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Comunicato stampa

“Le mie cose” è il nuovo singolo di Manlio Maresca

É in uscita venerdì 9 dicembre 2022 “Le mie cose“, il nuovo singolo di Manlio Maresca, fuori su tutte le piattaforme digitali.  Un nuovo capitolo e primo assaggio di un disco in uscita per Record Y per il refrattario ed eclettico chitarrista classe 1977, oggi di stanza a Berlino. Maresca ha fatto dell’estetica del rumore e la poetica dell’errore due componenti fondamentali della sua musica, dando vita a varie esperienze sonore internazionali tra cui quella dei Neo e degli Andymusic
 

La fornicazione elettroarmoarmonica, la successione infeconda di pavimentazioni ritmiche sdrucciolevoli, una carriera che inizia dalla strada, ma non quella di giorno, quella di notte. Momenti di delirio che diventano musica.
 



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https://open.spotify.com/album/7CX98yf7gHWvRnEHho2RYP?si=fTr3YJLxSdmMjHBuAInCZA

Produced by Manlio Maresca
Mixed & Mastered by Frank Martino
Cover Art by LSKA
Executive Producer: Frank Martino
Label: Record Y

BIO:
 

Manlio Maresca, classe 1977, fonda nel 2001 i Neo e successivamente gli Squartet, con i quali si esibisce in tutta Europa. Nel 2010 intraprende un tour negli Stati Uniti, insieme ai “Neo”, durante il quale registra Neoclassico, nell’Electrical Audio Studio con il sound engineer Steve Albini (Shellac, Pixies, Nirvana, The Ex) a Chicago. Nel 2006 collabora con Steve Piccolo e dal 2008 al 2015 con Joe Lally. Nel 2012 fonda il trio Andymusic, che esordisce accompagnando il poeta, attore e scrittore Remo Remotti. Con Andymusic, nel 2016, si esibisce al Torino Jazz Festival Fringe, al Fano Jazz by the Sea e ad Urbino Jazz Festival. Nel 2013 entra a far parte dell’Orchestra Operaia di Massimo Nunzi, collaborando a fianco di ospiti del calibro di Gabriele CoenFabrizio BossoJavier GirottoNiccolò FabiPaolo FresuGreg Hutchinson, e suonando sul palco del Primo Maggio. Nel 2016, sempre insieme all’Orchestra Operaia, registra il disco omonimo, uscito il 30 marzo per la collana “Jazz Italiano Live”, in collaborazione con la Casa del Jazz di Roma, edizioni l’Espresso. Sempre per la stessa raccolta registra l’album tributo ai Nirvana con il gruppo Giovani Leoni composto da Francesco Diodati, Fulvio Sigurtà, Beppe Scardino, Enrico Bracco, Gabriele Evangelista e Federico Scettri. Nel 2016 suona con il contrabbassista Ameen Saleem, leader del progetto The Groove Lab.

L’esaltazione dell’errore è all’origine dell’ultimo album di Manlio Maresca. Un elogio di raffinate scorrettezze musicali dal titolo Hardcore chamber music, uscito ad ottobre 2016 per l’etichetta Auand. Nel 2017 si trasferisce a Berlino ed inizia a collaborare con musicisti attivi sia nel panorama del Jazz berlinese sia in ambito di musica contemporanea come Ugo AlunniIgor SpallatiEldar Tsalikov. Nel 2019 entra a far parte dei CONTORTIONS del sassofonista newyorkese James Chance con il quale partecipa a svariati tour in Europa. Sempre nel 2019 esce per AuandNoisy  Games, con Daniele Tittarelli, Francesco Lento, Ivan Liuzzo e Matteo Bortone.

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Internazionale

Cosa c’è nella camera di Milo Scaglioni

Esce venerdì 9 dicembre 2022 per Another Music Recordings “Locked in a circle“, il nuovo singolo del songwriter Milo Scaglioni: un nuovo capitolo che ci accompagnerà alla pubblicazione del suo secondo album in uscita questa primavera, a sei anni di distanza dal precedente disco di debutto “Simple Present“.

