“Non so più” è il terzo singolo di Davide Di Natale, disponibile in tutti i digital store dal 6 luglio. Si tratta di un brano introspettivo e intimo con il quale il cantautore indaga l’animo umano.
“Non so più” è la storia di un ragazzo alla ricerca di un amore ormai finito, ma in questa folle corsa riesce a ritrovare se stesso. Davide Di Natale si è messo in gioco con un pezzo dal testo particolarmente intimo, ma dalla melodia frizzante e particolare. Si inizia in modo delicato per poi esplodere di energia coinvolgendo l’ascoltatore.
“Nel mio nuovo singolo racconto la storia di un ragazzo che non è più stato in grado di spiegare a qualcuno cosa significa fare l’amore con un’altra persona. “Non so più” racconta attraverso semplici parole ciò che il ragazzo ha perso con la fine di un amore. Un qualcosa che non riesce a ricreare con nessun altro.
Arrivando alla conclusione che parlando con se stesso ha capito che bisogna prima di tutto imparare a fare l’amore con se stessi e poi con gli altri“, così Davide descrive il proprio brano.
Davide Di Natale è un giovane cantautore di Milano che canta e scrive da quando ha dieci anni. Il suo modo di approcciarsi a questa stupenda arte diventa più professionale grazie alla scuola civica di musica con la quale studia canto per cinque anni.
Nel 2021 partecipa al Cantagiro arrivando in finale e l’anno seguendo partecipa anche ai casting di Amici.
Il 19 maggio 2022 pubblica il suo primo singolo “Baia” e solo qualche mese più tardi esce anche “Che ne sai”.
Davide mette in musica i pensieri e la vita di un adolescente dai primi amori al desiderio di far sentire la propria voce. Il 6 luglio 2023 torna con il suo terzo singolo “Non so più” che rispetto ai precedenti ha un sound più maturo e professionale.
Esce venerdì 14 luglio 2023 in distribuzione Universal Music Italia il nuovo singolo del progetto Smeralda, alter ego della ventiduenne Ginevra Enrica Smeralda Rescigno, dal titolo “Girasole“. Il brano segue il singolo di debutto pubblicato a marzo, “Diva” e parla, essenzialmente, di narcisismo e di egoismo. Il girasole è un fiore che è sempre stato associato alla positività e all’allegria, proprio per la sua associazione al sole. Tuttavia, non si è mai considerato che, guardando sempre al sole, non tiene mai conto dell’ombra alle sue spalle. Questo è diventato il paragone perfetto per tutte quelle situazioni in cui ci si confronta con persone che, senza considerare la sofferenza altrui, perseguono capricciosamente quello che il proprio ego vuole. È un brano catartico, che serve a realizzare quanto queste persone portino tossicità nella vita degli altri, danneggiando infine loro stesse.
E noi per conoscerla meglio abbiamo deciso di fare un salto a casa sua.
In casa mia ci sono tantissimi oggetti a me molto cari, ma ho cercato di trovarne 5 particolarmente importanti.
Come primo oggetto, abbiamo il libro “Harry Potter e la pietra filosofale”. Sono un’assidua lettrice, mi aiuta a rilassarmi e a staccare la testa dal caos quotidiano. La saga di Harry Potter mi è particolarmente cara, è stata parte della mia infanzia e della mia adolescenza. Non scherzo quando dico di aver letto ogni libro almeno 4 volte e di sapere i film a memoria. Sono e sarò sempre una fiera Corvonero.
Il “secondo oggetto”, in realtà due oggetti associati, la corona d’alloro e il tocco, riguardano il mio percorso di studi. Mi sono laureata l’anno scorso in “Comunicazione media e pubblicità” in IULM e sto attualmente proseguendo gli studi con la magistrale. Riuscire a concludere un percorso come questo, complicato ulteriormente dalla DAD, mi rende fiera di me e mi ricorda che impegnandomi al massimo, posso raggiungere ogni obiettivo.
