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Internazionale

Vinnie Marakas è il Willy Wonka della scena indipendente

Ci stavo riflettendo proprio l’altro giorno. Essere una rockstar di questi tempi è davvero faticoso. Sono finiti i tempi in cui ondeggiare, esporsi a tal punto, sul palco pieno di alcol (se va bene), fare schifo, distruggere camerini o piantare figli in giro e cose del genere si rivelava una cosa positiva, ora è più rock dichiarare di essere contro le droghe, è rock truccarsi, è rock raccogliere fondi per gli ospedali in Siria. Jim Morrison nel 2022 sarebbe un perfetto coglione, per intenderci. Trasgredire, non è più una cosa figa, lo è percorrere saggiamente strade già stabilite e riuscirci… riuscirci è la cosa più figa del mondo. E questo nostro atteggiamento di restare nei confini giusti lo ritroviamo ovunque: in playlist che sono tutte la copia l’una dell’altra, in progetti che sono tutti l’una la continuazione naturale l’uno dell’altra, in copie su copie di altre cose. Il concetto stesso di rockstar è finito.

E poi c’è Vinnie Marakas.

Come un profeta di quartiere, Vinnie Marakas arriva per spezzare tutti gli schemi con il suo nuovo disco dal titolo Giovane Cagliostro (fuori per Dischi Sotterranei) che si sviluppa in sei tracce che sono incredibili, indecifrabili e, soprattutto, incatalogabili. Un genere poliedrico, ibrido, che potremmo chiamare “italian touch” in cui più urgenze espressive chiedono il proprio spazio vitale, o almeno il proprio lessico per essere ascoltate. Giovane Cagliostro è un rave a cui si partecipa da lontano, la porta prima di Narnia, una fabbrica di cioccolato indie dove Vinnie Marakas è l’inevitabile Willy Wonka: un reietto felice, un sognatore anarchico, un solitario, contro tutto ciò che rimane là fuori.

Sono grato a questo disco che si può ballare anche di sera, sul parquet scivolando sui calzini, che ricorda che forse le rockstar vanno cercate nell’underground, che mi ha salvato dalla settimana più intensa della mia vita, che d’ora in poi sarà la mia personalissima fabbrica di cioccolato.

CM

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Indie Pop

I Cassandra: la provincia che arriva a Milano!

Nel pomeriggio di martedì 22 marzo 2022 i Cassandra (che già avevamo avuto modo di intervistare) hanno presentato durante un’intima conferenza stampa nel locale di Germi, piccolo rifugio per intellettuali un po’ ubriaconi nel cuore di Porta Genova a Milano. Tre ragazzi di Firenze che sorridono ai giornalisti, impacciati e allo stesso tempo sfacciati, nell’emozione di questa prima volta di chi però si porta dietro ore di furgone e concerti in localini in giro per l’Italia. Si parla di Campo di marte, un disco di debutto (Mescal, 2022) che sa di casa: Firenze, un quartiere nello specifico, e poi tutta un’inevitabile autobiografia musicale. Il progetto, anticipato dai singoli Kate Moss, Novembre, Ti Auguro tutto il peggio che c’è e Polaroid e paranoie, si compone di dieci tracce che raccontano storie di quotidianità, d’amore, di amicizia: una quasi banalità tematica, che in questo periodo di complessità e pandemie, rende tutto incredibilmente bello.

Un bellissimo momento che si condisce di sigarette all’esterno, e birrette a parlare di libri e musica in quello che è sicuramente uno dei localini più interessanti di Milano, uno dei sopravvissuti al Covid. Si parla di un disco che nasce per la volontà di raccontarsi, raccontare ciò che circonda la band, ed è così bello venirlo a sapere in un contesto estremamente informale, fuori dalle dinamiche della discografia.

