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Indie Pop

30 brani consigliati da artisti indie per la giornata mondiale della bicicletta

Nel 2018 è passata con il voto favorevole di tutti i 193 membri delle Nazioni Unite la risoluzione che prevede di istituire, per il 3 Giugno, la Giornata Mondiale della Bicicletta. L’Assemblea Generale ha così riconosciuto “l’unicità, la longevità e versatilità della  bicicletta che è in uso da due secoli e che rappresenta un mezzo di trasporto semplice, economico, affidabile e sostenibile, che promuove la preservazione ambientale e la salute.”

Ma per andare in bicicletta, noi lo sappiamo bene, serve il vento nei capelli, la primavera che sfuma verso l’estate, e sicuramente la giusta playlist. E per comporla abbiamo chiesto aiuto a 30 artisti indie. Ecco come è andata!

Sto bene degli PSICOLOGI, consigliada da Manfri
Uno di quei pezzi che si ascolta durante un viaggio, di qualsiasi tipo, il testo è una carrellata di immagini che scorrono davanti, ti fa sentire come immerso in un film. A mio parere perfetto per un giro in bici nella natura.

Venetian Snares dei Welfare Wednesday, consigliata da YLYNE
Ammetto di non essere tipo da bicicletta, ma quelle volte che faccio un giro…mi piace pedalare! Questo può aiutare.

FloriDada degli Animal Collective, consigliata dai Diletta
Il 19 aprile del 1943 Albert Hofmann compie con la sua bicicletta un viaggio che rimarrà nella storia. Da allora ad aprile si festeggia il “Bicycle Day”. Hofmann ci insegna che la bicicletta libera la mente, è essa stessa uno stato mentale per cui l’orizzonte si espande, le percezioni si amplificano. Tutto grazie a due semplici pedali…più o meno è andata così. Sicuramente questa canzone e questo video sarebbero piaciuti a quel grande ciclista che fu Albert Hofmann.

Sales dei Chinese New Year, consigliata da Kolè
Energia solare, riassesta l’animo!

50 Special dei Lunapop, consigliata da NOVE
In fondo c’è poca differenza tra una vespa e una bicicletta… basta solo crederci sempre.

Conoscersi in una situazione di difficoltà di Giovanni Truppi, consigliata da Lena A.
Non so andare in bicicletta, confesso, ci ho provato svariate volte, ma senza successo. Da neofita, immagino di aver bisogno di una canzone che mi culli e mi porti altrove, senza distogliere l’attenzione dal manubrio e dalla strada. Questo brano di Truppi lo conosco così bene, che sono sicura sarebbe il brano perfetto per me.

What’s my age again dei Blink 182, consigliata dai Subuteo
È un brano che ti da la carica giusta per affrontare un qualsiasi sforzo fisico, un mix di adrenalina pura.

Torno a casa de I Segreti, consigliata da MANI
Mio nonno ogni qual volta che serve tira fuori questo detto: “Hai voluto la bicicletta? E mo’ pedala.” Ma pedalare per andare dove? Che alla fine si parte sempre per ritornare. Allora torna, torna a casa. E mentre lo fai, è cosa buona e giusta, ascoltare “Torno a casa” de I Segreti.

“Ho capito come fare, basta solo pedalare
Se mi fermo non riparto più
E godersi l’equilibrio senza paura di poter cadere
E non ho capito se la mia è soltanto un’altra scusa per scappare
Ma poi dopo ci ripenso, sono questo
Dove voglio andare?”

PEDALATE LONTANO, MA POI TORNATE.

London’s Burning dei The Clash, consigliata da Ilmostrodellaband
Il buon punk è la musica che preferisco quando sono in movimento

Stormi di IOSONOUNCANE, consigliata dagli Spirito

È sicuramente un brano perfetto per pedalare in aperta campagna durante una giornata di sole! Un perfetto equilibrio tra strumenti acustici, fiati e suoni digitali che creano un sound che strizza l’occhio ai tuoi neuroni serotoninergici!

Il principe in biciletta dei Tre Allegri Ragazzi Morti, consigliata da Piccoli Bigfoot
Questa canzone l’ascolterei mentre vado a trovare la mia bella, in una giornata di sole e spensieratezza con l’obiettivo di raggiungere una gelateria. La bicicletta vista come un mezzo di trasporto ecologico e non come un’attività agonistica. Godersi il paesaggio con calma, sentire il vento in faccia ed infine un buon gelato come premio finale. Viva la bicicletta e viva i Tre Allegri.

Salad Days di Mac Demarco, consigliata da Florilegio
Strade di campagna infinite, vento fresco di maggio, Mac in cuffia e ondeggiare con la testa a ritmo lento.

Fino a lunedì di Artemoltobuffa, consigliata da Eleviole?
Una vecchia Graziella cigolante e un po’ polverosa. Una felpa la mattina presto e la sera e ogni tanto le scarpe col tacco come cambio inaspettato, nascoste nel cestino. Una canzone che sa di nostalgia e scoperta, come gli ultimi giorni di scuola.

Ora di Jovanotti, consigliata da GIALLO
Il 6 giugno 2020 è un giorno che profuma di libertà. Perché le case a Londra sono piene e le strade vuote. Il lockdown ha allungato il concetto di tempo un po’ per tutti. E tre mesi sono diventati anni. Allora decido di prendere la mia bicicletta. Anche lei profuma di libertà. L’ho chiamata Hermes, come il messaggero degli Dei. Una bici da corsa vecchia, rossa, con le marce sul tubo. Voglio arrivare fino a villa Hedsor, dove Cremonini ha girato il video de “Il Comico”. Sono 60 chilometri ad andare. Buco in mezzo ad un bosco a 40 chilometri da casa. Allora mi fermo, mangio un panino, e sono felice. Metto le cuffie ed ascolto “Ora” di Jovanotti. Ve la consiglio oggi che è il giorno della bicicletta. E ricordatevi il puncture kit, che non c’è sempre la rescue squad.

Another one bites the dust dei Queen, consigliata da CARNEVALI
È un brano nettamente ritmico, nel quale basso e batteria adrenalinici, ti portano sempre di più al movimento e a seguire il ritmo.