Per terzo oggetto ci sono i miei gomitoli, di lana e cotone. Passo buona parte del mio tempo libero a fare l’uncinetto. È un’attività che mi aiuta a tranquillizzarmi, in quanto è ripetitiva e non richiede un eccessivo sforzo mentale. Buona parte delle serate le passò davanti ad una serie tv con uncinetto e gomitolo in mano. Credo ormai che un terzo del mio armadio sia fatto di abiti che ho sferruzzato io.
Il quarto oggetto è un led con su scritto “DIVA” in viola. Il mio primo singolo si chiama proprio Diva e il colore associato ad esso è, indovina indovina, proprio il viola. Ero in giro col mio ragazzo quando lo abbiamo visto, ci ha fatto talmente ridere che non potevo non portarlo a casa. Rappresenta comunque l’uscita del primo brano, che è stato per me un primo grande passo nella mia carriera musicale.
L’ultimo oggetto che vi presento è un murales che ho dipinto in camera di mia mamma. Non sono una grande disegnatrice, però mi sono divertita molto a farlo. Il senso di libertà che mi trasmette è impagabile: mi ricorda che anche nei momenti più bui, la vita, in fondo, è sempre bella.
Torna il progetto di FVLLN (dalle ceneri di “Fallen Noise“) con un nuovo singolo atipicamente estivo dal titolo “Difetto“, fuori su tutte le piattaforme digitali da venerdì 28 luglio 2023. Un nuovo e intimo capitolo per il giovane produttore che si muove tra trap ed hyperpop, militando nella scena romana underground.
Una costante fuga da sé stessi, un demone che ci lega al passato e alle esperienze; inciampare, cadere, farci forza, per poi rialzarci e ricominciare a correre. Queste sono le parole chiave che vanno a descrivere “difetto”, una canzone che parla di diversità, smarrimento e voglia di riscattarsi in un mondo difficile e imperfetto. Dopo un viaggio avuto in estate, con una persona a cui sono molto legato, ho deciso di rendere vere ed esistenti tutte queste sensazioni, attraverso sonorità trap moderne/sperimentali e un testo inspirato alla figura e alle esperienze avute con questa persona, che, senza volerlo, ha cambiato per sempre il mio modo di vedere il mondo.
Era il 2017 quando approdò sulle piattaforme musicali un duo alternative trap metal (Twins Garden Sedated) costituito da una coppia di adolescenti intenzionati alla sperimentazione in generi non molto seguiti in Italia, soprattutto nell’ambito dell’avanguardia elettronica new age. Il progetto durò il tempo di quello che era il legame sentimentale che legava i due ragazzi, pubblicando singoli decorati da un estetica horror underground, arrivando fino alle selezioni del Lazio Sound 2019.
Al termine di quella che sembrava essere la svolta del progetto il duo si è andato perdendosi, lasciando così colui che si occupava del lato tecnico della produzione dei pezzi solo, non di certo però demoralizzato all’idea di poter ancora sperimentare nuova musica. Nello stesso 2019, infatti, sboccia una nuova entità nell’underground romano, sotto il nuovo nome di Fallen Noise. Il nome del giovane produttore trap/ hyperpop / alternative electronic nacque da una parallela collaborazione in un collettivo emergente (Neuro Noise), personalizzandone “l’etichetta” con il termine Fallen, già dando quella che sarà l’impronta emo che caratterizzerà sempre più il variegato dei vari singoli pubblicati nell‘arco di 4 anni di musica solista.
Nel 2021 si fonde poi anche con un nuovo duo (Midnight Soul) rivelando un lato più progressive metal, senza però mai completamente distaccarsi dalle influenze trap metal e sperimentali. Dedicandosi dunque ai due progetti (nel duo con tre singoli e un videoclip e da solista con un EP, anch’esso con una prima videoclip, di inediti che approfondiscono al massimo la sua evoluzione emo trap e hyperpop) ha tirato fuori già molto di quello che potrebbe essere il suo sempre maggiore potenziale, dalle atmosfere ai testi evocate nei suoi brani, ma certo ancora ben poco rispetto a ciò che può ancora dare.
Fuori il video ufficiale di “Surfing the light”, il nuovo singolo di Alis Vibe. La cantautrice trasforma la sua musica in immagini lasciandosi andare alla sperimentazione. Nel video di “Surfing the Light” vengono mostrate la nascita di una farfalla, le lucciole nel bosco tutti elementi che rappresentano il processo della nascita della vita e della luce. Tutti elementi che rafforzano il concetto dietro il brano: libertà, libertà di essere noi stessi e di onorare questo dono glorioso.
