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Comunicato stampa

“Ciao Freud” è il disco di debutto dei Rosso Marte

Già anticipato dai singoli “Godi e persevera” e “Abbandonati alle cose“, esce la sera di sabato 22 ottobre 2022, il primo disco dei Rosso Marte, un EP dal titolo “Ciao Freud“. Il titolo descrive in maniera ironica il distacco dalla psicanalisi classica, perdendosi nei meandri del subconscio umano, vissuto con un viaggio sonoro che prende di petto l’ignoto, affrontandolo e uscendone a testa alta nella maniera più autentica e genuina possibile. “Ciao Freud” contiene cinque inediti registrati a fine marzo dello stesso anno presso il Crinale Lab, uno studio/laboratorio immerso nella natura romagnola che rispecchia l’anima analogica di questo primo lavoro. Luogo fortemente voluto dal duo romano, per l’approccio, l’etica e la gestione, al di fuori del caos cittadino, dove il processo creativo si evolve naturalmente scandito dall’alba e dal tramonto, dai pranzi e dalle cene in comunità con la squadra del crinale, dove si crea subito un’atmosfera familiare. 

Il primo lavoro dei Rosso Marte suona in questa maniera, con amplificatori degli anni sessanta, reverberi a molla e percussioni fatte di catene e lamiere. Registrato quasi tutto in presa diretta, lontanissimi dallo spirito dell’home-recording che oggi è così popolare. Il sound però si colloca nei nostri tempi: effettistica moderna, fuzz taglienti, batteria asciutta e potente aprono le porte a un viaggio introspettivo, un pugno allo stomaco, un turbinio di sana disperazione romantica. 

Le tracce di “Ciao Freud” sono state scelte tra circa 10 composizioni che la band ha messo su dal primo lockdown del 2020 fino alla fine del 2021. Musicalmente distanti tra loro, con influenze dal Folk al Blues, dallo Stoner al Grunge. Oltre ad essere state scelte come canzoni meglio rappresentative del gruppo romano, i brani hanno un filo conduttore nei testi, che esprimono in gran parte il concetto di lasciarsi andare, di accettare la vita, affrontando però i propri conflitti interiori in maniera attiva, con grinta, per agire e cambiare le cose.  Un rituale per esorcizzare il torpore moderno che non ci appartiene più, per riprenderci il nostro tempo, fuori dai cliché propinati dai media e dalle multinazionali che ci vedono come numeri e consumatori, allontanandoci sempre più dall’essere umani.
 

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Testo e Musica di Claudio Marte e Luca Stoppino. Voce, Chitarre, Cori: Claudio Marte
Batteria, Percussioni: Luca Stoppino

Registrato presso il Crinale Lab a Ravenna, Ripese e Missaggio di Ivano Giovedì.
Supporto tecnico: Don Antonio Gramentieri, Piero Perelli.
Passaggio su nastro presso L’Amor Mio Non Muore da Roberto Villa.
Master presso Yes Master Studios di Nashville, Tennesse da Jim DeMain.


BIO:

Rosso Marte nascono dall’unione di Claudio Marte e Luca Stoppino, chitarrista/cantante il primo, dietro alla batteria il secondo. Il duo romano, formatosi nel 2019, crea una band Alternative Rock. Si innamorano subito del sound minimale, diretto e travolgente che lascia il segno, accantonando così l’iniziale ricerca di altri musicisti. La loro sperimentazione si muove tra blues, stoner, folk, psychedelic rock, cantautorato e la canzone romana, guadagnandosi l’appellativo di “strano incontro tra Gabriella Ferri e i Queens of the Stone Age”.  Nel 2021 i Rosso Marte cominciano a suonare dal vivo, esprimendo al meglio la loro vera natura. Anticipato da due singoli: “Godi e Persevera” e “Abbandonati Alle Cose”, il 22 ottobre 2022 esce “Ciao Freud”, il loro primo lavoro in studio, un EP di cinque brani.

https://www.instagram.com/rosso_marte/

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Elettronica

Cosa c’è nella camera di Anna Soares

Esce venerdì 21 ottobre 2022 per Lost Generation Records “Dionysus”, il nuovo (secondo) album di Anna Soares

Qui, la cantautrice e producer snocciola un discorso già iniziato lo scorso anno con “Sacred Erotic” muovendosi in direzioni più spirituali e mature, creando delle preghiere in musica per la sua divinità oscillando tra sensualità e alterazione dei sensi, mostruosità e moniti evolutivi. L’elemento sperimentale, sempre presente nell’elettronica di matrice future garage, va ad incontrarsi con un cantautorato che non dimentica di strizzare l’occhio a melodie e vocalità pop. I nove brani di “Dionysus” vanno quindi a creare un percorso spirituale verso il basso, toccando i luoghi più oscuri dell’esplorazione di sé.