One’s Summer Day di Joe Hisaishi, consigliata da Hesanobody
Lo ammetto, non so andare in bicicletta, non ho mai voluto imparare per pigrizia probabilmente. In un mondo parallelo dove però lo so fare, mi immagino a pedalare vicino al lungomare della mia città con questo capolavoro a farmi compagnia.

War degli Idles, consigliata dagli Hapnea
Una delle canzoni più adrenaliniche dell’anno scorso. Inoltre se la spari a tutto volume in cuffia eviti di sentire gli insulti degli automobilisti che forse stai intralciando.

Friday I’m in love dei The Cure, consigliata da [lessness]
Eravamo io, tuco e paraguay miei amici d’infanzia (nomo fittizi per tutelare la loro identità). Un pomeriggio d’inverno di molti anni fa prendemmo in ‘prestito’ delle biciclette uscendo da scuola e andammo a sfasciarci le ossa testando il nostro equilibrio su due ruote in un tratto di torrente ghiacciato. Tuco aveva una piccola radiolina a transistor e ricordo che poco prima di schiantarci stava suonando Friday I’m In Love dei The Cure. Da allora quella è la canzone da bicicletta d’eccellenza per me. Livello della spedizione sui ghiacci: Amundsen.

Worth It di Beabadoobee, consigliata da Granger
Questa canzone mi fa sentire la protagonista di un film girato in Super8, è obbligatorio sentirsi liberi ascoltandola in bicicletta e farsi film mentali davanti ad un bel panorama. ogni tanto bisogna un po’ alleggerire la realtà che ci circonda e questo brano mi aiuta spesso a farlo.

Shots in the dark di Iann Dior, consigliata da Neverbh
Un brano che dà la carica giusta, orecchiabile e non troppo impegnativo.

3 Nights di Dominic Fike, consigliata da Adelasia
Andare in bicicletta è la passione che ho riscoperto durante quest’anno di pandemia, in questi giorni di primavera cerco di usarla il più possibile e il brano che ascolto è 3 Nights di Dominic Fike: mi fa venire voglia di correre, pedalare in piedi e fischiettare.

Blind di Role Model, consigliata da Saera
Probabilmente è il brano per eccellenza che ascolto ogni volta che sono in bici e posso ascoltare musica, perché mi mette un sacco di buon umore.

Country House dei Blur, consigliata da Benestare
Abito in una casa in campagna in periferia, per me la bicicletta è da sempre associata alle strade di campagna in posti sperduti, a rischiare di farsi mordere allegramente le caviglie dai cani dei vicini.

Ebony and Ivory di Paul McCartney e Stevie Wonder, consigliato da Dado Bargioni
Estate 1982 (quella dei mondiali!). Ho il vivido ricordo di un particolare giro in bicicletta con il mio miglior amico. Il motivo per cui lo ricordo così bene è proprio legato alla canzone che cantavamo a squarciagola quel giorno per le strade di Alessandria: Ebony and Ivory di Paul McCartney e Stevie Wonder era appena uscita e io me ne innamorai. Ancora oggi, quando la ascolto, chiudo gli occhi e mi ritrovo in bici!

Lauren dei Men I Trust, consigliata da Azazel
Una canzone chill che ti fa pedalare pensando all’iperuranio. La fatica scompare e la bicicletta inizia a volare.

I lived dei One Republic, consigliata da Liam&Care
Parla di libertà, gioia, vivere la vita al 100%, rischiando, soffrendo, senza paranoie.

Running Up The Hill dei Placebo, consigliata da Domenico Imperato
Credo sia un brano perfetto per pedalare in una giornata baciata dal sole.

Navigherò la notte di Neffa feat. Al Castellana, consigliata da Ama Il Lupo
Puoi pedalare al ritmo del beat, di giorno come di notte, e svarionare tra tutti i tuoi pensieri, i ricordi, le foto, le scene.

Bye bye di Oscar Anton, consigliada da Larocca
Mi fa star bene, sarebbe la perfetta colonna sonora per una domenica in bicicletta.

In Bicicletta di Riccardo Cocciante, consigliata da Paul Giorgi
Scontata?




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Internazionale

Il lockdown secondo i Maldimarte

Dalle costole dei Vinylika, prende il via la seconda vita artistica di Vincenzo Genuardi e Domenico Mistretta, rei di una collaborazione ultradecennale. In una decade di rock’n roll e chitarre distorte, l’armonia sempre in primo piano aveva dato vita ad un trascinante power pop, con testi in italiano e melodie ammiccanti atte a conquistare al primo ascolto. Un approccio compositivo che ora, con una rinnovata ispirazione e la maturità acquisita sul campo tra palchi e home studio, sterza verso una nuova veste più moderno/cantautorale. L’urgenza espressiva in chiave rock si è trasformata in pacata osservazione degli eventi che accadono intorno, in una narrazione che prende spunto più dalla realtà esterna che dall’introspezione. In “Maldimarte” le chitarre fanno un passo indietro rispetto ai synth e i brani diventano un osservatorio passivo su un futuro cronico e individualista. Rallentare diventa la nuova urgenza, per riprendere il contatto con gli elementi fondamentali della vita e la percezione di un mondo che non è e non sarà più lo stesso.

Abbiamo chiesto loro di raccontarci il loro lockdown.

L’arrivo della pandemia vi ha sconvolto qualche piano? Quale?
Ha sconvolto tutto, sul piano personale e lavorativo, ma l’assenza dall’occupazione principale ci ha dato più tempo per dedicarci alla musica, tempo che aspettavamo da anni, quindi ne abbiamo approfittato per comporre nuova musica e fare uscire il nostro primo Ep.

Come state passando questo strano periodo, qual è la vostra routine?
Purtroppo nel persistere delle restrizioni non è cambiato molto, continuiamo a promuovere ”Vicini di Caos”. Probabilmente ricorderemo e ringrazieremo a vita questa pubblicazione perché in un momento cosi assurdo è stato per noi motivo di crescita e sviluppo sul piano artistico, ci ha tenuti occupati con la promozione, e quindi ha riempito intensamente le giornate. Nel frattempo si lavora a nuovi singoli.

