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Intervista

“Tick Tock”(il mondo è finito): ce lo racconta Andrea Paganucci

Un brano che mescola dark-pop e alternative, nato da una riflessione lucida – e amaramente ironica – sul mondo iperconnesso in cui viviamo. Dopo anni di musica vissuta con passione e autenticità, Andrea oggi si racconta senza filtri, tra consapevolezza artistica, critica al panorama musicale attuale e la volontà di rimanere umano in un sistema che corre verso l’omologazione.

In questa intervista ci ha parlato del nuovo singolo, del suo rapporto con i social, della saturazione musicale e di quella rivoluzione silenziosa che parte dalle buone maniere.

Ciao Andrea, partiamo subito col botto… Prossima settimana uscirà il tuo nuovo singolo, cosa puoi e vuoi spoilerarci?

Ciao! Sì, prestissimo sarà disponibile Tick-Tock (il mondo è finito), un brano a cavallo tra dark-pop e alternative. Uscirà su tutte le principali piattaforme digitali: Spotify, Apple Music, Deezer… e (spoiler) sarà utilizzabile anche sui social, come Instagram, per la creazione di reel e contenuti creativi. Quindi sì, ci sarà da divertirsi!

Raccontaci com’è nato il tuo ultimo singolo!

Tick-Tock è nato in un periodo di profonda introspezione. Mi sentivo intrappolato nelle dinamiche dei social, dove tutto deve essere scintillante, perfetto, e tristemente omologato. Intanto, il mondo reale si sgretola sotto i nostri occhi, mentre noi continuiamo a scrollare video di gattini pucciosi. È una riflessione amara, ma necessaria.

Musicista da sempre con una storia alle spalle piena di passione e soddisfazioni personali, cosa pensi possa ancora darti la musica?

Oggi vivo la musica con più consapevolezza e serenità. Il sogno di arrivare al grande pubblico c’è sempre, ma non mi nascondo più dietro un personaggio. Mi mostro per quello che sono, per come penso e agisco. Questo mi permette di avere un’interazione più autentica e organica con chi mi ascolta.

Se potessi avere una bacchetta magica cosa cambieresti del panorama attuale?

C’è una forte saturazione del mercato, soprattutto a favore di chi fa un uso massiccio dell’autotune. Non fraintendetemi: lo uso anch’io, a volte come cifra stilistica, altre come strumento di correzione. Ma farne un requisito imprescindibile mi sembra anacronistico. È come correre una maratona in bicicletta.

E non parlo solo della trap. Anche nella musica pop italiana, artisti di altissimo livello evitano certe esibizioni perché non riescono a farne a meno. Vabbè, avete capito a chi mi riferisco… prendetevi sto flame! 🙂

Il mondo è finito veramente secondo te? Siamo arrivati alla “frutta” o c’è ancora speranza?

Il brano è una provocazione, e spero che resti tale. Non voglio essere ricordato come profeta. Scherzi a parte, la fine del mondo è subdola: sembra lontana, ma può diventare realtà in pochi minuti, specie oggi, con i rischi di conflitti su larga scala.La canzone vuole far riflettere su questo: ci stiamo ubriacando di contenuti vuoti, mentre la coscienza collettiva si sgretola. Ma possiamo ancora scegliere: essere rovina o salvezza. Forse la risposta più potente è comportarci umanamente, e insegnare l’umanità ai nostri figli. Le buone maniere non sono solo educazione: sono un atto rivoluzionario.

Ti chiediamo una dedica personale per i nostri lettori, magari una citazione dal tuo ultimo singolo o da qualche lavoro passato.

In un pezzo di qualche anno fa parlavo di “orbite lontane e stelle che collidono”. Oggi ho capito che la mia orbita segue il centro di gravità della mia vita: le persone che mi hanno ascoltato e supportato nel tempo. Senza scadere nella retorica, voglio ringraziare loro e tutti i lettori che resistono e sostengono gli artisti indipendenti come me. Voi siete il carburante del nostro folle viaggio “spaziale”.