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“Demoni” è il nuovo album de La Belle Epoque

Esce giovedì 18 novembre 2021 Demoni, il nuovo album de La Belle EpoqueDopo due singoli – “Tutto quello che saremo” e “Ad un passo dalla luna” – a fare da apripista, torna la band lombarda con un nuovo lavoro di studio che non lascia spazio a compromessi. Dieci brani per scoprire una dimensione completamente nuova della band che, messa da parte l’istintività del primo album, riesce a traghettare l’ascoltatore in un viaggio in bilico tra ragione e sentimento, spaziando tra ritmiche incalzanti, arrangiamenti cangianti e suadenti melodie.
 

Siamo quello che non vorremmo mai essere. Siamo noi stessi solo davanti allo specchio. Siamo timidi. Siamo egocentrici. Siamo le debolezze che ci sovrastano. Siamo diffidenti. Siamo le storie che non vorremmo mai raccontare. Siamo ipocriti. Siamo stupidi e non lo nascondiamo. Siamo distratti. Siamo l’amore ma non lo comprendiamo. Siamo l’odio che tratteniamo. Siamo il presente, quello che conta. Siamo i nostri demoni uno contro l’altro.
 

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  1. I primi giorni d’autunno
  2. In piena
  3. Noi di notte
  4. Distratti da un’intensa luce blu
  5. Inchiostro e seta
  6. Tutto quello che saremo
  7. Contro i giganti
  8. Una piccola tregua
  9. Ad un passo dalla luna
  10. Montecarlo

Composto, arrangiato e prodotto da La Belle Epoque.
Registrato e mixato presso l’EDAC Studio da Davide Lasala ed Andrea Fognini tra gennaio e marzo 2020.
Masterizzato presso La Maestà Studio da Giovanni Versari.

La Belle Epoque sono
Luca Boschiroli: voce, chitarra, sintetizzatore e drum machine
Dario Sorano: voce, chitarra, sintetizzatore e tastiere
Daniele Pizzigoni: basso
Aronne Gavazzeni: batteria e percussioni

BIO:

La Belle Epoque è una band alternative-rock bergamasca attiva dal 2009. E’ composta da Luca Boschiroli (voce e chitarra), Dario Sorano (voce, chitarra e tastiere), Daniele Pizzigoni(basso) ed Aronne Gavazzeni (batteria e percussioni).  Dopo un’iniziale proposta di accurate cover di matrice anni 90, la band lavora alla stesura di alcuni brani inediti ed elaborando una dimensione sempre più personale con l’importante scelta dei testi in lingua italiana, nel febbraio 2012 viene autoprodotto un demo-ep dal titolo “Rumori dal piano di sotto” contenente 3 tracce inedite. Il sound e gli arrangiamenti diventano nel tempo più definiti e riconoscibili. I pezzi vedono convivere intrecci melodici armoniosi con incursioni elettriche più spinte, trovando una sorta di equilibrio negli intrecci di chitarre e tastiere. Mossi dal buon riscontro live e con diversi nuovi brani nel cassetto la band decide negli ultimi mesi del 2014 di dare il via al processo di realizzazione del primo disco ufficiale. 

Il progetto prende forma tra febbraio e maggio 2015, con un’intensa sessione di registrazioni presso Il Teatro delle Voci di Treviso, uno dei più grandi e più particolari studi di registrazione d’Europa, guidati dalla sapiente supervisione di Jean Charles Carbone.  Nasce così “Il Mare di Dirac”, un disco di otto tracce dal sapore decisamente live, con la quale la band vuole allargare gli orizzonti locali e spingersi in un panorama decisamente più ampio. 

Anticipato dal singolo “Cracovia”, il disco viene pubblicato nel novembre 2015, avviando così un lungo tour promozionale che vedrà la band coinvolta in numerose apparizioni live, interviste, recensioni e passaggi radiofonici. Non mancano partecipazioni ad importanti progetti nel panorama indipendente (quali le IndieMood Session, sessioni di registrazioni live tra i canali di Venezia o la partecipazione ad una compilation tributo a Claudio Rocchi per XL Repubblica) e collaborazioni con altre band del panorama indipendente locale. Dopo due anni di intensa attività e con molte nuove idee nel cassetto, nel 2018 la band decide di dedicarsi completamente alla stesura di un nuovo lavoro, con la precisa intenzione di non porsi nessun limite in termini compositivi e di arrangiamenti. Nascono cosi dieci nuovi brani molto intimi e personali, che mettono un punto alla parentesi del disco precedente e rappresentano una nuova dimensione sonora della band. I nuovi brani vengono incisi tra il gennaio ed il marzo 2020 presso l’EDAC Studio di Fino Mornasco e guidati dalle abili mani di Davide Lasala ed Andrea Fognini prende forma un nuovo disco ricco di sfumature ed arrangiamenti cangianti, che vuole strizzare l’occhio ad un articolato pop-rock d’autore. 