Locked in a circle” è un brano che, pur mantenendo l’inevitabile matrice britannica che già conoscevamo, in parte abbandona l’oscurità e la nostalgia psichedelica in cui ci aveva fatto condotto Milo Scaglioni, concedendoci qui un nuovo loop musicale che esplora sentimenti quali lo smarrimento di fronte all’amore, e la paura di perderlo, e descrive la gabbia quotidiana in cui ci rinchiudiamo, lasciandoci con un messaggio tuttavia positivo: “out of the circle/ made your escape/make it better every day”. Questo brano è la prefazione del nuovo (secondo) romanzo di formazione musicale firmato dal menestrello che ama la psichedelia (come lo ha definito XL Repubblica nel 2017): “Port Nuveau, questo il titolo del nuovo album in uscita all’inizio della primavera del 2023 per l’etichetta parigina Another Music Recordings

Mentre Simple Present si ispira alla psichedelia dei tardi anni 60 e al cantautorato di autori come Elliott Smith e Nick Drake, la sua seconda raccolta di canzoni in inglese,Port Nuveau, spazia in una direzione più ecclettica, abbracciando mondi sonori che partono dall’intimismo di una canzone come “Sketches in the sand” e arrivano all’urlo di un pezzo come electric shush, passando attraverso brani dalla psichedelia alla velvet undrerground, per poi virare verso un Richard Ashcroft del primo periodo solista e ripartendo per un viaggio in treno dalla Francia all’Olanda, nella storia di un amore da nouvelle vague raccontata in from “Paris to Amsterdam“. 

Noi non abbiamo resistito, e gli abbiamo chiesto di fare un giro a casa sua. Abbiamo capito un paio di cose sul suo passato da vegano, dei suoi gusti letterari e molto altro.

Il primo oggetto forse ha scarso potere evocativo, ma è diventato fondamentale quando un anno fa ho provato, con successo discreto ma non impeccabile,  ad adottare una dieta consapevole e vegana. Si tratta di un comunissimo sminuzzatore elettrico, ma mi ha reso la vita molto più facile e saporita. Cucinare è per me un piacere (senza esagerate ambizioni), ma è anche una necessità se uno non vuol vivere di sola insalata. Attraverso questo signore sono passate centinaia di cipolle, carote, avocadi, legumi vari e verdure a foglia larga sbollentate. E’ velocissimo, non fa domande e non si stanca mai di lavorare.

Il secondo oggetto è questa piccola casetta di legno in stile boscaiolo canadese. Mi è stata regalata da un’amica per il mio compleanno e mi piace molto immaginare che dentro ci vivano Babbo Natale, Rudolph e qualche elfetta avvenente e lasciva.  Mi immagino Rudolph con il suo naso rosso, seduto su una poltrona a dondolo con la coperta sulle gambe, di fronte al fuoco intento a leggere i fratelli Karamazov mentre Babbo Natale si da alla pazza gioia con le sue amiche Elfe nella camera accanto. In realtà si tratta si un bruciatore d’incenso.

Anche il terzo oggetto è un regalo fattomi per il mio compleanno. E’ un piccolo pulmino della Volkswagen  in miniatura. Niente di speciale se non che è la replica esatta del pulmino che mi portava, insieme ai miei compagni di squadra, a giocare a calcio in freddissimi pomeriggi d’inverno prima che abbandonassi per sempre il calcio (ero giovanissimo e ci tengo a precisare che il mondo non perse alcun fenomeno). Mi ricordo che il nostro autista aveva spesso addosso il discreto profumo della grappa e che una volta andammo dritti, a tutta velocità, attraverso uno stop, senza sapere se arrivavano macchine. Su questo furgone ho imparato a vivere pericolosamente.

Il quarto oggetto è questo quadro. Si tratta del ritratto di un cane ed è stato appeso al muro della mia cameretta di bambino e adolescente da quando sono nato. Ho deciso di portarlo a casa mia perché gli sono affezionato. E’ uno dei cani più tristi che ho mai visto e mi chiedo se trovarmelo di fronte ogni giorno al risveglio non abbia avuto un effetto sulla mia psiche di bambino e adolescente. La verità è che ogni volta che lo vedo avrei voglia di abbracciarlo e di dirgli che va tutto bene, che la vita è molte cose e che le avversità che incontriamo spesso ci guidano in posti dove non saremmo mai arrivati in una tiepida e solare mattina di maggio.

Dulcis in fundo, il mio primo basso. Il mio primo strumento. Il mio primo amore. E’ un ibanez roadster (non roadstAr) del 1980. Apparteneva al salumiere da cui si serviva la mia famiglia che lo vendette a mio fratello più grande. Nel giro di non troppo tempo finì per essere dimenticato in un armadio. Quando a 15 anni iniziai a suonare lo feci grazie a questo strumento, che all’inizio rubavo di nascosto e che poi mio fratello mi prestò per tre anni, fino a quando me lo regalò per il mio diciottesimo compleanno (grande regalo). Quando a 19 anni mi trasferii in Inghilterra il basso venne con me. A un certo punto lo prestai ad un amico, che finì col tenerlo in casa per 10 anni.

