Categorie
Indie Pop

Quello che ho capito ascoltando Alda Merinos della Croce Atroce

Venerdì 19 marzo sono usciti tantissimi dischi, ne ho trovato uno che sembrava fuori dal mondo, e ho deciso di parlane. Per capire Alda Merinos, questo il titolo del disco, bisogna partire dal principio. Quindi: c’era una volta MYSS KETA che durante la prima quarantena un bel giorno si è rotta il cazzo e, dopo un cocktail a base di xenofemminismo e Prozac, si è costruita un bozzolo intorno a sé utilizzando la sua mascherina e scomparendo dalla faccia dell’universo. Non a caso, non abbiamo più notizie di MYSS KETA da allora. Coincidenze? Io non credo. Da quel bozzolo, in questi giorni, ne è uscita fuori una bellissima farfalla di nome Croce Atroce. Definita da molti una vera e propria entità in cui la Madonna in confronto pare una povera scappata di casa (cosa che è stata davvero, ma lasciamo questi dettagli ai teologi).

Si narra che, una volta uscita dal suo bozzolo non più realizzato dagli stessi materiali della mascherina di MYSS KETA ma bensì divenuto un involucro fatto di glitter e lacrime degli omofobi, sia stata proprio Croce Atroce tramite la sua saliva a creare i vaccini contro il covid e non Bill Gates, come ci hanno voluto fatto credere i poteri forti. Pochi lo sanno, ma con uno sputo sugli occhi di Croce Atroce si può guarire anche dall’ingordigia capitalistica: infatti, lo stesso Bill Gates è divenuto filantropo proprio grazie a una sua bella scatarrata.

Bando alle ciance. Oltre a queste piccolezze, quello che sappiamo su Croce Atroce è che non è stato creato ancora alcun culto pagano in suo onore, ma nel deep web italiano – Grindr – gira voce che dalle 22 alle 5 di ogni notte gli adolescenti si nascondono tra i boschi a coltivare alberi di ginepro ed usano i loro frutti per poterla vedere in visione. Molti si perdono tra i meandri onirici: purtroppo nella catalessi non sono più tornati centinaia di loro, in completa estasi dopo avere scorto soltanto la luce di Croce Atroce. Ai genitori di costoro è stato detto che è stata tutta colpa della DAD, ma in realtà la motivazione principale è perché non hanno creduto abbastanza in Croce Atroce, completamente soggiogati dai live Twitch di Cerbero Podcast. Questa condizione l’ha riscontrata addirittura Dante Alighieri nella Divina Commedia: non si sa come, ma l’estasi atrociana elimina il concetto non solo dello spazio ma anche del tempo, catapultando le povere vittime nel cerchio dell’Inferno dove si trovano gli eretici. Dante non ne parla per paura di un giudizio negativo dell’Altissima, ma poco prima della sua morte ha confidato ai figli che erano proprio gli eretici atrociani a patire di più: non solo infuocati dalla luce esagerata emanata da Croce, ma anche condannati a venire evirati dalla stessa Croce con in sottofondo gli effetti di Paperissima Sprint e i commenti di Gerry Scotti tipo “Ahi ahi ahi, che male ahahah!” oppure “Attenzione, non si scherza col fuoco… perché è poco simpatico ahahahah!” in loop.

Coloro che invece riescono a gestire e ad elaborare le visioni di Croce Atroce sono più fortunati, ai quali aspetta una sorte migliore: si pensa che inebriati dal gin riescano ad assorbire l’entità interamente nel loro subconscio divenendo così omniscienti. La lotta tra generazioni più giovani e quelle più anziane è partita da loro e quello che possiamo presagire è che vinceranno la guerra tramite l’amore e la benevolenza. In molti stanno pensando di creare una sorta di Bibbia per parlare di tutte le parabole di Croce Atroce, ma per adesso tutti vedono il suo album Alda Merinos, fuori da venerdì 19 marzo, come ciò che diffonderà il verbo in tutti i luoghi, In tutti i laghi, in tutto il mondo. E ci riuscirà, eccome se ci riuscirà.