Ve la ricordate la primissima quarantena? Come la passaste?
Periodo epico difficile da dimenticare, reclusi come tutti da un giorno all’altro, tra cucina, studio, videochiamate, qualche suonato live in dirette organizzate… un paio di volte abbiamo trasgredito il DPCM per scambiarci pedali, chitarre etc., in perfetto stile proibizionismo.

Di cosa parla il vostro ultimo singolo? L’avete scritto nell’ultimo anno?
Respirerò” è una finestra che si affaccia sul mondo, una disamina contemporanea su un mondo flesso a logiche assurde non conservative. L’idea è che si possa posticipare qualsiasi comportamento scorretto ai posteri, consegnando loro un vero inferno. La terra ha a disposizione miglia di anni per metabolizzare il nostro funesto passaggio e tornerà a respirare prima o poi. Questo ci consola.

É stato scritto nel 2018 e inciso alla fine del 2019. Spesso, durante le nostre conversazioni, veniva fuori questa frase: “C’è troppa felicità immotivata e troppa stasi, sta per succedere qualcosa”. Detto fatto. Non so perché ma ce lo aspettavamo, il singolo, ne è prova documentale; molti invocano una normalità come se fosse l’eden, sappiamo benissimo che non è così.

Cosa vi manca più di qualsiasi cosa?
Le chitarre sul palco, la botta della cassa e il basso che scuote, i post concerto, i lunghi viaggi per andare a suonare, l’arrangiarsi per fare musica e goderne.

Vi ricordate ancora l’ultima serata che avete fatto post 22.00?
A dire il vero facciamo un pò fatica a ricordarlo, forse è passato troppo tempo.

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Indie Pop

Il lockdown secondo Leikiè

Fuori su tutti gli store digitali (per l’etichetta Not Just Music e in distr. The Orchard) e da venerdì 30 aprile 2021 in radio La tua propostadi cui esiste anche una versione inglese, è il terzo singolo di LeiKiè. Una canzone Pop con un ritmo trascinante. Una melodia accattivante che mette allegria. Il ritornello è magnetico, un gioco ritmico di vocali che crea musicalità e voglia di ballare.  

Una voce vellutata canta di una relazione amorosa idilliaca. In “La tua PropostaLeiKiè è una fidanzata romantica che racconta felicemente della propria quotidianità di coppia e della proposta di matrimonio che riceve. Non mancherà il finale a sorpresa alla LeiKiè. Una trama e un testo semplici che sprigionano in chi l’ascolta gioia, entusiasmo per la vita e ilarità. Uno scopiettio emozionale di leggerezza salutare e positività, elementi sempre più essenziali di cui oggi si necessita a livello globale.

Le abbiamo chiesto come è andato il suo lockdown.

Come stai passando questo strano periodo, qual è la tua routine?
La mia routine? E’ mettere in pratica il motto “CANTA CHE TI PASSA”! Questa è una grande opportunità che hanno non solo gli artisti, ma qualsiasi essere umano. Ascoltare le proprie emozioni e cantarle è di grande aiuto per la nostra anima, invito chiunque ci stia leggendo a provarlo. Tornare bambini e canticchiare qualsiasi melodia, anche dello zecchino d’oro aiuterà a ritrovare l’allegria che è dentro di noi sempre, anche nei momenti più difficili. Farla riemergere ci aiuterà a mantenerla salda. Questa esperienza creativa accende ogni giorno nuove scintille rendendolo sempre speciale.

L’arrivo della pandemia ti ha sconvolto qualche piano? Quale? 
Si, certo, ha sconvolto diversi miei piani, ma tutto nella vita è transitorio. Bisogna essere sempre pronti a tirar fuori i piani B, C, D, etc… senza scordarci che siamo già fortunati perché le lettere dell’alfabeto italiano sono solo 21, per cui è bene sfoderare, se necessario, anche il piano Z. Dobbiamo solo ricordarci che siamo italiani e che la fantasia non ci manca mai, anzi, ce l’ammirano in tutto il mondo. Di certo non ci manca neppure l’allegria, quindi abbiamo gli ingredienti fondamentali per reinventarci ed essere vincenti. Un sorriso è già una grande azione propositiva e vincente.

Te la ricordi la primissima quarantena? Come la passasti?
Osservavo ciò che accadeva per comprendere come reagire ad ogni evolversi della situazione, nel contempo cercavo di essere concreta nelle azioni quotidiane per cercare comunque di realizzare gli obiettivi che mi ero preposta. E’ stato estremamente faticoso, ma è stata comunque un’esperienza unica. Tutti noi abbiamo vissuto un momento storico a livello globo per la prima volta. Il momento più commovente è stato quando ho per la prima volta ascoltato i canti che gli italiani hanno lanciato per primi al mondo dai loro balconi, mostrando tutta la loro voglia di vivere, relazionarsi e di sorridere.

Di cosa parla il tuo ultimo singolo? L’hai scritto nell’ultimo anno?
LA TUA PROPOSTA tratta di una relazione amorosa idilliaca raccontata da una fidanzatina romantica che canta felicemente della propria quotidianità di coppia e della proposta di matrimonio che riceve. Una trama e un testo semplici che sprigionano in chi l’ascolta gioia, entusiasmo per la vita e ilarità. Uno scopiettio emozionale di leggerezza salutare e positività, elementi sempre più essenziali di cui oggi si necessita a livello globale. E’ una canzone Pop con un ritmo trascinante. Ha una melodia accattivante che mette allegria. Il ritornello è magnetico, costruito su un gioco ritmico di vocali che crea musicalità e voglia di ballare.

E O E A” è il ritornello della spensieratezza e il mio augurio è che essa giunga a tutte le persone e che ognuno di noi possa diffonderla. Cantare E O E A e’ uninno a Espandare Oltrefrontiera l’Empatia per l’Amore. 

Nel brano LA TUA PROPOSTA non manca il finale a sorpresa alla LeiKiè.

Cosa ti manca più di qualsiasi cosa? 
Respirare senza mascherina, sempre. Abbracciare tutti i miei cari e amici. Trascorrere Natale e Pasqua insieme ai tanti parenti. Organizzare o partecipare a delle feste con amici al chiuso. Non potermi sedere a mangiare al ristorante o in un bar. Quando non posso sottostare all’orario del coprifuoco in studio, ritrovarmi in giro alle 22.05 o alle 23 con gli stessi pericoli che di solito ci sono nel pieno della notte.