Il video di “Surfing the Light” vuole trasportarci in un viaggio senza spazio e senza tempo. Un viaggio per stimolare la nostra infinita creatività e regalarci un momento di libertà ed emancipazione. “Surfing the Light” ci fa sentire padroni delle nostre scelte, scelte che se guidate da profonde e autentiche intenzioni, possono contribuire a rendere questo viaggio straordinario.
Alis Vibe è energia positiva, determinazione e buona musica.
Fin da piccola mostra una forte passione per la musica folk, soul e blues, ma il suo cuore batte a ritmo di musica pop, genere con il quale inizia il suo viaggio di sperimentazione musicale.
Negli anni ha l’opportunità di viaggiare in tutto il mondo, avvicinandosi sempre di più alla musica anglofona e, nel febbraio 2023, raggiunge il suo obiettivo di trasferirsi a Nashville, Tennessee.
Da quando è bambina scrive testi in inglese, aprendo così un canale che le permette di rivolgersi a un pubblico internazionale e di diffondere il suo messaggio universale attraverso la musica.
Nel 2021 pubblica il suo primo singolo “Welcome Home” e il 24 settembre dello stesso anno esce “Shake This World”, una canzone nata per supportare tutti coloro che vogliono trovare il coraggio e la forza di esprimersi liberamente e di rompere le catene del condizionamento.
Nel 2023 Alis Vibe torna dopo un viaggio di crescita emotiva e spirituale con il brano “Surfing The Light”.
PALAZZO DEL LAVORO è il singolo di debutto di BAAB, in uscita il 30 giugno per Stellare. Un progetto, quello del nuovo duo torinese, che si svela con un brano-manifesto capace di richiamare a sé prospettive interdisciplinari, che avvicinano la produzione musicale all’architettura, la ricerca sonora al design, alla danza contemporanea e alla fotografia. Il singolo anticipa l’album in uscita in autunno.
BAAB è un duo collaborativo nato nel 2020 dall’incontro tra Filippo Cornaglia, batterista, percussionista e compositore e autore di musica per immagini, stabilmente in studio e dal vivo con Niccolò Fabi, Andrea Laszlo De Simone e Bianco, e Andrea De Carlo, produttore, musicista e sound artist, fondatore di Lab10, studio di registrazione e laboratorio creativo con sede a Torino. La loro ricerca è caratterizzata da un approccio interdisciplinare e da un interesse verso il suono inteso non solo come fenomeno fisico ma anche come contenitore di significato. Dopo alcune collaborazioni (Innesto Lab, DAS Bologna, Paola Zorzi), attualmente BAAB è al lavoro con la compagnia di danza contemporanea BTT (Balletto teatro di Torino) per la realizzazione di uno spettacolo che debutterà nella primavera del 2024.
Siamo stati a curiosare dalle loro parti, ecco cosa ci hanno mostrato.
Minilogue
Il progetto BAAB affonda le sue radici nel minimalismo. Concetto che abbiamo deciso di applicare non solo nella scrittura, ma anche nella scelta dei suoni. Abbiamo deciso di scrivere tutto un disco con un solo synth perché l’idea di metterci dei limiti ci aiuta ad esplorare tutte le possibilità. Il limite diventa possibilità e rende tutto il lavoro coerente.
Batteria preparata
Adoriamo i suoni organici ed acustici. Nell’ottica minimalista abbiamo deciso di usare un piccolo set di batteria estendendolo il più possibile appoggiando sopra oggetti di uso quotidiano. In questo modo abbiamo la possibilità di personalizzare i suoni rendendoli unici ed imprevedibili. La combinazione degli oggetti rende il set sempre differente pur essendo composto da pochissimi pezzi.
