Categorie
Elettronica Internazionale

Savnko e tutti i suoi allucinati giovani demoni che si porta dentro

Ritrovarsi a fare i conti con sè stessi è sempre una cosa difficile.

E ci tengo a precisare che in generale i dischi senza parole, tutti i dischi senza parole, sono subdoli e un po’ bastardi, perchè ti lasciano soli con i pensieri, le parole va a finire che ce le devo mettere io, nella mia testa. E finisce che penso a quanto sono stata stronza quella volta che mi sono messa a tirare i piatti e non avevo voglia di parlarti, che forse dovrei scriverti, però poi lo faccio e tu non rispondi, e quindi vaffanculo. Young Demons è il secondo disco di Savnko, che mi ha tirato fuori di tutto, persino quei ricordi assurdi di un’adolescenza lontana in cui passavo le nottate davanti al computer a guardare serie televisive, un episodio dietro l’altro, mangiando e vivendo a letto, in completa solitudine. Non sono mai stata così tormentata e isolata come allora, e Young Demons è la colonna sonora di quel periodo, e della rabbia che oggi ne deriva.

Quello di Young Demons si presenta un progetto che vuole raccogliere tutte le insolite emozioni provate durante questi ultimi due anni altrettanto insoliti: rabbia, incoscienza e voglia di tornare a una vera libertà, senza nessuna paranoia, paura o rimorso riguardanti la vita di tutti i giorni. Questa pandemia ci ha riportato in quel periodo, che tutti noi musicofili che ci leggiamo le recensioni online abbiamo passato (non mentite, per favore!), quello in cui tutti uscivano il sabato sera e ci lasciavano a boccheggiare, e noi in quel tempo lì leggevamo libri tristi, finivamo film d’autore e serie di fantascienza, tutto ciò che abbiamo dovuto riprendere durante quel maledetto 2020. Young Demons sono tutte le volte che ho provato a chiamarti, non hai risposto e sono rimasta ad aspettarti tutta la sera, quella volta che ho incrociato il tuo sguardo, che abbiamo tenuto un segreto, che poi, lontani, siamo rimasti a casa a scrivere e a consumare Antonioni.

Quelli di Savnko sono tormenti elettronici oscuri, tormentati, ossessivi. Un’atmosfera che sa di quella stanza piena di poster e pianti sul cuscino, di nottate illuminate dal pc prima che si parlasse di hikkikomori. Savnko ci porta con la sua elettronica per emarginati a conoscerlo bene, a incontrare i suoi demoni più recenti che probabilmente lo hanno ossessionato in quest’ultimo periodo. La migliore e tormentata canna sul divano, come il peggiore dei balli solitari in un club berlinese dove abbiamo perso tutti i nostri amici, chitarre solitarie che infiltrano nei pensieri in Lust, insinuazioni bassocentriche disturbanti, parole abbandonate come captate dallo spazio. Savnko è indubbiamente uno dei migliori nomi dell’elettronica contemporanea, e si impegna davvero tanto a farci stare male.

Volete stare male come al liceo? Eccovi serviti.

CM

Categorie
Pop

Dado Bargioni completa il puzzle con l’ultimo pezzo mancante

In questo mondo di regole folli e dinamiche fuori da ogni logica, questo venerdì è arrivato Dado Bargioni che fanculo a tutti ha pubblicato un album e un singolo lo stesso giorno. Cioè capiamoci, non un album con una focus track no, proprio un singolo (copertina e tutto bello pronto su Spotify) e un album, Il pezzo mancante. Non ho capito perchè e per come, ma trovo questo un piccolo gesto anticonformista, contro ogni dettame e regola: e non so neanche se è per sfregio, per genio o un innocente azione da boomer, ma lo trovo comunque una bellissima rivoluzione romantica, tutto insieme, tutto subito, in modo che sia tutto lì, pronto, in modo da conoscere in toto Dado Bargioni, nessun pezzo mancante.