Noi siamo stati a casa sua, ed ecco cosa ci ha mostrato.

1. Le mie pietre 

Sono il punto di connessione con la mia sfera spirituale: attraverso di esse medito, mi porteggo energeticamente, portandole con me o indossandole dentro i vestiti, e ognuna di esse è stata trovata per delle ragioni e pensata per darmi un certo tipo di energie. 

2. Corde

Anche chi non mi conosce sa che il BDSM fa parte della mia vita in maniera costante, ma non tutt3 sanno che recentemente ho anche iniziato a fare pratica di bondage come rigger (ruolo di chi lega). Per cui mi sono armata di corde, e il fatto di averne in casa mi riempie di gioia! (oltre che consentirmi di allenarmi sulla mia coinquilina che pazientemente mi fa da cavia)

3. Strumenti musicali 

Banalità? Forse. Ma avere in casa qualcosa sul quale poter suonare in ogni momento è per me fonte di gioia e di entusiasmo. Dal mio piccolo home studio al piano pesato, passando per la mia consolle da DJ. Ogni strumento mi dà una vibe diversa e mi connette con un diverso lato di me. Sfaccettature sonore. 

4. I post-it del cuore 

Sono un piccolo linguaggio in codice tra me e la mia coinquilina, qualcosa che utilizziamo quando ci muoviamo “in differita” alternativo ai soliti messaggi tramite smartphone, o quando vogliamo supportarci, dirci qualcosa che resti, che vogliamo che l’altra “senta” oltre che legga. Piccole tracce d’affetto, in poche parole. Che tenerelle, vero? 

5. La mia (disordinatissima) collezione di lingerie hot!

Ogni minimalista ha il suo guilty pleasure, quella cosa alla quale non riesce a rinunciare perchè rappresenta una rappresentazione importante del suo modo di essere. Ecco, per me la lingerie ha esattamente questo ruolo. Mi ha aiutata nel mio percorso di perdita peso ad accettarmi, a farmi riconquistare il mio sentirmi donna, a guardarm con occhi carichi di entusiasmo e seduzione. Ad oggi, non ho la più pallida idea di quanti pezzi io possegga, chissà che un giorno non li conti 🙂

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Pop

Cosa c’è nella camera di Maëlys

STOCCOLMA è il nuovo singolo di MAËLYS, disponibile da domani 5 ottobre. Il brano apre il sodalizio con Futura Dischi, che continua così a esplorare tutti gli angoli della nuova musica italiana per comporre costellazioni di talenti destinate a brillare a lungo. Il progetto di Maëlys, moniker di Marilisa Scagliola, nasce nel 2017 con forti influenze esterofile che portano a un riuscitissimo debutto in inglese nel 2018 con il debut album Mélange: si aprono le porte di festival come  L’Acqua in Testa Music Festival, il Balcony Tv Fest al Monk di Roma, il Medimex, il Siren Festival, il Panoramica Festival in apertura a Joan Thiele, il Chiù Festival prima di Noga Erez, il Locus Festival come opening di Ghemon.

Stoccolma, così come tutti i nuovi brani del mio progetto attuale (spoiler), sono stati scritti a Bergamo, in una città che non è la mia ma che lo è diventata, tra due case e un trasloco. Probabilmente è proprio questo che mi ha portato ad indagare nella parte più profonda di me: cercare un rifugio e far diventare quel posto casa mia.

Qui sono stata ritratta da un mio caro amico nel bagno di quella che è stata la prima casa in cui ho vissuto quando mi sono trasferita. Ogni tanto mi rifugiavo lì dentro, quando ancora non avevo nessuno strumento lì con me a casa, e cantavo seduta per terra sfruttando la giusta acustica della stanza. Sì, so che sto barando: non è la mia camera adesso e né la mia casa, però ha fatto parte del percorso che mi ha portato a scrivere Stoccolma. 