Palazzo del lavoro
Questa è una foto realizzata da Ivana Noto e raffigura il famoso palazzo torinese. Appena iniziati a scrivere i primi brani abbiamo notato, nelle strutture, un’affinità con il mondo dell’architettura. Per questo motivo abbiamo deciso di associare ad ogni brano un opera architettonica. È interessante notare come la musica riesca a creare dei luoghi delle atmosfere emotive dentro cui chi ascolta si muove esattamente come dentro un edificio.
Bottiglia di Corona
Pochi giorni prima del lockdown un amico passando in studio ci regala una bottiglia di Corona. Per noi è stato l’oggetto scaramantico che ha accompagnato le sessioni in cui è nato il progetto BAAB. Proprio durante quella pausa dalla vita abbiamo avuto il tempo per sperimentare e immaginare nuova musica insieme. Chissà magari prima o poi festeggeremo aprendo quella bottiglia.
Bicicletta
Abbiamo la fortuna di abitare entrambi vicino a Lab10, il nostro studio, che al momento si trova nel quartiere di San Salvario a Torino. La bicicletta è il mezzo di trasposto che utilizziamo più frequentemente per gli spostamenti, non solo per il tragitto casa-studio, ma anche quando alla fine di una giornata decidiamo di andare a vedere un concerto nei locali del centro.
Twenty Something è il nuovo singolo dei Six Impossible Things che anticipa l’uscita dell’EP The Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living, in arrivo a settembre. La canzone, scritta dal chitarrista e cantante Lorenzo Di Girolamo, è stata intesa come una lettera d’addio ai propri vent’anni, ora che l’artista si accinge a entrare nel decennio successivo della propria vita. Abbiamo voluto ripercorrere con lui gli ultimi dieci anni della sua vita chiedendogli di dirci tre che cose che rimpiange di aver fatto nei suoi Twenties e tre cose che rimpiangerà appena conclusi i Twenties.
Le tre cose che rimpiango dei miei Twenties
1. Il fatto di essermi enormemente concentrato sul punto di arrivo, piuttosto che godermi il percorso. Sembra che porsi degli obiettivi sia parte integrante dell’essere membro della moderna società occidentale. Penso che, consapevoli o meno, tutti siamo un po’ condizionati da questa cosa. Io in particolare sento di aver dedicato del gran tempo a pensare a dove sarei voluto arrivare, piuttosto che sedermi comodo e assaporare il viaggio.
2. La mia irruenza, l’affrontare ogni cosa come se fosse l’ultima. Da un lato mi ha permesso di godermi di più alcuni momenti, dall’altro mi ha fatto perdere un sacco di tempo e di energie. Sono una persona molto ansiosa e non sono molto bravo a controllare le mie reazioni: questa cosa a tratti ha influito negativamente sulle persone che ho attorno e, di riflesso, anche su me stesso. Ho capito che il grosso delle cose che ci capitano non sono questioni di vita o di morte, e perderci la testa non ne vale la pena, perché guardandole in prospettiva tra qualche anno non ti sembreranno più i macigni che ti sembravano quando le stavi affrontando.
3. L’ultima è sicuramente il fatto di non aver provato a rischiare di più. Non sono mai abbastanza i freni che ti togli. Ogni volta che qualcosa ti passa per la testa cerca di farla, soprattutto se hai 20 anni.
Le tre cose che mi mancheranno dei miei Twenties.
1. Sono sempre stato un grande appassionato di pallacanestro, e so che con il passare degli anni sarà difficile continuare a giocare, soprattutto a livello agonistico. Il basket mi ha accompagnato fin da quando frequentavo le scuole medie e il pensiero di arrivare a un momento in cui non potrò più giocare in una squadra perché i limiti fisici iniziano a farsi sentire mi rende triste. Il lato positivo è che nessuno ti può impedire di andare a fare due tiri al campetto di fianco a casa, quindi potrò continuare a coltivare questa buona abitudine.
2. La parte più bella dei tuoi twenties dal mio punto di vista è quella di scoprire cose nuove. In questi dieci anni per me si è trattato di iniziare l’università, cambiare una manciata di lavori diversi, suonare per la prima volta con band che stavano fuori dalla mia cerchia di amici e dalla mia provincia. Queste e tante altre cose in questi anni sono state per me avvolte da un’aura romantica e dal fascino della prima volta. Quel tipo di sensazione so che probabilmente non potrò viverla più, se si parla di queste cose in particolare.