Dado Bargioni quindi fa un disco pop, ma che di pop non ha nulla (a partire dalle modalità prima citate). Dado Bargioni fa un’autobiografia musicale dove convivono l’amore, tutta la consapevolezza delle cose che cambiano, tutta una vita che vive in un disco. Qui dentro c’è l’urgenza di raccontarsi, di mostrarsi così, esattamente come si fa alle cena di famiglia che poi si concludono in psicoanalisi di gruppo, dove riemergono vecchi rancori senza rabbia. Ogni tanto vorrei che mio padre avesse la voglia di fare un disco (e verrebbe sicuramente più brutto di quello di Dado), per vivermelo così, di una sincerità disarmante, e allo stesso in modo leggero, senza drammi ma con un abbraccio musicale in undici tracce (+ un pezzo mancante uscito come singolo, chissà se è da intendere veramente così).

Dado Bargioni mi sa di casa, di quelle giornate che prendevo l’autobus infinito e poi si facevano quelle mangiate incredibili con gli zii di giù, dei nipoti che non mi ricorderò mai come si chiamano, e poi pure mio nonno, che per una volta riusciva a uscire di casa senza borbottare. Poi si finiva tutti a giocare a carte, tra una scala e una scopa, qualcuno diceva qualcosa di triste, che veniva notato poco ma che poi rimaneva negli anni. Il pezzo mancante è un po’ così.

Rimandi beatlesiani (si dice così? Reminder per il futuro: non usate nomi per le vostre band che non possono essere coniati come aggettivi, anche se siete i Beatles), ritmiche complesse e piccoli lumi di chi sa suonare ma non ne fa sfoggio, sperimentazione pop che si risolve in brani “semplici” che non sono semplici per niente. Dado Bargioni si è messo in gioco e mi sembra di conoscerlo, come uno di quelli che ho battuto a scala quaranta un Natale lontano, mentre cercava di distrarmi raccontami la storia delle sue mille vite.

Per ritrovarsi.

CM

Categorie
Comunicato stampa

Torna a Rio Saliceto la seconda edizione di “RiOpen”

Venerdì 24, sabato 25 e domenica 26 settembre presso il parco G. Ulivi di Rio Saliceto.

L’associazione di promozione sociale Godot, in collaborazione con il Comune di Rio Saliceto e con il contributo della Regione Emilia-Romagna, organizza la seconda edizione di:

“RiOpen Festival”

Tre giorni di concerti, spettacoli, racconti e artigianato, nella cornice green del parco G.Ulivi di Rio Saliceto (RE), da venerdì 24 a domenica 26 settembre.

Lo scopo di RiOpen è quello di coinvolgere e stimolare il pubblico con proposte di intrattenimento e performance multidisciplinari. La proposta vuole favorire l’aggregazione e la socialità proponendo contenuti di rilevanza sociale e culturale e, allo stesso tempo, restituire alla comunità gli spazi di aggregazione anche in tempi incerti come quelli attuali.

Anche quest’anno RiOpen Festival ospita il “Premio Biagini”, progetto promosso dal Comune di Rio Saliceto volto a supportare giovani artisti del territorio.

PROGRAMMA

Di seguito il programma del festival articolato nelle tre serate, su due palchi posti agli estremi opposti del parco:

  • dalle ore 19. 00 avrà inizio la rassegna di concerti:
  • venerdì 24 settembre

Gregorio Sanchez: liriche cariche di fascino e ironia, sonorità di respiro internazionale che conducono in un viaggio “dall’altra parte del mondo”, dal titolo del suo ultimo album, verso destinazioni ancora tutte da scoprire.

Crema: le loro canzoni sono ritmate e veloci, lente e strappacuore, con semplicità non stanno nei limiti prestabiliti. Sono stati “i Camillas”, tornano con nuovi pezzi, melodie gommose e adesive e piedi che battono a tempo senza accorgersene.

  • sabato 25 settembre

Giorgieness: al secolo Giorgia d’Eraclea, cantautrice e chitarrista di rilevanza nazionale, porterà sul palco il suo percorso musicale di scenari cantautorali dalle sonorità pop.

  • domenica 26 settembre

Lorenzo Kruger: già frontman dei Nobraino, presenterà il suo primo disco da solista, “Singolarità”, in una coinvolgente performance piano e voce.