Queste foto sono l’unica cosa che ho riportato esattamente nella sua forma originale così da come erano a casa vecchia a come sono ora: ordine, spago, nastro adesivo. Foto tutte storte e penzolanti di persone che mi hanno fatto diventare quella che sono oggi e che porto con me ovunque io sia, anche a 900 km di distanza da casa.

Il senso di Stoccolma parte proprio da qui: quando hai vent’anni tu un po’ lo sai chi sei e “sei la somma delle persone che frequenti di più”. Non è facile però capire se la strada che stai seguendo è la strada che fa davvero per te.

Questo angolo di camera mia è il mio preferito perchè è quello che più mi rappresenta: mille libri che ancora non ho letto (alcuni sì, dai) ma che continuo a comprare perché credo fortemente nelle storie altrui, un fico in ceramica che mi ricorda la mia terra regalatomi da una delle mie più care amiche, un promemoria gigante con scritto “Posmotrim” che in russo vuol dire “vedremo” e che è il mio monito personale per ricordarmi di vivere più serena, senza dover per forza avere il controllo su tutto.

E Stoccolma un po’ parla anche di questo: di quando un po’ ti crogioli nella tua condizione di incertezza per la strada che stai percorrendo e, seppur consapevole del fatto che si tratta di una gabbia, ami la tua gabbia come una vittima affetta da sindrome di Stoccolma fa col proprio carnefice.

Questo angolo imperfetto della mia mansarda racchiude tutti gli strumenti che tocco con la mia mano da autodidatta, timidamente, ma profondamente. Sulla mia tastiera uno dei mille quadernetti che ricopro di scritte, scarabocchi, accordi improvvisati e presi ad orecchio: mi piace buttare giù pensieri frammentari e poi ricomporli, mi piace cancellare e riscrivere tutto e lasciare segni neri ovunque. Scrivere sulle note dell’iPhone è certamente più ordinato, ma cancella silenziosamente tutto un vissuto e uno storico che fa parte di me e della mia scrittura.

Sì, sto barando anche con l’ultima foto perché non è la vista da camera mia, ma è la foto che più rappresenta Stoccolma. È l’alba della mia prima mattina di lavoro – un lavoro che non c’entra nulla con la musica: non avevo ancora scritto il pezzo ma non facevo altro che ripetermi “la mia direzione è forse altrove ma mi perdo dentro”.

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Comunicato stampa

“Un giorno” è il nuovo EP di Argo

Esce venerdì 21 ottobre 2022 “Un giorno”, il nuovo EP di Argo, al quale lavora dall’autunno del 2020.
 All’interno troviamo tre produzioni di Trem, due di Lomi, una co-produzione tra Argo e Trem, alcune chitarre di inarte.teo ed una strofa di Commi

Il progetto inizia con una frattura nitida rappresentata dal singolo già rilasciato lo scorso mese “Mi hanno detto che”, prodotto da Trem, proseguendo verso un percorso di analisi personale che sembra di percorre passo dopo passo insieme all’artista. La seconda traccia “Casino”, prodotta sempre da Trem, ci regala una fotografia dettagliata quanto caotica ed autocritica che tende ad ammorbidirsi con una finta spensieratezza presentata dal terzo brano con Commi, “Chiacchiere”, prodotto da Trem che ha lasciato il giusto spazio alle chitarre di inarte.teo. Da “Cinque di mattina”, la traccia numero quattro, prodotta da Lomi, iniziamo a sentire meno peso e più respiro, come nella traccia successiva che dà il titolo all’EP, giungendo in una dimensione molto più consapevole che istintiva. Il brano che chiude il disco è “Metà settembre”, il secondo singolo di Argo rilasciato il 30 settembre, co-prodotto con Trem. Con questa traccia finale sembra ci sia un’intenzione timida di presentare un’altro punto di rottura che potrebbe rappresentare un probabile progetto futuro.
 