 Subito prima della pandemia andai a londra a fare festa e rimasi a dormire da questo amico. Tornati a casa dopo una notte di bagordi, lo rividi con la coda dell’occhio in un angolo del salotto e non ci potevo credere. Dimenticato due volte è oggi il mio strumento preferito. Quando si dice essere perseveranti.

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Pop

Cosa c’è nella camera di Elisabetta Arpellino

Lo scorso 9 dicembre è uscito Senza Fondo, il nuovo singolo della cantautrice astigiana Elisabetta Arpellino. L’artista è attiva sulla scena musicale dal 2019 e con questo brano ci accompagna nel suo mondo interiore parlandoci delle sue fragilità e delle sue insicurezze. Un nuovo capitolo musicale che segue L’Amore Cos’è e che anticipa l’uscita del suo secondo EP che vedrà la luce l’anno prossimo.

Per l’occasione abbiamo cercato di conoscerla meglio facendo un giro a casa sua. Ecco gli oggetti che ci ha mostrato Elisabetta:

Il primo oggetto è la bacheca dove appendo i biglietti dei concerti a cui sono stata. È un oggetto prezioso perché mi ricorda attimi unici che ho vissuto; c’è una storia per ogni biglietto appreso, ci sono lacrime, sorrisi e rinascite.

Il secondo oggetto, che in realtà sono più di uno, sono i quaderni dove sono racchiusi tutti i miei pensieri, le mie poesie e le mie canzoni. Sul quarto quaderno a partire da destra (quello con la copertina verde scuro) c’è la pagina da cui è nata “Senza Fondo”.

Il terzo oggetto è un libro “L’arte di essere fragili” di Alessandro D’Avenia. I libri sono continua fonte di ispirazione, amo farmi trasportare in nuovi luoghi dalle parole. Ho scelto questo, primo perché è uno dei libri che mi ha lasciato qualcosa dentro trasformandomi, e secondo per il titolo, perché credo che la vera bellezza stia proprio nelle nostre fragilità.

Il quarto oggetto è il cofanetto “Il Padrone della festa – live” dell’omonimo tour di Fabi Gazzè e Silvestri, credo di averlo consumato a forza di guardarlo e ascoltarlo. Vorrei giustificarmi dicendo che l’usura del suddetto oggetto è dovuta alla scrittura della mia tesi sulla scuola romana, ma sarebbe una bugia. Penso di averlo consumato perché mi ricorda quale è la giusta direzione.

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“Orocolante” è il nuovo singolo de Limbrunire

É in uscita venerdì 16 dicembre 2022 per Visory Records “Orocolante“, il nuovo singolo de Limbrunire. Un nuovo capitolo che si aggiunge al progetto solista di Francesco Petacco, in arte Limbrunire, cantautore ligure già noto alla scena indipendente che torna con un brano: un primo assaggio di un nuovo disco in uscita e finalista al Circonomia Green Music Contest e vincitore del Premio Speciale Radio Alba

Orocolante” è dunque un brano dolce amaro di chi continua a cantare su una nave che tuttavia sta affondando, cullati da un tappeto elettronico dove è possibile nascondere tutta la polvere di un mondo che stiamo calpestando: una consapevolezza oscura mascherata da un singolo sfacciatamente pop. 
 


Orocolante è l’allarme che scatta in piena notte, il gelato sciolto, la cena scaduta che comunque mangi perché non ha nient’altro in casa.

Orocolante riguarda me, tu, noi, l’essere umano e il mondo animale e quello che verrà, chissà!

Orocolante non ha la presunzione di sentenziare, bensì di narrare i fatti per quello che sono, per come si palesano; con chiarezza disarmante sotto i nostri occhi.

Orocolante non è musica leggerissima.

Orocolante potrebbe far muovere il corpo.

Orocolante è l’orchestra che suona sulle basi midi”.

Orocolante non dura due minuti e 58 secondi.

Pubblicato e distribuito da Visory Records
Prodotto e scritto da Limbrunire
Masterizzato ai Media Wave Studio (MS) da Mirko Mangano
Foto promo di Beatrice Angelini (Via Lactea)
Coordinamento Chiara Galeotti
Installazione floreale di Agatea Floral Design
Outfit di Benilove 
House Cheese tape Studio (MS)
Ringraziamento speciale ad Andrea Rovai

BIO:

Limbrunire (Francesco Petacco) nasce a Sarzana (La Spezia).

