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Pop Rap

Le 5 cose preferite di Sebaa

Esce giovedì 9 settembre 2021 Happy Gospel di Sebaa (fuori per Waves Music Agency), un nuovo capitolo che ci avvicina all’uscita dell’EP di debutto Butterfly Radio. Ecco i primi minuti di quello che sarà un mondo stratificato e complesso di influenze, rigorosamente senza genere. Sebaa è dunque un rapper atipico: la musica diventa uno strumento per dire la propria, un esercizio di stile per migliorarsi. 

Al giorno d’oggi, anche grazie ai social, sembra siamo obbligati a dire la nostra. Questa sovraesposizione dell’ego mi fa passare la voglia di dare la mia opinione.Non ho l’esigenza di dire cosa penso ma mi compiaccio nel trasformare le mie idee in suono. Un Artista è un individuo la cui attività si esprime e opera nel campo dell’arte. Non vi sembra che sia una parola un po’ troppo inflazionata ultimamente? Mi risento spesso dal dire che sono un artista, per l’appunto come posso definirmi tale davanti a una tela del Mantegna, a un brano di Gaye o un testo di Kendrick. L’arte é sacrificio, e l’artista é colui che studia e dedica il suo tempo a migliorarsi in una gara contro sé stesso, sia che il miglioramento sia effimero e fine solo all’atto tecnico-pratico che il miglioramento sia “nobile” e fine alla volontà di esprime se stessi. Nessuno è un artista perché autoproclamato tale nella bio di Instagram.

Per l’occasione gli abbiamo chiesto quali sono le sue cinque cose preferite.

Swimming – Mac Miller
Negli anni ho sviluppato una vera e propria dipendenza per questo album. Da quando è uscito l’ho ascoltato tantissimo ed è stato fondamentale nella mia crescita personale ed artistica. Must have.

Kung Fu Panda / American Ganster

Non so se tra Frank Lucas e il maestro Oogway ci sia una reale connessione. Resta il fatto che questi due film li ho visti un sacco di volte e li so quasi a memoria. Sono decisamente per occasioni diverse. Kung Fu Panda è un arma segreta per risollevare un periodo no, mentre Denzel è la scelta giusta quando voglio vedere qualcosa che mi metta la grinta per prendermi tutto!

Cd fisici
Ho una modesta collezione di cd fisici e nella mia macchina si ascolta musica solo da quelli. È una passione cresciuta con gli anni. I cd sono oggetti che mi affascinano e ho cominciato a comprarli da ragazzino per il semplice motivo che i vinili costavano troppo.

Gran Crispy McBacon
Un insieme di composti chimici pensati ad hoc e che mangiati assieme sono perfetti.

Hip hop
È una cultura, è fratellanza, competizione e rispetto. Amo quello che faccio. È crescita personale.

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Pop Rap

Leo Lennox lo ha fatto “Pour moi”

Leo Lennox ha solo una vaga assonanza con l’artista Lennon, perché per tutto il resto, l’artista di casa Revubs Dischi si rifà ad un genere che mette insieme pop, rap e, perché no, anche la dance. A dimostrarlo è il suo nuovo singolo “Pour moi”, fuori dal 14 luglio su tutte le piattaforme e pronto a farci scatenare in pista mentre cerchiamo di non versare lacrime amare per chi non ha saputo apprezzarci così come siamo.

Pour moi” è il canto egoico ma non egoistico, egocentrico ma non narcisitico di Leo Lennox: sì perché come si intuisce già dal titolo, l’artista finalmente sceglie di mettere al centro del suo mondo e della sua musica in primis sé stesso. Dopo anni passati ad assecondare voglie e desideri altrui, ecco che “Pour moi” canta di questa volontà di riscatto prima di tutto verso sé stessi.

Ecco che noi abbiamo voluto scavare a fondo nella questione, ed è per questo che vi lasciamo con la nostra video intervista preparata ad hoc per Leo Lennox!