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BIO:

Argo nasce nel 2016, l’anno in cui si trasferisce con i suoi genitori da Brescia a Roma, dove vive gran parte della sua famiglia. Cresce ascoltando tanta bella musica, prendendo molta ispirazione soprattutto dal primissimo rap italiano e da importanti cantautori come Rino GaetanoVasco Rossi. Nella città lombarda, oltre agli amici, saluta la sua innocente spensieratezza e i suoi ritmi rilassanti. Il caos e la frenesia della capitale travolgono un sedicenne abituato alla vita di provincia, che inizia ad impegnarsi sempre di più in qualcosa che ha sempre e solo visto come un passatempo senza impegno: la scrittura. Comincia un vero e proprio interesse nei confronti della scelta delle parole, iniziando ad esercitarsi nel freestyle e nella stesura di testi.

La sua passione si sposta dalle panchine dei parchi comunali ai palchi dei locali della periferia romana (Defrag, Spin Time, Ex Magazzini, Atlantico, ecc). Tra il 2019 e il 2020 pubblica un album di undici tracce (Cenere) e un EP di cinque (Caro Diario) distribuiti da Thaurus Publishing. Nel 2021 pubblica svariati singoli distribuiti da The Orchard, cercando di trovare la strada più giusta da percorrere. È presente in “Stanotte”, una traccia di Commi pubblicata nell’EP “Luci” del 2021 e scrive su una produzione di Moci il pezzo “Nudo”, pubblicato a giugno dello stesso anno. D’ora in poi si concentra sul suo rapporto collaborativo con Trem, smettendo di pubblicare nuovi brani per più di un anno per definire meglio la sua identità artistica.

Argo non riesce a svincolare i suoi testi dalla sua persona e dalle sue esperienze dirette e, in quanto membro attivo della famigerata “Gen-Z”, non riesce a fare a meno di vomitare nelle sue canzoni tutte le sue ansie, preoccupazioni e angosce dettate da una spaventosa quanto affascinante incertezza sul domani. Argo è un ragazzo normale che tocca i suoi tasti più dolenti in ogni verso, mostrando le sua fragilità come prova della sua forza. Scrive e canta i suoi testi perché è l’unico modo in cui riesce ad essere completamente sincero con sé stesso.
 

https://www.instagram.com/heyargo/
https://www.instagram.com/oh_bella_trem/

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Pop

Le 5 cose preferite di Tiamo

POESIA è il titolo del nuovo singolo di TIAMO, nome d’arte di Lucia Alli, cantautrice milanese. Una poesia che nasce e cresce in nome di una rinascita e di un messaggio positivo, che TIAMO vuole diffondere prima di tutto per se stessa e poi per chi avrà voglia di ascoltarla. Il brano, scritto e prodotto da TIAMO, GIORGIO GIARGIA e PLETTRO, è accompagnato da un video particolarmente scenografico, in cui la cantante è in primissimo piano, come in un’affermazione di personalità, decisa e incontrovertibile.

LA QUIETE DELLA NATURA

La natura ha sempre avuto su di me un effetto calmante. C’è qualcosa di estremamente viscerale che mi unisce a questo magico spettacolo che la nostra Terra ci regala ogni giorno. La quiete delle montagne poi, che si stagliano nel cielo con vette altissime, mi dona una serenità che raramente riesco a scovare in altre situazioni della vita. 

LA MIA ZOE

La mia Zoe è un incrocio tra un pastore belga e non si sa cos’altro. È la mia compagna da 12 anni. È tanto pelosa, furba, estremamente intelligente e dipendente dalle coccole. È stata la mia miglior confidente e parte della mia anima, a lei mi lega un rapporto inspiegabile.

IL VINO 

Precisamente il vino rosso. L’ho sempre trovato estremamente enigmatico, così difficile da assaporare ed impegnativo da conoscere. Eppure per il vino è così semplice avvicinare i cuori ed i pensieri di chiunque ci passi una serata assieme, o no?!

MANGIARE

La mia più grande passione: il cibo.
Mangiare è ciò che mi viene meglio fare.
Da sempre, come si evince dalla fotografia.

