Qual è la strada che dobbiamo imboccare se vogliamo rimanere umani? Forse, contro ogni pronostico, è la ROTTA DEL DIAVOLO, come da titolo del nuovissimo ep dei KENSHŌ.
Una band giovanissima e di grande talento che si presenta calando subito un asso importante: quattro canzoni che pescano dal blues e dal rock per suscitare sensazioni forti e pensieri profondi.
KENSHŌ significa “momento fugace di illuminazione improvvisa”: un modo, per la band, per esprimere la propria interiorità tramite parole e soprattutto suoni, arrivare alle persone cercando di creare in ognuno sensazioni, emozioni, ricordi.
La musica deve suscitare un segno indelebile e permettere a ognuno di vivere un’esperienza unica e individuale.
“Immaginate di dover arrivare al punto di affrontare ciò che ci rende umani: la paura. Aggiungete a quest’ultima la solitudine, la malinconia, il rimorso, ma anche la pace, di spensieratezza. Mescolate il tutto, mettete le cuffie e immergetevi nella nostra musica. Meritiamo di sbagliare e di capire, siamo umani”.
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BIO
Siamo quattro ragazzi di 20 e 21 anni che da poco hanno riscoperto insieme la passione per la musica: scriviamo inediti cercando di esprimere al meglio le nostre emozioni, esperienze o il nostro pensiero.
Una piccola curiosità: “KENSHŌ” è un termine giapponese che letteralmente si traduce con “vedere” (ken) e “essenza” (shō), e significa “momento fugace di illuminazione improvvisa”. Ed è proprio nei momenti di immersione totale nella realtà, tramite suoni e sensazioni, che scriviamo i nostri brani.
E se fossimo STATUE DI CERA, che lentamente perdono la forma? Questa la domanda chiave, nonché il titolo, del nuovo singolo di AMBRADEA, primo brano estratto dall’album d’esordio, EsSENZA, in uscita in primavera 2024.
Ognuno di noi inevitabilmente passa attraverso un processo di crescita, condizionato dall’ambiente circostante in cui viviamo, che ci porta a costruire ciò che poi diventeremo da grandi.
Con STATUE DI CERA, AMBRADEA apre una finestra sull’infanzia, cercando di riconnettersi a quando per la prima volta ha capito che sarebbe dovuta crescere prima del tempo.
AMBRADEA ha voluto immortalare quel momento esatto in cui si scopre la verità, la parte oscura della luna. Parla di famiglia, di legami affettivi che si creano e si disfano, di come la mente di un bambino elabora e plasma sensazioni dentro di sé creando fili e matasse da sbrogliare.
È una storia a lieto fine in cui c’è una presa di posizione, un ribadire il concetto che, nonostante tutto, la parte più pura di noi che crediamo perduta per sempre in realtà è lì con noi e sogna, vive, esiste.
AMBRADEA racconta: “Ho scelto STATUE DI CERA come primo singolo dall’album, perché è un brano a cuore aperto, uno squarcio in quella parte dell’infanzia dove tutto si crea e tutto si distrugge. Le mie statue di cera non sono altro che la corazza della me adulta che finisce con lo sciogliersi al calore di un primo raggio di sole. Sono la mia essenza di essere umano che si scompone e si ricompone continuamente. La parte che viene scoperta, ciò che si cela dietro alla compostezza di una statua, rappresenta la fragilità e la facilità con cui a volte veniamo scottati”
Testo e musica sono stati pensati per lasciare quel senso di sospensione, di limbo, nel quale ci si ritrova a cercare di capire quale sia la realtà.
“Con questo disco voglio celebrare la bellezza di chi cammina da solo, di chi non si arrende, di chi porta con sé melodie più complesse, più profonde. La bellezza di chi accetta di essere fragile, non per tutti, di chi sceglie coraggiosamente se stesso, la bellezza dei malinconici per natura, di chi si fa domande ed è sempre pieno di dubbi. Amo i cuori invisibili, quelli che hanno la luce nell’anima ma che si sentono schiacciati dai ritmi troppo frenetici e sono incapaci di mentire a se stessi per conformarsi.
