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Nicolaj Serjotti presenta il suo nuovo singolo “Toc x3 Freestyle”

Nella provincia di Milano gli artisti emergenti spuntano come funghi. Com’è naturale, per uno di realmente valido ce ne sono forse un centinaio di decisamente passabili. Questi ultimi molto spesso sono l’imitazione di questo o quell’altro big che già domina le classifiche, così da presentarsi in partenza senza un’identità propria. E poi ci sono quelli forti, quelli che ti rimangono in testa perché hanno un loro immaginario efficace e riconoscibile, uno stile originale e coerente (ma non necessariamente sempre uguale a se stesso) e qualcosa da comunicare. Nella loro musica e nel loro personaggio c’è qualcosa che, al netto di sacrosante influenze e contaminazioni, gli appartiene al 100%.

Uno di questi è senza dubbio Nicolaj Serjotti, nome d’arte di Nicolò Ceriotti. Classe ’98, è originario di Busto Garolfo, in quella grigia provincia milanese che fa da sfondo alle sue canzoni e in particolare al disco d’esordio Milano 7, uscito ormai quasi un anno fa per Virgin/La Tempesta.

Una penna elegante, capace di restituire fedelmente i pensieri e gli scenari che abitano la testa di un ragazzo che, nel suo essere comune, è fuori dal comune. Fuori dal comune perché evita la superficialità, ma non disdegna la semplicità. Fuori dal comune perché nei pezzi è il mood stesso che vuole trasmettere ad essere protagonista, non tanto uno specifico personaggio o argomento. Fuori dal comune perché dimostra che non occorre una vita da film per porsi le giuste domande ed avere qualcosa da raccontare.

Nicolaj Serjotti sta tornando e ce lo racconta bene con Toc 3x Freestyle, un singolo uscito di recente che anticipa l’arrivo di un nuovo disco “molto diretto, anche se pieno di stranezze”. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con lui per saperne di più.

Ciao Nicolò, permettimi di aprire con una domanda di rito: come stai?
Non male? Credo.

A fine novembre il tuo primo disco, Milano 7, spegnerà la sua prima candelina. Che rapporto hai sviluppato con la tua opera prima in questi mesi che ci separano dalla sua uscita? Lo senti ancora tuo al 100%?

Lo riascolto sempre volentieri, ma sicuramente lo sento mio più come un ricordo che come un qualcosa di attuale. Senza Milano 7 non sarebbe successo quello che è successo dopo, e adesso abbiamo chiuso un progetto nuovo che per me rappresenta davvero un passo avanti. Musicalmente, a livello visivo ma anche proprio per quanto riguarda il mio modo di rapportarmi a quello che faccio.

E mentre Milano 7 sta per compiere un anno, torni a far parlare di te con un nuovo singolo, Toc 3x Freestyle. Nel pezzo dici “nelle tasche è da un paio di mesi che ho un disco già pronto”. Dobbiamo aspettarci che presto esca dalle tue tasche e veda la luce?

Assolutamente sì. Facciamo scadere il 2021 e poi lo facciamo uscire, stiamo lavorando agli ultimi dettagli ma è davvero tutto pronto.

Toc 3x Freestyle si distingue anche e soprattutto per le sue sonorità profondamente rap, con barre crude sputate su un beat che picchia come un martello. Questo cambio di sound è qualcosa che caratterizzerà tutto il disco o è riservato solo al singolo che lo introduce?
Diciamo che Toc x3 non anticipa niente, se non che ho deciso che volevo rappare di più. Quindi sì, sarà un disco più strettamente rap, ma declinato in varie sfumature e con tante sonorità. Senza mezzi termini, molto diretto anche se ricco di stranezze.

La copertina del singolo mostra il tuo volto riflesso nello specchio mentre maneggi un rasoio elettrico. Quest’immagine ha a che fare metaforicamente con la volontà di dare un taglio al passato e scrivere una nuova pagina del tuo racconto? O sto solo facendo correre troppo la fantasia?
Da ragazzini praticavamo spesso l’arte del taglio en plein air in qualunque posto. Una volta nella neve con 5 gradi, un’altra in centro città. Quindi un pomeriggio mi è tornato in mente, ho scritto a Christian e abbiamo scattato. In generale direi che più che dare un taglio al passato, stiamo rifinendo sempre di più il processo.

La produzione di Toc 3x Freestyle è di Fight Pausa, tuo ormai fedele compagno di viaggio dal 2018. Sarà tra i protagonisti anche del nuovo disco?
Più che protagonista. Ha curato la produzione di tutti i pezzi e abbiamo sviluppato insieme l’idea sonora del progetto, come direzione e come scelte in itinere.

Prendendo in prestito le parole di Caparezza, il secondo album è sempre il più difficile nella carriera di un artista. Sei d’accordo? Senti la pressione di doverti confermare o vivi questa sfida con serenità?
Penso che sia difficile se con il primo disco sei diventato famoso. Io sono ok, sto già pensando al terzo, me la vivo più come un processo di evoluzione artistica e per ora mi sento in miglioramento. Ne riparliamo quando avrò superato il mio prime, lì forse mi preoccuperà fare un disco.

Quando non è indaffarato a fare musica, che musica ascolta Nicolaj Serjotti? Quali artisti lo ispirano e lo influenzano di più in questo periodo?

Tanti. Sintetizzo nei tre dischi che sto ascoltando di più ultimamente: 
Mount EerieNo Flashlight
21 Savage, Metro Boomin – SAVAGE MODE II

Injury Reserve By the Time I Get to Phoenix

Dopo due estati di sedie, distanziamenti e mascherine, la musica dal vivo come eravamo abituati a conoscerla sta finalmente ripartendo. Quanto ti manca il palco? Sei pronto a tornarci?

Vorrei riscoprirlo, perché alla fine il mio primo disco è uscito mentre eravamo in quarantena quindi non ho avuto troppe occasioni di suonarlo live. Però a settembre ho aperto il concerto di Generic Animal al Magnolia ed è stato pazzesco. Non vedo l’ora di riuscire a girare e soprattutto di portare questi nuovi pezzi dal vivo.

Di Pietro Possamai

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