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Quello che ho capito ascoltando il primo disco di Adelasia

Prendete Malika Ayane, passatele una canna accesa, regalatele tutti gli album di quegli artisti che si sono ispirati a Mac DeMarco e vi verrà fuori Adelasia. Nata dall’unione del nome Adele + Asia, Adelasia è proveniente dall’Italia e non dall’Asia come il nome tende a far pensare. Il suo album uscito da poco, 2021, ha quelle sonorità un po’ pop un po’ psych che fa capire che lei è l’artista perfetta per quegli ascoltatori a cui piace chillare di brutto. No di certo per quei pazzi schizzati che preferiscono rompersi la schiena con il duro lavoro, ‘sti malati di mente folli scellerati. È sicuramente una delle voci femminili più interessanti del panorama italiano, ma anche asiatico se fosse nata in Asia come il nome fa pensare truffaldinamente.

Il suo percorso artistico è iniziato quando una stella è caduta dal cielo una notte di San Lorenzo di tanti anni fa. Vedendola, Adelasia ha espresso il seguente desiderio: “Ti prego stella cadente fammi diventare una stella del cinema”. Purtroppo quel giorno la stella cadente fu piuttosto sorda perché era troppo concentrata a cadere e sentì “Ti prego stella cadente fammi diventare un’asticella del cinema”. Inizialmente le parve un po’ strano come desiderio, ma decise comunque di esaudire quella commossa richiesta. Così una notte Adelasia si svegliò improvvisamente e si accorse di essere diventata un’asticella del cinema, precisamente una barra metallica che poneva un limite di altezza per gli spettatori più alti di due metri e mezzo nella provincia a statuto speciale di Bolzano, dove le persone là sono tutte alte.

La disperazione iniziale per la sua condizione divenne ad un certo punto rassegnazione: era diventata un fottuto oggetto di metallo, cosa mai poteva succederle? Non aveva gambe, non aveva braccia, era bloccata con delle viti, mannaggia. Si era abituata all’idea oramai. Poi accadde l’impensabile: cinema chiusi in tutto il mondo per l’emergenza pandemica, non avrebbe mai visto più nessuno lì dentro e non avrebbe più esercitato la sua funzione per chissà quanto tempo, quindi si disperò nuovamente appena capì che era diventata un fottuto e inutile oggetto di metallo. Una tragedia.

Le lacrime di quei giorni echeggiarono tra le sale vuote del cinema di Bolzano e furono talmente disperate che le immagini delle locandine presero vita. Come in Una Notte al Museo, esatto. Un impietosito Ezio Greggio uscì dalla locandina di Lockdown all’Italiana e si diresse verso quelle urla di pianto disperate chiedendosi “È lui o non è lui? Cerrrrrrto che è lui” pensando di ritrovare Enzino Iacchetti in overdose da coca tristissimo e tritatissimo. E invece no, non era lui, ma Adelasia, l’asticella del cinema che piangeva. Adelasia si calmò non appena vide Ezio Greggio. Ezio Greggio non si fece tante domande, però rimase molto incuriosito da quella barra metallica parlante.

“Ti prego Ezio Greggio aiutami a scendere da qui” ed Ezio Greggio ubbidì, vivamente colpito. Una volta raccontata la sua storia, Adelasia gli chiese di aiutarla per farla ritornare una persona vera ed Ezio Greggio le disse che lo avrebbe fatto volentierissimo. Così, aggrappata da Ezio Greggio, Adelasia venne portata fuori dal cinema. Direzione: l’ospedale. Il piano era quello di farsi collegare al sistema neuronale di un cadavere per riacquisire le capacità motorie di una persona vera. Ce la faranno i nostri eroi?

Purtroppo no, perché Ezio Greggio una volta uscito dal cinema venne investito da un camion e Adelasia rimbalzò sull’asfalto fino a conficcarsi su un cumuletto di terra poco fuori dalla strada. Nessun umano sarebbe mai passato di lì, le macchine procedevano troppo veloce. Ezio Greggio morì sul colpo e sparì con una nuvoletta di vapore espirando con un delicatissimo “Ciao Amici di Striscia…”, mentre Adelasia rimase conficcata per sempre su quel cumuletto di terra. Da allora, ogni volta che il vento la colpisce, produce un suono soave che da asticella del cinema l’ha fatta diventare un’asticella della musica. Fu così che iniziò ufficialmente il suo percorso artistico.