Ti ricordi ancora l’ultima serata che hai fatto post 22.00?
Il mio lavoro continua come prima, supero le h 22 in studio al lavoro fino a che non termino quello che devo fare. Tengo comunque l’orologio sotto controllo per i motivi sopra esposti.

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Internazionale Pop

Il tema natale di Gionta

È stato pubblicato lo scorso 26 marzo Eyes of a desperate soul, il nuovo album di Antonio Francesco Daga, in arte Gionta. Si tratta di un disco vario, ricco di influenze musicali, dal reggae alla dub, dall’elettronica al cantautorato, con elementi che vanno dal pop al tribale. Talvolta pare di essere sospesi, senza il sostengo della struttura canonica della forma canzone. I testi sono un’analisi intima e personale di sé, del passato, della vita, passando in rassegna le emozioni del giovane cantautore in un viaggio talvolta ermetico, talvolta cristallino nella sua interiorità. Una commistione innovativa in cui la parola sperimentare è il fil rouge che tiene unito l’impianto compositivo, abbinato all’energia e all’esplosività di ritmi incalzanti e il costante gioco di contrasti.

Gli abbiamo calcolato il suo tema natale.

Sole in Capricorno
Il tuo carattere un po’ ombroso e taciturno e il tuo ‘self control’ spesso eccessivo arrivano ad imbarazzare gli altri, che ti vedono anche un po’ ‘snob’. Di certo ami leggere molto, spesso ti rinchiudi in te stesso e lo studio delle materie scientifiche è spesso uno dei tuoi punti forti. Vero o falso?

Vero. Verissimo! Spesso mi capita di isolarmi e non essere compreso in questo comportamento… Ci ho fatto l’abitudine ormai. Amo leggere ed amo approfondire gli argomenti scientifici, storici, mitologici e tanto altro.

Ascendente in Scorpione
Solo quando costruisci una famiglia ritorni ai valori tradizionali della coppia e, non di rado, prima di raggiungere una perfetta armonia, combatti col partner per stabilire chi dei due avrà la supremazia. Vero o falso?

Falso. Ma solo perché ho smesso da tempo di volere la supremazia (e anche perché attualmente non ho una partner) a tutti i costi. Ho frequentato alcune persone di questo segno e alcuni aspetti sono veritieri e li posso confermare… Ma non posso andare sulla risposta “vero”.

Luna in Vergine
Per l’uomo spesso indica un sottile malessere di fronte alla seduzione, e difatti in questi casi è presente una tipica timidezza. Vero o falso?

Vero. Ho sempre avuto un certo “timore reverenziale” rispetto all’altro sesso. Sono stato cresciuto da mia madre e mia nonna ed ho un grandissimo rispetto per le donne. Sono molto, molto timido (tranne quando canto :D). Aneddoto: il mio primo bacio (non bacio) fu dato sul lato delle labbra perché avevo paura di mancare di rispetto alla persona alla quale andavo ad approcciarmi (che è poi diventata la mia partner di allora). Impacciatissimo, la salutai in questo modo…

Venere in Sagittario
La realizzazione affettiva si raggiunge più con uno scambio intellettuale che non nel rapporto fisico. Vero o falso?

Vero. Sono una persona romantica e, spesso, basta solo l’affinità mentale a farmi innamorare follemente di una persona. Certo che, ovviamente, il rapporto fisico ha la sua incidenza, ma non è fondamentale per la realizzazione affettiva (o comunque non è la prima cosa che cerco!). Aneddoto: avevo molta più voglia di portarmi a letto una ragazza che mi piaceva tantissimo mentre ci parlavo, rispetto a quando nel letto ci siamo effettivamente finiti. Non è stato un caso isolato ahimè.

Marte in Vergine
È indubbiamente una posizione molto felice per ciò che riguarda la conquista delle mete lavorative, ottenute grazie alla tenacia, al metodo ed al rigore sistematico dell’autodisciplina. Vero o falso?

Generalmente risponderei VERO… Ultimamente, la situazione che stiamo vivendo mi fa vivere dei momenti in cui mi chiedo che cosa io ne stia facendo dell mia vita, però la tenacia non manca e mi fa rinsavire da questi brutti pensieri. Ho pubblicato il mio ultimo album “Eyes of a desperate soul” proprio durante la pandemia da Covid19 ed ho dimostrato a me stesso e a chi segue la mia musica di avere coraggio e soprattutto rispetto per ciò che ho sempre fatto con rigore e dedizione da quando ero ragazzino. Ho avuto tante belle soddisfazioni dalla mia carriera musicale e sono certo ne avrò tante altre. Grazie per questo spazio che mi avete gentilmente offerto!

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Indie Internazionale Pop

Il lockdown secondo i Pillheads

Da venerdì 21 maggio sarà disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme digitali “Domani voglio farlo ancora”, il nuovo singolo dei The Pillheads. Domani voglio farlo ancora è un brano dall’impronta inconfondibilmente British e rappresenta metaforicamente i comportamenti rischiosi ma necessari per vivere la vita fino in fondo. Spiega Paolo a proposito del loro nuovo inedito: «Mi lancio tutti i giorni da altezze vertiginose senza paracadute, con un gesto che parrebbe un sicuro suicidio. Tuttavia c’è sempre qualcuno o qualcosa che magicamente mi salva. Lo so e non me ne preoccupo: ogni giorno ripeto il mio gesto, folle per la gente, ma irrinunciabile per me».
 
Pillheads è un termine inglese che definisce “coloro che assumono ossessivamente farmaci senza averne una reale necessità”, da un’idea di Phil Strongman, collaboratore di Malcom McLaren e regista dei Sex Pistols, con cui i Pillheads produssero un film nel 2017.

Abbiamo chiesto loro qualche info su come hanno passato il lockdown.

Come state passando questo strano periodo, qual è la vostra routine?
Stiamo ultimando il nostro nuovo disco in lingua italiana. Nel frattempo stiamo producendo nuovi video. Siamo molto contenti del risultato, stiamo utilizzando tecnologie sperimentali per la registrazione e missaggio. Stiamo utilizzando una gamma dinamica eccezionalmente ampia in controtendenza con la tendenza contemporanea a schiacciare i mix con dei mastering da schifo. Stiamo pensando che sarà un vinile. Anzi ne siamo ormai certi.

