“Conteremo i giorni” è il nuovo singolo dei punk rockers Error 404, già disponibile su tutte le piattaforme. La canzone, scritta in collaborazione con Martina “Cleo” Ungarelli delle Bambole di pezza, è caratterizzata da un sound fortemente ispirato ai Green Day, con arrangiamenti influenzati dal pop.
“Conteremo i giorni” vuole trasmettere a chi ascolta quanto una cosa non andata per il verso giusto possa cambiare le carte in gioco nel proprio futuro.
Noi per conosce meglio gli Error 404 meglio, abbiamo chiesto loro quali fossero le loro cinque cose preferite.
GREEN DAY
I Green Day sono il gruppo per il quale tutti noi suoniamo praticamente, la più grande fonte di ispirazione oltre che la colonna sonora della nostra adolescenza.
SALA PROVE
La nostra sala prove è una vera e propria casa per noi e per tutti i nostri amici che tutte le sere sono lì con noi a bere birre e divertirsi, praticamente un mini centro sociale. Da lì nasce sempre tutto, idee per i pezzi nuovi e un sacco di cazzate.
ENERGIA SUL PALCO
Questo è quello che sentiamo quasi sempre quando scendiamo dal palco. la gente si diverte un sacco, per noi questo è diventato l’ elemento principale dei nostri live oltre a suonare bene e far arrivare le nostre canzoni al cuore delle persone.
FARE L’ ALBERO DI NATALE
A noi piace tanto fare l’ albero di natale tutti insieme, anche quando non è Natale. Come albero però ci piace utilizzare la batteria di scotch.
FURGONE
I viaggi in furgone sono epici, ogni volta non sai mai cosa ti aspetta. Non c’è altro da aggiungere, bisognerebbe solo provare per credere.
Incomincia con una parola inventata (anzi due), “Kuru Lalla” il nuovo album dei Radio Tahuania, formazione campana con attinenze sonore e ideali che fanno riferimento soprattutto al Sudamerica. Otto canzoni sui ritmi di cumbia, contaminati però da rock elettrico che da una parte può far pensare un po’ a Santana, dall’altra si tuffa faccia avanti in mondi psichedelici, senza perdere però mai il contatto con le radici, profondamente abbarbicate alla giungla amazzonica.
C’è un sogno di fratellanza che contamina e unisce le canzoni dei Radio Tahuania, che parlano spesso di giovani (“La nina”, “Chicos”) e che fanno una musica giovane e antica insieme, fitta di significati ma anche di sonorità profonde, miste, sovrapposte.
Ogni canzone è una piccola giungla, in questo album che però non richiede il machete per entrare: anzi basta appoggiare l’orecchio a terra per sentire arrivare ritmi e flussi sonori interessanti e importanti, sempre capaci di cambiare le carte in tavola senza richiedere troppi sforzi all’ascoltatore. A volte si inseguono idee aeree, come in “Volarà”, a volte si avanza pancia a terra come ne “La vida”. A volte invece semplicemente si sale su un “Motocar” e si vede dove porta la strada, ammesso che ce ne sia una da seguire. In ogni caso queste canzoni sono movimento, non necessariamente frenetico, ma a stare ferme non pensano proprio.
“Kuru Lalla”, espressione inventata, significa “voglio un foglio bianco per disegnare un sogno”. Del resto se hai di fronte un foglio bianco puoi inventare un mondo, una parola, un significato, oppure otto canzoni come quelle di un album coerente anche se sempre pronto ad accogliere variazioni di percorso. Si può salvare il mondo con un disco? Direi di no. