Categorie
Pop

Cosa c’è nella camera del Conte Biagio

Esce giovedì 24 febbraio 2022 nelle Radio e su tutti i Digital Stores “Spunta Blu“,  il nuovo singolo de Il Conte Biagio che porta la firma dell’etichetta Dischi Milano. Il brano, anticipato dal Videoclip di Stefano Poletti è un nuovo capitolo che anticipa l’album  de Il Conte Biagio in uscita in primavera!  Spunta blu è una canzone sfacciatamente Pop con un testo pieno  di figure retoriche e metafore. Nel sound si sente l’indie degli ultimi anni, Calcutta, Giorgio Poi,  Fulminacci e quella ripresa  di un certo mondo ’80 ridisegnato. La sezione ritmica fa invece pensare agli oltreoceano MGMT e ai Metronomy.

Un brano ricercato e allo stesso tempo colorato che vede, non a caso, per l’artwork  la collaborazione di Tarsila Shubert street artist che vive tra California, Bahia e Dubai e che da anni espone le sue opere in tutto il mondo.

Noi come sempre siamo stati a casa sua, ed ecco cosa ci ha mostrato.

Viaggio sempre molto leggero, con al massimo due tre cose un pò come quando sono arrivato a Milano (chitarra, mac e una piccola valigia). Per questo motivo e per attitudine tendo ad avere sempre pochi oggetti personali.

  1. Occhiali: compagni di viaggio dalle medie ormai. 

All’inizio li odiavo,  poi sono diventati il mio tratto distintivo. C’ho messo un pò a cercare quelli giusti per me. Questi sono “Moscot” mod. Zolman e mi piacciono molto! C’è anche da dire che senza ci vedo davvero poco.. (ride ndr)

  1. Tastiera Midi / MINI

 L’ho comprata quattro anni fa alla feltrinelli di Monza. Mi piace perchè non sta mai ferma, la porto spesso con me quando sono in treno per produrre. Il fatto che ha pochi tasti stimola la creatività. Con questa tastiera ho prodotto il mio ultimo singolo “Spunta Blu”.

  1. Chitarra Acustica Eko mia Parlor.

 L’ho comprata il giorno dopo di un mio concerto a Licata in Sicilia nel 2017. Sono entrato nel negozio di strumenti l’ho vista ad è stato subito amore a prima vista! Da quel giorno è la mia compagna di viaggio, con lei ho scritto moltissime canzoni. A ci tengo a dirlo: è una chitarra “normale” come tutte le altre ha solo il corpo un pò più piccolo (no ukulele, no mandolino/no bouzuki)

  1. Poster Selton / Manifesto Tropicale. 

Loreto paradiso, mi ricorda i primi giorni a Milano quando per un breve periodo ho vissuto in una quadrupla in via Porpora, la stessa via dei Selton.  La band brasiliana presentava il nuovo album nel cortile del loro condominio di ringhiera e si, era Agosto e faceva un caldo tropicale.


 

Categorie
Comunicato stampa

Fuori ora il nuovo album di Pier Adduce “La bottiglia Blu”

Primo album in solo per Pier Adduce (voce, autore dei testi, chitarrista e fondatore dei Guignol nati a Milano nell’ormai lontano 1999), la BOTTIGLIA BLU rompe – anche se solo temporaneamente – un’inerzia fatta di dischi, tour, suoni, versi e vicende condivise con la sua storica formazione nell’arco di quasi 23 anni – nelle varie e diverse incarnazioni succedutesi nel tempo – pur conservando con essa, in parte, quella continuità narrativa e di attitudine, che caratterizzano da sempre la cifra stilistica dell’autore. 

“Contenitore trasparente e insieme torbido: contiene un nettare dall’aroma e dal gusto che inebria, ed esalta, ma poi tradisce e schianta: vino o veleno, nettare o fiele…”.

Piena e vuota di messaggi, spiriti e demoni –  un po’ come il mitologico vaso di Pandora – esala il gusto e l’aroma di assortite solitudini, irrinunciabili vizi, insaziabili avidità, divoranti ambizioni, manipolazioni impercettibili, dipendenze psicologiche e fisiche, sottomissione, prevaricazione, razzismo, vendetta, rivolta, riscatto.

La BOTTIGLIA BLU brinda – e getta la sua benzina! – sul fuoco perenne di questi anni fatti di alienazione (vera o indotta) e reale o finta mobilitazione (dai toni sempre più guerreschi e grotteschi) lasciando intravedere perfino una possibile luce sul fondo della stessa…

Non prima di averla vuotata per bene.

