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Indie Pop

La Roma Pulp di Sergio Andrei

Sergio Andrei è ciò che ho ascoltato di più durante il periodo di Sanremo, un disco che mi ha riportato a casa in un periodo in cui sembrano convincerci in tutti i modi che la musica è la cosa più importante in questo paese di pizza, pasta a precariato. Sergio Andrei è uno strano personaggio con cui ho condiviso, anche se lui non lo sa, confidenze da bar e quell’ansia perenne di noi che abbiamo vissuto gli anni Duemila, fino a sgretolarci in un gin tonic. Dentro Pulp, c’è una Roma ai confini del tempo, ai confini del mondo, come se fossimo dentro un episodio di Doctor Who, dove è tutto al collasso e ci siamo noi, che abbiamo paura di svegliarci depressi e combattiamo contro la fine del mondo.

Pulp svela un mondo tormentato e oscuro, una locanda alcolica in una Roma hollywoodiana sporca e malinconica: in questo disco si vuole raccontare un mondo agli eccessi, ma senza prendersi troppo sul serio. Amori platonici, risse, osterie, bicchieri, depressione.  Le tematiche sembrano particolarmente pesanti ma, assumono, nel contesto, una vena ironica e scanzonata.  Pulp include i “pulp magazine”, i romanzi hard boiled, il cinema di genere, la letteratura e il mondo di vignette e copertine. All’interno di questo viaggio, si potranno conoscere i diversi personaggi che passano nei ricordi del protagonista e quindi nella locanda stessa. A volte sono persone, altre, emozioni o oggetti. Ricordi e dubbi. 

Ho vissuto quest’ultima settimana sui mezzi pubblici, a sentire Zingara a ripetizione fino a convincermi che i miei amici, quelli storici, non sono più Quelli di sempre. Ho vissuto una settimana davvero pulp dove era facile vedere il lato assurdo di ogni conversazione, come fossimo all’interno di un film di Tarantino, un film di Tarantino con la parlata romana, a fare su e giù al Pigneto come degli zombie, a parlare di dischi indie usciti durante Sanremo.

Pulp è un manifesto generazionale, un pugno nello stomaco, un bellissimo delirio di un ubriaco, uno di quelli con la sbronza allegra, che sa di verità, famiglia (anche di quelle un po’ strane che vivono fuori dal raccordo) e dei bar che si svuotano la mattina. Pulp di Sergio Andrei è una bellissima sorpresa passata sottotono a causa forse del periodo o forse perchè è giusto così, che rimanga tra noi nerd che traslochiamo quattro volte all’anno. Da non perdere!

Che paura che ho di svegiarmi depresso

CM

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Comunicato stampa

“Mi ricordo di te” è il nuovo singolo di Francesco Monte

 Disponibile dal 28 gennaio su tutte le piattaforme digitali. 

Dopo la collaborazione con lo storico leader dei Blue “Lee Ryan” in “Work This Out”, Francesco Monte torna con il nuovo singolo in italiano “Mi ricordo di te (Adrenalina)”.

Il brano è prodotto da Federico Baracco, Alessandro Costantini e Stefano Pigolotti, scritto da Francesco Monte, Debora Pagano, Kurt Royce e Giovanni Caracciolo e vede la partecipazione dei musicisti Mario Meli alle chitarre, Marcello Sutera al basso e Federico Baracco alla programmazione.

“Una canzone che mi appartiene nell’anima. Un team di professionisti mi sta permettendo di conquistare una consapevolezza musicale importante. Viviamo un momento difficile e grazie alla musica riesco a comunicare con il mio pubblico senza gossip” afferma l’artista.

Grazie alla collaborazione con il produttore Marcello Sutera Francesco Monte continua così il suo percorso da cantante. “Mi ricordo di te (Adrenalina)” è disponibile a partire da venerdì 28 gennaio su tutte le piattaforme digitali.Mi Ricordo di te (Adrenalina)

Link Spotify:https://open.spotify.com/album/0ONx3Y6cB1FEvpky292SCH?si=n1ndH8hkQIKwmEVfANRwSg

Credits:

Titolo: Mi ricordo di te (adrenalina)

Artista: Francesco Monte

ISRC: ITWOD2000056

Prodotto da Federico Baracco, Alessandro Costantini e Stefano Pigolotti.

Testo di Kurt Royce, Francesco Monte, Giovanni Caracciolo e Debora Pagano.