Produttore e autore, vince nella categoria band il Premio Lunezia Nuove Proposte 2009 con il brano La Giostra. Con il gruppo rock-pop Trenet produce un Ep. e un album Non Vestiamoci, ed è finalista al Premio Inedito 2015 nella categoria testi. Nel 2016 vince il Premio Autore Controcorrente Pino Daniele e nel 2018 pubblica La Spensieratezza il suo primo album solista edito da A Buzz Supreme e distribuito da The Orchard, promosso in club, festival, piazze e showcase; verrà estratto il singolo Ho-Oponopono accompagnato da un videoclip diretto da Daniele Barraco (Zucchero, De Gregori ecc.) con anteprima su Billboard Italia e inserimento nella playlist Scuola Indie di Spotify.

Durante Il Tenco Ascolta in apertura a Lo Stato Sociale riceve il Premio Energia e Musica per la capacità di miscelare testi dal forte richiamo storico letterale alla musica elettronica. Successivamente è tra i finalisti del contest indetto da Edizioni Curci/L’Autore il mestiere della musica. Nel 2019 viene inserito da iMusician Digital nello loro Top5 Artist mondiale al fianco di Bollani, Low ecc ecc. Nel 2020 pubblica Kalpa, un Ep. strumentale che promuoverà con un installazione interattiva all’interno di bagni, ascensori, lungo corridoi e punti di passaggio in alcune città italiane.

Nel 2021 presenta Io, tu e le piramidi, il suo primo romanzo edito da Nulla Die Edizioni che promuoverà in diverse librerie indipendenti e caffè letterari; sempre nello stesso anno rientra tra i finalisti del primo concorso nazionale sulla tematica ambientale (Circonomia/Green Music Contest) aggiudicandosi per l’occasione il Premio Speciale Radio Alba.

Successivamente pubblica Un’ora d’aria per Stage One Music con distribuzione The Orchard su tutti i digital store e piattaforme streaming; brano accompagnato da un videoclip uscito in anteprima su SkyTG24. È di recente invece la pubblicazione della cover Summer on a solitary beach in omaggio a Franco Battiato; nel frattempo presenta Marinella Pastorale, un cortometraggio (montaggio e soundtrack ambientato/post rock) con riprese originali in super8 sulla vita bucolica e contadina di una borgata di mare al confine tra la Liguria e la Toscana, e Downburst una perfomance di percussioni, natura e danza aerea sul tema del movimento e del cambiamento climatico in atto.

OROCOLANTE, brano finalista al Circonomia Green Music Contest e vincitore del Premio Speciale Radio Alba uscirà per Visory Records al quale seguirà un altro singolo e un successivo Ep.
 

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“Festa” feat. Luca Urbani è il nuovo singolo di Castelli

Esce venerdì 9 dicembre 2022 “Festa” (per Bordello a Parigi Records) il nuovo singolo di Castelli, il progetto solista di Stefano Castelli. Un nuovo capitolo e primo assaggio di un album di prossima uscita: una discoteca oscura ai confini del mondo fa da sfondo a parole magnetiche cantate da Castelli e Luca Urbani, che raccontano la lontananza e l’impossibilità di riabbracciarsi. Un brano dedicato a chi ama ballare anche se su note tristi e fare tardi anche in inverno. 

Il video diretto dalla videomaker Stefania Carbonara è un viaggio che rivisita gli anni 20 del 1900 e li porta verso il futuro, in una danza ipnotica. 
 

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Autore: Stefano Castelli
Produzione: Luca Urbani
Sound engineer: Davide Secondelli @Frequenze Studio
Mix e Master: Matteo Agosti

BIO:

Castelli è il progetto solista di Stefano Castelli, già cantante della band post punk milanese Clone Culture (Cold Transmission, DE) e con un passato più o meno recente in varie band in cui ha esplorato principalmente generi synth pop e punk (Nerd follia, the Phonograph, Nails and castles). Castelli suona synth pop e new wave d’ispirazione anni ’80 con richiami al più classico cantautorato. Castelli scrive e suona tutto da solo, aiutato nella produzione da Luca Urbani (Soerba, Garbo, Fluon) che è da considerarsi parte stabile del progetto anche per la parte live e dal chitarrista Claudio Chiodi.

Nel corso del 2021 Castelli ha rilasciato il suo primo EP contenente 3 singoli: “1984“, cantato in coppia con il pioniere della new wave italiana Garbo, “Paneuropea” remixato in seguito da A copy for collapse e Luca Urbani e “Chiusi” il cui video è stato in premiere sul sito post-punk.com. I singoli sono stati inseriti in varie playlist e suonati in vari radio show internazionali e l’EP è stato citato da Ondarock tra i dischi dell’anno.