Canzoni scritte e composte da Pier Adduce tra il 2020 e il 2021 ( tranne la traccia 9*).

Suonate e arrangiate da Pier Adduce e Giovanni Calella, che ne ha curato anche la produzione, il missaggio e il mastering al Diabolicus Studio, Milano, tra il settembre 2021 e il dicembre 2021.

Si ringraziano poi i vari ospiti: Luca Olivieri ( piano e mellotron su traccia 3 “Se ci manchiamo”), Barbara Eramo (voce e armonizzazioni su traccia 3 “Se ci manchiamo”), Massimiliano Gallo (viola su traccia 1 “Rimani tu” e traccia 4 “Non per amore”), Sarah Stride (voce su traccia 2 “La bottiglia blu” e 5 “La scommessa”).

*Il testo del brano “Additivo” è dello scrittore ed editorialista Maurizio Baruffaldi.

Si ringraziano poi Paolo Libutti per il progetto grafico e Leonardo Adduce per i disegni.  

Tracklist

Rimani tu

La bottiglia blu

Se ci manchiamo

Non per amore

La scommessa

Canzone del teppista

Carta moschicida

Fino in cima

Additivo*

Categorie
Internazionale

La folle festa dei Little Pony è ciò di cui avete davvero bisogno

I Little Pony sono una folle realtà, che il fatto che non siano famosissimi li rende già indegni per il suolo italico e in questo periodo di sospensioni e rinascite, hanno pubblicato da poco un nuovo album dal titolo “Voodoo we do“: un rito pagano, una festa sfrenata, la perdita completa di inibizioni dopo due anni di reclusione, l’ultimo rave a cui non siete andati per pigrizia, prima che scoppiasse il Covid, quello che avete sempre rimpianto, dannatovi l’anima dopo l’ennesimo “andrà tutto bene“. Che sia andato tutto bene, almeno per me, egoisticamente, è stato vero, ma allo stesso tempo mi è sembrato di invecchiare almeno 10 anni in questo periodo. Mi sono dimenticato le feste in casa, mi sono dimenticato le corse in macchina per andare ai concerti, mi sono dimenticato le nottate in stazione e tutte le relative conseguenze. E non solo mi sono dimenticato di tutti quei prima, mi sono reso conto che forse non me ne importava neanche più molto, forse ero grande ormai.

Ed eccomi qui, in macchina perchè devo portare una cassettiera trovata ad un mercatino dell’usato ad un amico che è appena andato a convivere, un regalo da trentenni per una vita da trentenni. Dannati noi millenials che il Covid ci ha trovato giovani e ci ha ritrovati sull’orlo dell’avere una famiglia nostra. Ed ecco che inizia la prima traccia CPC che mi colpisce come un pugno in faccia e mi torna tutto dentro: la voglia di fare letteralmente schifo, l’alcol, le biciclettate, la casa incasinata, Giacomo sul divano, Anna che mi perdona e che non mi lascia perchè sono noioso. Voodoo we do si rivela essere un rito doloroso che ti fa tornare ai momenti migliori della tua vita, quelli per cui pensavi di non essere più tagliato.

Canzoni scritte in viaggio, riflessioni sulle ossessioni della modernità e le stregonerie da social… Un rito magico, potente come solo i bambini possono immaginare, per scacciare via il superfluo, il compulsivo, l’ostinata arroganza dell’omologazione coatta delle interazioni nelle piccole e grandi cose del quotidiano. I Little Pony non fanno jazz, non fanno rock, non fanno hip hop nè punk o spoken words su basi funk disco rap; i Little Pony sono fuori moda e fuori dal tempo. Il disagio ha un suono ironico, cupo e rabbioso mentre balla: i Little Pony fanno Voodoo.

Con questo mix unico di ansie e sospiri, di rock e jazz, di punk e tratti rap, Voodoo we do è per tutti noi che c’eravamo dimenticati com’era divertirci, che non ci facciamo una canna da mesi e che forse vogliamo tornare ad essere cool prima di essere boomer. Questo disco fa tornare la voglia di vivere.

CM

Categorie
Internazionale

Elettrogruppogeno: Come si crea un videogioco a partire da una canzone

La mia ragazza è una nerd è la canzone perfetta per introdurre il pubblico al mondo dell’Elettrogruppogeno. Non è un caso quindi che la prima canzone che abbiamo deciso di registrare in studio sia proprio questa. 