Interrotti dall’inaspettata e dura parentesi pandemica, la band decide di posticipare la pubblicazione del disco sino ad oggi. Alla ricerca di un nuovo inizio è cosi che viene pubblicato nel settembre 2021 un primo singolo, “Tutto quello che saremo”, un brano decisamente di rottura rispetto alle precedenti produzioni, dove le chitarre vengono momentaneamente accantonate per lasciare spazio a tastiere e ritmiche incalzanti. A seguire un secondo singolo “Ad un passo dalla luna”, brano molto intimo ed orchestrale dove la band esprime al meglio il suo lato introverso e personale. Particolarità che accompagna entrambi i singoli sono due visionari videoclip firmati Erika Errante. Due produzioni che anche in questo caso rappresentano una grossa novità per la band, tutto a preparare la strada per l’intera prospettiva dell’album.

Esce cosi il giorno 18 novembre 2021 “DEMONI” il secondo album de La Belle Epoque, un disco estremamente variegato, dove ritrovare le sonorità e le caratteristiche di scrittura della band sotto una nuova veste, meno “impulsiva” del precedente lavoro, ma molto incisiva e profonda. Un filo conduttore importante, i demoni che ognuno nasconde, a volte convivendoci a volte combattendoli. 

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Pop

Le cinque cose preferite de Limbrunire

Esce venerdì 29 ottobre 2021 Un’ora d’aria, il nuovo singolo del cantautore ligure Limbrunire (al secolo Francesco Petacco), un nuovo capitolo che, con synth trascinanti ed evocativi, come una profezia casuale (perchè questo brano nasce in realtà prima della pandemia globale che ci ha colpito), evidenzia l’esigenza di prenderci una pausa: dal lavoro, dal nostro pianeta, da tutto quanto, anche solo per un’ora, anche solo per tornare da te
 

Un’ora d’aria nasce nel dicembre 2019, in largo anticipo su ciò che avrebbe sconvolto e poi cambiato il mondo. Non è quindi un brano profetico pandemico, ma a quest’ultima realtà alquanto claustrofobica può assolutamente essere contestualizzato. Un’ora d’aria fa leva sull’evasione dai tempi odierni costipati in un divenire confuso, ovattato dal pulviscolo dell’incertezza e dalla richiesta continua e frenetica di soddisfare e portare a termine la completa disumanizzazione dell’individualità sacra e intangibile che risiede in ognuno di noi. Non ha una matrice malinconostalgica, rappresenta piuttosto il punto d’incontro tra la coscienza e la volontà di prendersi e riprendersi un’ora d’aria come atto sovversivo al retaggio sociale, sempre più simile a una prigione a cielo aperto e quanto più distante dalla parola libertà nella sua massima accezione.

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Gli abbiamo chiesto quali sono le sue cinque cose preferite.

1) Leggere

Non potrei farne a meno, e in questo momento storico tale aspetto ha avuto definitiva conferma. E’ ciò che mi tiene appeso all’elastico ciondolante del quotidiano, il vento leggero di tramontana del mattino, l’azzurro terso del nord, un viaggio continuo e indisturbato senza passaporto, senza nessun documento o lasciapassare falso, privo di giudizio. E’ un navigare delicato all’interno di questo e di altri mondi e poi meraviglia, scoppio luminoso del cielo plumbeo, a ritroso nel tempo, nel futuro immediato. Leggere è silenzio, è un ritmo lento contrapposto alla frenesia dell’odierno, è un paracadute aperto sulle chiusure dogmatiche di una società che esige come unico credo solo il consumo fine a se stesso.

2) Creare

La creatività, che nel mio caso complice l’onnivora curiosità contempla disparate forme d’espressione oltre a quella puramente musicale, mi è necessaria. Simile a un respiro, incontenibile come un orgasmo in essa trovo l’evasione, la scoperta di un altro io e un tempo dilatato, lento e cadenzato. E non è solamente un mestiere d’artigianato, da laboratorio, bensì un esercizio mentale e involontario continuo h24, in coda alle poste, davanti al banco del formaggio, in auto fermo al semaforo. E’ un arrovellamento immaginifico alle volte utopico lontano da questo mondo sempre più stanco.

3) Pedalare

Ho scoperto che pedalare con una certa continuità e intensità è una panacea e un toccasana oltreché per il fisico anche per lo spirito. Pedalare in salita, metafora perfetta di vita, disciplina e sudore allena la fatica, il sacrificio, il coraggio e l’autodeterminazione e in cambio dona soddisfazione, appagamento e libertà. Nel mio caso inoltre aiuta ad aprire alcune porte chiuse della mente alimentando l’ispirazione, “hyperizzando” l’entusiasmo.

4) Visitare mostre in città

Ogni qualvolta che mi reco in città ho la famelica voglia di nutrirmi di arte, come cibo per l’anima,  spesso anche senza sapere se all’interno di un museo, galleria o centro culturale di turno vi siano qualche evento speciale o mostre permanenti, o temporanee. Vado con l’ambizione di scoprire, di rimanere incantato, come il più umile dei visitatori di restare estasiato in devozione davanti all’opera d’arte dell’artista conosciuto o ancor meglio sconosciuto a me stesso in quel momento. Amo a dismisura la quiete di tale contesto, le luci soffuse o intense, il silenzio sacrale e lo scatto furtivo, le lunghe didascalie in doppia lingua e il peregrinare dinanzi alle auree magiche, lo smartphone in modalità aereo.