Musicisti

Mario Meli: Chitarre  

Marcello Sutera: Basso 

Federico Baracco: Programmazione

Edizioni: Gotham Dischi, Collettivo Funk, Clockbeats

Distribuito da Clockbeats srl

Francesco Monte

Francesco Monte è nato il 20 maggio del 1988 a Taranto.

Ha studiato Economia lavorando come barman e modello per mantenersi all’università.

Dopo aver studiato recitazione per cinque anni, partecipa ormai al noto programma televisivo “Uomini & Donne”. In seguito si trasferisce negli Stati Uniti dove coltiva il sogno di diventare attore e, al suo rientro in Italia, viene scritturato per la fiction “Furore 2”.

Dopo la partecipazione ad alcuni reality che gli regalano una grande notorietà televisiva, nel 2019 è nel cast di “Tale e Quale Show” dove rivela sorprendenti doti canore che gli valgono i complimenti pubblici di molti nomi celebrati della canzone italiana. 

A gennaio 2020 fa parlare di sé perché Paul Marciano lo sceglie per il marchio Guess come modello per una campagna pubblicitaria mondiale insieme a Jennifer Lopez.

Dal 2020, grazie alla collaborazione con il produttore Marcello Sutera, inizia il suo percorso da cantante con il brano “Siamo già domani”, registrato per l’etichetta Olé Artist, seguito da “Andiamo Avanti” e dal singolo “Work This Out” in collaborazione con lo storico leader dei Blue “Lee Ryan”.

Nel 2022 torna con il nuovo singolo “Mi ricordo di te (Adrenalina)” per Gotham Dischi.

Instagram: https://www.instagram.com/francescomontereal/ 

YouTube: https://www.youtube.com/channel/UC9D0FToWRNRf2nI62SlOfIQ 

Spotify: https://open.spotify.com/artist/0fcllTDf7XJyb0xBdeXFFL 

Facebook: https://www.facebook.com/francescomonteofficial 

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Indie Pop

Le 5 cose preferite dei Malamore

“Malavita” il titolo del nuovo singolo dei Malamore, fuori il 18 gennaio, un singolo questo che si articola per immagini oltre che per suoni. Quale format migliore se non quello delle loro 5 cose preferite? Noi gliel’abbiamo chiesto ed ecco cosa ci hanno risposto!

LA NOTTE

In ogni suo punto di vista, da quello più poetico e romantico al più tetro e proibizionista. Dopo aver vissuto una notte con la sua gente, spesso ci ritroviamo tra le mani un libro che racconta le storie più affascinati di sempre.

VIAGGIARE

È uno dei primi motivi per il quale amiamo fare musica.

CINEMA

È un amore che viaggia in parallelo con le nostre canzoni. Molte volte per creare un arrangiamento siamo stati ispirati da un film.

LA FESTA

C’è sempre un motivo per fare festa, non ci tiriamo mai indietro.

GLI ANNI ’60

La moda, le canzoni, il pensiero, il sapore del sale, sapore di mare…

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Comunicato stampa

“Failures” è il nuovo album dei Giudah!

Dopo cinque anni dall’uscita dell’omonimo “Giudah!” (2016), il progetto elettronico trevigiano torna con un nuovo disco: “Failures”. Un disco che ha una storia travagliata fatta di rivoluzioni interne nella formazione e del passaggio obbligato attraverso la pandemia ed i lockdown. Il risultato è un disco eterogeneo, fatto di brani molto diversi tra loro, sia per stile compositivo, sia per arrangiamenti e master. Più che un disco, il risultato è una sorta di playlist che raccoglie i lavori collezionati in questi cinque anni fatti di cambiamenti, restrizioni, desideri e ovviamente, fallimenti. Parte dei brani è stata composta, suonata, arrangiata e registrata in collaborazione con Maurizio DeSalvo e Alessio Ruggeri, mentre le restanti sono state tutte prodotte unicamente da Federico Rosada.

I brani di Failures passano dall’ambient al rock, dall’elettronica del disco precedente fino alle distorsioni di chitarra. Questo disco è quindi un viaggio dentro ad un periodo che va dal 2016 al 2021, dove lo stile di

Giudah! si evolve, muta, si trasforma, senza mai perdere le caratteristiche che lo contraddistinguono.

