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Indie Internazionale Pop

Intervista transoceanica a Giorgia Giacometti

Scandal” questo il titolo dell’ultimo singolo targato Giorgia Giacometti, artista che ama il visual quanto la musica e il canto come forma espressiva tutta personale. Ma andiamo a svelare pian piano l’artista che abbiamo incontrato nella nostra video intervista.

Giorgia Giacometti è una che non si ferma mai. Idee chiare, carattere da vendere e una mentalità internazionale. Toscana di origine, vola a Miami per studiare e lavorare alla sua musica. Nel 2020 pubblica i primi singoli, “All’Amore” e “Scandal”, iniziando a mettere a fuoco il proprio stile.

Poi vola a Singapore, dove attualmente risiede, e lì produce il singolo “Bandiere bianche”, pubblicato il 26 marzo scorso, nel quale mette maggiormente a fuoco la sua figura artistica, tra urban, pop e contaminazioni. Abbiamo deciso di rivolgerle alcune domande per conoscerla meglio!

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Indie Pop

Zerella: “sono cresciuto con la fissa per Sarabanda e i disonosauri”

Zerella è il nuovo cantautore che si inserisce nel roster di Revubs Dischi e lo fa con la sua nuova “All’una con te” pubblicata il 19 marzo.

All’una con te” è una canzone “crossmediale”, come la definisce l’autore stesso, perché riesce ad unire musica ed immagini grazie a rievocazioni sinestetiche che rianimano i ricordi e le sensazioni che pensavamo aver racchiuso per sempre nella nostra memoria interna.

All’una con te” dunque risveglia in noi la nostra voglia di sentirci legati ad un passato, quasi un bisogno ancestrale di non tagliare le proprie radici per permettere di far prolificare i rami verso le nuvole. I riferimenti a Woody Allen poi alimentano ancora di più un mood cinico e autoironico che forse più caratterizza le giovani generazioni e che a loro modo sono anche i protagonisti delle canzoni di Zerella.

Il cantautorato è dunque la cifra stilistica dell’autore campano che impavidamente muove dai suoni più lisergici come quelli alla Mac De Marco fino ad arrivare ai cantautori della bossa nova.

Tutto questo ed altro ancora è “All’una con te” di Zerella, andatelo a scoprire nell’intervista che ci ha lasciato qui sotto!

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Pop

“Ora che non ho” è lo stretto necessario di Eleonora Elettra

Eleonora Elettra è il nuovo volto dell’etichetta Luppolo Dischi per la quale esordisce con il suo ultimo singolo “Ora che non ho” pubblicato il 2 aprile. Affascinati dalla voce di Eleonora Elettra e dal testo non abbiamo potuto fare altro che intervistarla per sapere qualcosa in più sul suo brano!

Ciao Eleonora Elettra, benvenuta! Il 2 aprile pubblichi il tuo nuovo singolo “Ora che non ho” per Luppolo Dischi: ti va di introdurcelo?

Ciao ragazzi, volentieri! “Ora che non ho” è la necessità di liberazione, ma con la consapevolezza di ciò che si vuole. È la sigla di inizio di una nuova pagina di vita, è conoscere a fondo ciò a cui si aspira e non accontentarsi mai.

Si dice che quello che non abbiamo è quello che non ci manca…e tu come completeresti la frase “quello che non ho è” …?

Probabilmente quello che non abbiamo è quello che non ci manca perché è qualcosa di cui non abbiamo bisogno o che ci ostacolerebbe. Quello che non ho in questo momento è la paura di ripartire, di affrontare qualcosa di nuovo.

Hai scelto di affiancare al tuo nome quello del personaggio mitologico di Elettra: in che modo ti senti vicina a questa figura classica?

Grazie della domanda… per una volta qualcuno che parla di personaggio mitologico e non di personaggio pubblico. Comunque, Elettra è il mio secondo nome ed essendo legata alla cultura classica visti i miei studi, ho voluto fosse il mio nome d’arte.

Il tuo brano precedente segue uno stile più folk, mentre “Ora che non ho” volge verso sonorità soul: quanto ti piace cambiare e sperimentare nella tua musica?