3. Mi gioco quest’ultimo punto dicendo che la prima sensazione che ho provato quando ho letto questa domanda è stata di paura. La verità è che non voglio che le cose belle che ho fatto a vent’anni mi mancheranno entrando nei trenta, semplicemente perché non voglio smettere di farle.
“Cose che non dici mai” è il terzo singolo di Medal, disponibile su tutti i digital store dal 14 luglio. Un brano intimo e sensuale, come una dichiarazione mai detta o espressa sottovoce. La sensualità delle parole vengono richiamate da un sound urban abilmente mescolato a melodie indie pop. “Cose che non dici mai” è un brano che riesce a tenere alta l’attenzione del pubblico. Un’ulteriore conferma delle capacità di Medal di creare un sound difficilmente definibile con un genere solo.
Per conoscerlo meglio, abbiamo chiesto quali fossero le sue 5 cose preferite.
La musica
Sicuramente una delle cose che amo di più, alla quale dedico gran parte delle mie giornate è la musica, fin da quando ero un bambino piccolo e timido. Dall’ascolto dei principali cantautori italiani di mia madre durante le pulizie di casa, alle boyband degli anni ’90, fino al punk, il grunge e il cross over.
L’acquisto delle cassette e poi dei cd ai mercati locali, negli anni 2000, poi le scuole di musica, le band, i tour, registrazioni, tutte le persone con la mia stessa passione conosciute in giro per l’Italia. Mi piace molto parlare di musica (a volte sono anche logorroico) e saperne sempre di più di questo lavoro, dalla parte tecnica a quella di organizzazione.
Ascoltarla, leggere i testi, leggere le storie degli artisti, farsi trasportare, isolarsi nei racconti in musica di ognuno di loro credo sia qualcosa di magico e unico. Penso essa sia davvero salvifica, perché cura, fa compagnia, consola, fa sognare, unisce, aiuta ognuno di noi in modo diverso. Dà l’energia e l’adrenalina di cui a volte abbiamo bisogno, altre invece ci tranquillizza e rasserena.
E’ forse anche per questo che ho cominciato a scrivere e cantare, non solo per le ragioni sopra, ma anche perché la musica ti dà quella libertà di esprimerti e sentirti a tuo agio, nel tuo mondo, anche raccontando i tuoi momenti peggiori.
Non solo può salvare altre persone, ma credo fermamente che possa essere un mezzo d’aiuto per gli altri esseri viventi, animali e rifugi in difficoltà e che non vengono supportati da nessuna istituzione, se non da amanti degli animali e volontari.
Come diceva Nietzsche alla fine “La vita senza musica sarebbe un errore”.
Gli animali
Gli animali rappresentano una delle meraviglie di questo pianeta e penso che le loro vite siano fortemente legate alle nostre. Molti sono convinti di dover insegnare loro sempre qualcosa e invece credo sia proprio il contrario.
Ogni giorno ci insegnano qualcosa, ci ricordano le cose importanti della vita e di quanto peso inutile diamo a tante situazioni e cose, che non lo meritano. A quanto, a differenza loro, le persone tendano ad essere sempre più opportuniste e superficiali, pensando a quanto sia più importante comprare l’ultimo smartphone o gli occhiali di marca, invece di sfamare o salvare una vita con pochi euro.
Nella foto alcuni dei miei coinquilini salvati dalla strada (chi buttato via perché non più “utile” e chi abbandonato in scatoloni in superstrada da piccolo perché “in eccesso”).
Le due sorelle bianche in alto (Akira a sx e Yuki a dx), Leone l’ultimo arrivato (in basso), poi a sinistra la tartaruga Spartaco e una dei 3 gatti in alto a destra (GG). All’appello mancano Zoellino (fratello di GG) e Bobba (l’anziana gatta nera della casa, con i suoi 12 anni di indifferenza verso il genere umano), perché al piano di sopra a rinfrescarsi.
Mi hanno fatto capire che gli animali vanno rispettati, amati e trattati al nostro pari.