L’arrivo della pandemia vi ha sconvolto qualche piano? Quale?

I nostri piani non hanno mai avuto alcuno sconvolgimento, abbiamo semai avuto più tempo per registrare in studio.

Ve la ricordate la primissima quarantena? Come la passaste?
No, non ce la ricordiamo, è passato troppo tempo…

Di cosa parla il vostro ultimo singolo? L’avete scritto nell’ultimo anno?
“Il Libero Pensiero” è la versione italiana di “Bleeding Clone”, brano che abbiamo scritto nel 2019 durante una settimana di registrazioni presso lo studio che la nostra Banksville Records tiene a Berlino, in Kottbusser Tor. Parla di libero pensiero, che abbiamo notato essere molto simile, nelle sue caratteristiche, a un disturbo neurologico clinicamente denominato “sindrome di Tourette”, che causa improvvise manifestazioni inopportune del linguaggio e del comportamento. Tali similitudini possono essere così brevemente riassunte: entrambi si manifestano evidenti in tenera età, con la tendenza poi a svanire; entrambi portano i soggetti a dire troppe parole, spesso considerate sconvenienti; entrambi, nei casi più gravi, vengono curati con i farmaci. L’ uso spropositato delle parole, giunge al limite della personale sopportazione ma non ci basta mai e ne vogliamo ancora e ancora.

Cosa vi manca più di qualsiasi cosa?
Assolutamente nulla. Abbiamo noi stessi. Siamo dei ragazzi fortunati.

Vi ricordate ancora l’ultima serata che avete fatto post 22.00?
Ieri notte, abbiamo lavorato al nuovo video di “Domani voglio farlo ancora” fino alle 6 del mattino, bevendo Grignolino nelle pause. Non è tanto tempo fa… Vedi, questa ce la ricordiamo!

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Indie Pop

Il tema natale di Paul Giorgi

Esce venerdì 29 aprile 2021Acqua, il nuovo singolo di Paul Giorgi (fuori per Le Siepi Dischi, in distribuzione Believe Digital). Un nuovo capitolo dopo il debutto con Tigre, che ci immerge ancora una volta nella giungla lo-fi che si contamina di influenze indie-rock in attesa di un disco di prossima uscita.
Acqua l’ho scritta qualche anno fa. C’è un locale della mia città in cui andavamo ogni fine settimana e ricordo che una sera c’era questo caldo pazzesco. Fumavamo dentro e sembrava tutto fuori fuoco. A un tratto una ragazza mi passa affianco portando con sè l’aria fresca che c’era fuori, una boccata d’aria di cui avevo proprio bisogno. E il pezzo è nato lì, così. Il mattino dopo l’ho finito di scrivere. In realtà ero indeciso se chiamare il pezzo acqua oppure gabbiani. A sentirla adesso sembra come guardare una serie di fotografie, alcune nel buio dell’alba, alcune un po’ porno.

Gli abbiamo letto il tema natale.

Sole in Toro
Ti piace mangiare bene (e spesso hai un palato decisamente raffinato), dormire a lungo e profondamente, vivere il più possibile a contatto con la natura. Vero o falso?

E’ vero. Più che palato raffinato direi che se mi metto in testa di mangiare una cosa difficilmente cambio idea.. Per quanto riguarda la natura ho una grande crisi interna quando fuori c’è il sole.. in quei casi difficilmente riesco a fare cose al chiuso. Ho una casa in campagna e spesso sto lì.

Ascendente in Cancro
Sei attaccato ai valori della famiglia, e ti piacerebbe abitare in campagna, in una grande casa, circondato da un partner affettuoso, da tanti bambini e animali domestici in abbondanza. Vero o falso?

Credo in delle cose, in alcuni valori. Mi fa piacere stare in compagnia di persone solari, stare bene. Non mi piace fare le cose tanto per farle.
Sono forti i bambini. Prima o poi chissà. Ho un gatto chiamato Dudù che non si stacca mai da me. A volte però preferisco rimanere solo. Leggere un libro o ascoltare cose. Ascoltare cose tipo questa

Luna in Capricorno
Le coccole e le manifestazioni di tenerezza sono spesso incostanti e piuttosto censurate da un inconscio ferito dalle privazioni affettive vissute fin dall’infanzia. Vero o falso?

No dai falso. Avuto infanzia normalissima in cui barattavo 20 euro (di mia madre) per comprare pistole giocattolo per sparare ai soldatini. Credo di essere normale nel resto. Mi fa piacere l’affetto. Se fossimo su whatsapp vi troverei una gif buona per descrivere.

Venere in Toro
Si tratta di una posizione planetaria che trova soddisfazione in una unione stabile, duratura, poco propensa all’avventura o a tortuosi cammini di soddisfazioni condizionate dall’Ego. Si realizza felicemente attraverso il matrimonio e l’unione familiare. Vero o falso?

Ah beh non saprei che dire dato che ancora non mi sono sposato mai. Magari però vi farò sapere.

Marte in Leone
La conquista delle mete materiali è sempre affiancata da un estremo ottimismo, da una buona dose di autostima e da una grande forza interiore, che spingono il soggetto a vivere la quotidianità con sicurezza, chiarezza d’idee ed ottimo coordinamento dei riflessi. Vero o falso?

Non so! Mi piace quello che faccio e cerco di farlo sempre con serenità. Ogni tanto mi capita di gasarmi. Ci sono anche momenti down ma cerco di superarli come posso. Non ho dei veri e propri obiettivi.

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Indie Pop

Il tema natale di MANI

Marco Feliciani, in arte Mani, è un cantautore nato nel ’99 in Ancona.

Si avvicina alla musica già da piccolino grazie al padre e alla zia che lo spronano a prendere lezioni di canto. Si diploma al Liceo Musicale C. Rinaldini di Ancona nel 2018, dove inizia a scrivere le proprie canzoni. Frequenta l’accademia di canto SOM a Prato e successivamente si trasferisce a Milano per studiare all’accademia di musica NAM. Si esibisce in alcuni locali facendo ascoltare la propria musica e, anche, lungo le vie milanesi come artista di strada. Nel 2019 pubblica sulle piattaforme digitali il suo primo singolo da cantautore, “Pesce Rosso”, registrato al SAE di Milano da Riccardo Vitali e accompagnato da Nicola Marconi, Daniele Marconi, Zeno Le Moglie e Francesco Taucci; correlato col videoclip di Megan Stancanelli.