Amo l’umanità che è rimasta in questo mondo, chi sceglie ancora le parole per dirti che ti vuole bene” –AMBRADEA
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BIOGRAFIA
AMBRADEA nasce a Roma. Diplomata alla Musical Theatre Academy nel 2013, si divide tra Roma e Londra partecipando a diversi master sul canto, la danza e la recitazione. È attiva professionalmente nel panorama teatrale e musicale italiano ed estero dal 2005.
Lavora per diverse band musicali e diventa la frontwoman per quattro anni del gruppo musicale Ritmovies Best Movie Hits.
Nel 2020 nasce la collaborazione con la Lead Records ed esce con il suo primo singolo inedito MY FUTURE, in inglese, scritto da Orlando Johnson con le musiche di Antonio Decimo.
Il suo progetto di scrittura e composizione musicale prende inizio nel 2021, quando esce con il suo nuovo singolo LOSE IT ALL, un brano nuovamente in inglese che punta il dito sui meccanismi oscuri dello showbusiness e con il quale vuole lanciare il messaggio agli artisti di non mollare mai la presa.
Il progetto subisce un’evoluzione e cambia prospettiva e lingua: l’italiano. Esce a maggio 2022 con VOGLIO FARE L’EROINA e a ottobre con CRUDELIA (ALL I NEED IS LOVE).
A gennaio 2023 decide di fare il salto e di produrre un album interamente scritto e composto da lei stessa. A ottobre 2023 conclude il lavoro di registrazione di tutte le 11 tracce che faranno parte dell’album dal titolo EsSENZA.
Un duplice significato delineato da quella prima esse. Un qualcosa che parla dell’essenza in tutte le sue forme. Essenza. Ma anche un qualcosa fatto senza fronzoli, senza artifici, senza macchinosità. Senza. Cosi come è stato sentito, vissuto.
“AGATA”è il nuovo singolo di MANCHA in uscita venerdì 26 gennaio per Trident Music / Fonoprint Records.
“AGATA“, brano indie rock che abbraccia elementi provenienti dal pop, dal cantautorato moderno e dal surf rock, vuole raccontare come, quando si è veramente innamorati, si riesca a stare senza parlare per ore, a guardare negli occhi l’altra persona senza sentirsi a disagio nel silenzio, la sensazione più bella tra tutte.
““Agata”‘ è il titolo del primo estratto dal mio nuovo album. Ho scelto questa canzone per aprire il progetto proprio perché è a lei che lo dedico, tra amore e odio. Più in particolare in questo brano ho voluto raccontare l’essere travolto dall’amore e trovarsi pieno a tal punto da superare qualsiasi sensazione di equilibrio e sentirsi vivo nella consapevolezza che tutto può crollare da un momento all’altro.” (Mancha)
“AGATA” è il primo brano estratto dal nuovo album di MANCHA, in uscita prossimamente
BIO MANCHA, pseudonimo di Leonardo Parmeggiani, classe 1999, cresce sui colli della provincia Bolognese. Negli anni ha sperimentato una moltitudine di generi musicali fino a che non ha trovato il suo centro sotto le influenze del rock alternativo, indie rock ma soprattutto surf rock. Caratterizzato da ritmi veloci contrapposti a liriche nostalgiche ed emozionali, MANCHA ci porta con sé sulle onde della costa californiana e portoghese. Chitarre che tagliano il mix, voci sporche e batterie asciutte, produzioni semplici e dirette che ti fanno pensare aunroadtrip su un van camperizzato. Il sound delle sue canzoni con strumenti veri e dinamiche esplosive, fa salire la voglia di saltare a un concerto e vivere il momento con spensieratezza, cosa che già si sente nel suo primo EP PAMPARAM
Venerdì 19 gennaio 2024 esce per Record Y il singolo “Solid State Spirit” di LSKA, un brano costruito attorno a una pulsazione irregolare, come la danza di un robot che scopre la propria anima. Il ritmo si scompone e ricompone attorno alla pulsazione, generando moti ondosi che spingono l’ego alla deriva.
Un nuovo capitolo per il progetto del musicista, sound designer e videoartista che pubblicherà il suo album di debutto “Ephemeral“, in uscita venerdì 2 febbraio 2024. “Ephemeral” è stato realizzato in un periodo di grande cambiamento e l’album riflette la ricerca di uno spazio sicuro in cui potersi abbandonare. Tutti i brani sono stati composti in pochissimo tempo, ma sono frutto di riflessioni durate anni sulla ripetizione, l’astrazione e l’inserimento di elementi casuali nel processo di composizione.