foto di Simone Pezzolati

L’incontro con il produttore Marco Carnesecchi rende i Cassandra “pop”, e da qui l’incontro con la Mescal e con noi, che siamo seduti sulle sedie, tutte diverse, di Germi, a far loro le domande più diverse. No, non sono l’ennesima band à la Pinguini Tattici Nucleari, i Cassandra narrano con urgenza la provincia musicale, quella lontana da Roma e Milano, e questa urgenza di quartiere si riversa in dieci brani che compongono Campo di marte. Storie che ci sfiorano, che guardiamo distratti con la coda dell’occhio, finché qualcuno non le raccoglie, le trasforma in canzoni, le canta e ce le butta addosso. Momenti di vita, polaroid che segnano il ritmo di giorni da ricordare e da dimenticare; questa l’unica ricchezza di un autore; saper cogliere l’attimo e metterlo a fuoco. Questo hanno fatto i Cassandra, coadiuvati nella produzione da Marco Carnesecchi e Alex Marton (Add. Production); oltre ad aver scritto testi e musiche, se lo sono suonato, affiancati da Giacomo Rapisardi e Federico Sagona (tastiere / sinth / pianoforte), da Enrico Mega, Marco Emanuele, Irene Bavecchi (basso) e Marco Carnesecchi (basso e chitarre acustiche).

foto di Simone Pezzolati

Si scrive una storia e si cerca di mandarla a memoria, perché il tempo corre sempre troppo veloce e a volte serve un promemoria. Mentre la radio passa Sally, i buoni propositi svaniscono come fumo di sigarette, quelle che non si smette di fumare; si dorme poco, anche sulle nuvole, mentre si guida verso il mare raccontando le proprie paranoie, anche se si sogna un’altra onda da inseguire, lontano dal dolore e dal lunedì.  Quanto era bello illudersi, quando non si era in ritardo e la vita non ci sorpassava. Ma poi fai mente locale e ti arrivano le piazze in rivolta e il cuore che non si ricarica neanche con il 5G. E ti viene voglia di scappare dalle risse fatte per niente, dalla città e dal suo umorismo che fa male per continuare a giocare con sogni che non bastano mai e alla fine, con il kamasutra morire da star. Questo è Campo di marte.

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Comunicato stampa

“SAMSARA” fuori ora il nuovo singolo di Rossella Cappadone

“Samsara” è il nuovo singolo di Rossella Cappadone, disponibile dal 22 marzo su tutte le piattaforme di streaming e download online.

“Circoli e scale, corsi e ricorsi, nulla si distrugge tutto si trasforma, perché quindi non nascita, morte, rinascita? Le domande che mi pongo non hanno risposta immediata ma è bello pensarle ed esprimerle perché sono più importanti delle risposte. Sono dunque giuste le strade che ho scelto finora? Mi porteranno ad essere luce? Non lo so, ma ci provo, aspetto e seguo. Un giorno, un giorno nuovo, arriverà con tutte le risposte, ma… che fretta c’è? Ho una vita tutta per me!” afferma Rossella riguardo alla canzone.

“Samsara” è interpretata da Rossella Cappadone, scritta da Christian Pescosta, composta da Fabio Nobile e prodotta da Fabio Nobile e Massimiliano Rocchetta per Collettivo Funk di Marcello Sutera in collaborazione con Clockbeats.

Il brano è disponibile in streaming e download sulle principali piattaforme online.

CREDITS

Titolo: Samsara

Artista: Rossella Cappadone

Autore: Christian Pescosta

Compositore: Fabio Nobile
Prodotto da Fabio Nobile e Massimiliano Rocchetta per Collettivo Funk 

Label ed Edizione: Collettivo Funk di Marcello Sutera
In collaborazione con Clockbeats

Distribuzione: Artist First

Ufficio stampa a cura di Luca Sammartino per 0371 Music Press 

ROSSELLA CAPPADONE


Classe 1989 nasce in una famiglia di musicisti. All’età di 12 anni comincia a studiare viola e violino al conservatorio G. Rossini di Pesaro per poi focalizzarsi sul canto jazz al Conservatorio G.B. Martini di Bologna laureandosi con il massimo dei voti e la lode.

Finalista al prestigioso Premio Internazionale Massimo Urbani a soli 17 anni vince una borsa di studio per le Umbria Jazz Clinics organizzate dalla Berklee School of Music di Boston. Vincitrice del Premio “Chicco Bettinardi” di Piacenza nel 2014 e dell’ “Hengel Gualdi Jazz Award” di Bologna nel 2009. 