I WEEKEND FUORI PORTA

Ho sempre amato molto viaggiare ma sono anche una persona a cui non piace stare troppo tempo lontana dalle proprie radici. Inoltre non sempre si hanno le possibilità, in quanto a tempo e soldi, di viaggiare per lunghi periodi. I weekend fuori porta sono quella cosa che aspetti per diverse settimane, sono quel carburante che ti fa dimenticare la settimana lavorativa perché “venerdì si parte per una nuova avventura”. È così che affronto il mio anno lavorativo e i miei periodi più stressanti: scoprendo le meraviglie del mondo. 

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Internazionale

Le 5 cose preferite di Saimon Fedeli

Disponibile dal 12 ottobre su tutte le piattaforme digitali “Stanze vuote”, il secondo album di Saimon Fedeli. Il disco è stato anticipato dai singoli “Capita capita”, “Sola” e “Finisce così”. Fil rouge di tutto il lavoro è la solitudine e la verità, non a caso il primo brano si intitola “Verità”. Le Stanze Vuote di Saimon Fedeli, oggi al suo secondo album, ci raccontano di perdite e abbandoni. “Abbiamo avuto tutti quanti almeno una occasione”, ci svela il cantautore nella sua Verità. “E quasi sempre è stata una occasione non colta”.

Sono stanze dove ci scopriamo dolorosamente incapaci di amare ma così facilmente capaci di rinunciare. Quasi che in questo modo possiamo proteggerci dalla disillusione che certamente arriverà. “Ti ho ammirata tanto e condivisa poco. E solo nelle Favole si può pensare che sarebbe stato eterno a prescindere da te”.

Il disco rappresenta un po’ il percorso dell’artista attraverso una presa di coscienza di sé tra difetti ed errori. Saimon racconta sé, della difficoltà a buttarsi a pieno in una storia. Racconta delle persone attorno a sé che per orgoglio spesso rimangono sole. Racconta la solitudine, le disillusioni, ma alla fine si perdona.

Eppure. Eppure, si intravede una via. Forse non deve per forza essere sempre così. Forse si può scegliere diversamente. Visto da vicino nessuno è così strano, ma servono porte aperte e generosità. E Saimon sembra quasi perdonarsi, alla fine. In fondo capita. Capita che si finisce a terra. Capita che non si ha più un motivo. Ma poi ci si rialza. E forse proprio in quel momento ci si accorge che quelle stanze possono diventare, magia, Stanze Piene.

Non abbiamo saputo resistere e gli abbiamo chiesto quali fossero le sue 5 cose preferite.

Leggere il giornale. E’ un modo per dire che gli altri mi interessano.Aprire le porte e le finestre e guardare il mondo. Lasciarlo entrare. Conoscerlo. Proteggerlo o combatterlo. Come diceva Gaber, libertà è partecipazione.

Ascoltare musica. Non è scontato. Affatto. Molti musicisti non la ascoltano. Non perdono la testa per una settima diminuita assolutamente perfetta che pagheresti oro per avere saputo pensare anche tu. O per un testo così perfetto che letto e riletto, non riusciresti nemmeno sotto ricatto a cambiarne mezza parola.

Percepire l’orizzonte. Solo il mare (o le grandi altezze, ma io scelgo il mare) ci dà ancora la possibilità di percepire l’orizzonte del mondo, il confine, il bordo delle cose.  Lo sguardo ha bisogno di poter vedere la fine, il limitare, perché altrimenti la vita sarebbe troppo vasta e insensata. Lo sguardo si nutre della pace  che solo la prospettiva sa donare.

Inventare qualcosa. Mettere le mani, la testa, le idee in movimento. Creare un gioco per i miei figli, una melodia, una filastrocca. Generare una emozione, un oggetto, un disegno o un pensiero, un piccolo argine al non senso delle cose.

Stare in silenzio. Perché il rumore si è impadronito di tutto, delle strade, degli ambienti, delle menti e dei cuori. Un rumore esterno che inquina lo spazio urbano generando stress, tensione e nervosismo. L’individuo privato del silenzio e sottoposto a continui stimoli non è più padrone di sé stesso e della propria capacità di discriminare tra sentire e ascoltare.