Nel tra il 2021 e il 2022 Castelli ha prodotto nuovo materiale sempre in coppia con Luca Urbani e ha iniziato una nuova collaborazione con l’etichetta di Amsterdam Bordello a Parigi. L’uscita del primo singolo Festa” è prevista per il 9 dicembre, mentre la release dell’album è prevista per primavera 2023 (vinile e digital).

Castelli con i suoi progetti, ha avuto il piacere di condividere il palco con: Molly Nilsson, Metronomy, She Past Away, Kap Bambino, CJ Ramone, 2Many Djs, Shitdisco, Architecture in Helsinki, Porches, The GO! Team, Giuda, Planet Funk, Etienne de Crécy, Il Teatro degli Orrori, Ministri, Motel Connection e altri ancora e ha partecipato a due edizioni del Miami Festival.
 

Instagram: @castelli_84
FB: https://www.facebook.com/castelli84

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“Madness in Heaven” è il nuovo EP di Cristiano Pucci

Cristiano Pucci, songwriter toscano ma di stanza a Londra, ha costruito singolo dopo singolo la propria maturità artistica. Ora è il turno di “Madness In Heaven”, il nuovo ep.

L’artista toscano, imbevuto di atmosfere anglosassoni e di uno stile molto glam ma anche molto personale, raccoglie cinque canzoni che raccontano di uno sbocciare ormai sempre più innegabile e impetuoso. 

La sua “pazzia in paradiso” si condensa intorno a canzoni sempre meglio costruite e interpretate in un ep che sa attraversare emozioni e atmosfere diverse, giocando con ambiguità e chiaroscuri, ma lasciando sempre spazio alle luci improvvise proiettate dal talento di Cristiano Pucci.

“Oltre che psichedelico, eclettico e Glam Rock, sono un artista a 360°: mi piace scrivere, suonare, fare i video e un giorno magari anche teatro. Per qualche anno mi sono fermato ma tutto è riiniziato a Londra, città piena di stimoli che mi ha dato molto a livello musicale. La mia comunicazione con l’etichetta in Italia è costante, quindi continuo a fare la spola tra diverse realtà musicali”.

“Oltre che psichedelico, eclettico e Glam Rock, sono un artista a 360°: mi piace scrivere, suonare, fare i video e un giorno magari anche teatro. Per qualche anno mi sono fermato ma tutto è riiniziato a Londra, città piena di stimoli che mi ha dato molto a livello musicale. La mia comunicazione con l’etichetta in Italia è costante, quindi continuo a fare la spola tra diverse realtà musicali”. 

Un inizio da cantautore old-school, ispirato da un sound britannico ma da un’anima italiana. Questo dualismo ha portato CRISTIANO PUCCI a trasferirsi a Londra dove, nel 2011, ha iniziato la sua personale ricerca artistica, collaborando con band come M. STATE PROJECT e contemporaneamente componendo i suoi primi brani da solista. Dal 2020 fa parte di La Rue Music Records in Italia grazie al secondo album solista SEX & LOVE (2019). È un artista poliedrico che è riuscito a mescolare bene l’ispirazione della produzione dello Studio Tana del Bianconiglio in Italia con le nuove influenze Glam Rock a Londra. Dal 2021 collabora con la sua band nella produzione di live ispirati ad artisti come Marc Bolan & T.Rex, Hendrix, Nirvana, Muse, Beatles e Queen. 

Recentemente ha pubblicato il video del nuovo singolo, WILD BLOOM, che ha subito catturato l’attenzione del pubblico e della stampa. Successivamente, una reinterpretazione molto personale del classico di John Lennon, WORKING CLASS HERO e a pochi mesi dall’uscita del suo ultimo singolo ALL THE POWER OF DESIRE ha già in cantiere suo prossimo progetto IN GLAM. 

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“Il Sirio” è il nuovo singolo del progetto Terrøir, fuori per Ohimeme

Esce ven. 9 dicembre 2022 per Ohimeme (http://www.ohimeme.com) e in distribuzione Artist First, “Il Sirio“, il nuovo singolo del progetto Terrøir dopo il fortunato incontro con Luca Grossi (Ohimeme / Flat Scenario Studio / Ave Quasàr). Terrøir è una nuova anima di Davide Canepa, cantautore conosciuto con il nome Mosto. “Il Sirio”, già disponibile in download esclusivo sul sito di Ohimeme,è una totale reinterpretazione di un brano popolare che affonda le sue radici nel tragico naufragio dell’omonimo mercantile, carico di emigranti italiani, che era salpato alla volta del Sud America nell’agosto del 1906. Un affondamento che vide la morte in mare di oltre 200 persone, molte delle quali provenienti dalle zone delle Quattro Province.
 