Link social Rossella Cappadone

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Comunicato stampa

“Just watch”, il nuovo singolo di Jimmi JDKA

Se oggi ascolti “Just Watch”, domani non riesci più a smettere!

“Just Watch” è il nuovo singolo di Jimmi JDKA, disponibile in streaming e download su tutte le piattaforme e store online.

Sulle note del produttore Sylvain Di Ponio, “Just Watch” è “la canzone perfetta per una pausa dalla realtà”, è un brano contro “l’effetto granchio” come spiega Jimmi:

“Hai presente quando l’istinto ti dice di fare una cosa ma ti ritrovi circondato da un ambiente che vuole tirarti giù? Se sì, sai come ci si sente e sai di cosa stiamo parlando. In questo brano insieme a Sylvain Di Ponio lottiamo contro queste chele tiranne che vogliono impedirci di spiccare il volo e rincorrere le proprie ambizioni.”

Le canzoni prodotte dal duo calcano uno strong mood e contemporaneamente sono sempre una garanzia che permette agli ascoltatori di staccare la spina dai pensieri. Come affermato da Jimmi che alla domanda “con la tua musica rendi le persone felici?” risponde: 

“A mio parere no, è un lavoro molto più profondo l’essere felici con sé stessi ma sicuramente cerco di mettercela tutta per ritagliare quel piccolo spazio a tutte le persone che hanno bisogno di una pausa dai proprio dubbi, angosce o paure che siano…”

“Just Watch” è già disponibile su tutti i portali online con il supporto di Collettivo Funk.

Credits:

Titolo: Just Watch

Artista: Jimmi JDKA

Produttore: Sylvain Di Ponio

Label: Collettivo Funk

Jimmi JDKA e Sylvain Di Ponio


Jimmi JDKA – nome d’arte di Mirko Moroncelli – nasce a San Marino il 19 agosto 1993.

Già durante le scuole elementari scrive brani per intrattenere i compagni di classe, “vizio” che porta avanti fino alle scuole medie coinvolgendo tutte le sezioni scolastiche.

Nel 2012 inizia a scrivere e cantare le sue canzoni, registrandone i video su Youtube e muove i primi passi nell’ambito musicale come indipendente producendo brani che spaziano dal Soul all’Hip Hop.

Dopo la pubblicazione del primo EP nel 2013, nel 2014 collabora nel brano “Di Nuovo Qui” con la grande artista sammarinese Valentina Monetta, che è stata la “voce rappresentativa” per la Repubblica di San Marino all’Euro Contest Festival.

Tra i singoli rilevanti di Jimmi JDKA abbiamo “JDKA”, brano con video ufficiale visto da più di 100.000 persone su Youtube. Dopo il suo secondo EP intitolato “Cash Like Time”, approda con “Sweaty”, brano riprodotto da più di 100.000 persone su Youtube e 366.000 ascolti in costante aumento sulla piattaforma Spotify.

Dopo numero singoli come “Like A Puppet”, “Vibe all the Wall”, “Sexy Robot”, “Run and Slide” e “Liribi Funky Goes” continua il progetto insieme al produttore Sylvain Di Ponio.

Sylvain nasce a Lione, trasferitosi poi in bassa Ciociaria, è figlio d’arte e studia il piano e la batteria, passando passa dal Jazz al Pop fino all’Elettronica cominciando a proporsi con il suo DJ set.

Seguendo il padre in tour per molti artisti nazionali ed agenzie italiane, gira tutta Italia per diversi anni, perfezionando vari generi musicali e varie tecniche di fonia. Insieme allo zio (che lavora in studi di alto profilo in Francia e Belgio) si avvicina al mondo della produzione creando i suoi primi brani mentre continua a dedicarsi agli studi di fonia.

Trasferito poi nella Riviera Romagnola, continua il suo percorso suonando in vari locali con tantissimi artisti ed è proprio così che incontra il bassista Marcello Sutera, con cui produce decine di brani per il Collettivo Funk.

Nel frattempo entra a far parte del suo percorso artistico il sammarinese Jimmi JDKA. 