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Comunicato stampa

“Dionysus” è il nuovo album di Anna Soares

Esce venerdì 21 ottobre 2022 per Lost Generation Records “Dionysus”, il nuovo (secondo) album di Anna Soares

Qui, la cantautrice e producer snocciola un discorso già iniziato lo scorso anno con “Sacred Erotic” muovendosi in direzioni più spirituali e mature, creando delle preghiere in musica per la sua divinità oscillando tra sensualità e alterazione dei sensi, mostruosità e moniti evolutivi. L’elemento sperimentale, sempre presente nell’elettronica di matrice future garage, va ad incontrarsi con un cantautorato che non dimentica di strizzare l’occhio a melodie e vocalità pop. I nove brani di “Dionysus” vanno quindi a creare un percorso spirituale verso il basso, toccando i luoghi più oscuri dell’esplorazione di sé.
 

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BIO:

Anna Soares è una cantante, cantautrice e producer. Dopo due anni di collaborazioni con artisti dislocati in varie parti del mondo, sperimentazioni di songwriting e di produzione, elabora un nuovo genere sonoro a sfondo BDSM, reintepretando gli schemi canonici dell’elettronica. Il suo primo album “Sacred Erotic” miscela sonorità dark con testi che evocano la sacralità dell’universo sessuale. Il background stilistico attinge da artisti quali i Massive Attack, Lulu Rouge e Burial, evocando nella voce reminiscenze di matrice jazz.

L’estetica si rifà agli elementi della comunità kinky miscelata alla cultura del boudoir e a una certa attitudine cyberpunk. E’ attualmente impegnata nella creazione di video divulgativi, podcast e TV shows sulla sex positivity e le sessualità alternative nei quali si affianca a scrittori, psicoterapeuti, coach ed educatori sessuali per portare alla luce tematiche che rappresentano ancora dei tabù. 

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Indie

Cosa c’è nella camera di Gorka

Esce venerdì 14 ottobre 2022 per Pioggia Rossa Dischi “Starbox”, il nuovo singolo di Gorka, rapper originario di Albenga che aveva recentemente partecipato al documentario “La Nuova Scuola Genovese”. Il brano, che vede la produzione di Fra Bacci, vuole essere un ritratto di chi la musica la vive ancora tra le strade, nella sua autenticità più grezza. “Starbox” è una storia di gioventù bruciata e di sogni osservati da lontano come stelle, di passioni viscerali e desiderio di ribellione. 

In occasione dell’uscita, abbiamo fatto un giro a casa di Gorka. Ecco cosa ci ha fatto vedere:

Il flyer dello storico concerto allo Zapata. Era presente tutta la scena rap genovese ed è stato uno degli ultimi momenti che ricordo in cui si è respirato senso di comunità a Genova. I tempi cambiano e non per forza in peggio, dentro di me sono rimasti saldi però i valori che hanno portato tanti ragazzi in tutta Italia a sbattersi per creare situazioni di questo tipo, aperte a tutte, costi super accessibili e lontane dal centro città scintillante.

Conservo questa piccola statua creata da mia sorella per il mio compleanno. Non ho capito perché mi abbia voluto vestire di verde ma è entrata immediatamente nella top 3 di oggetti a cui chiedo protezione nei momenti difficili.

In mezzo ai vestiti sparsi ovunque è possibile trovare ogni tanto il mio passamontagna. È stato fatto a mano da una delle persone più importanti della mia vita. Rappresenta la nostra visione musicale dal momento che unisce colori sgargianti a un simbolo legato alla cultura hiphop e della strada.

Nel cassetto vicino al letto conservo questo coltello. È stato un regalo dei miei cugini quando ero un bambino. Ovviamente non riesce a tagliare praticamente niente, lo usavo solamente per incidere la lettera G sui tronchi degli alberi.

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Singolo di debutto per il progetto Antics & Collecatable

Esce venerdì 21 ottobre 2022 il primo singolo firmato Antics & Collectables.

Guidato dal produttore, compositore, sound designer, Alfonso De Grandis, “Breaking Point” è realizzato con la collaborazione del cantautore inglese Sam Mitchell e del batterista Edward Wakili-Hick dei Sons of Kemet (di cui è uscito da pochissimo l’album Njhyi per il Nok Cultural Ensemble, segnalato sul The Guardian come contemporary album of the month). Legandosi attraverso una moltitudine di influenze, dalla left-field elettronica, funk, soul e jazz, gli intricati soundscapes si fondono perfettamente con il canto etereo di Sam sul ritmo organico di Eddie.
 