Avevamo portato una demo chitarra, batteria e voce, ma grazie agli arrangiamenti di Samuele Cangi e Tommaso Giuliani (BlueMoon Rec Studio) il pezzo si è arricchito di un sound modern-retrò che si sposava perfettamente col contenuto della canzone. Una volta ascoltato il risultato finale, abbiamo avuto la folgorazione: con quel sound, quei riferimenti e quella tematica, dovevamo farne un videogioco. Nella scelta ha aiutato il fatto che Andrefuoco, quando non indossa la sua tutina, è un ingegnere informatico col sogno nel cassetto destro di fare il creatore di videogiochi. Per fortuna poi nella vita ha scelto di perseguire il sogno nel cassetto sinistro… 

Purtroppo però dalla programmazione semplice a quella specifica di videogiochi c’è un bel salto. Abbiamo quindi capito che senza dei collaboratori non saremmo andati da nessuna parte. Nello specifico dovevamo trovare degli addetti sia per la parte grafica che per lo sviluppo vero e proprio: dopo una lunga ricerca abbiamo deciso di collaborare con Veruska Ceruolo (illustrazione) e Simone Bastiani (ZilpioGaming). Andrea (l’alterego di Andrefuoco) invece ha fatto da coordinatore e direttore dei lavori, stilando le specifiche del progetto e cimentandosi quando possibile con la pixel-art. 

A quel punto abbiamo discusso l’idea iniziale: vista la quantità di citazioni esplicite e implicite nella canzone, sarebbe stato bello realizzare una sorta di platformer nella quale il protagonista avrebbe dovuto saltare a tempo di musica mentre tutto intorno a lui “succede quello che dice la canzone”. Per fortuna esistono le femmine, e Veruska (che è in effetti una femmina) ci ha fatto notare che sarebbe stato molto più efficace realizzare il videogioco dal punto di vista della ragazza, scelta che avrebbe rispecchiato meglio lo spirito della canzone (che comunque descrive una ragazza molto emancipata) e ci avrebbe fatto evitare il cliché del cavalierechesalvaladonzellainpericolo.

Dal lato grafico la difficoltà principale è stata la mole di lavoro: abbiamo infatti deciso di creare il mondo del videogioco da zero, quando generalmente la “scelta facile” è quella di utilizzare gli asset (i.e. le immagini singole) royalty-free che si possono trovare su internet. Invece no, abbiamo mantenuto la linea dura e ora possiamo dire che ci sono più pixel posizionati a mano in questo videogioco che granelli di sabbia a Livorno!

Per lo sviluppo invece la sfida più interessante che abbiamo dovuto affrontare è stata quella di far rimanere il giocatore sempre in sincronia con la canzone, infatti ci siamo accorti presto che far mantenere velocità costante al main character era impossibile se volevamo mettere un minimo di variabilità nel livello (ostacoli, terreni diagonali…). Con l’aiuto di Simone abbiamo realizzato un escamotage degno delle migliori serie TV degli anni ‘90: invece della ragazza, a muoversi in sincronia con la canzone è un punto che scorre a velocità costante chiamato PIVOT. La ragazza cerca sempre di minimizzare la distanza da questo punto, quindi aumenterà o diminuirà la velocità per tornare in sincronia con la canzone!

Vedere il gioco realizzato dopo che lo avevamo ideato quasi per scherzo anni fa è stata una grande emozione di cui siamo tutti molto soddisfatti.

Il videogioco è disponibile sul Play Store oppure online direttamente a questo link: https://zilpio-gaming.itch.io/la-mia-ragazza-una-nerd 

Categorie
Indie Pop

Sbornia triste e l’after con Margherita Grechi

In questi ultimi due anni sono cambiate decisamente tante cose, a partire dal fatto che prima uscivo praticamente tutte le sere, anche a prescindere dalle serate, a prescindere dal giorno della settimana. Mi ritrovavo il lunedì alle 5 di mattina in Isola a vagare con una birra in mano a parlare con una sconosciuta, mi ritrovavo a innamorarmi continuamente per poi tornare a casa con quella sensazione di solitudine vagante, quello spleen notturno che poi spariva la mattina dopo, non appena venivo di nuovo conquistato dal suono della fotocopiatrice. Non so davvero come facevo a sentirmi così triste: ero sempre in giro, non facevo che parlare continuamente con tutti, mi conoscevano i baristi, i deejay e persino qualche cantante indie che suonava spesso all’Ohibò. Con la pandemia sono sparito, mi sono rifugiato in un monolocale, quella vita mi manca come l’aria e un po’ cerco di replicarla, eppure sono più felice di allora. E’ come se mi mancasse la tristezza di quel periodo, ed è strano desiderare la tristezza. Margherita Grechi la chiama Sad Movida.