Insieme superano 130.000 ascolti su Spotify con il primo brano “A me piace così”. 

Nel 2022 pubblicano per Collettivo Funk il nuovo singolo “Just Watch”.

   ◼ Jimmi JDKA Instagram https://www.instagram.com/_jdka_/ 

   ◼ Jimmi JDKA Facebook https://www.facebook.com/JimmiJDKA 

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Comunicato stampa

“Bevo”: il nuovo singolo della band Ego 3

“L’ebbrezza intensa e fuori controllo del non sapersi più fermare!”

Disponibile online su tutte le piattaforme in streaming e download digitali dal 20 marzo “Bevo”, il nuovo singolo della band marchigiana alternative rock Ego 3. Il brano anticipa l’uscita di “Voglio l’inferno”, nuovo disco del gruppo in uscita nei prossimi mesi.

Come raccontano gli Ego 3 stessi, “Bevo” è “l’overture del prossimo album e racconta il viaggio nichilista e autodistruttivo dell’alcool, all’infuori delle morali sulla vita e la salute. L’ebbrezza intensa e fuori controllo del non sapersi più fermare, neanche davanti le porte degli inferi, nella forma di suoni e parole.”

L’uscita è accompagnata dal videoclip ufficiale – diretto e montato da Michele Senesi – in cui vengono rappresentati il delirio e il disordine dell’ubriachezza, liberatrice dei demoni che vivono sulle nostre spalle dal giorno della nostra nascita, consumando mente e carne per un tempo indefinito. 

“Finalmente grazie al potere dello spirito, e non si intende il sinonimo dell’anima, abbiamo catturato l’essenza del caos che riemerge dalle pozze più nere della coscienza, ubriaca fradicia” continuano gli Ego 3.

“Bevo” è disponibile su tutti gli store e piattaforme di streaming online, con videoclip ufficiale sul canale YouTube degli Ego 3.

Guarda il videoclip ufficiale: https://youtu.be/5rpacZ2qoAM  

Credits:

Testi: Jonathan Banchetti
Musiche: Jonathan Banchetti, Emanuel Accattoli
Chitarra e basso: Jonathan Banchetti
Batteria: Emanuel Accattoli
Registrazione: Eugenio Bordacconi – Ganapati Studios (batteria, basso); Jonathan Banchetti (voci, chitarre)
Mix e Master: Jonathan Banchetti

Videoclip diretto e montato da Michele Senesi
Idea di Emanuel Accattoli e Jonathan Banchetti
Location gentilmente offerta dall’Officina popolare Jolly Roger

Foto a cura di Simone Badiali

Ufficio stampa a cura di Luca Sammartino per 0371 Music Press 

Ego 3

“I sogni dell’uomo sono più antichi della saggezza d’Egitto, della sfinge contemplativa e di Babilonia cinta in giardino. Gli incubi sono più antichi della vita stessa: da uno di essi nacquero gli EGO 3.”

Gli Ego 3 sono un power trio italiano alternative rock dalle sonorità ruvide e i testi cupi che nuotano tra l’intimo, il sociale e l’esoterico.

Nel 2019 pubblicano il primo album “Nel buio” e lo promuovono suonando in tutt’Italia, aprendo a Sick Tamburo, Giorgio Canali, Hate & Merda e facendo ballare i detenuti del carcere di Parma.

Nonostante uno degli anni peggiori per la musica, pubblicano l’EP “Così sia” nel 2021.

Nel 2022 pubblicano il disco “Voglio l’inferno”, un racconto delirante e allucinatorio tra alcool e sesso.

“Ci sono persone che per predestinazioni sconosciute hanno la capacità di vedere e percepire le sfumature più sottili, a volte terribili, della realtà che ci circonda. Noi modelliamo con fuoco elettrico queste sensazioni intime e profonde, forgiandole in musica e liberando i nostri ascoltatori dalle catene della loro incoscienza.”

Ego 3 sui social:

Spotify: https://spoti.fi/3LATQlQ 

Bandcamp: https://bit.ly/3gUsjxz 

Instagram: https://www.instagram.com/ego3_music/ 

Youtube: https://bit.ly/2RtxpV4 

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Indie Pop

Tutto quello che ha da dire Mikimas

Mikimas – nome d’arte di Michele Mascellani – ci sta facendo ballare da qualche settimana con il suo nuovo singolo “Niente da dire?”.