Nel 2020, con la stessa produzione, pubblica altri due singoli: “Come l’affronto?” e “Non è stato facile”. “Come l’affronto?” è un dialogo a senso unico con Anna, la zia che lo aveva spinto a cantare e che se ne era andata. “Non è stato facile” è un brano indirizzato a se stessi, che riassume quattro anni di difficoltà e silenzi. Nello stesso anno, a causa della pandemia, torna nelle Marche dove inizia a registrare il suo primo disco con la NuFabric e la produzione di Stefano Luciani e Ludovico Bartolozzi.

Abbiamo parlato con lui del suo tema natale, in occasione della sua uscita del suo nuovo singolo dal titolo Non cresciamo mai.

Sole in Toro
La testardaggine del toro è famosa, il Sole accentua questa peculiarità e lascia pochi spiragli ai cambi di idea. Vero o falso?

Naturalmente, prima di iniziare, è opportuno che io faccia una premessa. Metto le mani avanti dicendo che non sono molto ferrato di astrologia, tanto meno dello zodiaco, e non nego di aver fatto una veloce ricerca su Internet prima di risponde.

A mio parere sono un po’ testardo, quindi direi vero. Ma sinceramente ho chiesto qualche giudizio ai miei amici per capire se effettivamente lo sono quanto credo. In realtà mi hanno risposto di non esserlo molto, giusto in poche occasioni come nel decidere un ristorante o andare da una parte piuttosto che da un’altra. Ma, in quei momenti, credo di essere solamente stato bravo nel rigirare la frittata e portare le cose a mio favore, per questo mi hanno accontentato. Se, invece, si parla di opinioni o pensieri, allora lo sono di più, nonostante non mi pongo problemi nel mettere in discussione i miei principi. Quante volte è capitato di mettersi alla prova in svariati discorsi filosofici delle 2:00 di notte? Io non ne tengo più il conto. Quindi direi Q.B. (quanto basta) come nelle ricette di cucina.

Secondo me, secondo me
Io vedo il mondo solo secondo me
Secondo me, secondo me
E scrivo al mondo solo secondo me”
Secondo me (Brunori Sas)

Ascendente in Toro
Possono, aggiungersi al modo di fare dell’individuo alcuni aspetti meno gradevoli, come la possessività e una certa flemma. Vero o falso?

Ahimè, è proprio vero. Sia che si parli di beni materiali, che, soprattutto, di quelli affettivi, sono abbastanza possessivo. Di conseguenza sono anche geloso, soprattutto a causa di impertinenti pretendenti del proprio partner. Chi, a suo modo, non ha mai scritto a qualche rivale insistente per zittirlo acidamente e chiudere il messaggio a senso unico con un bel punto? Troppi dettagli? Forse mi sento tirato in causa. Prima o poi qualcuno ci scriverà un libro delle istruzioni o qualcosa di simile, e imparerò anche io. Fortunatamente, prima di fare determinate cose, rifletto. Ma poi, a volte, le faccio comunque. Almeno non posso dire di non averci riflettuto. Insomma, all’istinto non si comanda. Riguardo la flemma, non saprei. Cambio spesso umore, anche a seconda del tempo, quindi i miei momenti di calma e quelli di inquietudine sono molto altalenanti.

Salvami dalle mie mille me
Portami lontano mille miglia via da me
Lasciami tra le mie mille me
Lasciami mostrare tutte le mie mille me
Le mie mille me (Levante)

Luna in Capricorno
La Luna in Capricorno, arriva il momento di dedicarsi alla carriera. Si intravedono importanti cambiamenti, e si utilizzano razionalità, impegno e diligenza per sfruttarli a proprio vantaggio, senza temere di faticare e sacrificare momentaneamente il resto. Vero o falso?

Direi, senza pensarci molto, vero. Sono competitivo e caparbio riguardo ciò che voglio raggiungere, quindi non indugio a sporcarmi le mani per arrivare alla meta, soprattutto se si parla di carriera. Ma, ora che si avvicina la prossima sessione universitaria, inizio a vacillare. Quindi sono ben accetti consigli su come alleggerire la fatica.

Dall’alto si vede bene
Il ritmo della città
Nelle vite sempre in movimento
Tra chi vince e chi non ce la fa”
Vivere in società (I Segreti)

Venere in Gemelli
Con Venere in Gemelli il rapporto di coppia vacilla: la fiducia e la schiettezza sono altalenanti, a tratti regna la confusine, non si capisce più quale sia la direzione. L’unica certezza che permette ai legami di non sfilacciarsi troppo, è la consonanza cerebrale e morale, che garantisce alle persone che ne sono coinvolte, di non perdersi. Vero o falso?

Qui mi trovo in disaccordo. Al momento non vacilla nulla, fortunatamente. Ho una relazione stabile da un anno nella quale la fiducia e la schiettezza non manca di certo. Ovviamente ho dovuto imparare, ma lo stiamo facendo insieme, come tutto insomma. Non credo che si tratti di moralità, ma di stare bene con se stessi e di conseguenza con chi ti sta accanto. Di essere sinceri, e poi si sa che il toro è un segno fedele, basta soltanto trovare il giusto complice.

“E non sai quanto ti voglio bene
Ci vedo da vecchie a bere
Col tuo sguardo di sguincio
Sul terrazzino del Pincio
Che mi offri un abbraccio mentre io do di matto”
Pincio (Margherita Vicario)

Marte in Scorpione
Marte in Scorpione porta il segno ad essere più introverso, talvolta malinconico. Le emozioni incontrollate, la passione travolgente, lasciano spazio ai sentimenti più delicati, all’introspezione e alla ricerca di serenità. Vero o falso?

Nel mio caso, non c’è frase più vera di questa. Sono un inguaribile nostalgico e ho una smisurata malinconia che mi porto appresso dalla mia adolescenza. Non so il motivo, ma non la vedo come un aspetto negativo, trovo che la malinconia sia uno stato d’animo importante per alcuni momenti dalla propria vita e che possa insegnarci molto.