“La scintilla che ha permesso alla macchina di rimettersi in moto…” racconta LSKA “…è stato l’invito a partecipare esattamente un anno fa alla rassegna di musica sperimentale Deragli presso il Caracol Olol Jackson di Vicenza che non potrò mai ringraziare abbastanza“.
Nato a Bari, cresciuto a Vicenza, LSKA è musicista, sound designer, videoartista.
Nel 2012 ottiene il diploma di “Tecnico di Musica Interattiva per le Arti Digitali” presso la Scuola di Alto Perfezionamento Musicale (APM) di Saluzzo (CN). Oltre a produrre e pubblicare le sue produzioni di musica elettronica, compone musiche e cura il disegno sonoro per spettacoli di teatro e danza contemporanea, collaborando con artisti di calibro internazionale. Come videoartista partecipa al progetto YLYNE, curando i live visuals e realizzandone i videoclip.
PIOVE èil nuovo singolodi FRANCESCO SBRACCIA, talentuoso cantautore abruzzese, disponibile da venerdì 26 gennaioper Genziana Dischi, in distribuzione ADA Music Italy. Il brano è impreziosito dallapartecipazione di BIANCO alle voci e alla produzione insieme a Riccardo Parravicini (Fabi, Levante, Marlene Kuntz).
PIOVE anticipa il secondo album di Francesco Sbraccia, in uscita prevista nella seconda metà del 2024. Un brano delicato, dove la ricercatezza del testo e del suono vuole portarci dentro quell’attimo, dove le suggestioni sonore si fanno olfattive e visive, prendendo forma in ricordi di un tempo indefinito. La scrittura eterea di Francesco e l’intuito creativo di Bianco si sono abbracciati immediatamente, PIOVE è una canzone che riempie gli spazi, che circonda lentamente, che conforta ed emoziona.
“Due amanti si riparano dalla pioggia lasciando liberi i pensieri. Ho scritto Piove in una bottega a porte aperte – La città della canzone – nella quale ho incontrato Alberto Bianco. Con lui sono bastati un pomeriggio e un computer per dare vita a una canzone dalle tinte notturne: sintetizzatori imprevedibili sono diventati luminose lucciole di una foresta piovosa. Piove è poi passata nelle mani di Riccardo Parravicini “
CREDITI BRANO Autore: Francesco Sbraccia Produzione artistica: Alberto Bianco, Riccardo Parravicini Registrato presso Skunk Studios di Marco Pallini Francesco Sbraccia: voce, chitarre, tastiere Francesco Capitanio: chitarre Fabio Tona: basso Stefano Befacchia: tastiere Edolo Ciampichetti: batteria e percussioni Federico Adriani: percussioni Alberto Bianco: voci
Label: Genziana Dischi Distribuzione: ADA Music
BIO
Francesco Sbraccia è un musicista teramano, diplomato in pianoforte e composizione. Nel novembre 2018 esce il suo primo album, “Etimologia”. il primo tour lo vede in apertura a Skin, Bianco, Appino, Galeffi, Filippo Graziani. È stato ospite di Enrico Ruggeri. Nel 2019 è vincitore della XXX edizione di Musicultura con “Tocca a me”, aggiudicandosi il premio del pubblico durante le audizioni dal vivo. Si esibisce così su Rai Radio1 e per tre volte all’Arena Sferisterio di Macerata, arrivando alla finalissima in onda su Rai3. Con “La tua qualità” è finalista di Botteghe d’autore in aprile, ed è tra i primi selezionati de L’artista che non c’era 2019. A maggio viene scelto da “La città della canzone” per il 6° workshop sulla canzone d’autore tenuto a Cremona, dove lavora con i cantautori Alberto Bianco (Bianco) e Marco Guazzone (STAG). Nel luglio 2019 è tutor della sezione di musica d’insieme nella Refresh Heritage Week in un laboratorio incentrato sui brani di Etimologia, eseguiti per il concerto finale con gli orchestrali in residenza artistica provenienti da Spagna e Slovenia. A settembre viene selezionato tra le 10 migliori proposte nazionali del 2019 da “Glocal Sound: giovane musica d’autore in circuito” suonando nell’ambito del Reset Festival di Torino. Sempre nel 2019 viene invitato a suonare al Tenco Ascolta, format del Club Tenco, per l’appuntamento abruzzese.Ad ottobre è scelto da Musicultura per quattro concerti/conferenze sulla musica di autori italiani da tenere in Francia, tra Auditorium e Università. Nel 2021 compone il secondo album, registrato e prodotto con Riccardo Parravicini, mentre con il cantautore Carlo Valente porta in scena lo spettacolo “Il cantautore, il chitarrista eccetera” dedicato ad Ivan Graziani e Lucio Battisti.