LA BAND

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Giudah! è un progetto della zona di Treviso con passati post-rock, metal ed hardcore. Giudah! è l’approccio all’elettronica, senza preconcetti o cliché. Giudah! è lasciare tutto alle spalle, tradire i propri passati, tradire le proprie conoscenze compositive, formali ed estetiche, tradire il proprio strumento, tradire sè stessi e provare qualcosa mai fatto prima.

FAILURES sarà disponibile presso tutti i maggiori retailers online. Verrà anche distribuito in una preziosa edizione numerata di 25 audiocassette.

LINK: Giudah | Facebook

Spotify – Wendy Arnold / You Can’t Stop Me Now

Spotify – Giudah

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Indie Pop

Le 5 cose preferite di Samuela Schilirò

Santa Madre dell’Umanità”, il nuovo singolo di Samuela Schilirò, cantautrice di origini goriziane e siciliana d’adozione. Nel brano, l’artista sperimenta sonorità differenti rispetto alle precedenti produzioni, attualizzando suoni retrò anni ’80 ai giorni nostri. Noi le abbiamo chiesto di raccontarci le sue 5 cose preferite!

“I GOT DEM OL’ KOZMIC BLUES AGAIN MAMA!” (J.Joplin)

Album indispensabile nella mia discoteca. Donna fuori dalla gabbia.

LE CHITARRE

Che siano pure o contaminate, l’importante è che ci siano.

LA VITA È ALTROVE” (M.Kundera)

Quando l’ansia esistenziale è talmente tanta da costringerti a evadere dalla realtà inventandoti un personaggio vincente e cinico, in cui identificarti. Non mi sembra così distante dagli avatar del ventitreesimo secolo. Incapace di vivere il presente e la vita, quella vera, il poeta muore giovane.

I GATTI

Geniali sensibili audaci liberi e divertenti. Non li ho citati nel mio nuovo singolo (ma l’ho fatto in un’altra mia vecchia canzone) solo perché spesso sanno essere molto più umani di noi esseri umani.

I DOLCI

Se l’umanità si addolcisse un po’, il mondo sarebbe un posto migliore. 

Zucchero grezzo e non raffinato ovviamente!

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Indie Pop

Le 5 cose preferite di Nuelle e Attilio

Nuelle e Attilio sono una di quelle coppie che messi insieme possono solo fare scintille, noi li abbiamo conosciuti con il loro singolo d’esordio “Dimenticare un sabato“, fuori oggi per Tippin’ Factory. Non vedevamo l’ora di svelare anche a voi quali sono le loro cinque cose preferite!

“Brighter Wounds” dei Son Lux

“Ferite luminose”, come le nostre, che quest’album ha alleviato, insegnandoci inoltre un nuovo modo di intendere la creazione della musica con la loro
incredibile originalità.

“Sull’Amore” Hermann Hesse

Libro dolce, delicato e assolutamente variegato nei temi. Una lettura che fa respirare il cuore.

Complicarsi la vita

Veramente, non un’altra parola.

Le parole

Strumento incredibile, che permette a tutti di raccontarsi, esprimere un’emozione, litigare, fare guerre, fare pace.
Le parole hanno capacità incredibili, sembrerà banale ma è assolutamente vero che delle parole fanno più male del dolore che puoi infliggere fisicamente.
La motivazione è che il dolore fisico colpisce il corpo, le parole l’anima. Ovviamente preferiamo usare le parole per fare del bene, per salvare, per amare.

Le storie dietro la musica

La musica piace, ma approfondire quello che c’è dietro la musica, il perché di determinate cose…quello è assolutamente affascinante.
Da creatori di musica è sempre bello trovare punti di contatto tra la propria storia e quella degli altri.

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Intervista Pop

“Ero solo un bambino” è il nuovo singolo di Marco Galimberti

Oggi abbiamo il piacere di ospitare Marco Galimberti, in occasione della sua nuova uscita “Ero solo un bambino”. Ecco cosa ci ha raccontato!

Ciao, Marco benvenuto! Come stai? Soddisfatto di questa nuova uscita?

Ciao!!! Grazie per l’invito!!! Tutto bene dai, nonostante il periodo non sia proprio dei migliori. 

Sì, sono soddisfatto di questa nuova uscita, perché era una canzone che avevo nel mio pc da tanto tempo ormai e finalmente può arrivare alle orecchie di tutti. Sta avendo dei buoni risultati e soprattutto tanti commenti positivi, questo mi rende molto felice. Con questo brano sono arrivato terzo al Premio Mia Martini e ho vinto il premio per la miglior interpretazione.