Mi piace molto cambiare pur mantenendo una linea logica in ciò che faccio, sicuramente essendo un’artista emergente credo che sperimentare sia essenziale per capire meglio quale stile si addice di più a me.

Chi sono gli artisti che ti influenzano in questo ultimo periodo?

Ultimamente ascolto tantissimo Davide Shorty, Fulminacci, Ghemon e Willie Peyote; hanno fatto dei gran bei lavori a parer mio!

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Indie

Boetti e la laica sacralità di “Loreto”

Boetti sta alla musica come i Blink 182 stanno agli anni Novanta. Questo il sillogismo che mi pare più opportuno per introdurre il duo pratese che il 19 marzo pubblica il suo nuovo singolo “Loreto”; e chi siamo noi per non intervistarli su questi schermi?!

Ma andiamo con ordine: i Boetti attingono dal mondo dell’arte povera un nome che diventa l’emblema del ritorno alla sacralità della cosa, tangibile e non solo aleatoria; un po’ come il duo fa con la musica. Sì, perché Damiano e Meti hanno scelto ai suoni artefatti e sintetici quelli più “reali” di chitarre e batterie.

A rendere concreti poi questi sogni di gloria, ecco che arriva il loro nuovo singolo “Loreto”, che non ha nulla a che vedere con la cittadina in cui si custodisce la Madonna nera, bensì con Loreto il piazzale di Milano, luogo che, a suo modo, riesce ad avere più o meno lo stesso valore catartico e sacrale, se rievochiamo l’evento storico del ’45.

Ma non ci dilunghiamo troppo, lasciamo che siano i Boetti a spiegarci meglio che significato ha per loro un luogo così sui generis come “Loreto”, nell’intervista qui sotto:

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Indie Pop

Cinque domande e cinque motivi per non perdervi l’ultima dei Manila

“Una canzone da perdere” è il singolo d’esordio dei Manila, band di Carrara che dal 26 marzo vediamo entrare nel panorama della musica italiana, grazie anche all’etichetta Safari Records.

 Nonostante il riferimento alla capitale delle Filippine, il gruppo carrarese sembra essere invece molto vicino a quella che è il modo di fare musica oggi in Italia. I riferimenti a un cantautorato di carattere pop mettono subito i Manila a proprio agio in un momento di produzione artistica così vorace, mi spiego: il gruppo, infatti, riesce a comunicare qualcosa di nuovo e totalmente peculiare, nonostante la paura di cadere nel baratro dell’assomigliare a qualcun altro. Cari Manila, tranquilli che la vostra non sarà una canzone da perdere.

Anche il testo si mostra interessante, in cui la scrittura a otto mani ha permesso una ricchezza e varietà contenutistica senza alcun dubbio. Una storia d’amore che viene seguita con l’occhio attento dei quattro membri dei Manila, una storia d’amore che viene vista fare il suo corso fin poi a diventare solo un vago ricordo.

Non vogliamo aggiungere altro, il resto lasciamo che siano i Manila a raccontarcelo, nell’intervista qui sotto!

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Pop

Lena A. si svela in una nuova intervista

Lena A. cantautrice e musicista partenopea ci ha incantato con la sua voce sin da “Adesso c’era” e continua ancora con il suo ultimo singolo “Pineta” entrambi editi per Uma Records.

Dai due singoli si sente non solo con le orecchie, ma anche a pelle, l’amore che l’artista riserva alla musica e al canto: si percepisce all’istante la devozione e per questo la cura che Lena A. dedica alla scrittura delle sue canzoni. Di base pop ma con estroflessioni più ricercate come quelle verso l’elettronica, Lena A. ha scelto al suo fianco una squadra che in una collaborazione sinergica riesce ad essere fantasticamente esplosiva: stiamo parlando della produzione di Giovanni Carnazza e del contrabbasso di Marco Limbo.

Dopo l’amore impossibile ambientato in un luogo tanto affascinante quanto tenebroso come quello di una pineta, abbiamo chiesto a Lena A. di togliere la maschera di cera, come quella che immaginiamo ognuno sia costretto ad indossare quotidianamente, per svelarci tutte le informazioni che non conoscevamo riguardo alle sue canzoni e alla loro creazione.

Vi lasciamo dunque con una video intervista alla nostra artista, buona visione!