Disponibileda venerdì 26 gennaio “Effetto Mentos“, il nuovo singolo di Giallo, fuori per CITRO.
Dopo l’album di debutto “#FFB427”, Giallo ritorna con rinnovata grinta e spirito di cambiamento(s). “Effetto Mentos“è il primo capitolo del suo 2024. Il brano parla di quanto sia facile mentire agli altri e a noi stessi pur di piacere e di ricevere approvazione; di come questo porti a costruire un gigantesco castello di carte che prima o poi è destinato a crollare (o a esplodere come le Mentos nella Coca-Cola). “Volevo fingermi un altro, ma ho fatto una brutta controfigura” Questa dinamica ci viene così semplice e automatica che ormai nella nostra società viene quasi data per scontata: dai social alla televisione, alle amicizie di facciata pur di integrarsi. Ma quando ci renderemo davvero conto che è molto più semplice e bello essere noi stessi?
“Proprio nel ritornello descrivo il concetto della falsità, spesso nella mia vita sapevo di star dicendo anche io una bugia, di essere conforme a questa dinamica sociale, eppure mi è piaciuto fingere di essere qualcosa che non ero, mi ha fatto sentire accettato in situazioni in cui non mi sentivo all’altezza, associo questa sensazione alle mentine, che sono dolci come certe bugie, che però quando vengono svelate, quando si fa ammissione di colpa, ci esplodono in faccia come le Mentos nella Coca-Cola”
L’artista, con il nuovo anno, sceglie di non vivere in una fiction o in una favola per bambini ma accetta la propria esistenza così per com’è realmente e attraverso i suoi acuti giochi di parole e l’ironia, ormai parti integranti della sua musica, si butta con freschezza ed energia in un funky pop contaminato da chitarre anni ’70 e metriche hip-hop. Presenterà per la prima volta il brano live ai Giardini Luzzati di Genova il 19 gennaio.
CITRO è una mente alveare, le radici di un sistema collettivo che permette ad artisti, autori, producer e nuove leve della music industry di supportarsi ed insieme posare i semi per esprimersi e sbocciare. https://www.siamocitro.it/giallo/
CREDITI BRANO Scritto e composto da: Giacomo Pisanello Prodotto da: Giallo Label: CITRO Edizioni: CITRO
BIO Giallo, crasi di Giacomo Pisanello, nasce a Lecce nel 1997 ed inizia a suonare il pianoforte prima ancora di imparare a scrivere. Negli anni delle medie inizia a suonare il clarinetto, strumento che lo accompagnerà negli anni successivi nel suo primo percorso in conservatorio durato tre anni. Abbandonato il clarinetto si riavvicina al pianoforte classico e alle tastiere anche da un punto di vista accademico iniziando quindi il suo secondo percorso al conservatorio abbandonato solo due anni dopo. È con la sua prima band che inizia ad approcciarsi al canto, al songwriting e alla produzione musicale per e con altri artisti. Nel 2018 inizia a scrivere insieme all’autore Piero Romitelli e nel 2019 si iscrive a composizione pop/rock presso il Conservatorio di Lecce. Nello stesso anno viene convocato tra i 15 autori/produttori selezionati da Sony/ATV per il Songwriting Camp e si aggiudica poi una borsa di studio che gli permette di frequentare il CET di Mogol. Nel 2021 insieme a Margherita De Francesco fonda il collettivo CITRO nel quale produce il brano vincitore di Castrocaro. Nel 2022 si laurea in Composizione Pop con 110 e lode e si trasferisce a Milano dove conclude il suo primo album da solista. Nel 2023 il suo progetto insieme al collettivo CITRO collaborano con Enrico Molteni per il rilascio del suo primo album #FFB427.