“Breaking Point” si alterna tra tensione e respiro, instabilità caotica e uno stato di calma spirituale. È una canzone sulla ricerca della propria identità. In tempi di overload mediatico, di grida rumorose e mediocri dei social media, la canzone conduce nella direzione opposta, verso un percorso introspettivo. È il bisogno di abbracciare le infinite possibilità del pensiero e dell’ immaginazione attraverso la creatività. La ricerca di se stessi verso l’interno piuttosto che attraverso il riconoscimento sociale. Breaking Point è un equilibrio ondulato sopra questo mondo caotico in cui viviamo.

(Alfonso De Grandis)

Alfonso De Grandis, Sam Mitchell

BIO:

Immaginate un enorme negozio di antiquariato e articoli da collezione. In vendita ci sono mobili, dipinti e oggetti di epoche passate, molto diversi tra loro, alcuni che possono risultare di poco interesse, mentre altri incredibilmente potenti ed evocativi. Un posto fantastico in cui girovagare alla ricerca di una connessione personale ed emotiva con un oggetto.

Antics and Collectables vuole esserne un parallelo musicale basato sulla collaborazione: si collezionano memorie e daydreams, frammenti temporali, vivide sfocature mutate dal tempo.

Ogni artista in primo piano esplora la propria arte, per questo il termine “Antics” (buffonerie, bizzarie…) piuttosto che “Antiques” (oggetti di antiquariato). Il progetto pone l’ascolto al centro, l’ascolto come forma d’arte, come attività intenzionale. Un percorso lungo tutta la vita che prende forma ed evolve. Ascoltare come esperienza, come desiderio di guardarsi dentro alla ricerca di derive emotive. In un panorama musicale in cui gran parte degli artisti deposita narrazioni, in continua lotta per attrarre attenzione, qui il suono viene utilizzato per attivare spazi immaginari dove l’ascoltatore è invitato al proprio viaggio personale, allontanandosi dall’identità dell’autore, dalle intenzioni e da un preciso significato dell’arte. Dal punto di vista sonoro si attinge ad un vasto numero di tradizioni e generi con l’uso di elettronica digitale e analogica, found sounds, field recording spesso in loop e manipolati fino alla destrutturazione.

Alfonso è il curatore del progettoe si considera un ascoltatore e un collezionista di suoni prima di tutto. L’EP comprende la collaborazione con Sam MitchellEdward Wakili-Hick (Sons Of Kemet), Mykail Daewood (Emile Sande), William Nicastro (The Magnetics, Elektrostal Band, The Max Ferri Trio).


https://www.instagram.com/antics_collectables/


Sam Mitchell

ALFONSO DE GRANDIS:

Alfonso De Grandis è un sound designer, fonico, compositore e produttore musicale, di stanza a Londra, con più di quindici anni di esperienza all’attivo. Il suo studio, ad Hackney Wick, fa parte degli Urchin Studios, tra i più affermati studi della realtà musicale londinese. È il sound designer principale della premiata serie di film di danza contemporanea IMAGO e fa parte del duo di arti soniche Paradigm Weave, con l’artista e compositore greco Dani Joss, dedicato alla creazione di paesaggi sonori in multicanale.

In ambito televisivo e cinematografico ha lavorato per Discovery Channel, The Walt Disney Company, Vice, MTV, ITV, BT Sport, Noah Media Group, Dead Films, Sunset and Vine, BTTV, ESPN, Die Wolke Art Group e molti altri.

In campo musicale ha prodotto musica su un’ampia gamma di generi, dal post punk dei Takeshi Kalamaro all’indie pop di Sam Mitchell. La registrazione di suoni al di fuori di un ambiente controllato, come lo studio, è diventata parte vitale della professione di Alfonso e, in definitiva, la sua passione. I campioni e i suoni che formano la sua palette sonora provengono dalla vasta collezione di registrazioni che ha raccolto nel corso degli anni in varie parti del mondo.

Dalla Turchia al Marocco, in Italia, Stati Uniti, Sud Africa, Australia e Nuova Zelanda.
 

