttore d’orchestra

Un regalo di compleanno da parte di alcuni carissimi amici, inizialmente nato come gesto goliardico ma subito diventato un simbolo importantissimo: ho io in mano le redini della mia vita.


Libri

Sono laureato in lettere, ma ho iniziato seriamente a studiare solo dopo aver lasciato l’università. Tolto l’obbligo della prestazione resta la curiosità di chi ha voglia di scoprire, approfondire, documentarsi. Scrivere per me è ricerca e dopo tutti questi anni ancora oggi trovo nella lettura molte risposte.


Anticaglie

Al mercato di Porta Portese si trova di tutto, anche vecchie fotografie e lettere private di persone che hanno vissuto questa vita prima di me. Alcuni potrebbero essere ancora vivi. Quando ci vado torno sempre a casa con alcuni di quei ricordi, che non mi appartengono, ma che in un certo senso attraversano il tempo in eterno.

Merchandise

Negli ultimi anni mi è capitato di supportare e/o collaborare con altri musicisti. Credo che l’unico modo di sopravvivere oggi, visti i tempi che corrono, sia quello di fare rete, di pensarsi e agire come una generazione. Passare dal banchetto del merch dopo i concerti vuol dire sostenere (a livello di filiera) direttamente l’artista e fare un semplice gesto che possa farlo sentire ripagato dei sacrifici fatti.

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Comunicato stampa Indie Pop

“TRAGICA MAGICA NOTTE” è il live di CIMINI

Il 13 luglio 2024 torna in concerto al Botanique con “TRAGICA MAGICA NOTTE” ovvero
un concerto d’anteprima con orchestra nel giardino di Bologna

Un evento unico, pieno di sorprese e anticipazioni, che segna il ritorno di CIMINI. Il cantautore, bolognese d’adozione, per l’occasione sarà accompagnato dalla sua band e dall’orchestra Leggera. 

Nella splendida cornice dei Giardini di Filippo Re e in esclusiva per il BOtanique Festival, verranno presentati, oltre che il classico repertorio del cantautore, alcuni inediti che faranno parte del nuovo lavoro prossimamente in uscita, il tutto riarrangiato e riproposto in chiave orchestrale.


Illustrazioni a cura di Enea Luisi

CIMINI

Cantautore calabrese trapiantato a Bologna, conosce il successo nel 2017 con “La legge di Murphy”, brano cult della scena indie-pop italiana. Nel 2018 pubblica l’album “Ancora Meglio”, a cui segue un tour di oltre 100 date nelle principali città italiane. Nel 2021 esce “Pubblicità”, accompagnato dal fortunato “Karaoke Tour”, uno spettacolo a metà tra il teatro canzone e un concerto vero e proprio sotto la regia di Lodo Guenzi, che riesce a portare con grande successo CIMINI in tutti club italiani più importanti nonostante la difficile situazione di pandemia, poi riproposto in full band nell’estate 2022

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Indie Pop

Le 5 cose preferite di Vinnie Marakas

“Preferirei di No” è il primo album ufficiale di Vinnie Marakas, in uscita il 24 maggio 2024 per Dischi Sotterranei

Il disco, anticipato dal singolo “Supermarket”, un’ironica e surreale rappresentazione del supermercato come metafora della contemporaneità e dell’ industria discografica in cui tutto è merce – è prodotto da Richard Floyd, come l’EP d’esordio “Giovane Cagliostro” (2022).

Noi gli abbiamo chiesto di raccontarsi e di raccontarci il suo ultimo lavoro attraverso le sue 5 cose preferite!

L’ACQUA FRIZZANTE

Tutte le scoperte della medicina si possono ricondurre alla breve formula: l’acqua bevuta moderatamente, non è nociva.

SCIVOLARE NELL’ABISSO

Ali bisogna avere quando si ama l’abisso.

FARSI ALBERO

Percepiva chiaramente di trovarsi a casa sua, presso la sorgente della vita. E di nuovo vide un albero, che era nel contempo sole e luna.