I Malvasia sono un gruppo Alternative Rock formatosi a Milano nel 2022. Il gruppo è composto da Mario Palmisano (chitarra e voce), Marco Miccoli (chitarra), Matteo Marchetti (basso e cori), Francesco Papale (batteria) e Salvatore Gravina (chitarra, cori e tastiera). Il progetto unisce testi schietti e ritornelli ossessivi, ai riff dal forte impatto ritmico e sonorità distorte, ottenendo così un mix musicale che spazia dall’alternative rock al pop, dal punk rock al cantautorato.
Il loro singolo di debutto si intitola “Fumo negli occhi”, brano registrato presso lo studio Il Cortile, con la produzione di Massimo Caso e successivamente masterizzato presso il 96khz Mastering Studio di Marco D’Agostino. La band alt-rock ci regala un prodotto musicale che è un mix tra le sonorità della vecchia scuola rock italiana e arrangiamenti che strizzano l’occhio all’alternative più moderno. “Fumo negli occhi” è stato premiato dalla Fondazione Estro Musicale tra le migliori composizioni del 2023.
Un progetto musicale agli inizi, ma che sembra avere già ben chiara la sua direzione. Abbiamo quindi provato a conoscere meglio i Malvasia attraverso una lista di tutto ciò che li caratterizza come band. Scopriamo allora quali sono le loro cinque cose preferite:
Le caramelle di Asiel
Asiel gestisce la sala prove dove ormai trascorriamo gran parte del nostro tempo insieme, tra prove, scrittura e briefing sul progetto. È un po’ il fratello maggiore dei Malvasia, perché ci ha visti nascere e crescere musicalmente tra le sue mura. Ci accoglie sempre con un sorriso a trentadue denti, capace di restituire serenità anche in momenti di stress e stanchezza; il suo perenne entusiasmo è riassumibile in una frase che ripete sempre: “l’importante è la carica”, ormai diventata uno dei nostri leitmotiv. Riconosce ed ammira la dedizione con cui viviamo la nostra dimensione musicale, ed è sempre pronto, con simpatia e discrezione a condividere una buona parola. Ogni volta che usciamo dalla sala prove, spesso stanchi, sudati e visibilmente provati dalle intense sessioni, ci porge la sua magica scatola blu, piena di caramelle buonissime. Quel gesto è in grado di ripristinare in pochi istanti le nostre energie e migliorare l’umore nei momenti più provanti. Abbiamo il sospetto che Francesco (batteria) e Matteo (basso e cori) vengano alle prove unicamente per mangiare quelle caramelle, ma non ne abbiamo ancora la certezza.
Via Borsieri Via Borsieri, a Milano, è uno dei luoghi nei quali abbiamo costruito i ricordi più belli e significativi del nostro primo periodo insieme. È la via dello studio Il Cortile, dove abbiamo registrato il nostro primo singolo, “Fumo negli occhi”, assieme a Massimo Caso, produttore di grande esperienza e competenza che ha creduto nella nostra musica, offrendoci stimoli e consigli preziosi. Via Borsieri è anche la via delle cene o delle birrette serali per festeggiare le intense sessioni di prove prima del tour o delle ricche colazioni fatte nei giorni in cui Marco viene a Milano per lavorare insieme al progetto.
Gli esempi di Marco Si dice che la musica sia un linguaggio universale capace di trascendere le differenze culturali, sociali e linguistiche.
Sembra tutto vero e condivisibile, finché non ti ritrovi a scrivere e comporre musica assieme a musicisti con background completamente differenti: da Salvatore diplomato in violino classico, a Matteo appassionato di prog, da Marco cresciuto a pane e drop D a Francesco con formazione funky e Mario il cui sangue è composto da globuli rossi e versi di Franco Battiato. Se ciò non bastasse, siamo 5 persone appartenenti a generazioni abbastanza distanti, da sentirci, a seconda dei casi, troppo giovani o troppo vecchi per comprendere gli altri. In questo contesto è stato difficile costruire un linguaggio comune e permetterci l’intesa musicale, che a orecchi esterni sembra quasi scontata. Tra malintesi e incomprensioni, nelle nostre lunghe conversazioni in chat, videochiamata o dal vivo, arrivano inaspettatamente puntuali gli “esempi di Marco”. Articolate allegorie e fantasiose metafore che non riescono mai nell’intento di comunicare in maniera più precisa e comprensibile; ma che hanno il grande merito di alleggerire l’atmosfera e far calare la tensione nei momenti di fatica e/o stress.