Sad Movida è una raccolta di immagini notturne in formato mp3, sfocate in quel momento senza filtri in cui torniamo a casa dopo una serata in discoteca. Un mix tra sperimentazione musicale di vari generi, intimità e il modo di raccontarla. Sono canzoni figlie dell’immaginario del Club, sognanti e scure. Un disco dedicato inevitabilmente noi che si sentivamo tristi nei locali, ma ne sentiamo terribilmente la mancanza.

Mi sono ritrovata a consumare questo disco, tornando a casa ad orari assolutamente normali, come se stessi tornando dalla più folle delle serate. Margherita Grechi è un’abile cantautrice che conosce la mia Milano notturna e la sa ben ricreare e la offre in quest’EP di debutto che suona come tutto quello che ci siamo lasciati alle spalle prima di questa pandemia. E anche se adesso considero davvero casa mia il mio appartamento, leggo molto e sono più tranquillo, mi manca il dopo sbronza, la musica elettronica, il Rocket e le macchinate per andare a vedere i concerti. Margherita Grechi mi ha riportato proprio lì, e un po’ gliene sono grato, perchè improvvisamente posso tornare indietro solo premendo play.

CM

Categorie
Internazionale

I Listrea hanno pubblicato un disco che è un vero e proprio thriller psicologico

Era dai tempi dei Verdena che non mi innamoravo così di una band, in un modo così viscerale e sincero. Mi ricordo ancora com’era andata: era il periodo di Emule e ci si passava intere discografie su pesantissimi hard disk che facevano il giro di Milano passando da uno zaino all’altro. In uno dei momenti più fortunati in cui l’hard disk toccò a me ci trovai dentro Il suicidio dei samurai, e lì cambio tutto. Mi ricordo come quel disco, più che una serie di file che mi tenevo nel mio iPod, era diventata la colonna sonora di quel 2004 così complicato (come tutti gli anni passati al liceo). L’angoscia di quello che stavo vivendo si mischiava alle chitarre di Alberto Ferrari e mi soffocava ogni volta che partiva Luna. Inutile dire che i Verdena sono tra le mie band preferite, anche oggi.

Con i Listrea e il loro album di debutto Formicolio è andata più o meno allo stesso modo, un disco che arriva quasi per caso, e quest’ansia generale causata dai tormentoni estivi di Sanremo che finalmente esplode alle prime note di Steso in carmine. I Listrea, con una maturità musicale incredibile, mischiano più genere, in un frullatore che sta per esplodere. Non è stata una settimana facile questa in cui ho ascoltato Formicolio, perchè la nebbia, il freddo milanese e l’angoscia di questi testi surreali tendono a conquistarti e a non lasciarti più andare. Ho vissuto in un thriller psicologico popolato dalle persone della mia vita, dai visi distorti e la voce falsata. Formicolio è un incubo ad occhi aperti, di quelli dilatati che tengono il pubblico in tensione fino al colpo di scena. Formicolio è il cinema di Gaspar Noè ambientato in Brianza, il più allucinato dei numeri di Dylan Dog.

Mi mancava sentirmi così, mi mancava trovare un disco in grado di turbarmi, un disco che nasce nell’intimità più estrema di una cameretta, perchè sembra quasi che i dischi da cameretta non esistano neanche più. Durante quest’ultima estate infatti, la band lombarda, inizia la scrittura di un nuovo nucleo di canzoni, registrate e prodotte completamente in home recording l’inverno stesso. “Formicolio” svela quindi un disturbante mondo che ci riporta nei locali sotterranei e nel cuore della scena musicale underground: un mondo nostalgico che mischia elementi di noise, psichedelia e progressive e che ora, dopo una pandemia globale, ci sembra fantascientifico e sconosciuto. Da non perdere per nessun motivo al mondo, mi ha salvato dal periodo di Sanremo.