Il brano, che arriva dopo il singolo “Il mio sabato sera” pubblicato negli ultimi mesi del 2021, è caratterizzato da un sound che strizza l’occhio al pop punk d’oltreoceano e racconta la storia di due amici il cui rapporto si interrompe bruscamente quando uno di loro smette improvvisamente di frequentare e contattare l’altro.

Scopriamo cosa ha da dirci il buon Mikimas a riguardo.

Ciao Michele, come stai? Soddisfatto di questa nuova uscita?

Innanzitutto ciao ragazzi e grazie per avermi concesso questa intervista, per me è molto importante. Beh direi proprio di sì, è un pezzo che mi gasa molto, e poi con Andrea non ne sbagli una, ottiene solo materiale bello e figo da sentire. Insomma, “niente da dire”.

Il gioco di parole sorge spontaneo: cos’hai da dire riguardo “Niente da dire?”? Raccontaci il messaggio di questo brano.

Potrei dire per l’appunto quella frase ma invece ho delle cose da dire: è un messaggio riferito alle coppie o gruppi di amici che si conoscono da anni. Bisogna sempre affrontare i problemi e le questioni scomode assieme, mai abbandonare la nave dove si è salpati a inizio viaggio. E quindi tramite questa storia cerco di far capire quanto sia importante un rapporto e quanto sia fondamentale non agire alle spalle del tuo/a migliore amico/a.

Questo singolo arriva qualche mese dopo il precedente “Il mio sabato sera”. Pensi che ci sia stata un’evoluzione tra i due brani? Se sì, come?

Secondo me no, perché l’identità e la base da cui inizia il tutto rimane la stessa. È una canzone pop/punk ispirata alle band di vecchia scuola come i blink-182 e i New Found Glory, così come la precedente era un misto tra Ligabue, sempre Blink, e un po’ di Green Day anche.

Arriviamo da due anni difficili per la musica dal vivo. Hai avuto modo di riprendere ad esibirsi e fa ascoltare la tua musica live? Se sì, com’è andata?

Proprio recentemente (esattamente il 4 marzo) ho avuto modo di suonare finalmente il mio primo concerto vero e proprio, dopo aver fatto live da solo massimo due pezzi con il mio vecchio gruppo, o facendo esibizioni neanche suonate per pseduo-contest rappresentati come i migliori in Italia dove il vincitore stesso non ottiene nulla in più rispetto a chi non supera manco l’audizione. Non è stato così invece per il Plug’N’Play, contest live di cui ho avuto il piacere e l’onore a partecipare, organizzato da Luca di 0371 Music Press in persona. Una persona fantastica come lui non la trovi facilmente in giro. Possiamo dire di aver semplicemente spaccato e dato del filo da torcere al pubblico che di certo non si è annoiato, anzi: proprio sulle note de “Il mio sabato sera” la gente già si ricordava a memoria il famoso “ora!” che riecheggia molte volte nel ritornello, abbiamo scritto proprio un tormentone…

Ricorda a chi ci segue dove e come possiamo seguirti e spoileraci qualcosa sul tuo futuro musicale…

Innanzitutto mi trovate su Spotify e YouTube come Mikimas, e su Instagram mi potete trovare al tag @mikimas_musica così non vi perderete mai nulla sulle prossime uscite. E detto questo posso solo dirvi che sono previste altre due canzoni per questo 2022, poi si vedrà… grazie ancora e alla prossima!

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Internazionale

Le 5 cose preferite delle Cleopatras

Quelle ganze delle Cleopatras hanno recentemente pubblicato il nuovo singolo “Kiss kiss kiss”, con il quale si cimentano nel coverizzare un brano di Yoko Ono. Impresa coraggiosa e riuscitissima, attraverso la quale le quattro toscane lanciano un appello all’amore e alla pace. Per conoscerle meglio, ci siamo fatti raccontare quali sono le loro 5 cose preferite.