5) Immergermi nella natura

Non potrei privarmene, per nessun motivo. In un bosco trovo pace, rallento i battiti e alleggerisco i pensieri, mi sento a casa. Ai piedi di un lago rifletto la mia sagoma cambiata nel tempo e la persona, le mille persone che hanno abitato in me e gli altri demoni che chiedono ristoro e un pasto caldo. La natura, quale essa sia non ha fretta ne giudizio, è lì immutata e mutabile nelle fasi lunari, nasce, muore e rinasce, dona senza volere nulla in cambio se non rispetto. La natura non ha bisogno dell’uomo, ma l’uomo non può fare a meno di essa. Ecco perchè m’immergo nella natura, perchè mi è necessario sentirmi protetto, allineato.

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“Precious Silver Grace” è il nuovo singolo di Ulisse Schiavo

Esce mercoledì 17 novembre 2021 il nuovo singolo di Ulisse Schiavo dal titolo Precious Silver Grace. Un nuovo capitolo e un cambio di direzione per il cantante e chitarrista padovano classe 1994. Un brano che è un tormento elettronico, che suona come la colonna sonora di una fuga notturna, come perdersi all’interno di un club sotterraneo berlinese: un feat fantascientifico tra Jeff Buckley e Apparat.
 

Così abituati a sostare, sicuri della forza che ci attacca al suolo, saliamo e ci eleviamo caricandoci il peso. Pesiamo con le nostre suole le nostre caviglie, le rotule e la spina dorsale, i nostri capelli, le nostre palpebre. Stiamo.
Eretti e fieri, in equilibrio sulle nostre estremità, ci agitiamo per non cadere.

Inermi, di fronte a certe angolazioni di noi stessi.

Inspira a pieni polmoni e dai silenzi e dalle pause e dalle esplosioni e i dirottamenti e l’intimo in vetrina e nel tuo buio lasciati percorrere dal mancamento. Abbandonati alle sabbie mobili del pavimento liquido su cui da sempre combatti. Ora correggi la luce per essere dal lato giusto dell’inquadratura, col tuo nuovo sguardo, la tua nuova prospettiva. Finalmente vivo. E quando sei dall’altra parte, piegato, accogli il dolore nel ventre e nello stomaco. Accoglilo come tuo compagno fino alla caduta. E ascolta la calma del corpo esausto.

Riparti dal piano terra ed ascendi con lo sguardo ben fisso su di te.
Perché è nel momento della noia che inizia l’attacco. Per una nuova difesa.

Segui le tracce di chi porta con sé lo stendardo della grazia. La grazia preziosa. La grazia d’argento dell’armatura riposta. Segui le tracce di chi ha con sé la memoria dell’esperienza, imparane il linguaggio e lasciati guidare verso il fuoco per essere in luce, sotto la giusta luce a cui sei stato affidato, dalla quale sarai plasmato d’energia già caricata in altri corpi, pronta ad essere sfruttata, per aumentarti.

P S G è la parte più sensibile di forze non violente, pronte a mostrarsi a chi è dalla parte giusta dell’inquadratura, disposto a guardare e a cercare l’altra parte. Ed è il corpo di più voci nude. Lo stesso corpo che si moltiplica pronto a guardarsi da fuori. Un corpo a corpo meticoloso fra le voci della stessa gola che si lascia addomesticare per potenziarsi.

 

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BIO: 

Ulisse Schiavo è un cantante e chitarrista classe ’94 di Padova.
Nel 2015 pubblica l’EP d’esordio “Viscera” (Dischi Sotterranei, Gas Vintage Records) registrando in presa diretta voce, chitarra e grancassa. Non un puro one-man-band e nemmeno un bluesman, il suo stile è lirico-straziato, evocativo, tanto da essere paragonato per le qualità vocali a un primo Tim Buckley. Questa la dimensione che lo porterà ad esibirsi per tre anni, salendo su numerosi palchi e in apertura, tra i molti, a BombinoDelleraSacri CuoriUniversal Sex Arena passando per il Folk Fest di: “Villa Ada Incontra il Mondo”, fino al suggestivo concerto all’alba insieme a Cristiano Godano per i Livigno Adventure Awards. Parallelamente, insieme al batterista e designer Riccardo Pirotto, inizia a lavorare a Flummo, progetto sperimentale nato da alcune improvvisazioni insieme alla coreografa e danzatrice Margherita Pirotto e con la musicista e performer Debora Petrina. La forma canzone si frammenta per ricostruirsi attraverso un flusso sorretto da un loop di chitarra campionato live, con cui i due musicisti dialogano in un costante rapporto fra il suono e il movimento dei danzatori. A maggio 2015 pubblicano “Earth Is Where”, EP autoprodotto: 24 minuti, quattro brani di cui tre recitano, in italiano ed inglese, un estratto dall’Orestea di Eschilo. Ne seguono diversi concerti e una residenza negli spazi di Atipografia (Galleria d’arte contemporanea ad Arzignano, Vicenza) in cui i due producono la performance restitutiva dell’EP, messa in scena insieme a Margherita Pirotto. A ottobre 2017 si iscrive al corso triennale in design della moda e arti multimediali all’Università IUAV di Venezia. A settembre 2019 prende parte come assistente alla regia a: “OtellO”, nuova produzione di Kinkaleri (che debutterà solo nell’ottobre 2021).