Come fanno le onde del mare
A non stancarsi mai
Come fanno le stelle del cielo
A non spegnersi e poi
Com’è che gli anni che passano svelti
Sono fatti di minuti lenti”
Adieu (Dente)

Di conseguenza, forse a suo modo è correlato, sono molto introverso e silenzioso e tendo a vivere tutto al mio interno piuttosto che a dimostrarlo al di fuori. Questo molto spesso crea delle incomprensioni quando mi trovo a simpatizzare con altre persone, e probabilmente tendo a risultare freddo ai loro occhi; ma credo che sia semplicemente il mio modo di assorbire le cose ed entrare meglio in empatia con gli altri.

Qualcuno mi ha detto che gli hai detto
Che in qualche modo hai aperto il chakra del tuo cuore”
Chakra (Le luci della centrale elettrica)

Ma, tralasciando quello che le persone possono pensare, mi sento a mio agio con me stesso, perché ho la consapevolezza di come sono e come mi sento. Nonostante questo sono ancora alla ricerca della serenità, ovviamente. Chissà, forse mi metterò finalmente in pace quando un giorno avrò una casetta vicino il mare, un giardino, un cane e qualcuno dal quale tornare. Questa per me è la serenità.

Come te
Che mi guardi e mi dici dai
Stasera non usciamo
Che fuori il tempo è bello
Ma dentro casa di più”
Regali fatti a mano (Gio Evan)

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Elettronica

Il lockdown secondo YLYNE

Esce venerdì 16 aprile 2021 per l’etichetta Auand Beats Odd Dance Music, il nuovo album di Ylyne, la creatura elettronica dell’estroso musicista Frank Martino. Odd Dance Music non è solo il titolo, ma un gioco di parole che mischia ironicamente edm e odd meters, uno stile musicale qui sintetizzato con la partecipazione di Luca Scaggiante (in due brani, uno dei quali è l’atipica cover già edita di Welcome Home (Sanitarium) dei Metallica), I Love Degrado, Sarah Stride e Devon Miles.

Gli abbiamo chiesto come ha passato il lockdown.

Come stai passando questo strano periodo, qual è la tua routine?
Ho scritto tantissima musica e ripreso a studiare quotidianamente sia il mio strumento (chitarra) che la produzione audio, mix e mastering. Cerco di utilizzare questa stasi nel modo più proficuo possibile, anche se, non vedendo la fine, non è semplice.

L’arrivo della pandemia ti ha sconvolto qualche piano? Quale? 
Avevo un bel po’ di concerti fissati e alcune produzioni che sono state rimandate: tenendo conto della situazione disastrosa per tutto il mondo della musica, credo di essere stato fin troppo fortunato.

Te la ricordi la primissima quarantena? Come la passasti?
All’inizio credevo, ottimisticamente, che si sarebbe risolto tutto rapidamente, ma purtroppo mi sbagliavo. I primi mesi li ho trascorsi in modo molto cupo. Successivamente, grazie anche a qualche parvenza di normalità, mi sono ripreso e alla successiva chiusura ho schematizzato meglio le mie giornate come dicevo precedentemente.

Di cosa parla il tuo ultimo disco? L’hai scritto nell’ultimo anno?
Sì, ho scritto il disco in tutto il 2020.  E’ un disco di elettronica che combina sonorità dub, dance, ambient insieme a ritmi storti e tempi dispari. In gran parte della realizzazione, sono stato affiancato da altri artisti collaboratori che hanno dato un grosso contributo al prodotto finale: Devon Miles, Sarah Stride, I Love Degrado e Luca Scaggiante.

Cosa ti manca più di qualsiasi cosa? 
In questo momento, banalmente, riprendere il lavoro di prima.

Ti ricordi ancora l’ultima serata che hai fatto post 22.00?
Certo, l’ultimo giorno di riprese del disco “Ego Boost” con il mio progetto jazz (Disorgan): abbiamo finito poco prima che iniziasse la pandemia

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Indie Pop

Il lockdown secondo Azazel

Dopo la pubblicazione di Gemini EP, Azazel torna il video del singolo estratto 24/7. Un nuovo capitolo per il cantante toscano ma di stanza tra Milano e Londra che fa entrare nel suo mondo: un lotta vinta e un invito ad essere sè stessi, nonostante tutto. Essere sè stessi è una celebrazioni continua, e questa canzone insieme al video, in cui vengono inseriti come comparsi gli amici stretti di Azazel, sono una chiara dimostrazione del processo di autoliberazione.

Ho lottato tutta la mia vita per essere me stesso. Alla fine ce l’ho fatta. Il Kpop e l’R&B mi hanno salvato dai miei momenti più bui e dato la forza per affrontare le mie paure. Quando il mondo mi ha fatto sentire sbagliato per le mie scelte, ho smesso di ascoltarlo, ed ho imparato ad essere fiero di me stesso. La mia musica vuole essere un grido di speranza di tutti i ragazzi che come me sono stati discriminati perché effemminati e non rientranti in stereotipi etero normativi. Sii te stesso, malgrado tutto. E’ una liberazione da tutte le insicurezze che porto con me ogni giorno. Mi sento come un angelo caduto, in cerca della spontaneità di lontani momenti felici

Gli abbiamo chiesto di raccontarci il suo lockdown.

Come stai passando questo strano periodo, qual è la tua routine?

Sto cercando di mantenere la mia psiche la più equilibrata possibile, quindi cerco di allenarmi tutti i giorni e fare esercizi vocali. Sto organizzando molti progetti per il futuro e sto lavorando sul mio brand, che uscirà molto presto.

L’arrivo della pandemia ti ha sconvolto qualche piano? Quale? 

C’erano molti piani che avevo in mente a Marzo scorso, quando mi ero appena trasferito a Londra. Ovviamente niente è andato secondo piano. Mi sono reinventato e ho cercato di concentrarmi su me stesso e sul tenere duro in attesa di lavoro, e per fortuna le produzioni musicali sono rimaste aperte durante il processo della pandemia.

Te la ricordi la primissima quarantena? Come la passasti?