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Indie Pop

Con Blumosso il mare non è mai stato così bello

Blumosso artista poliedrico, dopo averci mostrato un altro volto con Progetto Fantomatico, dopo un libro, un video che tocca le sfere della filosofia, ritorna a farci sognare con “Nordest”, il suo nuovo singolo pubblicato per Luppolo Dischi. Dunque, noi di perindiepoi, incuriositi come eravamo non potevamo non dedicargli un tutto il tempo del mondo per conoscere più approfonditamente il suo nuovo lavoro!

Ciao Blumosso! Venerdì 19 marzo segna per te l’inizio di una “saga” musicale, se vogliamo, ti va di raccontarci qualcosa di “Nordest”, singolo prologo al tuo nuovo progetto?

È una canzone narrativa. Il testo racconta per filo e per segno una scena: qualcuno che prova a dimenticare qualcun altro con qualcun altro. Sì, lo so, è un casino. Ascoltate il brano che è meglio (ride)

Hai inaugurato le tue prossime uscite con un video “la vita sognata”, in che modo si collega alle tue uscite?

Non si collega. Mi piace creare. Ho creato “La vita sognata” dal nulla e ho pensato di regalarla a chi mi segue. Ho fatto quello che i filosofi chiamano “esercizio artistico”, dando sfogo alla voglia che avevo di sperimentare, anche in campo cinematografico.

Oltre Blumosso esiste un altro progetto parallelo che tu segui, che è “Progetto Fantomatico”: in cosa differiscono e in cosa si toccano queste due anime artistiche?

Innanzi tutto, differenze visive. “Progetto Fantomatico” è uno sfogo d’immagine, chi segue il mio profilo Instagram sa che è un viaggio visivo, oltre che musicale. Inoltre, a livello sonoro, “Progetto fantomatico” dà più spazio all’elettronica e ai suoni sintetici. Anche le tematiche sono diverse. Mi spingo su temi sociali.

Quali sono gli artisti che ascolti in questo momento e che ti senti di consigliare?

In questo periodo (e da una vita) mi spacco di Battiato. Vi consiglio un cantautore che tocca particolarmente la mia sensibilità: Massaroni Pianoforti. Anche Apice mi piace.
Poi, potrebbe sembrar pubblicità (ma non lo è) vi consiglio i miei amici più stretti: One Year Before, LeFrasiIncompiuteDiElena, e gli Inude.

Lasciaci con una frase che ci dica qualcosa sul prossimo singolo in uscita!

Va beh… e che volete che vi dica?

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Indie Pop

“Gandhi” è il singolo alla non violenza contro il tempo di Leuca

Leuca è il nuovo arrivato nel roster di Revubs Dischi e noi siamo pronti ad accogliere il suo singolo d’esordio “Gandhi” in uscita il 12 marzo su tutte le piattaforme.

Un nome che cela in sé un periodo vissuto a Londra, che ha saputo donare all’artista non solo il suo nome peculiare, ma anche la vocazione verso una musica multiculturale. I riferimenti musicali sono tra i più disparati, senza però abbandonare del tutto la patina pop che gli conferisce un piglio immediato anche da parte di quel pubblico che si avvicina a lui per la prima volta.

Gandhi” è il titolo con cui Leuca si presenta al mondo dell’indie, “Gandhi” diventa l’emblema della lotta non violenta e quotidiana a tutto quel mondo degli haters e degli influencers che affollano le nostre home, i commenti ai post, ma che seppure virtuali riescono ad avere un impatto sul reale che forse dieci anni fa non avremmo nemmeno immaginato.

Gandhi” è anche il modo per fermare il tempo quando, guardandosi allo specchio, si nota il primo cappello bianco. Anche noi abbiamo provato ad immortalare qualche informazione in più sul brano, chiedendolo direttamente all’artista nell’intervista qui sotto:  

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Indie Pop

Avarello: “il mio disco è la metafora di ciò che provo

Ormai Avarello fa parte dei nostri schermi fin dal suo primo singolo di esordio “Indigestione”, possiamo dire che noi di Perindiepoi, insieme alla sua etichetta Revubs Dischi, lo abbiamo preso un po sotto la nostra ala. Non poteva dunque mancare un’intervista in seguito all’uscita del primo album del nostro autore siciliano, dal titolo “Mentre ballo mi annoio”, un disco in cui Avarello ci mostra i suoi lati deboli senza mai prendersi troppo sul serio.