Nel Marzo 2021 conclude il percorso di studi e si laurea. Contemporaneamente inizia la produzione del nuovo lavoro solista “Precious Silver Grace” con l’intenzione di costruire delle sonorità “oltregenere” in grado di creare un ponte fra “Viscera”, di stampo folk/blues, e le nuove contaminazioni figlie delle esperienze (musicali e non) accumulate durante il percorso di studi, residenze e nel teatro. L’uscita del disco è prevista per il 2022 per Dischi Sotterranei.
 

https://www.instagram.com/ulisseschiavo/
https://www.facebook.com/UlisseSchiavoOfficial

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“Zingaro” è il nuovo singolo di Nyco Ferrari

Esce mercoledì 17 novembre 2021 (in distribuzione Sony Music e prodotto da Golpe MusicZingaro, il nuovo singolo di Nyco Ferrari. Un nuovo capitolo per il cantautore di stanza a Milano: un brano sfacciatamente pop anche per chi non ascolta pop, per chi spesso cede ai clichè e per tutti quelli che si ritrovano sempre agli aperitivi, ma anche per chi ama il cinema d’autore e i circoli letterari. Qui Nyco Ferrari offre una versione ironica ed ossimorica di sé stesso: un’anima impegnata che si ritrova a ballare con poco. 
 

Zingaro.
Un po’ distanti dalla città.
Musica leggera in periferia. Ballare soli fregandosene di tutto. Ballare con poco.

Zingaro è una canzone con due anime.
C’è quella spensierata, che canta “popporoppò” sui tetti di Milano a ritmo di reggaeton.
E c’è quella impegnata, che chiede, senza cortesia, di non sprecare tempo alienandosi nel virtuale, ma di tornare alle immagini concrete della vita vera: una schitarrata alla luna, un viaggio esotico, una scelta coraggiosa come quella di cambiare tutto.
Cliché, forse, ma quanto mi piacciono i cliché.

 

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Zingaro” nasce spontanea, libera. Guidavo di notte e sull’autostrada è spuntata una luna piena, gigante, rossa. Non sapevo bene come sarebbe andata a finire quella notte, ma nel bagagliaio c’era la mia chitarra, e saperla lì, tutta per me, mi dava una gran sicurezza. Qualunque cosa fosse successa quella sera, o qualunque cosa succeda nella mia vita, lei era ed è lì, pronta per dare una colonna sonora alla mia storia, nomade con me ovunque io vada.  Alla fine basta poco per essere liberi: la luna e una chitarra.
 

Cover Art: Marco Giacobbe (IG: https://www.instagram.com/marcgiacob/)
Fotografa: Agnese Carbone ( IG: https://www.instagram.com/agnemag/)
Videomaker: Mattia Favaloro (IG: Mattia Favaloro)
Produttore: Jiz (IG: JIZ)

Mix & Master Engineer: Marco Zangirolami Label: Golpe (IG: Golpe)


BIO: 

A 19 anni parte per Londra, attratto dall’universo musicale ed internazionale che anima la città. È l’inizio di un lungo periodo all’estero che terrà Nyco fuori dall’Italia per quattro anni. A Londra, frequentando le jam session del Ronnie’s Scott Jazz Club, scopre in sé un nuovo istinto musicale destinato ad animare tutta la sua produzione. Dopo un inverno passato a Dublino, si trova a lavorare in un ristorante a Parigi, dove vive tutto il fermento della musica spontanea lungo la Senna e del jazz più colto di clubs come il Duc de Lombards o il Caveau de la Huchette. Per due anni i palchi delle jam session gli fanno da scuola, accanto all’elettronica dei club del diciottesimo arrondissement e alla musica popolare suonata ad ogni angolo della città. Coglie senza pensarci l’opportunità di volare a Shanghai, dove resta per un anno ad imparare il cinese, in bilico tra la cultura orientale e la costante dei concerti jazz del Jay-Z club. Non c’è da stupirsi se quando torna a Milano per la magistrale si sente più straniero che italiano. A Milano scopre il fermento di una città tra continui concerti ed eventi artistici, che lo sprona a raccogliere le migliori canzoni scritte all’estero in un album dalle sonorità esotiche che unisce il pop, il jazz e l’elettronica. Sarà poi la musica a portarlo di nuovo via, dritto a New York, dove nello scantinato dell’ennesimo ristorante in cui lavora diventa finalmente Nyco.

https://www.instagram.com/nycoferrari/

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Indie

L’etichetta Dischi Sotterranei farà una festa a Padova, abbiamo parlato con loro

3 giorni, 3 palchi e più di 15 tra concerti e dj set fino a tarda notte. La Festa di Dischi Sotterranei avrà finalmente luogo, dopo una pandemia globale e le difficoltà del settore, dal 26 al 28 novembre a Padova: la resistenza musicale della provincia finalmente riunita, una linea up d’eccezione.