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La prima volta che ho letto  il testo di questa canzone, la mia mente è subito andata ad un racconto estremamente e drammaticamente simile che avevo da poco letto nel libro “La Frontiera” di Alessandro Leogrande, che raccontava di un analogo naufragio avvenuto pochi anni fa al largo di Tripoli. Lì ho capito che scavare davvero nelle nostre radici poteva insegnarci, senza retorica, qualcosa sul nostro presente e sul nostro futuro”.
 

Due anime e due parti: la prima, più cantata, vuole dare spazio alle parole cariche di emozione e di drammaticità, la seconda, tramuta quelle sensazioni in una parte strumentale che ha l’ambizione di creare un “viaggio consapevole”, che vuole portare le persone a “ballare insieme alla proprie radici e ai propri antenati”.

Volto del progetto è una maschera ispirata a quelle della tradizione popolare contadina (dai Mamuthones sardi alle maschere cornute di Aliano). Grazie a questa, il dj e cantante può trasfigurare e rappresentare, come si faceva nelle antiche feste contadine, un’entità terza che personifica le grandi paure e le grandi emozioni che abbiamo in comune con i nostri antenati: l’amore, la morte, la speranza della pioggia, la paura del buio o delle bestie feroci.

Il progetto Terrøir nasce durante la pandemia del 2020 da Davide Canepa, già conosciuto come Mosto, cantautore dei colli piemontesi che racconta storie di vita e vite. Dopo anni di studio della cultura del vino e delle tradizioni dei suoi colli piemontesi, incontra finalmente da vicino la musica tradizionale delle Quattro Province, un territorio fatto di valli e colline a cavallo tra le province di Alessandria, Pavia, Piacenza e Genova, che proprio grazie alla sua morfologia e alla sua posizione geografica, così centrale ma anche così periferica, ha saputo conservare la sua tradizione di musiche popolari. Musiche tenute in vita e riscoperte grazie soprattutto al duo Valla-Scurati, capofila di un movimento che oggi porta i ragazzi di quelle valli a ritrovarsi nelle piazze dando vita a canti spontanei e a studiare i due strumenti chiave del genere: la fisarmonica e il piffero.

Canzoni vecchie di oltre 150 anni, ma che ci raccontano di storie di vita contadina estremamente attuali, grazie alla semplicità universale dei loro testi. Terrøir prende quei testi e li riarrangia in versione elettronica, mixandoli con le sonorità che vanno dell’elettronica alla french house, dalla IDM alla techno. L’idea parte dell’intuizione che la musica popolare nasce per far ballare le persone in piazza, cantando testi semplici e spesso ripetitivi: lo stesso obiettivo della musica elettronica, che ha sostituito fisarmoniche e pifferi con synth e batterie elettroniche e le piazze dei paesi con i dancefloor dei club.

Arriva così l’incontro con Luca Grossi (Ohimeme / Flat Scenario Studio / Ave Quasàr) con cui inizia uno scambio creativo che porta ad evolvere le produzioni musicali del progetto e definire un sound sempre più preciso.

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Elettronica Intervista

The 24 Project e Tigri, insieme per il loro “Impero Del Male” – ce lo raccontano!

Reduce dalla pubblicazione del suo EP di debutto “Chapters“, torna il produttore Rodolfo Liverani, in arte The 24 Project, con un nuovo singolo in uscita venerdì 9 dicembre 2022 (in distribuzione Believe Digital) dal titolo “Impero del male“.  Primo assaggio di una serie featuring di prossima uscita, questo nuovo brano vede la stretta collaborazione con Tigri, cantautore di stanza a Milano che ha esordito un anno fa con l’album “Serenata Indiana“, declinando le varie definizioni dell’amore. 

Impero del Male è invece una canzone sul conflitto tra l’essere felici e avere paura di essere felici, tra cercare la salvezza negli altri ed il rifiuto di aprirsi al mondo. Il risveglio dell’eroe che ci aiuterà ad accettare noi stessi ed il prossimo è cadenzato da un ritmo trip hop spezzettato, voci post-blues distorte ed epicità orchestrale.

Li abbiamo incontrati per far loro qualche domanda.

  • Com’è avvenuto il vostro primo incontro? E qual è stato il terreno comune che poi vi ha portato a collaborare per questo nuovo singolo? 