Ziliani: polistrumentista, autore e compositore con un primo singolo, “Bar Franca”, da oltre 150.000 ascolti su Spotify, chiuderà in grande stile il festival con uno show travolgente ed un sound esplosivo

  • In apertura alle tre serate si esibiranno Giargo in Arte, Prim e Miglio: artisti aderenti al progetto Sonda del Centro Musica di Modena che promuove la diffusione e la circuitazione di giovani progetti musicali
  • dalle ore 20.00 circa ospiteremo alcune presentazioni di libri:
  • Topazio Perlini presenta il libro di Vittorio Ondedei: “I Camillas, che storia”, inerente le rocambolesche vicende del fu progetto musicale “I Camillas”.
  • Sarvish Waheed presenta il libro “La libertà sa di fragole” che affronta il tema dell’integrazione e del conflitto generazionale e sociale degli immigrati di seconda
  • Melissa Magnani, giovane autrice correggese, presenta il libro: “Teodoro”
  • Fabio Moretti, giovane imprenditore reggiolese, presenta il suo libro: “Come Braccio di Ferro perse i suoi muscoli e la sua Olivia”.
  • venerdì e sabato, a partire dalle 22.00, verranno inoltre proposti spettacoli teatrali:
  • venerdì 24 settembre

Massimiliano Loizzi: rinomato attore e comico, già membro del collettivo “Il Terzo Segreto di Satira”, porta in scena “Il Matto 2”, spettacolo che con una feroce satira ripercorre gli avvenimenti del G8 di Genova 2001.

  • sabato 25 settembre

Compagnia delle Lucciole: giovane compagnia di teatro sperimentale modenese porta sul palco di RiOpen lo spettacolo “Da Grande Voglio Fare Il Mafioso” una pungente commedia ispirata ai fatti del processo Teseo.

Per tutta la durata della manifestazione sarà allestita un’area espositiva riservata a giovani artigiani  e  artisti  per  le  loro  creazioni  handmade.  L’area  espositiva  sarà̀  curata  da  Alice Vacondio, artista ed espositrice che da anni opera in collaborazione con numerose realtà locali come Arci Tunnel di Reggio Emilia e ReUsed.

All’interno dell’evento saranno accolte anche numerose associazioni del territorio, come Africa Libera ODV che si occupa di volontariato in territori come Burkina Faso o Mali; Libera contro le mafie, presidio di Carpi, che si impegna a diffondere la cultura della legalità; La Clessidra di Bastiglia che promuove attività di formazione presso gli istituti scolastici dell’infanzia; Idee di Gomma e i Ciappinari di Vignola, vivaci associazioni giovanili tese alla promozione culturale e musicale.

Durante tutta la manifestazione saranno attivi punti bar e cibo, in collaborazione con Nonno Pep Beer and Food (Carpi), Mattatoio Culture Club e l’associazione Rio Gnocco.

Media partner dell’evento è il blog/webzine RRM che da anni si occupa di promuovere artisti musicali emergenti a livello locale e nazionale.

Il festival è inoltre promosso da The Festival’s Backpack – Festivals Lovers, blog dedicato ad eventi musicali e performativi.

Il festival si svolgerà nel pieno rispetto delle normative covid vigenti per garantire la salute, la sicurezza e il divertimento di tutti.

L’ingresso è libero e gratuito con l’obbligo di green pass.

Per ulteriori informazioni si rimanda al profilo Instagram di Riopen Festival 2021 e all’evento facebook dedicato.

Categorie
Comunicato stampa

“Lambrooklyn è il nuovo brano del cantautore Mico Argirò

«È una canzone piena di sintetizzatori, arpeggiatori, beat; però c’è ancora una presenza marcata delle chitarre e dei cori. Nonostante il tema, c’è energia: c’è tutta la voglia di ballare, di esplodere»

Un brano che nasce dall’insofferenza del costringimento nelle mura domestiche della quarantena e la voglia di ribellarsi alle imposizioni.