Ogni giorno vedrà un aperitivo con ingresso gratuito presso la Casetta Zebrina e con relativo concerto acustico showcase. La serate del venerdì e sabato saranno al CSO Pedro, dalle 21:30 con una carrellata di 6-7 band a sera e dj set fino a tarda notte, a cui seguirà un brunch domenicale, ancora ad ingresso gratuito, in Casetta Zebrina. I biglietti per gli eventi @ CSO Pedro saranno disponibili a 10 euro solo in cassa per la serata singola, 15 euro per il venerdì e il sabato. 

Qui trovate tutte le info:
www.dischisotterranei.com
https://www.facebook.com/events/4535659893123828

Noi ne abbiamo parlato anche con loro:

  1. Qual è il problema della scena musicale italiana secondo voi?

Innanzitutto bisognerebbe capire cosa s’intende per scena musicale italiana. Se parliamo della scena indipendente, che è quella nella quale operiamo noi, facciamo comunque fatica a definire con chiarezza cosa la delimiti ma soprattutto cosa la tenga insieme. Possiamo raccontare i problemi che viviamo noi nella quotidianità di avere un’etichetta, perchè non ci sentiamo di poter parlare in riferimento a un’entità appunto così fumosa nei contorni. In Italia si fa sicuramente troppa fatica a proporsi nel mercato internazionale, qualche realtà che lavora in questo senso c’è ed è utilissima, ma si tende troppo a concepire l’Italia come un sistema chiuso. Naturalmente oggi c’è il problema della carenza di locali di una dimensione medio piccola dove gli artisti possano crescere senza suonare gratis e rimanere per questo in ambito amatoriale, questo è un tema enorme e sfaccettato che ha radici culturali, sociali ed economiche ben precedenti alla pandemia ma che la pandemia ha fatto emergere chiaramente. Inoltre oggi c’è una pericolosa tendenza a valutare i numeri (stream, follower) sopra al valore oggettivo di un progetto musicale e ai risultati reali che gli artisti conseguono dal vivo. Insomma c’è tanto da lavorare per conseguire dei risultati ma non ci piacciono le sfide facili!

2. In questo periodo dove sembra che l’unica cosa importante sia la corsa all’algoritmo e alle playlist Spotify, voi come vi comportate a riguardo?

Ci muoviamo in direzioni diverse contemporaneamente, da una parte “anti-algoritmiche” e da una parte cerchiamo di sfruttare al massimo le possibilità moderne per portare un’alternativa alle proposte più mainstream. Ad esempio abbiamo artisti (vedi Laguna Bollente) che non sono presenti nelle maggiori piattaforme come Spotify, ma che si sono fatti conoscere esclusivamente attraverso YouTube, Soundcloud e Bandcamp. Non per questo snobbiamo o evitiamo di lavorare con le piattaforme digitali classiche, anzi ci dedichiamo molto tempo. L’approccio al mondo della distribuzione digitale che portiamo avanti è il più possibile organico evitando playlist esterne per “pompare i numeri” dei nostri artisti, per assicurargli una crescita naturale e graduale. Lavoriamo a stretto contatto con i nostri distributori digitali raccontandogli tutte le attività che facciamo come etichetta e le attività promozionali specifiche per ogni nostro artista, di base cerchiamo di creare un rapporto umano anche con chi distribuisce la nostra musica. Questo richiede molto più tempo e non dà risultati immediati, ma ad ora iniziamo ad avere ottime risposte dalle piattaforme che ci dedicano spazi e visibilità sulle playlist editoriali sempre maggiori. La più grande soddisfazione di lavorare in questo modo e che i numeri che hanno i nostri artisti sono reali ed assumono tutto un altro valore; ad esempio, un Jesse the Faccio che fino all’ultimo disco VERDE aveva 3000 ascoltatori mensili ha fatto un tour di oltre 50 date in tutta Italia, mentre vedo artisti da 100.000 ascoltatori mensili che si ritrovano a fare 6 date all’anno (ovviamente sto esagerando, ma rende l’idea).

3.Una festa a fine novembre. Cosa accadrà?

A marzo 2020 la prima cosa che ci è saltata a causa della pandemia è stata proprio la festa di Dischi Sotterranei, che organizziamo ogni anno. A distanza di quasi due anni finalmente è giunto il momento di recuperare e faremo le cose in grande, il 26-27-28 novembre a Padova. Abbiamo deciso di far suonare tutti gli artisti del nostro roster attuale. Tutti i giorni  ci sarà uno showcase ad orario aperitivo e ad ingresso gratuito presso Casetta Zebrina e poi la festa si sposterà al CSO Pedro dove si esibiranno su due palchi 15 band e 2 DJ-set. La domenica ci si trova nuovamente in Casetta Zebrina, che vedrà un brunch di ripiglio seguito da un talk. Sarà una grande festa per gli artisti in primis, mai ne abbiamo radunato così tanti in un weekend. Anche per noi è un’occasione unica di vederci fisicamente, cosa che è stata tanto difficile per tutti questi mesi. Insomma ci sono tutte le premesse per una situazione straordinaria.