MEDITARE AL SUPERMARKET

Le grandi porte si aprono scorrendo e si chiudono spontaneamente. Onde di energia, radiazione incidente. E poi ci sono lettere e numeri, tutti i colori dello spettro, tutte le voci e i rumori, tutte le parole in codice e le frasi convenzionali. È soltanto questione di decifrare, ricombinare, eliminare gli strati di impronunciabilità.

PESSIMISMO NEL CAFFE’

Mescola bene per sentir l’aroma, dà dipendenza più che con la droga.

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Elettronica Indie Pop

Cosa c’è nella camera di Alfonso Cheng

FINFERLAND è il nuovo album di ALFONSO CHENG, “bedroom music maker” campano classe 1990. Il disco pubblicato lo scorso venerdì 17 maggio per .Belva e Manita Dischi.

Un crogiolo postmoderno di citazioni musicali e culturali che arrivano dagli anni 90, ma non sono mai uguali alla sorgente.

Non potevamo quindi farci invitare nella sua cameretta, quella in cui prendono forma le sue canzoni, per vedere quali sono gli elementi che la contraddistinguono.

L’angolo dei ricordi

L’angolo del ricordo, i due vinili dei miei nonni materni, poi ci sono tutti i pass dei festival dove ho suonato, i dischi delle mie vecchie band le prime cassette numerate 01 del mio primo disco, e tanti altri ricordi.

Le action figure

Ogni tanto mi devo fermare e prendere l’action figure di Sanji, devo sconnettere la mente dal mondo, e devo immaginare di stare nel mondo di One Piece.

Korg Monotribe

Questa foto rappresenta l’inizio, dove è nato tutto. Infatti il mio primo disco è tutto fatto con questi tre strumenti. Il microfono era di mio nonno, lo presi da piccolo da casa sua. Il Korg monotribe, una delle mie macchine preferite, che uso ancora durante i live, e la mitica Casio ( immancabile in ogni casa ). Ricordo che nel 2020 avevo solo questi tre strumenti oltre la chitarra acustica e il basso, e registravo con questo microfono vicino le casse di questa Casio ( non avendo nessuna uscita jack).

Il mio synth preferito

Questo è il mio synth preferito in assoluto, è una riproduzione boutique del Juno 60 e 106, super compatto e piccolo e comodo da portare ovunque. Con questa ci ho registrato Sabatosera e poi tutto il secondo disco. Non me lo toglierò mai.

L’immancabile Microkorg

Lui è l’immancabile Microkorg. ultimamente lo sto usando pochissimo, però con lui ho registrato un pezzo nuovo nuovo nuovo di zecca!

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Indie Intervista Pop

Nel “MOOD-POP” di Aigì c’è tutta la musica che ti piace

Aigì, nome d’arte di Antonio Il Grande, è un nome che seguiamo, come sapranno bene i nostri lettori, ormai da diversi anni: per questo, non potevamo certo esimerci dal fare all’artista qualche domanda su “MOOD-POP“, il suo eclettico e visionario – capirete perché – album d’esordio.

Aigì, è un piacere ritrovarti con un EP. Da quanto aspettavi questo momento?

Piacere mio! Lo aspettavo da tempo, perché è la sintesi di due anni di sperimentazioni su vari fronti. Difatti abbiamo iniziato a lavorare alla canzone meno recente (Orsa Maggiore) nel febbraio del 2022.

“Mood-pop” è un lavoro denso, che a suo modo racconta con sincerità un percorso personale che può essere anche collettivo. Quanto è stato “terapeutico” per te scrivere le canzoni di questo tuo disco d’esordio?

Tanto! È come se ad ogni canzone avessi affidato il compito di custodire un’istantanea di come mi sentivo in quel preciso momento. Insieme propongono diverse sfaccettature della mia interiorità.

Raccontaci i brani: in ognuno, c’è un po’ di te (e delle tue numerose sfumature musicali) ma ce n’è uno al quale ti senti particolarmente legato?