The 24 Project: Ci siamo conosciuti per la prima volta alla “festa di compleanno” di Studio Cemento, realtà con cui collaboriamo entrambi. Credo che avessimo voglia di sperimentare cose nuove e quindi l’idea di collaborare è venuta in maniera abbastanza naturale.

TIGRI: esatto, diciamo che ci siamo conosciuti in un ambiente già fertile. Io avevo ascoltato le produzioni di The 24 Project e mi erano piaciute molto, anche perché amo la musica elettronica e da tempo pensavo a lavorare con qualcuno che fosse forte in quell’area. A quel punto ci siamo detti: “perché non unire le forze?”

The 24 Project
  • Per entrambi è una sorta di ritorno dopo un disco di debutto. State intanto lavorando a qualcosa di nuovo anche da solisti? Cosa potete anticiparci dei vostri rispettivi percorsi musicali? 

The 24 Project: Per quanto mi riguarda sto lavorando ad altre collaborazioni che vedranno la luce prossimamente. Come solista continuo a produrre brani ma al momento sono più che altro delle idee che mi sto appuntando.

TIGRI: Anche io sono al lavoro su musica nuova che probabilmente vedrà la luce nel 2023. l’esperienza su Impero del male devo dire mi ha dato molto, perché è stata una bella prova cimentarsi con un altro artista con le sue idee e con un modo di scrivere ed arrangiare diverso dal mio. Ne sto facendo tesoro per il futuro.

  • Quali sono le difficoltà dell’avere un progetto musicale in un momento storico dove si vive di numeri, playlist e follower? Siete attenti a questi aspetti oppure vivete in modo completamente distaccato ciò che fate? 

The 24 Project: Credo che la difficoltà principale sia proprio quella che se non ti omologhi allo standard rischi che il tuo brano non venga considerato all’interno delle playlist. Quando produco musica non faccio questi ragionamenti perchè altrimenti mi sentirei un po’ in gabbia. Chiaramente una volta che il brano viene pubblicato presto la giusta attenzione anche a questi aspetti.

TIGRI: Non è una risposta semplice. Da una parte tutti gli artisti come noi quando esce un pezzo speriamo che “funzioni” in termini di posizionamenti, numeri, riconoscimenti “esterni”, e se accade che queste cose si realizzino è evidente che siamo contenti. Come The 24 Project però penso che le forzature non abbiano spazio in questo contesto: se il tuo obiettivo è davvero fare solo numeri devi essere credibile con quel modo di pensare, ed idem se il tuo obiettivo è invece fare musica che ti piace, che ti ispira.

  • Siete riusciti a conciliare anche le vostre influenze ed esperienze musicali diverse? Quali sono le cose che vi piacciono l’uno dell’altro? 

The 24 Project: Partendo dal fatto che non ci siamo imposti nulla di specifico nel momento in cui abbiamo iniziato a collaborare, credo che alla fine il brano che abbiamo prodotto sia proprio la fusione dei nostri gusti musicali. Sicuramente tra le cose che mi hanno spinto a lavorare con Tigri c’è proprio questa sua forte identità artistica e questa sua voglia di sperimentare cose nuove che ha fatto sì che quello che abbiamo prodotto fosse qualcosa di caratteristico e originale.

Tigri

TIGRI: Sicuramente siamo entrambi due belle “spugne” che sanno assorbire mondi musicali diversi con apertura mentale, il che – lo dico in una piccola parentesi di vanagloria – non è sempre semplicissimo. Come dice The 24 Project, siamo partiti letteralmente da un foglio bianco senza nessuna idea specifica. Ed è stato tutto naturale, nel senso che siamo partiti con un loop di chitarra, poi un suono, poi un altro e così via. The 24 Project ha poi le capacità di beatmaker che piacciono a me: arrangiamenti variegati e suoni sempre a fuoco, ma un suo stile e sound. Mettere assieme le due teste è stato super.

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“Impero del male” è il nuovo singolo di The 24 Project feat. Tigri

Reduce dalla pubblicazione del suo EP di debutto “Chapters“, torna il produttore Rodolfo Liverani, in arte The 24 Project, con un nuovo singolo in uscita venerdì 9 dicembre 2022 (in distribuzione Believe Digital) dal titolo “Impero del male“.  Primo assaggio di una serie featuring di prossima uscita, questo nuovo brano vede la stretta collaborazione con Tigri, cantautore di stanza a Milano che ha esordito un anno fa con l’album “Serenata Indiana“, declinando le varie definizioni dell’amore. 

Impero del Male è invece una canzone sul conflitto tra l’essere felici e avere paura di essere felici, tra cercare la salvezza negli altri ed il rifiuto di aprirsi al mondo. Il risveglio dell’eroe che ci aiuterà ad accettare noi stessi ed il prossimo è cadenzato da un ritmo trip hop spezzettato, voci post-blues distorte ed epicità orchestrale.
 