Dopo le collaborazioni con Pietra Montecorvino (“Hijab”) e quella con Tartaglia Aneuro (“Le canzoni divertenti”), Mico Argirò torna con un nuovo brano di protesta, fra chitarre acustiche ed elettronica: “Lambrooklyn”, gioco di parole, sincrasi fra il quartiere milanese Lambrate e quello newyorkese, Brooklyn.

«“Lambrooklyn” racconta in maniera laterale il mio secondo costringimento in casa; che poi per me non lo è stato davvero, perché mal sopporto le imposizioni. Il titolo è un gioco di parole con un quartiere di Milano: l’idea mi è venuta da un murales visto in una notte di zona rossa. Milano è centrale in questa canzone (e lo sarà tantissimo anche nel video), perché è dove ho passato quei giorni di “clausura”. Questa città è stata uno scenario davvero suggestivo in quel periodo: lo svuotamento, le ipocrisie, le mie passeggiate notturne a Lambrate e a Loreto, le regole alle quali non mi attengo e le paure naturali. Ci sono tutti i pensieri del momento, la mia visione sul presente e il desiderio di qualcosa che scompigli la situazione, un’esplosione rosa».

“Lambrooklyn” è un concentrato di pensieri ed emozioni accumulati durante il periodo di lockdown e sputati fuori da Mico Argirò con veemenza, irriverenza lontana dal politically correct e da qualsiasi tipo di allineamento di pensiero.

«Concettualmente, il testo si concentra su delle scene, soprattutto emotive: c’è il TG1 da non ascoltare, c’è il vino, c’è il rifiuto di vivere per lavorare e c’è il desiderio dell’esplosione nella stanza, c’è Bowie, c’è l’assenza forzata di qualcuno, le strade notturne che si svuotano… sto continuando su una visione irriverente e fuori schema del presente, molto personale; magari anche criticabile, ma non mi importa. Ho voluto raccontare una mia versione della cosa, senza insistere sul virus, ma dal mio punto di vista, soprattutto emotivo. Ho scoperto che questo punto di vista mi accomuna a tanti, costretti da un periodo terribile, forzatamente lontani dagli affetti e lesi nella propria libertà personale e mentale».

Dal punto di vita musicale, il brano rientra a tutti gli effetti all’interno i quello che è il nuovo percorso artistico di Mico Argirò il quale, da sonorità cantautorali più classiche, in bilico fra la lezione degli chansonnier e la patchanka, ha intrapreso progressivamente un discorso di sperimentazione verso forme più vicine all’elettronica, senza abbandonare la matrice cantautorale.

«“Lambrooklyn” segue la scia delle cose che sto facendo attualmente: suoni elettronici ed acustici che si miscelano. È una canzone piena di sintetizzatori, arpeggiatori, beat; però c’è ancora una presenza marcata delle chitarre e dei cori. Nonostante il tema, c’è energia: c’è tutta la voglia di ballare, di esplodere.»

Interamente suonato dallo stesso Mico Argirò, “Lambrooklyn” si avvale della collaborazione di comecarbone ai cori, mentre registrazioni, mix e master sono stati realizzati da Ivan Malzone per il Ramingo Itinerant Studio.

La copertina del singolo è un’opera dell’artista brasiliana Iara Carvalho intitolata “Pink Explosion”, concessa per la canzone vista la straordinaria sintonia.

Multilink: https://lnk.to/Lambrooklyn

Categorie
Pop

Pietro Berselli, evidentemente sì

Quello di Pietro Berselli è il disco che ci ha accolto al rientro dalle vacanze. Ignorando totalmente il disco di debutto Orfeo l’ha fatto apposta, che pure adesso non riesco a smettere di ascoltare e di fare miei brani come Debole (senza regole), mi sono avvicinata a questo disco come fosse un’opera prima: uno schiaffo in faccia, un’autobiografia sfrontata, arrabbiata e rassegnata allo stesso tempo, stanca e incredibilmente adulta. Evidentemente no, come la sua title-track è la voce stanca di chi ha aspettato senza risultati, di chi è esausto per tutto. 