Sono tutte canzoni-promemoria: Sbalzi d’umore mi ricorda che siamo fatti di contraddizioni, Orsa Maggiore che devo godermi il momento, Cherosene che l’amore non si piega a marchette social, Nuvole che non devo perdermi d’animo, Niente di che quanto sia importante comunicare in una relazione e Nudo/a che il sesso è un gioco senza frontiere. Orsa Maggiore direi che, oltre ad esserci legato, è un evergreen per il mio progetto.

Tra tutti, ci ha colpito la scelta di approcciare ogni brano attraverso una diversa chiave di lettura musicale, che mantiene tuttavia intatta e coerente la firma della tua penna. Ci racconti come nasce questa idea, che pare dare anche il titolo all’EP?

Nasce dal semplice fatto che mi stanno strette le etichette. Mi piace molto ibridare la mia musica arricchendola di varie suggestioni. Dopo tre singoli non proprio coerenti fra loro, mi sono detto “Sai che c’è? La mia coerenza è l’assenza di coerenza”. È nato così il concept di MOOD-POP. Poi chiaramente questo è vero a metà, perché ci sono molti elementi che ritornano.

Certamente un disco del genere, che fa della sperimentazione musicale una delle sue principali chiavi di lettura, merita due parole spese sui tuoi collaboratori… con chi hai lavorato a “Mood-pop”?

Ho lavorato con il mio produttore di fiducia, Octavio Laria, con cui stiamo creando un team di produzione anche per altri artisti. Andavamo al liceo assieme e in questi ultimi anni abbiamo fatto un percorso di crescita che ci ha resi veramente complementari.

AIGì, grazie per il tuo tempo, e in bocca al lupo! Quando potremo ascoltarti dal vivo?

Grazie a voi e viva il lupo! Intanto il 28 aprile sono stato al Volume (Firenze). Da maggio dovrei partire con un tour ma siamo ancora in fase di definizione. Seguitemi per rimanere aggiornati!

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Indie

Le 5 cose preferite dei Fight For Four

Fuori dal 19 aprile “The Trick”, il nuovo singolo dei Fight For Four. Un brano carico di energia positiva che con un sound synth pop porta l’ascoltatore a credere in se stesso. “The Trick” è il trucco che ci serve per uscire da quei momenti in cui tutto sembra crollarci addosso. I Fight For Four ci ricordano che come delle fenici possiamo rinascere dalle nostre ceneri, che possiamo trovare un modo per risollevarci. Il testo viene rafforzato da un sound che trasmette la stessa energia e positività. “The Trick” si apre con sound elettronico e dei beat accattivanti, su cui è impossibile stare immobile, poi prosegue mescolandosi al pop. Il risultato è un brano irresistibile e fuori dal comune.

E per conoscerli meglio non potevamo che fare una cosa, chieder loro quali fossero le loro cinque cose preferite, ed ecco com’è andata.

LA NATURA

Ammirare la natura nella sua spettacolare bellezza avvolti da un silenzio ricco di quei rumori che solo la natura sa creare. La diversità di luce nel corso della giornata, gli innumerevoli paesaggi uno diverso dall’altro, una bellezza che ogni volta è unica ed è come se fosse sempre la prima volta che la ammiri. 

IL CIBO

Come ci tira su il morale un buon piatto di pasta con il pesce o, in generale, qualsiasi altra cosa gustosa che ci capiti nel piatto, nessuno mai! 

LE CONNESSIONI 

Tutto ciò che si crea con le persone che ci circondano. Che siano scambi momentanei o rapporti duraturi, è la bellezza di quanto ogni persona ci può donare anche con un semplice sguardo. 

LA MUSICA 

In ogni momento della giornata, in ogni contesto, in ogni luogo, da soli o in compagnia, crediamo che la musica sia fondamentale e possa totalmente condizionare in meglio ogni situazione. 

LA POESIA/LETTERATURA

La riflessione, lo spunto, il sorriso, la carezza che le frasi racchiuse in un libro ci possono regalare. Un momento di raccolta con noi stessi che si possono trasformare in musica. 

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Anteprima Indie Pop

Ascolta in anteprima “Summertime”, il nuovo trip degli Arancioni Meccanici

“Summertime”, il nuovo singolo degli Arancioni Meccanici, uscirà a mezzanotte via Gelo Dischi. Una cavalcata dreamy per riconciliarci con quella memorabile endless summer che ognuno di noi ha avuto modo di vivere. Siamo felici di presentarvi la traccia in anteprima.

Artwork: fab-lab.biz

Queste le parole con le quali la band presenta la canzone:

«Un’estate persa nella Montecarlo di un altro tempo. O in un’altra galassia alla ricerca di anime con cui ballare verso l’orizzonte, anche se solo per poche settimane. Chitarre e sintetizzatori dilatatissimi per questo nuovo romanzo dreamwave.»

Puoi ascoltare il brano qui:

Arancioni Meccanici · Summertime

BIO

Dal tramonto all’alba, in bilico tra decadentismo e rinnovamento, gli Arancioni Meccanici, da anni colonna portante della musica alternativa made in Milano, raccontano il loro spazio e il loro tempo offrendo una visione policroma, tra reminiscenze new wave, neopsichedelia e momenti dreampop.

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Fonte: Costello’s Agency

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Indie Pop

Il Breakfast Club agrodolce di Simone Matteuzzi

“Invito per colazione” è l’album d’esordio di Simone Matteuzzi, uscito venerdì 19 aprile 2024, via Zebra Sound con distribuzione Virgin Music Italia. L’invito al viaggio del cantautore milanese ci conduce in una dimensione post-onirica, giocosa quanto seria, perché è questa l’ambivalenza alla base di ogni vera sperimentazione; un luogo dove accettare le contraddizioni dell’artista moderno e la personalizzazione dell’individuo non sembra affatto impossibile.

Queste le parole con le quali il giovane artista presenta il disco:
«Qualcosa sta irrompendo nei suoi primi vagiti nella pulsante culla di pluralità e contraddizioni che e` la torrida estate milanese.
Appena nato, ancora in piccole demo, si scansa come per gioco da ideologie stilistiche dalle identità monolitiche, proiettandosi nella libertà della pura contaminazione, che è vita.
Posto questo vi chiederete, di cosa stiamo parlando?
Per spiegarvelo al meglio, permettetemi un invito al viaggio, nel nostro caso un “Invito per Colazione”, quale miglior momento per raccontarlo, mentre si scivola mollemente in una giornata evaporata da tempo e spazio? Tra fumi, sapori, suoni e parole scopriremo vivande pregiate e biliose bevande dalle quali farsi tentare.»

Puoi ascoltare l’album qui:

BIO

Simone Matteuzzi, cantautore e musicista della nebbiosa provincia di Milano, classe 2001, scrive e realizza le sue canzoni sonnecchiando qua e là tra accordi, profumi, sillabe e impressioni; forse con grande acutezza e sensibilità, o forse con un’ironia agitata, brulicante. Sin da bambino è innamorato della black music, suggestione che completerà negli anni del liceo con la scoperta e lo studio del jazz, della classica, del cantautorato e di vari generi sperimentali.
Suona in numerosi locali di Milano e hinterland con progetti jazz e cantautorali. Nel 2022 vince il Premio“Ricerca e Contaminazione” della Pino Daniele Trust Onlus, con la quale partecipa successivamente come artista e tastierista all’evento “Qualcosa Arriverà”, audiovisual performance nella Galleria Umberto I di Napoli. Nel 2022 inizia a collaborare, come artista e produttore, con Zebra Sound, società di produzione ed edizione musicale di Milano, con la quale produce il suo progetto d’esordio. Con il suo singolo “Ipersensibile” è tra gli otto vincitori dell’edizione 2023 di Musicultura, Festival Della Canzone d’autore e della canzone popolare in lingua italiana e tra i finalisti di Jazz the Future, concorso indetto da JazzMI e Volvo Studio Milano. Nel 2023 inizia la sua collaborazione come artista con Costello’s Records.