Sotto la montagna
Si cela un eroe




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BIO THE 24 PROJECT: 

Rodolfo Liverani è The 24 Project. 

Inizia a suonare il pianoforte fin da bambino ma successivamente si avvicina alla musica elettronica, sviluppando una passione per i sintetizzatori e i campionatori. Si laurea in Pop Keyboards (tastiere elettroniche) al Conservatorio A. Boito di Parma e nel frattempo inizia a suonare come tastierista in numerosi progetti musicali. Le sue influenze musicali vanno dall’hip-hop al soul ma ritrova se stesso nei suoni elettronici. Esordisce nell’estate del 2022 con il disco “Chapters“, raccolta di tutti i singoli precedentemente pubblicati. 

https://www.instagram.com/the24project_music/



BIO TIGRI: 

TIGRI è il progetto musicale di Giacomo Baroni, nato a Novara nel 1990.

A 10 anni comincia a suonare la chitarra elettrica, a 17 anni pubblica il suo primo EP in inglese con la band heavy metal Saintsinner, a 20 passa alla scrittura in italiano con la band Vena e pubblica due EP a cavallo fra l’alternative rock e l’elettronica: Cosa Resta in Me e Brucia Amore Brucia. A 23 anni invece si trasferisce a Roma per studiare musica e, tramite frequenti viaggi accademici in Scozia, approfondisce le tecniche di songwriting. Dopo l’esperienza romana si trasferisce a Milano dove attualmente vive e lavora. Tra il 2019 e il 2020 raccoglie i ricordi di una decade e li registra nel suo primo album, Serenata Indiana, distribuito da The Orchard

https://www.instagram.com/tigrimusica/

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Comunicato stampa

“Retrò” è il nuovo EP di Flora

Fuori da venerdì 9 dicembre per Disordine Dischi Retrò il nuovo EP di FLORA. Al doppio singolo pubblicato a settembre, costituito dalle tracce Delicatamente e Non Sento Niente, si aggiungono gli altri due brani che chiudono il cerchio: Carillon Continuerai. Il progetto propone un’estetica ispirata al sound elettropop di artisti come Men i Trust, Soko, Mac de Marco insieme a testi malinconici di chi guarda al passato attraverso un mood un po’ nichilista.
 

“Carillon: Quando ero piccola scoprii di avere in casa un carillon che riproduceva ‘La Vie En Rose’. Ricordo che ne rimasi molto affascinata. Era un carillon di quelli semplici, a manovella che dovevano essere ben posizionati su una superficie per poter risuonare. Poi viaggiando, ho scoperto che carillon come questi, venivano spesso venduti nei negozi di souvenir.
La cosa mi piacque molto, quindi iniziai a regalarli alle persone a cui volevo bene quando tornavo da un viaggio. 

Continuerai è una dedica a chi se ne è andato ma non se ne è andato.
La casa è piena di cose che non è mai venuto a riprendersi: oggetti, vestiti, dischi, abitudini, paure, pensieri, convinzioni… Un’eredità nella quale continui inevitabilmente ad inciampare.”

Scopri il disco su Spotify: https://spoti.fi/3Bl9L4a


Registrato tra casa e “Le nuvole studio”, Cardito(NA)
Prodotto da Massimo de Vita(Blindur) e Luca Stefanelli
Mix&Master: Luca Stefanelli presso Le Nuvole Studio
Hanno suonato:
Jonathan Maurano: batteria
Massimo de Vita: percussioni
Luca Stefanelli: basso
FLORA: voce, chitarra, synth e tastiere
Materiale fotografico: Maddalena Mone
 




BIO:


FLORA nasce in una stanza in affitto nel cuore di Napoli: stanza in perenne stato di confortevole disordine, spettatrice di vite che scorrono e costanti sperimentazioni su synth, drum machine, large reverb, voci, colori, fogli bianchi, cose varie. Diplomata in pianoforte classico al Conservatorio di Napoli “S. Pietro a Majella” si avvicina parallelamente al canto e all’elettronica. A gennaio 2022 registra il primo EP Retrò prodotto da Massimo “Blindur” de Vita e Stefanelli e il 30 settembre esce il primo doppio singolo con Disordine Dischi. La sua attività live si è svolta tra Premio Bertoli, Meeting Del Mare, Festival Spaziale, aprendo artisti come Francesco Di Bella, Nu Genea, Tre Allegri Ragazzi Morti.

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