4. Che cos’hanno in comune gli artisti del vostro roster?

L’attitudine. Musicalmente non ci diamo nessun limite, ma nel modo di fare le cose, nelle intenzioni, nelle velleità e nell’approccio a fare musica capiamo subito se c’è sintonia e quando si incontrano modi di pensare simili, nascono delle belle sinergie.

5. Come siete sopravvissuti alla pandemia? 

Soffrendo. E la sofferenza non è certo finita. Se pensiamo a cosa avrebbero potuto raccogliere dal vivo senza restrizioni alcuni nostri artisti in termini di riscontro ci viene ancora da piangere. Nella nostra dimensione i tour rimangono uno strumento insostituibile per promuovere i dischi e far crescere gli artisti. Nel frattempo le istituzioni sono intervenute togliendo (non tutte) le restrizioni ma in tanti casi è già tardi: tanti locali hanno chiuso o non possono permettersi di esporsi economicamente sufficientemente per sostenere cachet da professionisti. 

Abbiamo messo in stand by alcuni dischi ma la musica diventa vecchia velocemente oggi, per cui siamo stati costretti a pubblicare alcuni lavori senza poterli promuovere come si deve. Abbiamo stretto i denti e speriamo di poter recuperare presto, che le persone a cui ci rivolgiamo abbiano la stessa voglia di recuperare musica e occasioni che abbiamo noi.

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“Hip House” è il nuovo singolo di DJ Aladyn ft. Saturnino

Esce venerdì 29 ottobre 2021 Hip House, il nuovo singolo di DJ Aladyn che vanta la collaborazione con Saturnino. I due, conosciuti nel 1999 grazie a Stefano Fontana A.K.A Stylophonic proprio come “Spazio 1999” non hanno in realtà mai smesso di lavorare insieme. Hip House è il distillato che riassume tutti gli anni insieme, 3 minuti di una ritmica devastante, scratch intrepido, basso presente e le voci di The Craft e Tori Jae.
 

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DJ ALADYN / BIO 
Dj Aladyn è un dj e produttore italiano.

Dal 1990 si distingue nel panorama nazionale per personalità, forte creatività ed ecletticismo. L’artista performer e l’uomo della radio sono le due anime che compongono la stessa figura. Fonda con Dj Myke Men in Skratch (con i quali vince 2 volte il titolo italiano DMC Team, partecipando alle finali di Londra)e dal 2002 entra a far parte della squadra di Radio Deejay, affiancando Alessio Bertallot nel programma “B-Side” e Nikki con “Tropical Pizza”. Nel 2005, insieme al suo socio storico Dj Myke, apre le date del tour italiano dei Prodigy.

Nel 2012 arriva il primo disco solista intitolato “Fili Invisibili”, pubblicato da Metatron. E’ in tutto e per tutto il lavoro di un’artista a 360 gradi, come si nota dalle diverse influenze e dalla lunghissima lista di collaborazioni (Jovanotti, Saturnino, Fabri Fibra, Calibro 35, Rancore, Dargen D’Amico, Remo Anzovino, Jack Jaselli, Dj Myke, Diego Mancino e tanti altri). Di recente sono uscii i nuovi singoli Paradise LostSummer Night e Hip House in attesa di un nuovo album.

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Pop

Le 5 cose preferite dei Cassandra

Esce venerdì 12 novembre 2021Novembre, il nuovo singolo dei Cassandra. La band fiorentina, reduce dall’esperienza di X-Factor 2021 – dove ha presentato il singolo di debutto Kate Moss – ora regala un nuovo capitolo, fuori su etichetta Mescal e distribuito da Sony.   Del brano dicono: “Arriva un altro Novembre senza nemmeno accorgersene e con lui buoni propositi che ormai non sono stati rispettati, vizi che rimango e sbagli che si ripetono, come un vecchio nastro che si riavvolge continuamente perché a quella stessa canzone ormai ci siamo affezionati, nel bene e nel male“.

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Per l’occasione abbiamo chiesto loro quali sono le loro cinque cose preferite.

Lo stadio

Perché rappresenta il ventre umido di una città, con le sue mille sfaccettature, con i suoi pregi e i suoi difetti, perché anche se non vinci niente da anni e sai che non vincerai mai (come nel caso nostro se tifi Fiorentina), sei sempre lì preso bene a spendere voce, fegato e soldi. Un esempio molto semplice per spiegare la parola “passione”.

I cavi

Ce ne sono tanti, tantissimi nella vita di un musicista; attacca, stacca, ricompra.
Questo oggetto ricorda da dove vieni, ti ricorda il sapore di muffa delle sale prova, i palchi appiccicosi dove hai appena rovesciato un vodka lemon o le migliaia di volte che ubriaco a fine serata li buttavi tutti in una borsa senza riarrotolarli e la volta dopo ti maledicevi perché dovevi sciogliere un groviglio infinito; ti ricorda le bestemmie quando smette di funzionare, che tu sia Keith Richards dei Rolling Stones o Francesco dei Cassandra. I cavi uniscono, i cavi livellano.


