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Intervista rock

Le 5 cose preferite dei dellarabbia

Da venerdì 26 maggio sarà disponibile “lunganotte”, il nuovo disco del collettivo dellarabbia, che torna a due anni di distanza dalla pubblicazione del suo primo album “L’Era della Rabbia” con il quale ha collezionato oltre un milione di ascolti sulle piattaforme digitali e aver attirato l’attenzione di pubblico e media con il suo cantautorato pungente, disincantato e pieno di spunti di riflessione.

Le notti in bianco a scrivere musica

Non a caso il nostro ultimo album si intitola Lunganotte. Abbiamo un approccio compulsivo con la scrittura e la produzione dei nostri brani, ma niente ci ispira come la notte. 

Anche il mood, il modo di comunicare tra di noi e le interazioni personali cambiano in una forma strettamente legata al fare musica. Suoniamo insieme, prima di tutto, pensando che questo ci aiuterà ad affrontare mostri e incubi personali.

Siamo un collettivo notturno, senza alcun dubbio.

Stare in quegli assembramenti vietati per legge

Non sappiamo come facciano altri artisti a continuare a scrivere musica come se il covid non fosse accaduto, a volte ci chiediamo se la loro non sia una reazione di difesa psicologica rispetto alle conseguenze reali di ciò che ci è successo, perché fuori dalla nostra finestra non c’è una “fiesta” e, visti i cambiamenti climatici, a malapena si vede il sole. Abbiamo una fame incredibile di socialità e di tornare a chiamare le cose col proprio nome, ad alta voce, senza ipocrisia. La musica di dellarabbia si è trasformata sempre di più, nel tempo, nel nostro anticorpo principale alle cose brutte che ci succedono intorno. In qualche modo con questo ultimo disco proviamo a gridarlo con rabbia e convinzione, non finiremo sotto queste macerie ma siamo pronti a ballarci sopra, chi ha voglia di farlo con noi?   

I film anni ’80 e 90′

Le nostre canzoni spesso fanno riferimento a scene o sensazioni tratte dai film legati alla nostra infanzia e adolescenza, in particolare tutto ciò che è grottesco o surreale. Ci piace molto evocare il cinema ed in effetti anche il nome stesso del collettivo è ispirato da un film basato su una storia di Tiziano Sclavi intitolata “Dellamorte Dellamore”. Amiamo John Carpenter, David Lynch, Steven Spielberg, Stephen King, George Romero, ci aiutano a raccontare la realtà e chi siamo, mantenendo centrale quella sfera legata ai sogni e agli incubi che quella cinematografia esalta.  Collezionare VHS originali di quel periodo sarà la prossima wave dopo lo sfavillante ritorno del vinile, siamo pronti a scommetterci su.

I testi di Frank Turner 

Abbiamo tante influenze e sono tantissimi gli artisti che ascoltiamo insieme, dai Foo Fighters ai Kings of Leon, dagli A perfect Circle ai Queens of the Stone Age, inclusa una marea di musica italiana, però nessun artista ci ha lasciato un segno comune a tutto il collettivo, come ha fatto e fa Frank Turner. Il suo modo di raccontare la realtà nei testi della sua discografia per noi è un vero punto di riferimento, stilistico e di contenuti. Di base abbiamo una formazione artistica radicata nel punk e la sua attitudine e il suo modo di guardare la strada e il presente ci rappresentano molto. Magari prima o poi riusciremo anche a farci qualcosa insieme, mai dire mai. 

Le produzioni di Joe Barresi

Siamo un collettivo di produttori e musicisti perciò non possiamo far finta di non passare metà del nostro tempo insieme ad analizzare i suoni e le tecniche utilizzate dai nostri produttori preferiti. Ne abbiamo tanti, davvero, anche tra gli italiani, ma quello che senza dubbio ci mette tutti d’accordo è uno dei grandi master della storia del rock, Mr Joe Barresi, produttore, di Queens of the Stone Age, Tool, Bad Religion, Kyus, Soundgarden, Melvins, Rancid, Jane’s Addiction e qualche altro centinaio di dischi che abbiamo consumato e riconsumato. In effetti parte del lavoro in studio realizzato per Lunganotte, il nostro nuovo album, passa dalle tecniche sonore e di microfonazione apprese da maestri come lui.