SAM MITCHELL:

Sam Mitchell è un attore e cantautore inglese. Si è formato come attore alla RADA, prestigiosa accademia di recitazione di Londra. Al momento ricopre un ruolo da protagonista nella prestigiosa rappresentazione teatrale del West-end londinese To Kill a Mockingbird (Il Buio Oltre la Siepe). Da adolescente ha studiato canto alla BIMM di Brighton. Il suo ultimo singolo Simple Terms è stato di recente presentato con menzione speciale sul programma radiofonico BBC Introducing.

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“La mia borgata” è il nuovo singolo di Ilaria Argiolas

È disponibile dal 19 ottobre “La mia borgata“, il primo singolo di Ilaria Argiolas, giovane artista emergente romana già vincitrice del premio Lunezia per la sezione Nuove Proposte.
Genuina, esplosiva, è dall’incontro con Mauro Paoluzzi che il suo percorso tanto complesso quanto determinato trova la sua massima espressione. Un rock dirompente, graffiante – e intriso di romanità, che non rinnega le sue origini ma ne fa manifesto – risultato di un percorso iniziato quando era bambina e che, negli ultimi mesi, ha attirato le attenzioni di artisti di rilievo del panorama non solo nazionale, ma anche internazionale. 
Ed è cosi che, come una girovaga con la chitarra in spalla e il cuore in mano, Ilaria Argiolas ha incontrato sulla sua strada, facendoli innamorare di sé, artisti del calibro di Phil Palmer, Alan Clark, Vincenzo Incenzo, Claudio Golinelli (Il Gallo), Roberto Vecchioni, Mariella Nava, Grazia di Michele, solo per citarne alcuni.

Il suo percorso dentro e fuori Roma – con il supporto di Fonoprint, uno dei più prestigiosi studi di registrazione in Italia – inizia con “La mia borgata”. Un brano che ci trasporta in una piccola borgata della Roma viva e vera che, attraverso strade sporche e vie di umanità, racconta il bello e il brutto, il dolore e la bellezza della vita, quella che non si scrive facilmente se non nella sua accecante verità, senza maschere e senza troppi giri di parole.


“Sono Ilaria e vengo da Finocchio e si, il nome fa ridere. Qui non ci trovi i monumenti ma c’è tanta speranza. Le chiese sono chiuse e il lavoro non si trova, ma non manca mai la voglia di sorridere. Io e mia moglie amiamo questa borgata, bella e difficile, brutta e tremendamente viva. Dal 19 ottobre, la mia borgata è anche la vostra”

 Ilaria Argiolas

Il 26 ottobre sarà disponibile il cd del suo disco, in edizione limitata e lontano dalle piattaforme: una realtà avanzata una scelta voluta per avere un contatto diretto con le persone che in questo modo posso avere tra le mani un pezzo di Ilaria, sarà forse un modo per restituire vita e valore al supporto fisico? Tra la metro C e un giro di chitarra, ecco la Roma irriverente, ironica e verace che non si racconta mai abbastanza.

BIOGRAFIA
Chitarra sotto braccio, o di traverso, Ilaria Argiolas è una cantautrice rock, eclettica e ancestrale, con l’impeto dell’ironia e una buona dose di genuina provocazione. 
Molte delle sue storie sono in lingua romana perché è la sua, e c’è poco da fare.
Nel 2018 partecipa come finalista al FIAT MUSIC di Red Ronnie al teatro Ariston di Sanremo, seguiranno aperture come ospite artista emergente nei concerti di Mariella Nava, Grazia Di Michele e Rossana Casale. 
Nel 2019 l’incontro con il produttore Mauro Paoluzzi sancisce la nascita e la liberazione dell’estro  più verace di Ilaria, il connubio Paoluzzi-Argiolas è un vulcano di energia, un rock romano unico arricchito dalla collaborazione di musicisti e artisti del calibro di Phil Palmer, Claudio Golinelli (il Gallo), Vincenzo Incenzo, Roberto Vecchioni e Richy Roma, per citarne alcuni.
Nel 2022 è finalista al premio Lunezia per la sezione Nuove Proposte, la finale si è svolta ad Aulla a settembre e ha visto l’artista classificarsi sul podio tra le Nuove Proposte. 
Ilaria ha un sacco di cose da dire, e inizia a farlo con il primo singolo “La mia borgata”, il 19 ottobre 2022.

IG: https://www.instagram.com/the_ilaria_argiolas/