“La base parte con metronomo, charleston e campanaccio. Ci sono un paio di giri prima dell’inizio, un giro prima sentirai un primo colpo di rullante, un secondo, e quattro colpifinali e proprio qui devi partire fratello, devi prendere il volo come una rondine in una strana giornata di Aprile”
(in foto l’immagine che Marco ha allegato per spiegare a Francesco il timing della traccia che aveva preparato)
Il mare
“Senza spiegare nulla, senza dirti dove, ci sarà sempre un mare che ti chiamerà”.
Queste parole di Alessandro Baricco, tratte dal libro “Oceano Mare”, raccontano bene il sentimento di appartenenza che i Malvasia nutrono nei confronti di quel posto intimo, accogliente e sicuro che è il mare. Il nostro progetto nasce dall’idea di Mario e Marco, durante una chiacchierata nella loro città natale, Brindisi. Gli ascolti, di molti dischi che sono stati motivo di ispirazione e persino delle prime nostre demo autoprodotte, sono avvenuti in macchina, lungo la litoranea brindisina, che costeggia le bellissime spiagge bagnate dall’Adriatico. Ma ciascuno di noi 5, a prescindere dalla propria città di origine, ama mari diversi, per motivi diversi. C’è chi di noi va al mare per alleviare le tensioni, chi per osservarne le onde per trarne ispirazione e chi per immergersi in acqua in qualsiasi stagione dell’anno e farsi coccolare dalle correnti: cinque esistenze diverse, insomma, accomunate da un richiamo perenne, che si fa sempre più forte ogni volta che si è lontani da quelle acque a noi tanto care.
Un aneddoto particolare risale alla tournée pugliese tenutasi lo scorso dicembre: Salvatore, per ricaricare le energie, vuole a tutti i costi vedere il mare di Brindisi prima di andare a suonare, e riesce a convincere anche lo sventurato Francesco. Non conoscendo la zona, si affidano ciecamente alle indicazioni del navigatore scegliendo sulla mappa il primo punto di contatto con il mare. Dopo 25 minuti di camminata finiscono entrambi nei pressi di una zona militare con divieto assoluto di accesso e con sorveglianza armata. Francesco si è pentito di aver ceduto alla richiesta di Salvatore e soprattutto di non aver chiesto indicazioni a Mario e Marco. In compenso si sono ritrovati senza volerlo nei pressi di uno degli studi di registrazione più importanti del sud italia… ma questa è un’altra storia!
La magia vissuta dal palco Il nostro habitat naturale è il palco e, in senso lato, ogni luogo in cui abbiamo la possibilità di spogliarci dalle sovrastrutture umane fatte di ansie, preoccupazioni, impegni e pressioni sociali, imbracciando i nostri strumenti. Sul palco abbiamo la possibilità di essere energia, dare sfogo ai nostri istinti artistici e abitare lo spazio scenico con libertà. Abbiamo avuto la fortuna di suonare nei contesti più disparati, calcando palchi differenti per forma, dimensioni e contesto. Abbiamo onorato ciascuno dei palchi sui quali abbiamo avuto la possibilità di esibirci con grande gratitudine e riconoscimento, anche nelle situazioni più spartane e arrangiate.
Ma la fortuna più grande finora, è stata quella di trovare ad ogni concerto, delle persone pronte ad ascoltarci con attenzione, entusiasmo e trasporto. Tra queste persone ci sono sicuramente alcune della cerchia dei nostri affetti personali – alle quali va tutta la nostra gratitudine per ciò che stanno facendo per i Malvasia – ma anche perfetti sconosciuti che ci hanno mostrato, rispecchiando attraverso i loro occhi curiosi e affascinati, quanto siamo coinvolti e affiatati. Siamo abituati ad essere insicuri, ipercritici, pessimisti e a non piacerci mai. Ma sul palco qualcosa cambia, e dai loro occhi riusciamo a vedere, anche nei momenti peggiori, quanto ci piaccia essere i Malvasia.