Il girl power

Ebbene si, tifiamo per l’empowerment femminile, la fine degli stereotipi e la sovversione del patriarcato! Alcune tematiche legate alla questione femminile stanno diventando sempre più centrali sia nella nostra attitudine che nelle nostre canzoni; nel nostro nuovo disco, di prossima uscita, ne affrontiamo alcune, e anche il nostro ultimo singolo “Kiss Kiss Kiss” non è scelto a caso: abbiamo voluto scardinare uno degli stereotipi più vecchi della storia del rock’n’roll, ossia che non sia una cosa da donne, che anzi addirittura ne sono spesso la rovina. Beh vogliamo provare che non è affatto vero.

I prodotti tipici

Si potrebbe pensare che il movente principale che ci spinge a fare estenuanti tirate in macchina per concerti in ogni dove sia la passione per il rock’n’roll, ma in realtà c’è molto di più. Lo facciamo per assaggiare i prodotti tipici dei posti dove andiamo a suonare! (incidentalmente, ci divertiamo anche un sacco a girare l’Italia e il mondo tra sorelle, ma questo è un altro aspetto).

Questo è un messaggio (poco) subliminale per i gestori dei locali e dei festival che ci ospiteranno: è scientificamente provato che un musicista appagato performa meglio, dunque vi suggeriamo di sostituire pizza  e pasta con qualche leccornia locale!

I vestiti di scena (dette anche “le mute”)

È un argomento che arriva a monopolizzare la nostra chat per decine e decine di messaggi: come ci vestiamo per il concerto di domani? Abbiamo infatti una quantità di divise, note tra noi come “mute”, che Malibù Stacey scansati proprio, e le scegliamo in base all’occasione (noblesse oblige). Parte della nostra identità di band è quella di dare un’immagine univoca di noi; questo ci rispecchia perché siamo un gruppo molto paritario, in cui ognuna ha il suo ruolo e nessuna predomina. Inoltre a livello di look e stile crediamo che abbia un impatto molto particolare.

Le medicine

Attenzione, ovviamente vorremmo non prenderne mai, ma non partiamo mai sguarnite…non si sa mai! Le nostre 4 borse assieme hanno tutto il kit di pronto intervento di base per qualsiasi patologia, e per le più comuni non è raro che possiamo scegliere anche tra più formulazioni e principi attivi. Questo armamentario è noto come la farmacia ambulante delle Cleopatras, tanto che ci abbiamo anche scritto su una canzone. Per il beneficio del pubblico e del nostro entourage, siamo sempre disponibili per consulti e per qualche blister sottobanco.

Mick jagger

Mick è il nostro Guru soprattutto per quanto riguarda la preparazione atletica pre-tour e la capacità di cambiare innumerevoli mute durante uno stesso concerto. Possiamo dire che per questi aspetti ci ispiriamo a lui, e il nostro grande sogno è raggiungere i suoi livelli di forma fisica anche dal divano dove invece, spesso, ci limitiamo a guardare i suoi video di allenamento sui social. E proprio a Mick Jagger abbiamo dedicato un brano che farà parte del nostro nuovo album.

Mick Jagger, of the Rolling Stones, performs during the band’s “No Filter” tour on Monday, Nov. 15, 2021, at Ford Field in Detroit. (Photo by Rob Grabowski/Invision/AP)

I Ramones

Il sound delle Cleopatras deriva delle influenze musicali di noi 4, che sono abbastanza diverse tra loro (Camilla, unico membro fondatore della band oggi rimasto, ha un’impronta più garage punk, Marla viene dal punk 77, Alice dal post-rock e Vanessa milita anche in una band shoegaze), ma il nome dei Ramones ci accomuna. Le loro canzoni essenziali, scarne, brevi e veloci, la loro attitudine un po’ strafottente e quel nome che sembra identificare 4 fratelli piuttosto che una band, rispecchia a pieno la nostra attitudine e il nostro modo di intendere il punk e il rock’n’roll.