I finesettimana (persi) al mare

“Oi ciccio si fa bandaccia al mare, vieni?”; “Amo’ passiamo il weekend a fare tuffi dagli scogli”. Quante volte ci siamo sentiti fare questa domanda e tutte le volte la risposta è sempre stata la stessa “No, devo provare” o “No, sono a suonare fuori”. Eppure quando rispondi così e l’ altra persona ti guarda come se tu fossi venuto da Marte non ci fai troppo caso, perché alla fine passare un fine settimana in sala prove o su un palco, non è così male. Ci si abbronza anche con le valvole di un amplificatore.

Piazza Santo Spirito

Ogni città ha un suo ombelico, un centro nevralgico dove accadono cose, si incrociano sguardi e si mischia gente. Fa tristezza vedere questa piazza negli ultimi mesi assaltata dalla polizia antimovida che alle 02.00 chiude tutto… è una cosa così stupida…lo sanno anche i muri che le piazze sicure le fanno i bar aperti.

Litfiba

Abbiamo scelto un disco dei Litfiba per parlare del rapporto contorto che ha la scena fiorentina attuale con quella gloriosa degli anni ’80.  Un rapporto molto simile a quello di un figlio con un padre molto ingombrante, che per carità gli vuole un sacco di bene, lo rispetta, etc etc… però ad un certo punto anche basta, se ne deve “liberare” per farsi una strada propria, bella o brutta che sia.

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“Io che amo solo te” (Sergio Endrigo cover) è il nuovo singolo di Torchio

Esce venerdì 12 novembre 2021 Io che amo solo te, una nuova versione del brano immortale di Sergio Endrigo, qui reinterpretato da Torchio, fuori per Ohimeme (www.ohimeme.com) in distribuzione Artist First. Torna quindi il cantautore rock di Alessandria reduce dalla pubblicazione del suo nuovo album dal titolo Non Vi Appartengo, un disco che è una sorta di autobiografia musicale che nasce dall’urgenza di raccontarsi sinceramente, e senza limiti di genere.


‘Mi piace andar per concerti, ascoltare buona musica. Scrivere canzoni è semplicemente necessario almeno quanto i sogni e Sergio Endrigo è un sogno ben riuscito, un capolavoro umano. Avevamo bisogno di prendere quel po’ di bellezza. Con immenso rispetto, grazie Sergio. Grazie anche a Stefano Zannini che ha portato la chitarra dove più mi piace e a Luca Grossi di Flatscenario sempre pronto a perdersi nei nostri viaggi sideralmusicali.’

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BIO: 
Nelle precedenti esperienze musicali con i RISERVATO, Torchio ha ottenuto importanti riconoscimenti e tenuto concerti in tutta la penisola negli anni 90 e 2000.  L’autore ha realizzato alcune partecipazioni a compilation sin negli USA e pubblicato, tra gli altri, l’ultimo album nel 2013 “RISERVATO 9013” le cui musiche scorrevano in una miscela di Rock, Canzone d’Autore e Progressive.  Negli stessi anni Torchio si esibisce con la band “Los Latin Lovers” in diversi festival e concerti in cui l’ironia e il ritmo la fanno da padroni.  L’amore per la poesia e la musica non possono che sfociare nell’attuale lavoro solista che intraprende a partire dal 2017 dopo aver giocato per anni con il proprio lato istrionico, dedicandosi così alla creatività più profonda e tormentata, costruendo brani i cui testi sono intrisi di ironia e senso critico verso gli stereotipi che limitano il nostro andare, amando le fragilità umane, quelle con cui si sogna e per cui vale la pena vivere.  Nel 2018 Torchio pubblica l’EP “Sostituibile“, costituito da 4 brani preludio del nuovo album “Non vi appartengo“, in cui sono presenti alcune collaborazioni con artisti di svariata estrazione. L’obiettivo è quello di rimarcare la necessità di condividere il proprio percorso con lo spirito che alcuni definiscono del Rock ’n Roll. 

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Comunicato stampa

“Novembre” è il nuovo singolo dei Cassandra

Esce venerdì 12 novembre 2021 Novembre, il nuovo singolo dei Cassandra. La band fiorentina, reduce dall’esperienza di X-Factor 2021 – dove ha presentato il singolo di debutto Kate Moss – ora regala un nuovo capitolo, fuori su etichetta Mescal e distribuito da Sony.   Del brano dicono: “Arriva un altro Novembre senza nemmeno accorgersene e con lui buoni propositi che ormai non sono stati rispettati, vizi che rimango e sbagli che si ripetono, come un vecchio nastro che si riavvolge continuamente perché a quella stessa canzone ormai ci siamo affezionati, nel bene e nel male“.


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I Cassandra sono: Matteo Ravazzi (voce), Francesco Ravazzi (chitarre) e Giovanni Sarti (batteria)


“…e il nastro si riavvolge
sui nostri vabbè

Prodotta da:
Marco Carnesecchi
Alex Marton 

Scritta da:
Matteo Ravazzi
Francesco Ravazzi
Marco Carnesecchi

E di fumare non smetterò

BIO:

Cassandra nascono nel 2019 da un’idea di Matteo Ravazzi (voce), Francesco Ravazzi (chitarra) e Giovanni Sarti (batteria), tre musicisti  fiorentini che decidono di concludere il capitolo Kelevra per inaugurare un nuovo percorso artistico.