I Poni Boi aprono il proprio 2024 pubblicando Bam Bam, il loro terzo singolo, in arrivo martedì 23 gennaio per le etichette Rocketman Records e Arrosti Records. La canzone, che sarà contenuta nell’album d’esordio del gruppo marchigiano previsto per la prima metà dell’anno, è un nuovo pezzo scatenato e veloce in quello che ormai possiamo definire lo “stile Poni Boi”, anche se questa volta si presenta divisa in due parti.
La prima, quella in 4/4, è un punk’n’roll sfrenato e sudicio che richiama i The Libertines di Up the Bracket con alcune influenze garage e indie. Alla fine di quel crescendo nevrotico e anfetaminico, quando tutto sembra volgere al termine, ecco che subentra la parte in 6/8. Mood sornione con chitarrine un po’ surf alla The Frights e The Crocodylus, un po’ sbilenche alla Mac De Marco e quel “uh uh ah uh” molto anni ’60.
“Bam Bam ci prova a essere semplice inno edonistico dei bei tempi che furono. Ma la verità è che Bam Bam dispone i ricordi di un ricordo in un contenitore magmatico all’interno del quale passato, presente e futuro si uniscono per un breve momento. Bam Bam è un’istantanea che torna continuamente, ogni volta in modo diverso”, racconta la band a proposito del brano.
I Poni Boi saranno in tour nelle prossime settimane, in collaborazione con Altini Cose:
3 febbraio @ Officina Amaranta, Fano (PU) 10 febbraio @ Man Cave Café, Jesi (AN) 18 febbraio @ Arci Bellezza, Milano 24 febbraio @ Lo Stige Stugge, Codogno (LO) 2 marzo @ Circolo Arci Pablo Neruda, Corinaldo (AN) (w/ The Crooks) 17 marzo @ Zu, Parma (w/ Skiantos) 22 marzo @ Friccicore, Roma 24 marzo @ Circolo Operaio Cacciatori, Ancona
Autore e compositore: Andrea Marcellini
Registrato, mixato e masterizzato da Michele Bellagamba Etichetta: Rocketman Records e Arrosti Records
BIO
I Poni Boi si incontrano nell’ottobre 2022 su quello che è il Tinder di chi suona: il famigerato Villaggio Musicale, coacervo di casi umani. O meglio: umano/musicali, il che è pure peggio. A loro è andata bene, fortunamente. Il trio è formato da Andrea Marcellini (voce e chitarra), Luca “Bisto” Boscolo (basso) e Matteo Benocci (batteria). I Poni suonano un surf punk adrenalinico e contagioso, un garage pop convulso e autoironico. Come se venissero dalla California. O magari dall’Australia. Ma la realtà è che sono ragazzi di provincia-balneare, sparsi tra Senigallia, Fano e Pesaro. Ed è per questo che il loro mix frenetico di sound e parole dà vita a canzoni allegre per persone tristi o – per chi preferisce – canzoni tristi per persone allegre. Nel 2023 sono usciti i primi due singoli, Fame d’aria e Doppia XL Fit Regolare, per Rocketman Records, e la band ha avviato un’intensa attività dal vivo, portando i suoi set incendiari in tutta la penisola. Il 23 gennaio 2024 esce Bam Bam, anticipazione dell’album d’esordio del gruppo e preludio a un nuovo tour invernale in partenza a febbraio.
Esce venerdì 26 gennaio 2024 su tutte le piattaforme digitali (in distribuzione Believe Music) il nuovo singolo di GODOT. dal titolo “Granelli“, un nuovo brano dedicato agli ultimi romantici in ascolto, che ci pone in attesa di un nuovo disco del cantautore di Milano classe 1993, dopo un periodo di assenza.
Con il cuore in fermento e le orecchie sempre colme di suoni e parole, oggi GODOT. è pronto ad immergersi in un nuovo capitolo della sua vita, desideroso di raccontare e raccontarsi. Per chi vorrà ascoltare, per chi vorrà cercarsi e riconoscersi. Perché in fondo, siamo tutti e tutte anime in cerca di complici.
Granelli è una canzone che parla di me e tutte le persone che nella vita tengono duro perché ci credono davvero. È una canzone che canta di persone idealiste, sognatrici. Quelle persone che per inseguire un desiderio mettono tutto in secondo piano. A volte anche loro stesse. E ci provano e ci riprovano, soffrendo e gioendo in un moto perpetuo di emozioni.
