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Cosa c’è nella camera (studio) di SUPERNINO

“B-uongiorno” è il primo singolo estratto dall’album “BOH”, in uscita il 17 febbraio per la nascente TSCK Records. Supernino lo ritroviamo nelle vesti di autore compositore e produttore, una scelta questa che lui definisce come un “ritorno alle origini”, in linea con lo spirito di TSCK Records, nata come etichetta sotto il segno dell’originalità e della qualità.

Noi siamo entrati in casa sua ed ecco cosa ci ha mostrato!

1 – Il trasloco

Ho lasciato Torino, mia città natale, per spostarmi a Milano circa 4 anni fa. Ho cambiato varie case, vari coinquilini, varie stanze, ma due cose sono rimaste invariate: la lampada da terra e la pianta finta dell’IKEA. Me lo son portate sempre dietro, la maggior parte delle volte erano le uniche cose che mi portavo dietro durante i traslochi, il resto lo rivendevo, loro invece no. Sono sempre stato convinto che fossero in grado di dare quel tocco in più alle stanze, anche quelle più orribili che puoi trovare a Milano. Semplicemente aggiungendo questi due elementi la camera prende tutta un’altra atmosfera, non trovate anche voi? Non potevo non portarle anche nella mia nuova casa di Sesto San Giovanni.

2 – Il salotto di casa mia è diventato uno studio

Come vi anticipavo sopra, l’anno mi sono trasferito a Sesto San Giovanni, luogo remoto a nord di Milano che però a sua differenza offre prezzi della vita un po’ più abbordabili. Qui ho allestito un piccolo e accogliente salottino dove spesso ospito amici artisti, sia per suonare che per caz… ehm, chiacchierare amabilmente: il mio SUPERCOZYSTUDIO. Non è uno studio come gli altri, è un salotto al 100% e non si vergogna di esserlo, anzi, proprio per questo è molto più accogliente di qualunque altro studio (da qui “SUPER COZY”). Basti vedere la colazione che ho preparato ad una mia band in occasione della nostra ultima sessione.

3 – Gli strumenti sono passati di moda

In foto vedete la mia postazione, si tratta di una scrivania con sopra un computer, delle casse monitor, una scheda audio e un piccolo midi controller. Credo che nel 2023 non serva poi molto altro per fare musica, infatti sto piano piano vendendo tutti gli strumenti musicali che ora non utilizzo più. Chi sa quando gli strumenti torneranno di moda (un po’ mi mancano lo ammetto), per adesso direi che va bene così: tutto ridotto all’osso, tutto minimal, così è anche più semplice togliere la polvere in studio.

“La mia postazione minimale”

4 – Tutti tranne uno

A proposito di strumenti, l’unico che pare non esser passato di moda nel mio SUPERCOZYSTUDIO è forse lo strumento più brutto ed economico che possiate trovare in circolazione: la Roland E-20. Piccola nota: in foto vedete anche un’altra tastiera posta al piano superiore ma in realtà non è uno strumento vero, è semplicemente un controller midi (ovvero non suona se non lo si collega al computer). Ho comprato questa Roland a 40 euro ad un mercatino dell’usato, mi piacevano un sacco i suoni di batteria, tuttavia tutti gli altri suoni fanno abbastanza schifo. Negli anni mi sono liberato di strumenti bellissimi ma non di lei, non saprei dirvi perché (forse perché per quello che vale avrei fatto prima a regalarla). In ogni caso è la classica tastiera che tieni in studio per i momenti di ispirazione improvvisa, clicchi un bottone e lei suona, male, ma suona.

5 – Il microfono che gioca a nascondino

Proprio perchè prima che uno studio il SUPERCOZYSTUDIO è un salotto, ho pensato agli spazi in maniera da ridurre al minimo la sensazione di disordine, non volevo che il mio salotto diventasse un casino ma allo stesso tempo volevo avere la possibilità di disporre di un microfono per le registrazioni sempre pronto all’uso. Sono infatti convinto che se vuoi essere produttivo in casa devi poter avere tutto a portata di mano, se ogni volta che devi registrare devi perdere mezz’ora per montare tutto fidatevi che vi passa la voglia. Per questo motivo ho riservato al mio microfono e alla mia asta una fantastica nicchia dietro la porta della stanza, il microfono in questo modo è sempre pronto all’uso ma senza creare disordine.

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Indie Pop

Supernino mi ha portato in giro per Torino

Supernino ha di recente pubblicato un nuovo singolo dal titolo Bastava Dirlo (fuori per Sony Music). Lui è un supereroe con pochi poteri e questa volta ha deciso di rivolgersi alla propria Lei, raccontando su una calda base R&B di una storia d’amore eccessivamente bollente, così bollente da bruciarti vivo e diventare la tua “morte a prima vista”, come dice lui. Il brano narra in modo iperbolico la voracità della passione di un rapporto, dandone una visione grottesca: l’artista non si sofferma sulla bellezza di quei momenti, ma sul disagio fisico e psicologico che quella passione crea in lui, descrivendo in maniera dettagliata i sintomi e paragonando tutto questo ad un’esperienza di pre-morte. Nel brano non mancano i riferimenti a Torino, citando alcune delle poche cose che uccidono, in città, tra queste la pizza Da Gianni e il celebre Tamango, di cui solo i veri torinesi conoscono i leggendari effetti.

Per l’occasione, ho fatto una passeggiata con lui per Torino.

