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Indie Pop

Sbornia triste e l’after con Margherita Grechi

In questi ultimi due anni sono cambiate decisamente tante cose, a partire dal fatto che prima uscivo praticamente tutte le sere, anche a prescindere dalle serate, a prescindere dal giorno della settimana. Mi ritrovavo il lunedì alle 5 di mattina in Isola a vagare con una birra in mano a parlare con una sconosciuta, mi ritrovavo a innamorarmi continuamente per poi tornare a casa con quella sensazione di solitudine vagante, quello spleen notturno che poi spariva la mattina dopo, non appena venivo di nuovo conquistato dal suono della fotocopiatrice. Non so davvero come facevo a sentirmi così triste: ero sempre in giro, non facevo che parlare continuamente con tutti, mi conoscevano i baristi, i deejay e persino qualche cantante indie che suonava spesso all’Ohibò. Con la pandemia sono sparito, mi sono rifugiato in un monolocale, quella vita mi manca come l’aria e un po’ cerco di replicarla, eppure sono più felice di allora. E’ come se mi mancasse la tristezza di quel periodo, ed è strano desiderare la tristezza. Margherita Grechi la chiama Sad Movida.

Sad Movida è una raccolta di immagini notturne in formato mp3, sfocate in quel momento senza filtri in cui torniamo a casa dopo una serata in discoteca. Un mix tra sperimentazione musicale di vari generi, intimità e il modo di raccontarla. Sono canzoni figlie dell’immaginario del Club, sognanti e scure. Un disco dedicato inevitabilmente noi che si sentivamo tristi nei locali, ma ne sentiamo terribilmente la mancanza.

Mi sono ritrovata a consumare questo disco, tornando a casa ad orari assolutamente normali, come se stessi tornando dalla più folle delle serate. Margherita Grechi è un’abile cantautrice che conosce la mia Milano notturna e la sa ben ricreare e la offre in quest’EP di debutto che suona come tutto quello che ci siamo lasciati alle spalle prima di questa pandemia. E anche se adesso considero davvero casa mia il mio appartamento, leggo molto e sono più tranquillo, mi manca il dopo sbronza, la musica elettronica, il Rocket e le macchinate per andare a vedere i concerti. Margherita Grechi mi ha riportato proprio lì, e un po’ gliene sono grato, perchè improvvisamente posso tornare indietro solo premendo play.

CM