E poi la sera, quando tornano a casa, si sentono piccolissime perché pensano di non essere arrivate da nessuna parte. Piccoli granelli di polvere visibili solo in controluce. Sospesi e muti. Eppure, se li si guardasse bene, anzi se ci guardassero bene, ci si renderebbe conto che saremo anche granelli, sì, ma insieme siamo una danza che vibra, siamo un vulcano che esplode, siamo un silenzio che è un urlo fortissimo. Navighiamo a vista in questa vita, certi che prima o poi ce la faremo. E se anche così non fosse, ci abbiamo messo tutto il cuore.
artwork di Jacopo Dessì
BIO:
GODOT. nasce a Monza nel 1993 e cresce alle porte di Milano, città che oggi è la sua casa.
Coltiva sin da piccolo sogni e tulipani. Per anni scrive canzoni nella quiete della sua cameretta, finché un giorno poi quella stanza sembra stargli troppo stretta. Comincia allora un viaggio che affonda le sue radici nella musica pop e cantautorale italiana e che porta GODOT. a concedersi il lusso di scoprirsi e conoscersi tramite la musica ed ogni nuovo testo che scrive.
“ME NE VADO A LONDRA” è il suo primo EP, a cui segue a due anni di distanza l’album “Controtempo“, pubblicato nel 2020.
Elia Truschelli presenta il suo nuovo singolo “Ti sento”, primo estratto dal suo prossimo album. Si tratta di un brano delicato, ma capace di regalare una grande carica ed energia positiva all’ascoltatore.
Una dedica verso qualcuno di molto importante per noi, una persona o forse un’entità superiore. Una dedica dove viene enfatizzata la forza che quella persona ci ha dato. Non solo una dedica per l’altro, ma anche per noi stessi per ricordarci che possiamo trovare il coraggio di superare qualunque ostacolo.
Elia Truschelli emoziona con una dedica profonda e toccante. Un pianoforte leggero apre le danze e nota dopo nota la melodia si arricchisce di nuovi elementi.
“La composizione di questo brano è avvenuto nella maniera più naturale possibile, si è lasciata scrivere da sola e le dita si sono posizionate senza troppi complimenti sulle note giuste. Il messaggio della canzone parla da se, è potente e universale e il team in studio ha curato ogni minimo particolare in maniera sublime. Le misure perfette per un vestito che non poteva essere tessuto in maniera differente. Ti sento è il primo singolo ed è uno dei brani di punta dell’album che uscirà a breve”.
Elia Truschelli è nato a Verona il 20 settembre 1987. Sin da bambino si appassiona alla musica grazie alla famiglia e agli amici e ben presto sente l’esigenza di iniziare a studiare chitarra. Forma la sua prima band con la quale inizia a fare le prime esperienze live nei vari locali veronesi e in poco tempo crea diversi progetti musicali con i quali tuttora ha un intensa attività live che lo porta ad esibirsi in tutta Italia.
Nel 2012 inizia un percorso di studi all’accademia di musica moderna Lizard di Verona dove studia canto e scrittura. La sua vera espressione tutt’ora è nello scrivere e comporre.
La sua carriera di cantautore inizia nel 2017 quando pubblica il suo singolo d’esordio: “Buona prospettiva” per l’etichetta ThisPlay Music di Vicenza. Nel 2021, pubblica il suo EP contenente i 2 singoli “E invece” e “Gelato a mezzanotte”, altri 4 brani e una versione piano voce di “Buona prospettiva”.
Nel 2022 escono i singoli “Punto e a capo”, “Un’altra luna” e nel 2023 il singolo “Fortuna”. Nel 2024 Elia Truschelli pubblicherà il suo nuovo album anticipato dai singoli “La casa del tempo” e “Ti sento”.
Damien Rice, Glen Hansard, Paolo Nutini, The Lumineers, Cesare Cremonini, Nicoló Fabi, Motta e Samuele Bersani sono i principali artisti di riferimento e di ispirazione per la sua musica. Quello che possiamo sentire oggi è frutto di una profonda introspezione che lo portano ad essere vero e genuino, descrivendo emozioni e sentimenti in poche parole, con una sottile ironia, a volte malinconica e nostalgica, caratteristica che lo accompagna nel suo modo semplice di vivere.