Ma non perdiamo altro tempo e andiamo diretti con le domande:

Ciao Avarello, il 19 esce il tuo primo disco “Mentre ballo mi annoio” per Revubs Dischi. Come ci si sente ad aver pubblicato un album dopo un percorso musicale nato e cresciuto tutto in un periodo di pandemia?

Ciao ragazzi, ma non ne ho idea, non saprei fare neanche il paragone, non ho avuto la fortuna di far uscire qualcosa in un periodo normale, quindi non riconosco nessuna sensazione che possa essere collegata alla situazione attuale. Forse l’unica differenza è non poter suonare dal vivo. Per il resto sono emozionato, entro in para e come qualsiasi altro sto là a pensare “chissa che pensa di sto disco la gente che l’ascolta”

È paradossale pensare che tutti hanno voglia di ballare e divertirsi, come mai te invece ti annoi anche quando ci si può distrarre in qualche modo?

Beh, diciamo è una metafora, anche a me capitano le serate dove mi diverto un sacco a ballare, mi scateno proprio, posso dirvi anche di essere abbastanza bravo. Ma c’è da ammettere che nel periodo di gestazione delle “Le cento cose” brano da cui prendo il titolo dell’album, mi capitava spesso di fare serata e non riuscire a distrarmi dai turbamenti e quindi sì, in un certo senso mi annoiavo non vedevo l’ora di tornare a casa.

Quali sono state le tue ispirazioni maggiori per la stesura di questo disco?

Di certo mi ha ispirato l’ambiente che frequentavo, aldilà degli ascolti, molte sono nate da conversazioni avute con amici, coinquilini e altra gente conosciuta su qualche scalino davanti a una birra.

“Le cento cose” credo sia il brano focale dell’album, in cui ci sono descritte tutte e cento le cose che immagino vorresti realizzare, i buoni propositi da seguire…c’è effettivamente qualcosa che sai di per certo che farai non appena sarà possibile?

A fine anno, molti hanno l’abitudine di scrivere una lista di buoni propositi. È una cosa che non ho mai fatto, un’usanza mai presa sul serio, ma alla fine per gioco ho provato a fare una lista di buoni propositi inverosimili, anche io. Ma una cosa che vorrei fare appena ci sarà occasione è quel lancio in paracadute!

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Internazionale Pop

AGARTHI è il rave spirituale di Sem&Stènn

Chi l’ha detto che le divinità risiedono solo nell’alto dei cieli? Chi ha ancora questa convinzione troppo ristretta sarà perché non ha ancora ascoltato “AGARTHI”, il nuovo album di Sem&Stènn, che dal 19 febbraio segna la discesa del Paradiso in Terra.

Avevamo già avuto un assaggio di questa manna dal cielo con “Champagne” e “La notte con il sole”, due singoli che anticipano un progetto di dimensioni più grandi e che dunque creano quell’hype giusto per accogliere le emozioni che ci avrebbe poi regalato l’uscita dell’album. Volendo usare le parole di Sem&Stènn, “AGARTHI” è un pianto in discoteca, è il grido di ribellione di due voci che fino a questo momento hanno dovuto fare i conti con una società poco aperta alla diversità.  Sem&Stènn ci portano dunque nel loro posto segreto, nel loro rifugio dal mondo, quel posto in cui l’unica parola d’ordine è la libertà di essere sé stessi, senza paura di giudizi e pregiudizi: Agarthi è appunto il paradiso sotterraneo dove regnano indiscusse l’espressione libera e senza freni di ognuno di noi.

In un misto di spiritualismo ed elettronica dall’est Europa, cori ecclesiastici e synth pop dalla scena inglese, l’ultimo album di Sem&Stènn non può che essere definito come un rave spirituale a cui tutti sono invitati a spogliarsi e a ballare senza freni.

La danza come rituale catartico e la musica come elemento depurativo sono alla base del progetto più queer d’Italia. Andiamo a scoprire direttamente con loro, nell’intervista qui sotto, il significato che ha avuto per loro la parola “Agarthi” e quanto questa si applica nella loro vita musicale!