Ci danno tutto senza pretendere niente, non conoscono l’invidia e il rancore, hanno un animo e un cuore puro, si accontentano di un tozzo di pane, un posto per ripararsi dal freddo e il nostro affetto.
È bello vedere come vivere con un animale abbia cambiato la vita di diverse persone e il loro modo di vederla, comprenderla e viverla, il legame incredibile che si crea con lo stesso che diventa parte della famiglia. Anche per questi motivi, oltre che per le innumerevoli torture e violenze gratuite fatte loro, sono sempre più convinto che il futuro debba obbligatoriamente essere diretto verso un’alimentazione, cultura e industrializzazione almeno vegetariana.
Il mare e la Calabria
Per quanti problemi ormai noti possa avere la mia terra, e per quanto si possa vivere e viaggiare in qualsiasi posto meraviglioso di questo pianeta, credo che nessun luogo sia come casa. Sono molto legato ai posti in cui sono cresciuto, non solo da piccolo durante l’infanzia, ma anche da adolescente, dopo aver preso la patente per girare in lungo e in largo ogni posto della mia regione.
Il luogo in cui sono racchiusi tutti i ricordi, dalle scuole ai primi concerti, la buona cucina (suggerisco quella vegetariana nonostante si parli sempre di ‘nduja e insaccati pensando alla Calabria). I prodotti come olive, peperoncini, pomodori secchi, melanzane sottolio, formaggi e tanti altri, non sono da meno.
La Calabria è un luogo dove si avverte subito il calore umano e anche quello fisico (quest’ultimo soprattutto durante i mesi estivi!). Ha un fascino e una bellezza unici a mio parere. Io sono cresciuto in una località di mare quindi, come ogni persona che cresce davanti al mare, credo sia quasi impossibile vedersi vivere in città super urbanizzate e senza una spiaggia, senza poter vedere l’orizzonte sul mare. E’ una bellezza naturale immensa.
Il mare e le pinete, durante tutto l’anno, danno sensazioni particolari. L’idea di essere così piccoli rispetto all’immensità che ci sta là fuori. La serenità del suono delle onde e il fresco degli alberi intrisi di salsedine, non hanno prezzo (anche d’inverno).
Questa regione rappresenta inoltre il posto in cui ci sono i miei affetti e quelli sono insostituibili. Gli anziani e la loro saggezza, i loro consigli, i ricordi della guerra e della povertà totale di un tempo, sono una fonte di ricchezza.
Vedere come cambiano col tempo i luoghi e le strutture, ricordandole come si presentavano un tempo, mi lega ancora di più alle mie radici e mi sento un privilegiato a vivere ancora qui, soprattutto vedendo quanti amici col tempo hanno dovuto abbandonare questa terra.
Inoltre è un posto in cui si lavora per vivere, anche se il lavoro è poco, e non il contrario. Dove si può vivere con poco ed essere felici dei prodotti del proprio sudore e della propria terra.
Mondo nerd (Serie tv, Anime, Board games)
Mi piace la creatività e la fantasia che permettono di far nascere stati d’animo, storie, personaggi, caratteri. Per questo credo di essere un appassionato di Serie tv (ne divoro tonnellate), Anime e da qualche anno anche di giochi da tavolo.
Ho rischiato il ricovero per Il Trono di Spade, Dexter e Dark, ma potrei nominarne centinaia. La mia lista ha già una 20ina di serie arretrate da vedere, salvate in lista solo settimana scorsa!
Come Anime amo Attack on Titan, Tokyo Ghoul, Death Note, Inuyasha e tanti altri.
Invece per quanto riguarda i giochi da tavolo, spesso in passato mi sono ritrovato a passare serate piovose con amici, con qualcuno di questi che ci hanno fatto passare un po’ di ore in maniera goliardica. Poi col tempo credo di avere esagerato addentrandomi sempre di più in questo mondo. I miei preferiti sono i party games: veloci, semplici, dove è la compagnia a fare la differenza, magari tra qualche calice di vino o degli amari.
Ormai è diventata praticamente una collezione che devo capire dove mettere in casa. Proprio ieri ne ho comprati altri due (credo sia shopping compulsivo a questo punto!).