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Elettronica Internazionale

Gli Shkodra Elektronike ci convincono ad ascoltare musica di cui non capiamo neanche una parola

Quello degli Shkodra Elektronike è un tunnel elettronico dal quale non avrete speranza di uscirne vivi, perchè nel loro disco di debutto convivono ossessioni, tumulti, danze di popoli lontani e canti di cui non capiamo neanche una parola. Come si può rimanere ipnotizzati da un disco cantato interamente in albanese è un gran mistero che spero che qualche altro ascoltatore solitario mi aiuterà a risolvere. Quattro tracce che suonano come la più folle e malinconica delle feste a cui siete stati. Anzi, come il ritorno in autobus da una delle feste più folli e malinconiche a cui siete stati. Una di quelle feste dove ci si innamora perdutamente, parlando una lingua che non è la nostra, con persone che non rivedremo mai più.

Shkodra Elektronike sono Kole Laca (già tastierista de Il Teatro degli Orrori) e Beatriçe Gjergji: entrambi nati a Scutari, in Albania, ed emigrati in Italia nei primi anni ’90. La loro musica traghetta nel presente la tradizione popolare scutarina (Scutari, città del nord dell’Albania), vestendola di un sound elettronico che spazia senza distinzioni dalla trap alla dance. Sono i primi a compiere una rilettura in chiave contemporanea di un repertorio popolare tanto riconosciuto e importante in patria quanto ancora poco noto al resto del mondo. Loro definiscono questo genere come immigrant pop.

Live @ Uzina è un disco di debutto registrato interamente dal vivo, che conquista sin dal primo ascolto, che scuote e che tormenta, e che rimane inspiegabile. L’albanese, lingua a noi del tutto estranea, arriva come un mantra e ci assorbe, perchè per una volta, per tutti noi musicofili abituati all’it-pop e agli Arctic Monkeys, un brano può voler dire qualsiasi cosa, anche quello che decidiamo noi sul momento.

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Indie Pop

Problemidifase ci tiene compagnia durante un assurdo weekend in montagna

Immaginatevi un assurdo weekend in montagna, di quelli dove non prende il telefono e si finisce stanchi morti alle dieci di sera, ad affondare in letti sconosciuti. Questo disco suona come una scampagnata tra amici, come uno zaino pesante, come la nostalgia di casa e quella strana sensazione che si prova quando si è fuori dalla comfort zone, elettrizzati ma anche a disagio. Un disco che suona come chi ha ascoltato tanto i Verdena, ma non resiste al fascino del cantautorato, come chi vuole raccontare, senza esporsi. Questo disco è una cartolina allucinata di un weekend di cui finirete per ricordare davvero poco.

problemidifase è un contenitore di immagini, sensazioni ed emozioni tipiche del periodo post-adolescenziale. Un calderone in cui si mischiano le paure legate alla crescita personale e ai rapporti con gli altri. Piccole fotografie di specifiche dinamiche, legate ognuna ad una specifica fase della vita. Musica spontanea, non sempre esplicita nella forma ma con un obiettivo preciso: raccontare un certo tipo di disagio personale, sperando che qualcuno ci si possa riconoscere e che, auspicabilmente, riesca a sentirsi un po’ meno solo.

Questa prima prova del progetto solista di Samuele Zenti, è un’ottima autobiografia musicale dai toni soffusi, come fossimo spettatori silenziosi in una cameretta poco illuminata. Era davvero da tempo che non mi ritrovavo così, incollato ad un disco, a sentirmi lì, come presente nel momento in cui il disco è stato registrato. Ristorante / Albergo / Croce è una gita fuori porta con amici che ancora non conosci, sa di un viaggio in macchina con lo zaino sulle ginocchia, sa di quelle canzoni che abbiamo abbozzato, e come sarebbero se le avessimo finite. Ho ascoltato questo disco sfinito, ritrovandomelo tra le mail, dopo una serata in cui mi avviavo confuso a casa, dopo aver sbagliato la direzione del tram ben due volte. Ristorante / Albergo / Croce è come tornare a casa, come ritrovare quell’adolescenza dove avevamo lasciato tutti i nostri dischi preferiti.