Nella mia nuova a casa a Londra, guardando molti anime, allenandomi, molti FaceTime con i miei amici. Ho scritto il mio primo singolo “Farfalle” a inizio quarantena.

Di cosa parla il tuo ultimo singolo? L’hai scritto nell’ultimo anno?

Il mio ultimo singolo è 24/7 e l’ho scritto a Ottobre 2020, in un momento molto buio della mia esistenza. La canzone parla di me e della mia identità queer, di come una persona si possa conoscere meglio esprimendo i propri sentimenti e le proprie fantasie. L’importante è non ascoltare le voci nella propria testa di sabotaggio e le parole delle persone che ti tirano giù. Volevo creare un anthem per me, i miei amici e amiche lgbtq+ e sono molto fiero di esserci riuscito.

Cosa ti manca più di qualsiasi cosa? 

Mi manca essere di corsa, non fermarmi mai, vorrei tornare ad essere spensierato come una volta, sarà un percorso complicato.

Ti ricordi ancora l’ultima serata che hai fatto post 22.00?

Si, l’estate scorsa sulla spiaggia. Esattamente dove vorrei essere adesso.

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Internazionale

Il lockdown secondo Henna

Esce venerdì 23 aprile 2021 Au Revoir, il nuovo singolo di Henna.
Vi presentiamo la cantautrice valtellinese ma di stanza a Milano, tra i 16 finalisti della nuova edizione di Musicultura, con un nuovo capitolo che ci porta nel suo personalissimo mondo subacqueo dove le influenze del cantautorato indie si contaminano di elementi di folklore e di sonorità più vintage. Questo brano è un viaggio on the road in Europa, tra Francia, Italia e Germania, con il cuore spezzato e una salvifica autoironia, che diventa spesso la nostra migliore amica.

Au revoir è un brano nato per scherzo e alla fine è davvero uno scherzoso modo di dire che stai bruciando dentro. A volte mi viene difficile spiegare le cose per come le sento davvero, in questo caso il modo migliore per esorcizzare mi sembrava portare il concetto all’esatto opposto: ci avrei sicuramente pianto e quindi mi metto nella condizione di riderci su. Posso dire che l’ironia è un’amica bestiale.

Le abbiamo chiesto di raccontarci il suo lockdown.

Come stai passando questo strano periodo, qual è la tua routine?
Non sono grande fan della routine eppure questo periodo mi ha portata nel loop. Un boomerang di situazioni, posti, persone, pasti, bevande, parole e canzoni. Niente serate, niente live, niente nuove persone con cui scambiare conversazioni sul senso della vita durante serate senza aspettative, niente. La fortuna vera è stata Musicultura: mi ha dato la possibilità di fare una cosa che aveva la parvenza di un viaggio e di suonare dal vivo in un teatro (concetto praticamente utopico ad oggi), questo si che è stato un privilegio.

L’arrivo della pandemia ti ha sconvolto qualche piano? Quale? 
Diciamo che l’infame è arrivata nel momento in cui dovevo (teoricamente) entrare a bomba nel mondo del lavoro, dopo gli anni di studio e il diploma, dopo aver passato il momento terribile di transizione in cui capisci che è finita la pacchia ed è arrivata l’ora di prendere la bici e pedalare ero veramente pronta per partire, avrei voluto fare tanto, adrenalina, progetti e idee a mille; direi che ci troviamo nella situazione perfetta per usare il modo di dire “mi ha messo i bastoni tra le ruote”. Però adesso il bastone l’ho congedato e pedaliamo.

Te la ricordi la primissima quarantena? Come la passasti?
Mi sento fortunata per essere rimasta bloccata a casa mia in Valtellina con i miei genitori e mia sorella. All’inizio ricordo che, non sapendo le tempistiche perché proprio non conoscevamo questo grande mostro, la vedevo come una sfiga l’essere rimasta lontana da Milano. Invece mi sono goduta la mia famiglia come non succedeva da anni, ci siamo ritrovati tutti e quattro insieme sotto lo stesso tetto come prima ed è stato un regalo preziosissimo. Ho lavorato molto durante il primo lockdown, in tutta quella tristezza e paura io potevo lavorare alla mia musica senza la pressione del tempo che passava, potevo permettermi di riprendere in mano delle cose che avevo lasciato al caso ed è stato un momento anche per dedicarsi a delle attività che non facevo da un po’ per questioni di priorità, come dipingere, ricamare e studiare per curiosità.

Di cosa parla il tuo ultimo singolo? L’hai scritto nell’ultimo anno?
Au revoir è una canzone d’amore, l’ho scritta a fine 2016 in realtà. Ci sono le canzoni della buonanotte e questa ad esempio è la canzone del malocchio, e allora perché dico “canzone d’amore”? (domanda auto-posta nella domanda). Perché il narratore (aka io) è nella fase del cuore spezzato in cui gliele vuoi augurare tutte, che poi alla fine non è mai vero, ci si fa un po’ grossi per reggersi in piedi, però quello è stato un mio gioco per mandare via la sofferenza di quello che per me è stato un innamoramento particolare, un gioco che non voleva manco essere una canzone ma un esercizio di terapia che poi è diventato il mio primo singolo.

Cosa ti manca più di qualsiasi cosa? 

Ora mi mancano i contenuti. Mi sento privata della mia libertà (come tutti) a causa di questo stile di vita, io amo scrivere le canzoni, è proprio una cosa naturale e il fatto che io mi stupisca spesso delle cose, dalle più piccole alle più grandi è un tassello importante per il mio approccio alla scrittura. Ora ho poco da dire, poco da raccontare perché non succede un accidenti. Eppure mi sforzo ma tutto quello che scrivo ora proviene da un ricordo preso in prestito dal passato, non che mi dispiaccia perché comunque l’ho sempre fatto, ma ora non posso scegliere di scrivere di me nel 2021 perché questa pandemia mi ha mangiato le esperienze.

Ti ricordi ancora l’ultima serata che hai fatto post 22.00?

Se devo essere sincera non riesco a ricordare come fosse, pensare che questa estate non c’era il coprifuoco mi sembra assurdo. Ci siamo talmente tanto abituati a questa vita che quella vera sembra un ricordo offuscato. Il che è terribile. So solo che quando sarà finito tutto quanto non voglio vedere casa mia per qualche giorno.