Inoltre mi piacciono molto gli eventi di ritrovo degli appassionati, come i Comics, Comicon, etc., dove praticamente c’è tutto questo mondo in un unico posto, inclusi i cosplayers, anche se non mi reputo un vero e proprio nerd.
Il calcio
Sono cresciuto a pane e calcio, partite e giochi di calcio di ogni tipo che guardavo alla tv con mio padre. Passavo ore ed ore ad un gioco al PC chiamato Football Manager, che crea dipendenza. Credo di averci passato davvero migliaia di ore, appuntando tutto su quadernini e foglietti.
Una volta a settimana, se riesco, provo a giocare a calcetto con amici, anche se sono una pippa, e sono sempre pronto ad una serata Fifa con pizza e birre (quando libero).
Da piccolo quasi ogni giorno si cercava di organizzare partite sull’asfalto della cooperativa in cui sono cresciuto o nei campi di terra battuta polverosi e ondulati vicino casa. Bastava dare un calcio ad un pallone e non si pensava ad altro, spariva tutto il resto, tornando a casa realizzati e felici.
Non sono mai stato bravo in campo, ma sono sempre stato affascinato dalle strategie utilizzate dai mister, le filosofie di gioco e il calciomercato. Gli stadi pieni e i pre-partita con l’entusiasmo dei tifosi pronti ad incitare la propria squadra. Grandi e piccoli che si tramandano una tradizione e un amore per la squadra.
Come la musica, credo che anche il calcio sia un mezzo di unione e molto emozionante, anche se purtroppo spesso negli stadi tutto ciò viene vissuto spesso in maniera negativa, facendolo sembrare sempre meno un luogo adatto a bambini e famiglie.
Questo però è più un problema di gestione dei tifosi e di cultura degli stessi, di per sé è uno sport che spesso aiuta tanti bambini a sognare e ad essere tolti dalla strada, dove in alcuni casi gli stessi finirebbero altrimenti in situazioni e ambienti molto più pericolosi e poco raccomandabili.
Dopo l’anteprima su Sky TG24 è ora disponibile su YouTube il videoclip ufficiale di “Margherita e le stelle”, brano di Daniele Meneghin estratto dall’album “Gesto atletico”. A dieci anni dalla scomparsa di Margherita Hack, il cantautore veneto omaggia la nota astrofisica con un video che esplora il legame indissolubile tra la vita e il cielo stellato sopra di noi.
“Questo è un omaggio reverenziale a una persona che continuo ad ammirare anche dopo 10 anni dalla sua scomparsa (il 29 giugno sono trascorsi 10 anni esatti) dalla quale ho imparato tanto pur non conoscendola personalmente. È una persona intellettualmente affascinante, come Piero Angela.”
Testo e musica: Daniele Meneghin Produzione artistica e arrangiamenti: Paolo Iafelice Chitarre: Osvaldo Di Dio Basso: Andrea Viti Produzione Dameteca & Adesiva Discografica
Credit video Regia: Alessandro Cracolici Executive producer: Luca Sanini 3D artist e VFX: Daniel Cartosio, Daniele Sansone Storyboard: Anna Pojero Produced by: Kangaroo Studios
BIO:
Daniele Meneghin è nato a Conegliano il 16 gennaio 1977. Inizia lo studio del pianoforte in giovane età per poi dedicarsi alla chitarra. Coltiva la passione per la musica e decide di voler fare i dischi. Suona in alcune formazioni esplorando vari generi musicali, partecipando a festival e premi musicali per poi incidere il primo disco da solista nel 2003. Il disco si intitola “Prove d’autore”, ispirandosi all’usanza degli incisori che prima di decidere la colorazione finale della lastra fanno alcune prove e le firmano appunto come “prova d’autore”. Nel 2004 l’incontro con Gilberto Martellieri musicista che ha collaborato con nomi del calibro di Fabrizio De Andrè, Francesco De Gregori, Roberto Vecchioni, che arrangerà il secondo lavoro discografico intitolato “Bertoldo si confessa ridendo” 2009. Con questo disco inizia la collaborazione con Osvaldo Di Dio, noto chitarrista che suona con Franco Battiato, Eros Ramazzotti, Cristiano De Andrè. Di questo album vengono girati anche due video “Aamerica” e “Son qua”.