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Indie Rap

INTERVISTA A GANOONA

Abbiamo fatto qualche domanda a Ganoona in occasione dell’uscita del suo nuovo singolo “Deserto“.

Cantante, rapper e songwriter italo messicano, con base a Milano. La sua musica unisce sonorità black, latin e hip-hop, accompagnata da testi intensi e originali. Ganoona, energico e coinvolgente dal vivo, partecipa a tutti gli aspetti del progetto.

Deserto” è il tuo ultimo brano, sarà disponibile online dal 19 novembre e in rotazione radiofonica a partire dal 20 novembre.
Questo è tra l’altro un brano scelto tra i primi 61 selezionati per San Remo giovani.
Come è nata questa canzone, cosa ha ispirato Deserto?

Ogni mia canzone è un’istantanea di un momento. Deserto parla di quel momento in cui realizziamo che le incomprensioni e i rancori con una persona amata sono diventati quasi qualcosa di fisico, appunto un deserto insormontabile. Deserto è la ballata di un amore al tramonto.


Le tue canzoni raccolgono diverse sonarità, quanto è influenzata la tua musica dalle tue origini italo messicane?

A volte molto a volte meno. Non c’è mai una ricetta con un dosaggio preciso, però sicuramente aver passato tanto tempo in Messico ed essermi nutrito di quella musica fin da bambino mi ha influenzato molto. A volte le influenze latine si manifestano nelle melodie, a volte nella ritmica o nel testo.

Come è nata la passione per la musica e a che età?

Se possibile c’è sempre stata. Mia madre quando era incinta di me cantava in un coro i Carmina Burana, e probabilmente già li dentro tenevo il tempo col piedino. Sono sempre stato appassionato anche della scrittura e della parola, quindi le due cose sono cresciute di pari passo. La prima canzone l’ho “registrata” su un registratore giocattolo in quarta elementare, dedicandola a un mio compagno di classe che cambiava città. Poi c’è stato uno stand-by negli anni dell’adolescenza, dovuto probabilmente a poca autostima, insomma le paranoie classiche degli adolescenti. Per ritornare alla musica ho dovuto passare dal teatro. Ho studiato e lavorato in quell’ambito per qualche anno, e mi è servito per capire chi ero veramente. 

Che genere di musica ti piace?

Penso che ogni genere musicale abbia roba valida, sarebbe superbo dire il contrario. I generi a cui sono più legato sono sicuramente il Rap, l’R n B, il cantautorato italiano e la musica latina tradizionale. Mi piace molto anche la musica elettronica nelle sue varie sfaccettature.  

C’è una critica che non vorresti mai ti fosse rivolta in quanto artista?

Direi di no, una critica dev’essere sempre accettata. Però c’è un aggettivo che mi accappona la pelle quando (per fortuna quasi mai) lo usano per descrivere la mia musica. Carino/a. Preferisco che tu trovi una mia canzone orribile piuttosto che carina. Carino è qualcosa di insipido, che ti scordi un minuto dopo averlo sentito, in una parola: mediocre. 


Tu spesso ti esibisci in eventi live, da musicista, come stai vivendo il lockdown?

E’ frustrante. Però credo che si possa sempre trovare del positivo nel negativo. Io per esempio sto occupando questo tempo senza live non a pensare alle date annullate ma cercando di mettere ancora più impegno nella produzione di nuova musica. 

Hai in programma nuovi progetti a breve?

Ho avuto dei mesi molto fertili a livello creativo. Ho un disco scritto, ci sto lavorando in studio e spero che nei primi mesi nel 2021 possa essere fuori, ma dipende anche dall’evoluzione della situazione e la possibilità o meno di portarlo dal vivo. 

Dove ti vedi o vorresti vedere da qui a un anno?

Sicuramente su molti palchi. Vorrei tra un anno essere soddisfatto del mio disco ed essere riuscito a portarlo a più persone possibile.

https://www.instagram.com/ganoona__