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Indie Pop

Gli Amore Psiche danno l’amore anche ai robot

Inizio con una piccola provocazione. Ma se il disco del 2021 fosse in realtà un piccolo album semi-sconosciuto di una band di quarantenni? Cioè, non è che forse stiamo cercando i suoni migliori e il sangue fresco di post liceali e nei giovanissimi che passano inevitabilmente dai talent, quando magari sarebbero da cercare nell’ultima fatica di chi nella musica ha saputo affondare, di chi si cosparge di suoni e chitarre come fosse fango e ne riemerge sempre più forte? Gli Amore Psiche sembrano farci respirare tutti quei dischi consumati dai nostri genitori, quelli che poi ci appassionavano e poi ascoltavamo di nascosti, sembrano riportarci ai primi concerti delle occupazioni e di quell’età dove tutto sembrava magnifico: qualsiasi ragazzo che sapeva suonare la chitarra, qualsiasi band ci trovassimo davanti.

Scoprire è il titolo del primo album degli Amore Psiche, e sempre Scoprire è il disco delle prime volte, proprio perchè in grado di descrivere le emozioni, come se le provassimo per la prima volta, riportandoci ai banchi di scuola, alle sorprese, ai momenti in cui si scopriva tutto. Come quella prima volta che mi sono innamorata, che non era la cotta per Kurt Cobain, ma per una persona reale, dagli sguardi reali, che però mi avrà rivolto una decina di frasi in tutta la sua vita. Ero una sorta di robot che sente per la prima volta qualcosa, come la protagonista di Dolce Illusione, un calore immenso che fa anche molto male. E fa anche molto male sapere che forse gli Amore Psiche ce li ascolteremo in pochi, e in pochi vivranno quell’invito a ritrovarsi adolescenti, a buttarsi a suonare il sax, a provare un lavoro piuttosto che un altro, a studiare medicina oppure cinema, in pochi torneranno in un momento in cui tutto è possibile.

Ascoltare questo disco, complice l’ipnotica voce di Daniela, mi ha riportato quindi proprio lì, in quel folle momento dove sfogliavo Rockerilla durante l’ora di latino, segnandomi una marea di titoli di dischi e nomi di band di cui non sapevo assolutamente nulla, però mi piaceva come suonava un nome, o un aggettivo che aveva usato quel qualcuno per recensirlo. Poi mi fiondavo nel meandri di internet alla ricerca del modo migliore e illegale per ottenere tutti i dischi che mi ero prefissata di ascoltare. Ogni volta una scoperta, un’ondata di suoni che mi penetravano sfondandomi lo sterno, e non c’era bello o brutto, solo il nuovo. Scoprire è questa cosa qui, e sarò grata per sempre agli Amore Psiche per avermelo ricordato.

Un folk-rock che si arricchisce di synth, che sa di nuovo come quando scopri uno scatolone di vecchi Urania nella vecchia casa dei tuoi, un segreto custodito bene e mai rivelato, qualcosa di antico e primordiale che risale finalmente a galla. Non abbiate paura di cercare anche voi i vostri scatoloni sotto al letto.

CM