Che emozioni speri di suscitare in chi ascolta il pezzo?

Spero che ascoltando il mio brano l’ascoltatore riesca ad immedesimarsi perché credo abbia un testo ed un significato abbastanza universale. Penso che di base la canzone si porti dietro un filo di nostalgia e di malinconia, ma anche voglia di rivalsa e perseveranza nel seguire i propri sogni.

A quali artisti italiani o internazionali ti sei ispirato nella tua musica?

I miei artisti italiani preferiti e dai quali cerco di carpire qualche segreto sono Fabrizio Moro, Ultimo e Cesare Cremonini. Potrei citare anche Renga e i cantautori del passato: da De Andrè a Dalla, passando per Baglioni e Venditti. Non ascolto tanta musica estera contemporanea.

Qual è il messaggio di Ero solo un bambino?

Tutti noi abbiamo sogni e speranze che durante il nostro percorso cerchiamo di raggiungere e la canzone parla proprio di questo. Soprattutto i sogni che si hanno da bambini sono i più veri e spesso commettiamo l’errore di arrenderci davanti alle difficoltà facendo, di fatto, un torto al bambino che siamo stati.

Com’è stato il processo di scrittura del brano? 

Scrissi il testo ormai un paio di anni fa in un momento in cui pensavo di abbandonare la mia, seppur breve, carriera musicale. Una sera è nato il testo di questa canzone, dopodiché è rimasto “in cantina” per qualche tempo. A fine 2020 dall’incontro con Luca Sala, autore che ha scritto per Emma, Tiromancino e altri grossi nomi della musica italiana, è nata la musica del brano fino al momento della registrazione delle voci che ha suggellato la creazione della canzone.

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Internazionale

Il mondo oscuro di Tigri, a tinte pastello

Sono giorni difficili dove non faccio altro che passare da un disco all’altro alla ricerca di qualcosa che mi colpisca davvero. Ho la casa che è un casino, e non faccio altro che finire su dischi indie dell’est Europa, sperimentazioni incredibili, mondi inascoltabili, sono in un periodo di crisi mistica dove nulla sembra appassionarmi e, ve lo dico sinceramente, son finito a cercare l’assurdo, l’ambient rumena e i canti popolari marocchini reinterpretati in chiave elettronica, il gruppo indie degli amici dell’Erasmus e i consigli assurdi del sito più infognato dell’internet. Niente, ero solo nel mio monolocale come non lo sono mai stato. George Orwell diceva che i libri che più ci piacciono in realtà sono quelli che parlano di qualcosa che già conosciamo, quelli che parlano di noi, forse è così anche per i dischi, ed è per questo che Serenata Indiana di Tigri mi ha conquistato come nessun altro in questo periodo di sovrabbondanza.

Un nuovo capitolo definitivo per il progetto indie-pop da Milano che vuole indagare sulle varie declinazioni dell’amore. Il titolo dell’album è rubato da una poesia di Eugenio Montale che parla della corrosione dei rapporti umani quando vengono insidiati da ciò che non ci conosce. analizza la relazione uomo-donna e la spersonalizzazione delle identità che sorge nei rapporti. 8 brani (+1 interludio strumentale) che ruotano attorno al tema dell’amore nelle sue svariate declinazioni: sacrale, casuale, illusorio, salvifico, distruttivo, totale. È il tentativo di emergere dal chiaroscuro che l’amore evoca e al tempo stesso il desiderio di abbracciarlo.

Quello di Tigri è un mondo patinato che nasconde la tristezza più profonda del mondo, un mondo sospeso dalla pandemia dove una voce rauca ci conduce all’interno di ciò che non vorremmo mai vedere, i patetici individui che siamo tristemente diventati: l’amore che potrebbe salvarci è un sentimento complesso e troppo vario da poter accogliere, e Tigri non fa che raccontarcelo nelle sue 9 personalissime tracce che lui stesso descrive come un riassunto delle cose che non potevo dimenticare. E Serenata Indiana diventa quindi un manifesto generazione per tutti noi poveri stronzi, che siamo in stasi, ad aspettare.

Passerà un po’ prima che riesca a liberarmi da questa serenata indiana.

CM

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Pop

Pietro Gandetto ha presentato il suo EP “Come in un film” a Milano, e noi c’eravamo

Pietro Gandetto è nato ad Alessandria, ma vive ormai da diversi anni a Milano dove pratica la professione di avvocato. L’abbiamo incontrato lo scorso dicembre al Bar Basso, dove abbiamo preso parte all’evento di lancio del suo primo EP: “Come in un film”.