CM

Categorie
Indie Pop

La Roma Pulp di Sergio Andrei

Sergio Andrei è ciò che ho ascoltato di più durante il periodo di Sanremo, un disco che mi ha riportato a casa in un periodo in cui sembrano convincerci in tutti i modi che la musica è la cosa più importante in questo paese di pizza, pasta a precariato. Sergio Andrei è uno strano personaggio con cui ho condiviso, anche se lui non lo sa, confidenze da bar e quell’ansia perenne di noi che abbiamo vissuto gli anni Duemila, fino a sgretolarci in un gin tonic. Dentro Pulp, c’è una Roma ai confini del tempo, ai confini del mondo, come se fossimo dentro un episodio di Doctor Who, dove è tutto al collasso e ci siamo noi, che abbiamo paura di svegliarci depressi e combattiamo contro la fine del mondo.

Pulp svela un mondo tormentato e oscuro, una locanda alcolica in una Roma hollywoodiana sporca e malinconica: in questo disco si vuole raccontare un mondo agli eccessi, ma senza prendersi troppo sul serio. Amori platonici, risse, osterie, bicchieri, depressione.  Le tematiche sembrano particolarmente pesanti ma, assumono, nel contesto, una vena ironica e scanzonata.  Pulp include i “pulp magazine”, i romanzi hard boiled, il cinema di genere, la letteratura e il mondo di vignette e copertine. All’interno di questo viaggio, si potranno conoscere i diversi personaggi che passano nei ricordi del protagonista e quindi nella locanda stessa. A volte sono persone, altre, emozioni o oggetti. Ricordi e dubbi. 

Ho vissuto quest’ultima settimana sui mezzi pubblici, a sentire Zingara a ripetizione fino a convincermi che i miei amici, quelli storici, non sono più Quelli di sempre. Ho vissuto una settimana davvero pulp dove era facile vedere il lato assurdo di ogni conversazione, come fossimo all’interno di un film di Tarantino, un film di Tarantino con la parlata romana, a fare su e giù al Pigneto come degli zombie, a parlare di dischi indie usciti durante Sanremo.

Pulp è un manifesto generazionale, un pugno nello stomaco, un bellissimo delirio di un ubriaco, uno di quelli con la sbronza allegra, che sa di verità, famiglia (anche di quelle un po’ strane che vivono fuori dal raccordo) e dei bar che si svuotano la mattina. Pulp di Sergio Andrei è una bellissima sorpresa passata sottotono a causa forse del periodo o forse perchè è giusto così, che rimanga tra noi nerd che traslochiamo quattro volte all’anno. Da non perdere!

Che paura che ho di svegiarmi depresso

CM

Categorie
Comunicato stampa

“Mi ricordo di te” è il nuovo singolo di Francesco Monte

 Disponibile dal 28 gennaio su tutte le piattaforme digitali. 

Dopo la collaborazione con lo storico leader dei Blue “Lee Ryan” in “Work This Out”, Francesco Monte torna con il nuovo singolo in italiano “Mi ricordo di te (Adrenalina)”.

Il brano è prodotto da Federico Baracco, Alessandro Costantini e Stefano Pigolotti, scritto da Francesco Monte, Debora Pagano, Kurt Royce e Giovanni Caracciolo e vede la partecipazione dei musicisti Mario Meli alle chitarre, Marcello Sutera al basso e Federico Baracco alla programmazione.

“Una canzone che mi appartiene nell’anima. Un team di professionisti mi sta permettendo di conquistare una consapevolezza musicale importante. Viviamo un momento difficile e grazie alla musica riesco a comunicare con il mio pubblico senza gossip” afferma l’artista.

Grazie alla collaborazione con il produttore Marcello Sutera Francesco Monte continua così il suo percorso da cantante. “Mi ricordo di te (Adrenalina)” è disponibile a partire da venerdì 28 gennaio su tutte le piattaforme digitali.Mi Ricordo di te (Adrenalina)

Link Spotify:https://open.spotify.com/album/0ONx3Y6cB1FEvpky292SCH?si=n1ndH8hkQIKwmEVfANRwSg

Credits:

Titolo: Mi ricordo di te (adrenalina)

Artista: Francesco Monte

ISRC: ITWOD2000056

Prodotto da Federico Baracco, Alessandro Costantini e Stefano Pigolotti.

Testo di Kurt Royce, Francesco Monte, Giovanni Caracciolo e Debora Pagano.

Musicisti

Mario Meli: Chitarre  

Marcello Sutera: Basso 

Federico Baracco: Programmazione

Edizioni: Gotham Dischi, Collettivo Funk, Clockbeats

Distribuito da Clockbeats srl

Francesco Monte

Francesco Monte è nato il 20 maggio del 1988 a Taranto.

Ha studiato Economia lavorando come barman e modello per mantenersi all’università.