Mi sono ritrovata ad ascoltare questo album in un momento di quiete elettrica, quella in cui mi sono dovuta fare due domande sul mio percorso universitario, sulla mia relazione, un po’ su tutto insomma. Ed è stato così rasserenante scoprire di poter condividere questo peso con un cantautore del bresciano di cui non so, reciprocamente nulla. Di Pietro Berselli so che definisce i suoi brani un po’ “depre” e un po’ “passive aggresive”, un pensiero disilluso, sincero e quotidiano. Una boccata d’aria fresca in un momento di ipocrisia da social, schieramenti da Covid e mandrie di espertoni in geo-politica. Un mondo sincero, di chitarre che si intrecciano con una voce che sembra sul punto di piangere o ridere, come quando ascolti per la prima volta il tuo migliore amico su un palco di paese, lui è troppo emozionato e tu scopri che è bravissimo. 

Questo disco sistema i problemi, acquieta gli animi e ti accoglie negli infiniti viaggi di ritorno in autobus verso casa. E’ un disco che ti accoglie, che parla di provincia e di amore che si sfalda, è come Dawson’s Creek, senza i perbenismi televisivi e il senso di cringe che ti viene se qualcuno ti coglie di sorpresa alle spalle mentre stai guardando un telefilm per adolescenti. 

Vorrei aver avuto Evidentemente no al liceo, quando ascoltavo i Verdena anche se mi mettevano ansia e i Marlene Kuntz anche se non li capivo. Pietro Berselli mi avrebbe coccolata, e sicuramente lo avrei capito. 

Lasciami andare via, dove non c’è più niente. 

LB

Categorie
Indie Internazionale Pop

Video intervista alle BKKB

BKKB sta per Khole Baby e Bhad Kamy che insieme riconoscono la propria crescita, un’evoluzione personale ed artistica che le porta a fare, con semplicità e trasparenza, ciò che più risulta difficile: aprirsi, raccontarsi, regalando uno spaccato della loro vita e del loro amore giovane, folle, incondizionato. Libero! Compagne nella musica così come nella vita le BKKB sono un duo LGBT con un sogno in comune: quello di farci ballare.

Il loro nuovo singolo infatti si chiama “Nanana” che rappresenta inoltre, il loro inizio, ma anche la rincorsa prima del grande salto.

In occasione della release di “Nanana”, il loro nuovo singolo, abbiamo incontrato le BKKB, duo di trapper romane classe 2000 e 2002. Una coppia nella musica e nella vita. Ecco come hanno risposto alle nostre domande.

Categorie
Pop Rap

Leo Lennox lo ha fatto “Pour moi”

Leo Lennox ha solo una vaga assonanza con l’artista Lennon, perché per tutto il resto, l’artista di casa Revubs Dischi si rifà ad un genere che mette insieme pop, rap e, perché no, anche la dance. A dimostrarlo è il suo nuovo singolo “Pour moi”, fuori dal 14 luglio su tutte le piattaforme e pronto a farci scatenare in pista mentre cerchiamo di non versare lacrime amare per chi non ha saputo apprezzarci così come siamo.

Pour moi” è il canto egoico ma non egoistico, egocentrico ma non narcisitico di Leo Lennox: sì perché come si intuisce già dal titolo, l’artista finalmente sceglie di mettere al centro del suo mondo e della sua musica in primis sé stesso. Dopo anni passati ad assecondare voglie e desideri altrui, ecco che “Pour moi” canta di questa volontà di riscatto prima di tutto verso sé stessi.

Ecco che noi abbiamo voluto scavare a fondo nella questione, ed è per questo che vi lasciamo con la nostra video intervista preparata ad hoc per Leo Lennox!

Categorie
Comunicato stampa

“Sento le tue mancanze” è il nuovo singolo di Piunz

“SENTO LE TUE MANCANZE”

Sento le tue mancanze è il nuovo video del complesso emiliano-veneto Piunz, la perfetta colonna sonora  dell’estate. L’autore, Mario Asti, esegue le parti vocali, di chitarra e di flauto traverso. Il resto degli strumenti,  l’arrangiamento e la produzione sono realizzati in amicizia da Valerio Carboni, con la supervisione del prof.  Matteo De Benedittis. 