Qual è il tuo rapporto con la città di Torino?
Amo Torino. È una città che trovo perfettamente a misura d’uomo, è grande abbastanza da offrirti tutto ciò di cui puoi aver bisogno nell’arco della tua intera vita ma non troppo da diventare caotica. E poi è così bella e nobile… per non parlare della scena musicale torinese, che secondo me è una spanna sopra tutte le altre. Per motivi di lavoro ammetto che la odiatissima concorrente lombarda sta pian piano trovando spazio nel mio cuore, ma Torino per me è e resterà sempre la mia casa.

Dov’eri nel periodo della famosa prima quarantena? Com’è andata?
Quel weekend ero appena tornato a Torino, avevo già tutti i biglietti prenotati per ritornare a Milano il lunedì successivo ma come tutti sapete poi l’Italia si è fermata. La mia quarantena è andata quindi relativamente bene rispetto a tanti altri, sono sempre stato in compagnia dei miei familiari anche se ho sofferto molto per tutto quello che è successo alla musica: il disco che sta per uscire ad esempio in realtà sarebbe dovuto uscire proprio la primavera scorsa, ma abbiamo preferito aspettare.

Cosa è successo nella pizzeria Da Gianni e al Tamango?
Per me e molti miei amici la pizzeria Da Gianni è un posto incredibile. Entrando ti ritrovi catapultato nel far west, attorno a te vedi solo oggetti tribali e quadri di Indiani d’America. Le tovaglie sono viola scuro e le pizze sono delle “navicelle spaziali” sottili e larghe 50 centimetri. Leggenda vuole che il pizzaiolo, Gianni appunto, sia un cavallo, il quale viene raffigurato in diverse foto nel locale. Ho solo bei ricordi di questo posto. Per quanto riguarda il leggendario Tamango invece… di ricordi non ne ho.

Cosa c’entra l’intelligenza artificiale con la musica?
Nulla, o tutto, dipende come la si vuol vedere. L’AI può avere infinite applicazioni e già oggi esistono algoritmi utilizzati in ambito musicale che fanno cose incredibili. Quello dell’intelligenza artificiale è un percorso parallelo al mio progetto musicale che sono contento di aver intrapreso e che in realtà mi sta dando tanti spunti creativi!

E’ vero quello che dicono che in realtà, nonostante il Supercinema, non sei un appassionato di cinema? Come mai allora questa fascinazione?
È vero, il nome del mio prossimo disco non ha a che fare con una passione particolare per il cinema, ma direi anche meno male, sarebbe stato un po’ troppo banale altrimenti no? È vero però che il cinema inteso come luogo fisico è un qualcosa che mi ha sempre affascinato: l’odore di pop corn, la grana della pellicola, è tutto così anni 80… sono contento che un qualcosa di così “vecchio” sia sopravvissuto ancora oggi (e spero possa continuare a farlo nonostante l’enorme sfida che si trova ad affrontare ultimamente).

Continui a studiare pianoforte?
Lo continuo a suonare ma ammetto che di studiare in generale non ne ho più così voglia. In ogni caso se dovessi riprendere prima o poi mi piacerebbe approfondire lo studio del pianoforte jazz.

Che fine ha fatto la ragazza di “Bastava dirlo”?
È a piede libero e sta mietendo vittime… STATE ATTENTI!

Alla fine sei sopravvissuto, sì?
Posso garantirvi che tutti i protagonisti del brano sono cerebralmente in vita e che la loro situazione clinica pare buona.

foto inedite di Simone Pezzolati

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Indie Pop

“Scrollo” o non scrollo: questo è il dilemma di Supernino

Direttamente dal mondo dell’intelligenza artificiale arriva a farci ballare l’ultimo singolo “Scrollo” di Supernino, pubblicato il 29 gennaio per Sony Music Italy.

Una ventata di aria fresca e un ritmo travolgente che ci spinge a farci alzare dalla sedia e ballare, “scrollo all’infinito ma non trovo quel tuo video in cui dicevi voglio stare qui con te” è il ritornello perfetto, che ti entra nella testa e ti risuona all’infinito. Che sia stata l’abilità di Supernino nel sapere come ingannare le macchine ed essere riuscito a costruire un’armonia da un piglio così catchy in “Scrollo”?!

Più che un film di Spielberg, l’ultimo singolo di Supernino ricorda una puntata distopica di Black Mirror: quanto il mondo dei social si mescola a quello della realtà e viceversa?  L’atto quasi rituale, ormai rientrato tra le competenze del nostro pollice opponibile diventa l’azione più ricorrente che accompagna le nostre giornate: si scorre sulla home di Facebook, su quella di Instagram tra una foto della nostra ex in costume da bagno e un video di gattini, si scorre tra le mail sperando che ci abbiano chiamato per un nuovo lavoro, oppure si scorre nelle foto della galleria alla ricerca di quella perfetta da aggiungere su Tinder. Il reale riportato su uno schermo per compiacere a macchine e ad algoritmi che forse un giorno ci permetteranno di fare breccia nel cuore della persona che ci piace.

Scrollo” è la constatazione di uno stato d’animo: scroll or die, come direbbero i più. Ma se all’inesorabilità dello scorrere del tempo trascorso a scrollare su uno schermo si aggiungesse un ottimo sottofondo musicale come appunto l’ultimo singolo di Supernino, allora renderemmo sicuramente di gran lunga più interessanti le ore dedicate a questo nuovo “sport” digitale e non agonistico!