Nel freddo dell’inverno milanese è stato un enorme sollievo entrare in quella saletta dal gusto un po’ retrò in cui Pietro ci ha subito accolti come farebbe un vecchio amico indossando una camicia di Lisa Von Tang, realizzata completamente in fibra di petali di rosa. Tra qualche chiacchiera e qualche free drink, ci siamo accorti solo successivamente che al tavolo con noi sedeva anche Malika Ayane. Pietro era tanto stupito quanto noi: un incontro fortuito, nato dal caso quella sera stessa, in quello stesso bar. L’emozione negli occhi del cantautore era tanta, e vi era anche una leggera ansia: di certo qualche ora prima non avrebbe immaginato di doversi esibire davanti a lei. Ma non dobbiamo dimenticare che il nostro Pietro non è soltanto un cantautore emergente, lui è anche un avvocato affermato. Pertanto, sa bene come rimanere sul pezzo anche in situazioni impreviste. Ha raccolto quindi le proprie emozioni, le ha appallottolate nello stomaco nell’attesa che arrivassero gli ultimi invitati, e poi le ha riversate tutte sul microfono. 

In quei minuti la sala si è trasformata. L’aria si è fatta improvvisamente frizzante in quella sala leggermente vintage, ed è stato difficile trattenersi dal ballare. L’inverno milanese era ormai lontano, nell’energia di Pietro c’era qualcosa di molto più simile alla primavera ed è un’energia che ci ha conquistati. Il tempo di quattro tracce è volato, ma avremmo potuto tranquillamente assistere ad un intero concerto di un’ora senza mai annoiarci. Il tempo è volato, sì, ma noi siamo felici di aver potuto essere lì, non solo perché abbiamo avuto l’occasione di assistere ad un piacevole concerto serale, ma anche perché abbiamo avuto modo di conoscere un artista tanto passionale quanto umile, e tutti noi sappiamo quanto l’umiltà sia una virtù sempre più rara. 

Non ci resta quindi che augurare a Pietro tutto il meglio per la sua futura carriera e non vediamo l’ora di replicare l’esperienza!

foto di Simone Pezzolati

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Comunicato stampa

Le 5 cose preferite dei The Monkey Weather

Oasis

Ebbene si, la band dei fratelli Gallagher ci mette tutti d’accordo, siamo figli degli anni ’90, siamo cresciuti con il mito che si poteva partire dal pub di alcolizzati di paese e finire a Knebworth davanti a mezzo milione di persone, sulla prima parte ci siamo, sulla seconda ci stiamo lavorando.

Birra

Abbiamo più volte fantasticato un tour per le abbazie belghe, tra una doppio malto e una rossa corposa, i monaci là sono proprio dei simpatici mattacchioni.

PAul preferisce le IPA, Jolly le bionde e Miky le weiss, ma la birra ci mette inequivocabilmente sempre d’accordo, come dice Homer: “La causa di e la soluzione a tutti i problemi della vita”.

La Federazione Italiana Ginnastica Artistica

Insomma una cosa che piace proprio tanto a tutti noi, che ci è stata d’ispirazione fin dagli inizi, nel bene e nel male ci ha fatto scrivere le nostre canzoni migliori.

Discutere animatamente

Siamo una famiglia, due fratelli di sangue e uno acquisito, cosa fanno i membri di una famiglia di scimmie?  D I S C U T U N O   A N I M A T A M E N T E!

Più volte siamo stati redarguiti per discutere a d alta voce, animatamente, urlando, perdendo apparentemente il controllo, la seconda cosa che ci ha fatto sgridare di più sono i canti di chiesa urlati sguaiatamente all’esterno dei pub.

La canzone “Giorgio by Moroder” dei Duft Punk

Non fa parte dei nostri gusti musicali come propriamente si potrebbe intendere, ma più volte ci siamo ritrovati in viaggio per un live ascoltando questo pezzo.

Le parole sincere di un artista che ha fatto della sua passione la sua vita, che soprattutto ha avuto un’idea rivoluzionaria, che ha avuto quella luce speciale del genio, ci ha sempre emozionato tanto, sono parole di una poesia straordinaria.

Non sappiamo se avremo mai un’idea altrettanto valida, ma nessuno ci vieta di sognarlo.