Il video, girato da Federico Landini, parla di Anna che vive per un attimo il sogno di ogni donna di avere un  uomo bello, servizievole, che sa lavare i vetri, stirare, cucinare, mentre lei può darsi lo smalto, farsi  l’idromassaggio e fare yoga…Purtroppo però il sogno è breve e Anna torna bruscamente alla realtà di cui  sente tutte le mancanze…

BIO:

Piunz è un complesso emiliano con intruso veronese, attivo da alcuni anni sia in  studio che dal vivo. La band ha all’attivo due album entrambi reperibili su spotify  e tutte le principali piattaforme di

distribuzione digitale. 

In esso hanno militato numerosi musicisti per periodi più o meno brevi, facendo  somigliare l’esperienza, più a un collettivo che a una classica band. L’autore  principale è Mario Asti che è anche voce e pluri-musicante. Oltre alla formazione  classica vantano un intervento rap di Murubutu nel brano Piatto del loro primo  Album. Hanno più volte condiviso il palco con Walter Carluccio, in arte Walzer (vedi Esce Ma Non Mi Rosica, Persia’s Got Talent e Tranvieri Che Si Salutano).  Valerio Carboni (Warner etc etc) ha suonato con loro il basso e la batteria  durante alcune gig. Il loro brano Stile di Vita è presente nella compilation di  beneficienza Core Nostro insieme ad artisti quali: Lassociazione, Frankie Magellano, Murubutu, Mara Redeghieri, Rio, Graziano Romani, Fabrizio Tavernelli, Ustmamò, Massimo Zamboni. Con il  loro brano M’Illumino Dimeno, arrivarono secondi al concorso dei M’IllumInni, indetto da Caterpillar di Radio Rai2. Il  brano SISSI (all’acqua bene comune) fu ripreso da varie emittenti radio e tv come colonna sonora del movimento per  l’acqua bene comune. La produzione del loro primo album è di Valerio Carboni (nel frattempo approdato nelle fila di  Warner) che ha curato anche quella dell’ultimo singolo e di qualche brano del secondo album, in gran parte prodotto  quasi live presso lo studio voxrecording studio di Andrea Fontanesi. 

LINK:

Facebook https://www.facebook.com/PIUNZ
YouTube https://www.youtube.com/channel/UCSLCeGXTIhUjl0pUDmq2YFQ
Spotify https://open.spotify.com/artist/1dlWLn4RtlBmQH9dip3Lis?autoplay=true

Categorie
Pop

Le 5 cose preferite di Marquica

40” è il nuovo singolo di Marquica. Un inno funky ed ironico alla femminilità e all’età della consapevolezza e con il quale la cantautrice si leva qualche sassolino dalla scarpa nei confronti di una società non ancora “woman friendly”.

Abbiamo chiesto a Marquica quali sono le sue 5 cose preferite.

BIG FISH – Le storie di una vita incredibile

Amo Tim Burton, da sempre, in questo film c’è Ewan McGregor che è un artista poliedrico di cui sono innamorata dagli esordi. Questo film racconta una storia tristissima in modo poetico e fantastico, a tratti musical, è un viaggio di avvicinamento e resa dei conti , tra un padre esagerato e un figlio anaffettivo. Lo rivedo quasi tutti gli anni perché mi fa stare bene, lo trovo magnifico non solo nella regia, non mi annoia mai e sa sempre stupirmi, darmi spunti nuovi.

Adoro come Tim Burton sia riuscito a rendere la vita del protagonista ,che il figlio reputa un ciarlatano raccontastorie, tanto delicata e viva, riesce a trasportarmi in una realtà in cui alla fine ci si chiede se l’aver enfatizzato i particolari o la narrazione degli episodi salienti della vita di un uomo semplice, non sia stato per poter alleggerire e rendere magnifiche, la nascita dello stesso figlio e l’incontro con la madre. Amo i film che ci portano altrove, qui si balla, si entra nel circo, in un paese dove si appendono le scarpe all’ingresso, la musica è perfetta e Tim è di sicuro uno dei registi più  vicini al mio gusto cinematografico.