Nel 2014 entra di nuovo in studio e affiancato dalla stessa formazione di musicisti dà vita al terzo album “Il Prossimo”. In questo album viene dato molto spazio alla musica suonata con la presenza di percussioni, quartetto d’archi, fisarmoniche, contrabbasso, fiati. Viene realizzato anche il video della canzone “Ponti di legna” girato a Venezia. Viene realizzato anche il video di “Me gusta cuando callas” canzone presente nel disco come gost track. Omaggio al grande poeta Pablo Neruda.
Nel 2016 entra di nuovo in studio con Osvaldo Di Dio e realizza con il prezioso supporto di Paolo Iafelice il nuovo album “Animali, uomini & Occasioni”. A dicembre 2018 viene pubblicato il video “Mariposas”, la versione spagnola del brano “Farfalle”. Nel 2020 escono i singoli “Siamo uomo” e “Ti vedo perplesso”, che anticipano l’uscita del nuovo album “Gesto Atletico”. Nel 2021 esce il singolo “Probabilmente” il cui video ha effetti di realtà aumentata. Nel 2022 esce il quarto singolo dell’album dal titolo “Il tuo sorriso di mattina”.
Fuori da venerdì 21 luglio 2023 per Sputnik Music Group“Fase Di Transizione”, il nuovo singolo degli Allarme, duo marchigiano che con questo brano compie un nuovo passo verso l’uscita del suo primo disco. “Fase Di Transizione” è un brano complesso, frutto di una serie di sperimentazioni e influenze diverse; esso coniuga elementi dance, sonorità industrial e spunti elettronici, basando il tutto sulla natura rock degli Allarme che incontra il gusto per la dancefloor.
“Fase Di Transizione contiene un messaggio polivalente che abbraccia diverse tematiche riunendole in un unico concetto: la fase di transizione. Da un punto di vista generazionale esamina il limbo che si attraversa durante la nostra età, da un punto di vista sociale evidenzia le criticità che si pongono davanti a noi sotto l’aspetto economico-lavorativo. Il brano propone anche una riflessione concettuale che fa riferimento alla fisica, al continuo mutamento della materia utilizzato come metafora dei continui cambiamenti dell’essere umano.”
Gli Allarme sono un duo composto da Jacopo e Mateusz, amici da quasi due decadi. Provenienti dalle Marche, dalla provincia meccanica, scrivono musica per portare coscienza e morale al di là dei meccanismi. Sono stati attivi per diverso tempo sotto questo nome, producendo demo ed esibendosi dal vivo. Attualmente sono al lavoro su nuovi brani con Claudio, producer e mix engineer, che si occupa della produzione degli stessi. Da questa sinergia sono stati già rilasciati tre singoli, “Fuori Dal Tempo”, “Come Fosse L’Universo” e “Letargo”, usciti tra settembre 2022 e giugno 2023. Il nuovo singolo, “Fase Di Transizione”, esce il 21 luglio 2023 in collaborazione con Sputnik Music Group, secondo di una serie di singoli che anticipa il primo disco del duo.
É in uscita per LGR – Lost Generation Records venerdì 14 luglio 2023 “lamette“, la reinterpretazione de lanobile dell’iconica canzone di Rettore, intrisa di sfumature elettroniche ed emo-trap, un pezzo generazionale il cui testo assume nuovi significati: “Certo, ho un po’ peccato, ma che goduria / mi gioco tutto con candore e furia” è il grido di dolore e di rabbia di chi vuole vivere la vita a pieni polmoni, non sempre riuscendoci.
Testo di Rettore Musica di Claudio Rego Produzione Creativa – Rebtheprod Mix & Mastering – Roberto Proietti Cignitti (Container Audio Room) Art Direction & Styling – Marzia Cipolla Fotografie – Beatrice Salomone Produzione Esecutiva – Matteo Gagliardi per LGR – Lost Generation Records Distribuzione – Believe
BIOGRAFIA:
lanobile è una cantautrice romana classe 1997 che racconta la realtà che la circonda con una scrittura intima, sonorità dreamy ed un immaginario aesthetic.