Dopo aver studiato recitazione per cinque anni, partecipa ormai al noto programma televisivo “Uomini & Donne”. In seguito si trasferisce negli Stati Uniti dove coltiva il sogno di diventare attore e, al suo rientro in Italia, viene scritturato per la fiction “Furore 2”.

Dopo la partecipazione ad alcuni reality che gli regalano una grande notorietà televisiva, nel 2019 è nel cast di “Tale e Quale Show” dove rivela sorprendenti doti canore che gli valgono i complimenti pubblici di molti nomi celebrati della canzone italiana. 

A gennaio 2020 fa parlare di sé perché Paul Marciano lo sceglie per il marchio Guess come modello per una campagna pubblicitaria mondiale insieme a Jennifer Lopez.

Dal 2020, grazie alla collaborazione con il produttore Marcello Sutera, inizia il suo percorso da cantante con il brano “Siamo già domani”, registrato per l’etichetta Olé Artist, seguito da “Andiamo Avanti” e dal singolo “Work This Out” in collaborazione con lo storico leader dei Blue “Lee Ryan”.

Nel 2022 torna con il nuovo singolo “Mi ricordo di te (Adrenalina)” per Gotham Dischi.

Instagram: https://www.instagram.com/francescomontereal/ 

YouTube: https://www.youtube.com/channel/UC9D0FToWRNRf2nI62SlOfIQ 

Spotify: https://open.spotify.com/artist/0fcllTDf7XJyb0xBdeXFFL 

Facebook: https://www.facebook.com/francescomonteofficial 

Categorie
Indie Pop

Le 5 cose preferite dei Malamore

“Malavita” il titolo del nuovo singolo dei Malamore, fuori il 18 gennaio, un singolo questo che si articola per immagini oltre che per suoni. Quale format migliore se non quello delle loro 5 cose preferite? Noi gliel’abbiamo chiesto ed ecco cosa ci hanno risposto!

LA NOTTE

In ogni suo punto di vista, da quello più poetico e romantico al più tetro e proibizionista. Dopo aver vissuto una notte con la sua gente, spesso ci ritroviamo tra le mani un libro che racconta le storie più affascinati di sempre.

VIAGGIARE

È uno dei primi motivi per il quale amiamo fare musica.

CINEMA

È un amore che viaggia in parallelo con le nostre canzoni. Molte volte per creare un arrangiamento siamo stati ispirati da un film.

LA FESTA

C’è sempre un motivo per fare festa, non ci tiriamo mai indietro.

GLI ANNI ’60

La moda, le canzoni, il pensiero, il sapore del sale, sapore di mare…

Categorie
Comunicato stampa

“Failures” è il nuovo album dei Giudah!

Dopo cinque anni dall’uscita dell’omonimo “Giudah!” (2016), il progetto elettronico trevigiano torna con un nuovo disco: “Failures”. Un disco che ha una storia travagliata fatta di rivoluzioni interne nella formazione e del passaggio obbligato attraverso la pandemia ed i lockdown. Il risultato è un disco eterogeneo, fatto di brani molto diversi tra loro, sia per stile compositivo, sia per arrangiamenti e master. Più che un disco, il risultato è una sorta di playlist che raccoglie i lavori collezionati in questi cinque anni fatti di cambiamenti, restrizioni, desideri e ovviamente, fallimenti. Parte dei brani è stata composta, suonata, arrangiata e registrata in collaborazione con Maurizio DeSalvo e Alessio Ruggeri, mentre le restanti sono state tutte prodotte unicamente da Federico Rosada.

I brani di Failures passano dall’ambient al rock, dall’elettronica del disco precedente fino alle distorsioni di chitarra. Questo disco è quindi un viaggio dentro ad un periodo che va dal 2016 al 2021, dove lo stile di

Giudah! si evolve, muta, si trasforma, senza mai perdere le caratteristiche che lo contraddistinguono.

LA BAND

image.png

Giudah! è un progetto della zona di Treviso con passati post-rock, metal ed hardcore. Giudah! è l’approccio all’elettronica, senza preconcetti o cliché. Giudah! è lasciare tutto alle spalle, tradire i propri passati, tradire le proprie conoscenze compositive, formali ed estetiche, tradire il proprio strumento, tradire sè stessi e provare qualcosa mai fatto prima.

FAILURES sarà disponibile presso tutti i maggiori retailers online. Verrà anche distribuito in una preziosa edizione numerata di 25 audiocassette.

LINK: Giudah | Facebook

Spotify – Wendy Arnold / You Can’t Stop Me Now

Spotify – Giudah