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Fonte: Costello’s Records

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Indie

Altrove ci raccontano “Panorama a metà strada”

“Panorama a metà strada” è il nuovo singolo della band veneta Altrove, fuori su tutte le piattaforme digitali dal 12 aprile e distribuito da Distrokid. Il titolo del brano prende ispirazione dalla serie televisiva animata “Bojack Horseman”, nello specifico dalla puntata 15 della stagione 6. Nell’episodio, infatti, il protagonista del cartone fa un sogno che lo costringe a tirare le somme della sua vita, a rendersi conto di essere stato intrappolato da una realtà splendida, ma artefatta che lo ha trasformato sempre più nella brutta copia di se stesso.

Ricalcando l’esperienza di Bojack, gli Altrove dedicano le strofe ad un flusso di coscienza indefinito ed irrazionale per poi lanciarsi andare ad un ultimo e disperato grido d’aiuto nei ritornelli. Il significato introspettivo e complesso del testo si contrappone a delle sonorità pop e leggere, con una strumentale incalzante e delle ritmiche serrate.

Ciao ragazzi! Il vostro nuovo brano prende ispirazione da “Bojack Horseman”, in particolare da un episodio in cui il protagonista si rende conto di essere intrappolato in una realtà in grado di renderlo la brutta copia di se stesso; in che modo questa sensazione ha condizionato la scrittura del singolo? Vi sentite anche voi un po’ intrappolati in un ambiente analogo?

La puntata in questione ha un significato fortissimo. Il testo ha iniziato a prendere forma di getto, così come tutta la canzone, in uno dei nostri “ritiri” in cui stacchiamo da tutto per passare qualche giorno insieme in montagna e lavorare alla nostra musica. Con le prime parole si è creata questa connessione con la storia di Bojack e con tutte le sensazioni che la puntata “Il Panorama a Metà Strada” portano.

Il senso di smarrimento e di travolgimento del protagonista è qualcosa che rivediamo molto anche nella società di oggi, anche su noi stessi. Le strofe vogliono rappresentare più che altro un flusso di coscienza indefinito, così come il sogno ricorrente di Bojack che caratterizza la puntata, culminando poi nei ritornelli in un grido di aiuto. Viviamo in una società fortemente instabile e dinamica ed è qualcosa che vediamo tutti i giorni, a volte questo crea delle opportunità, altre ci fa sentire in trappola, frastornati e in continua comparazione agli altri.

Definireste “Panorama a metà strada” una canzone generazionale?

Sicuramente è una canzone che può rappresentare uno spaccato della società odierna. Non solo la nostra generazione viene colpita dal disagio della precarietà, ma la richiesta di aiuto comprende probabilmente un disagio trans-generazionale.

A chi è rivolto il “grido d’aiuto” protagonista del ritornello?

Bojack nella puntata cerca disperatamente di mettersi in contatto con Diane, senza riuscirci. Lo stesso grido di aiuto c’è nella nostra canzone, non è rivolto ad una sola persona specifica ma è più che altro uno stato d’animo. L’ascoltatore si può rispecchiare nella solitudine del grido stesso e quindi esserne il vero destinatario.

Il sound di questo nuovo pezzo appare un po’ più articolato rispetto a quello del vostro album d’esordio “Mongolfiere”, è così? Avete sperimentato un po’ di più durante la sua scrittura?

Il nostro album “Mongolfiere” è frutto di tanta passione, ma anche dell’inesperienza che al tempo della sua scrittura ci caratterizzava ancora. Abbiamo fatto tesoro di ciò che abbiamo imparato mentre ne affrontavamo la creazione, e il nuovo singolo è il primo frutto di ciò che ne è seguito. Siamo ora forti di esperienze di gruppo e personali che ci rendono più capaci, e dell’appoggio di alcune figure che hanno deciso di accompagnarci nella nostra avventura.