Il disco è stato concepito per la maggior parte in una casa sperduta tra le montagne della Lessinia, senza rete telefonica e senza internet. “Privati di ogni possibile distrazione dal mondo esternoracconta così Samuele Zenti, “abbiamo curato gli arrangiamenti, registrato chitarre, bevuto Amaro del Capo, ci siamo incazzati e qualche volta abbiamo anche scritto delle cose nuove. Si tratta di un piccolo albergo chiuso per cessata attività, il cui nome campeggiava davanti ai nostri occhi ogni volta che tornavamo verso la civiltà, fermandoci a Contrada Croce, il luogo più vicino in cui poter usare il telefono e comunicare alle nostre mamme che stavamo bene. Ristorante / Albergo / Croce è il punto di congiunzione fra il totale isolamento e il mondo esterno, il frutto di un lavoro spontaneo fatto di contaminazioni e sperimentazioni, rifinito però nei dettagli con cura e pazienza.

Ascoltatelo.

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Pop

La seduzione pop dei fenomeni paranormali di Iosonorama

Ho sempre fatto parecchia fatica a trovare un disco pop che riuscisse anche a lasciarmi qualcosa. In qualche modo, in questo mio complicato di post-adolescenza, dopo che Calcutta aveva deciso di urlare a tutti che cosa ci manchi a fare, tutto si sia tutto appiattito, banalizzato e che sia effettivamente impossibile fare pop senza scivolare, allo stesso tempo, sulla pelle come shampoo come se non avessi mai ascoltato il disco che invece mi è appena passato traccia dopo traccia in macchina. Ascolto tanta di quella musica da macchina, e raramente torno da voler ascoltare qualcosa a casa, non mi innamoro più di niente, perchè niente si sforza di conquistarmi. E poi è arrivato Fenomeni paranormali di Iosonorama, un trascinante disco pop d’esordio, che non mi ha fatto smettere di ondeggiare, che mi ha fatto abbassare i finestrini e mi ha fatto sentire bene, nonostante stessi andando tristemente al supermercato, che ha saputo ben sedurmi e conquistarmi.

Sono una figlia degli anni Novanta, che si innamorava dei contanti e attaccava i poster delle boy band ovunque, e sono ancora cedevole a quel tipo di fascino, la musica che vuole anche averti, che vuole anche che tu rimanga lì, incollata, che ripeta le parole, che torni a casa dopo una mezz’ora in macchina, e tu non voglia effettivamente scendere dalla macchina per non smettere di ascoltare Iosonorama. Rama è in effetti l’acronimo di Raffaella Maria Anna, semplicemente iosonorama sui social network. Rama è una giovane artista partenopea con l’arte che le scorre nelle vene in tutte le sue forme, dalla danza alla musica. Di base c’è una forte identità e voglia di sognare e far sognare attraverso la propria arte e Rama lo fa con la sua autenticità, nel bene e nel male, lasciando indietro giudizi e portando con sé solo la voglia di continuare a credere nelle sue passioni.

Sette brani e una chiusura magistrale con una versione moderna di Bocca di rosa, arrabbiata e scontrosa, suadente. Un punto di vista femminile, da collega, del celebre brano di De Andrè, quello che canticchiavo timidamente in cucina con mia madre che, senza remore mi chiedeva se sapessi il significato di ciò che stavo cantando. Iosonorama è una dama del pop ballabile, regina della mia estate 2022 che non vedo l’ora di far risuonare viaggiando in Italia in macchina, e in loop quei sette brani che mi sono rimasti nel cuore. Forse più che la musica, alla scena italiana manca l’attitudine, la seduzione e la voglia di divertirsi, tutte cose che a Rama, ora la chiamo come se fosse mia amica, non mancano.

Sin da piccola nutre una forte passione per la musica, iniziando a 6 anni praticando danza classica.  Nel 2021, anno decisivo, una nuova Rama, pubblica 3 inediti: HemingwayZero Volume e Pos/To/Me. Con quest’ultimo brano si aggiudica un posto al Deejay on stage di Riccione, cantando con i big della musica. Ad inizio anno, arriva semifinalista al premio Fabrizio De André ed è tra i partecipanti di Musicultura 2022. A febbraio 2022 esce il suo primo EP Fenomeni Paranormali. E non dovreste perderlo per nessun motivo al mondo!

CF