Come Kelevra hanno realizzato un album che li ha portati ad avere collaborazioni importanti (con Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti) oltre a calcare palchi di rilievo come quelli del Pistoia Blues, del Mengo Music fest, del Metarock, etc… L’incontro con il produttore Marco Carnesecchi, spinge il progetto su un livello più intenso di scrittura e di arrangiamento, che si sviluppa in un anno di lavoro, dando alla luce nuovi pezzi vestiti di un pop genuino, ricercati nei suoni e che pur non seguendo nessun tipo di trend, si appoggiano benissimo su quest’epoca trasversale.  Ed ecco che nascono i Cassandra, dal nome evocativo, ed ecco che arrivano in Mescal,  con la voglia di organizzare una festa, inaugurata Giovedì 16 Settembre 2021, come “fosse un after party di una sfilata milanese”, dove l’unica protagonista è Kate Moss, che esce dalle casse a tutto volume in questo scorcio di fine estate.

Kate Moss, oltre ad essere il 1° singolo dei Cassandra, è anche la canzone presentata alle audizioni di XFactor 2021 che ha consegnato alla band il lasciapassare per i bootcamp. Il concerto, da sempre scuola e rito catartico, li ha visti protagonisti applauditissimi, anche di recente a La Limonaia (3 Settembre 2021), in quella Firenze che è casa, ispirazione e scenario naturale per le storie che diventano canzoni e per il video di Kate Moss. Sempre live – in versione acustica – anche a La Santeria 31 di Milano (8 Ottobre), in attesa dell’uscita del 2° singolo.

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Comunicato stampa

“Azure” è il nuovo singolo di Say Twine

Esce venerdì 29 ottobre 2021 Azure, il nuovo singolo di Say Twine, progetto solista del violinista, musicista e compositore elettronico Alessio Cavalazzi (già del Trio Cavalazzi) e new entry nel roster di Ohimeme (www.ohimeme.com). Il brano è stato prodotto insieme a Luca Grossi (Flat Scenario) ed è  distribuito da Artist First

Successivamente agli studi tradizionali conseguiti nel conservatorio di Milano in violino e in musica elettronica, ha iniziato a esplorare un genere musicale di sua visione, che comprendesse sia il mondo acustico, appartenente già al suo percorso lavorativo, e sia quello elettronico: una partitura dove l’orchestrazione, anche se composta da strumenti e suoni contemporanei, è pensata in modo sinfonico, con stratificazioni e contrappunti, i quali lasciano spazio anche a momenti aleatori di pura improvvisazione. Il tutto contestualizzato in armonie malinconiche e ritmi delicatamente pulsanti. Così è nato il progetto Say Twine, il quale live set comprende un complesso e moderno sintetizzatore modulare affiancato al suono antico di un’ensemble barocca.
 
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BIO 
Parallelamente la sua carriera da violinista è nata diplomandosi con il massimo dei voti al Conservatorio G. Verdi di Milano nel 2014, e conseguendo il diploma LRSM della Royal Academy School di Londra nel 2018. Nel 2020 ha ultimato gli studi con il diploma in Biennio di Alta formazione di Musica Elettronica al Conservatorio di Milano. Dato il suo interesse per ogni genere musicale, ha collaborato con diverse realtà: da importanti orchestre classiche e cameristiche (Orchestra dell’Accademia della Scala di Milano, Orchestra LaVerdi, Orchestra I solisti di Milano, con cui ha partecipato ad un tour in Cina come spalla dei violini secondi, etc.), a tournèe con band di fama internazionale (Einstürzende Neubauten e Blonde Redhead). Ha sempre dimostrato curiosità e trasporto verso la ricerca di nuovi suoni. Per questo motivo collabora da diversi anni con numerosi ensemble di musica contemporanea, tra i quali il Divertimento Ensemble e il Dèdalo Ensemble. Nel 2019 ha suonato nel ruolo di konzertmeister per il progetto Hymnen di Stockhausen diretto dal Maestro Pedro Amaral

TRIO CAVALAZZI
Con i fratelli Elisa e Andrea ha fondato il Trio Cavalazzi con cui si esibisce in numerosi concerti in Italia e all’estero (Svezia e Cina).  Nell’aprile del 2021 i fratelli hanno partecipato al programma televisivo “Nessun Dorma”, condotto da Massimo Bernardini e in onda dal 4 ottobre 2021 in prima serata su Rai5, in qualità di band di residenza, proponendo in ogni puntata una trascrizione originale in chiave classico/elettronica di una composizione classica e collaborando con artisti di fama internazionale come Irene Grandi e Massimo Venuti. 

Nel 2018 è uscito il CD “Acustica <> Elettrica” con Riccardo Sinigaglia e Trio Cavalazzi (Etichetta Alma De Nieto).  Ha vinto il Concorso internazionale di composizione musicale (sezione leggero-pop) “Ilaria Rambaldi” ed è risultato finalista al Concorso nazionale “Premio delle Arti”, Sezione Pop Rock, Composizione musiche originali.

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