Tutto questo ha contribuito fortemente a rendere più dinamiche e articolate le fasi di scrittura, arrangiamento e produzione dei pezzi.

Il vostro progetto si basa molto sull’autoproduzione; quanto è difficile mantenere una propria indipendenza nel settore musicale in Italia nel 2024?

Nonostante registrare e produrre musica oggi sia più facile e più accessibile economicamente rispetto al passato, grazie ai vantaggi della digitalizzazione, per ottenere un risultato di qualità è necessario ricorrere all’utilizzo di strumentazione avanzata, e spesso al supporto di professionisti nel settore.

Noi riusciamo a mantenere una nostra indipendenza nelle fasi creative iniziali e di preproduzione, anche grazie alla disponibilità di alcuni esperti inseriti nel progetto.

Tuttavia, ad esempio, nelle fasi di registrazione di alcuni strumenti, di mixaggio e masterizzazione, ci affidiamo agli studi.

Gran parte delle spese del vostro prossimo lavoro è stata coperta tramite crowdfunding, raccontateci un po’ di questa esperienza…

Ci piace pensare la nostra “comunità altroviana” come una famiglia, e per questo abbiamo chiesto aiuto alle persone che credono nella nostra musica e che vogliono vederla realizzata. La musica costa, e noi, da studenti universitari, non riusciamo a coprire tutte le spese.

Per questo abbiamo deciso di aprire il nostro primo crowdfunding, dopo mesi di preparazione, e di studio delle ricompense da assegnare ai donatori. Siamo stati molto sorpresi dalla portata della risposta che abbiamo ricevuto, raccogliendo in poco tempo molto più di quanto ci aspettassimo e riuscendo a coprire buona parte delle spese. Ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito. Anche oggi che scriviamo, abbiamo usufruito delle vostre donazioni per il mixaggio di uno dei brani che uscirà nel prossimo periodo.

Parlateci un po’ dei vostri progetti futuri, avete già delle date da proporci?

La nostra primavera di live è già piena. Suoneremo a San Donà il 21 aprile e il 10 maggio, e a Mogliano Veneto il 1 maggio. Dopo un periodo intenso di registrazione e produzione di brani, siamo contenti di poter tornare live, più pronti e carichi che mai.

Anche quest’estate vorremmo suonare spesso in pubblico, anche fuori dal Veneto. Stiamo definendo proprio in queste settimane le date e gli eventi a cui parteciperemo.

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Indie rock

Il singolo d’esordio dei SEQUOIA è un inno alla transitorietà

“Autunno ’91” è il malinconico singolo d’esordio dei SEQUOIA, il nuovo quintetto alt-rock prodotto da Matteo Cantaluppi. Un inizio davvero promettente.

Ph: Leonardo Vecci Innocenti
Styling: Leonardo Vecci Innocenti & Marquis
Editing & Ad: Camilla Matteuzzi

Queste le parole con le quali la band milanese presenta la canzone:
«La storia di un autunno di trent’anni fa. I fuochi, le castagne, la disintegrazione dell’Unione Sovietica ed un mondo che inizia a non saper più distinguere i Wojtila dai Gorbaciov.»

Puoi ascoltare il brano qui:

BIO

SEQUOIA si radica nel profondo terreno della tradizione della musica d’autore italiana, robusta nera corteccia dell’alternative rock e forti rami dal persistente fogliame punk.

Il progetto SEQUOIA nasce dalla volontà di riscoprire le radici della canzone d’autore italiana attraverso un affascinante crocevia tra il suono alternative rock anni ’90 e il cantautorato classico.
Il risultato, guidato dalla sapiente produzione di Matteo Cantaluppi, è un disco che sublima una poetica che sa essere al tempo stesso cruenta e raffinata, dolce e amara, vita e morte.

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Fonte: Costello’s Records