GIURA, Stefano Benni

Benni, da  20 anni, è lo scrittore che piu’mi fa ridere al mondo, insieme a John Niven. La scorsa estate avevo proprio voglia di un romanzo senza pensieri, ho comprato “Giura” e in una sera l’ho divorato. Benni ama il mondo dei ragazzi e i suoi protagonisti spesso sono bambini, questa è una storia d’amore lunga una vita, mai davvero compiuta in senso classico, eppure vissuta intensamente e totalmente, descritta come solo il Lupo(soprannome di Benni) sa fare, commuovendosi col sorriso. Ci sono immagini fortissime, lettere d’amore tenere e ironiche, forse il suo libro che ho amato di più’. E’ stata una carezza estiva bellissima.

Pedalar cantando

Amo la bicicletta e la uso per scrivere. Pedalando libero la testa e solitamente dopo i primi 20 km arrivano melodie nuove, frasi, i testi che magari non ho ancora terminato, si completano. 40 è nata sul Lago di Garda durante una session di scrittura, eppure ho ridefinito il testo pedalando da Milano a Trezzo sull’Adda, li’ mi sono fermata ad osservare le donne intorno a me ed ho pensato che fosse proprio arrivato il momento di celebrarle con una canzone viva ed energica.

Andare in bicicletta è come meditare, si creano spazi nuovi e ci si ascolta seguendo un ritmo, come quando si canta.

Mariangela Gualtieri

Da quando ho memoria, la poesia mi affascina, ho sempre sentito, fin da bambina, da Gianni Rodari, un parallelismo alla struttura musicale. Due anni fa ho scoperto questa donna magnifica che è Mariangela Gualtieri, poetessa di Cesena, fondatrice della compagnia Teatro Valdoca, innovatrice e donna piena d’amore. Lei mi ha ispirato per 40, per questo senso di gioia e benessere che trasmette nelle sue liriche, quasi estatico. Quando la si ascolta recitare si ferma il tempo, ha occhi d’acqua e arriva autenticità e voglia di lasciare un bene infinito al mondo. Credo sia questo il compito piu’alto degli artisti e dell’arte e so che è questo ciò che voglio trasmettere con la musica.

Hayao Miyazaki

Tra me e Miyazaki è stato amore a prima vista. Ero in vacanza in Valtellina, l’unico posto dove guardo la televisione e faccio zapping, girando su Rai YoYo c’era “Il castello errante di Howl”. Ne sono rimasta folgorata e da buona figlia dei cartoon anni 80 e 90, ritrovavo molte analogie e richiami alla mia infanzia. Ho cercato e guardato tutti i suoi film, ancora oggi “Il castello errante di Howl”resta il mio preferito. Miyazaki disegna con un’anima profonda, i suoi personaggi sono spesso ragazze e ragazzi che vivono situazioni molto forti e crude. Hayao trasforma ogni quadro in poesia sublime, scegliendo colonne sonore bellissime. Quando ho scritto 40 ho pensato a  “La principessa Mononoke”, una ragazza libera,selvaggia e con una vitalità esagerata.

Categorie
Indie

In un mare di ricordi con Nube

Nube, lo abbiamo conosciuto con “come un film di wes”, il suo singolo d’esordio per casa Revubs Dischi e continuiamo il viaggio mistico della sua conoscenza con il nuovo brano “Dejà vu”, fuori dal 9 luglio.

Continua l’attenzione dell’artista per tutto ciò che è immateriale ed etereo, come la musica, il passato, un dejà vu appunto. Per anni la scienza e la psicologia hanno tentato di spiegare un fenomeno tanto verisimile quanto paranormale: una connessione con il nostro io più lontano? Oppure una sorta di back up dei nostri ricordi mentre siamo impegnati a fare altro?

Nube ci dà la sua versione. E anche noi, incuriositi, non potevamo non intervistarlo, per farci spiegare tutti i segreti nascosti dietro la genesi del suo nuovo brano.

Non perdetevi la video intervista qui sotto!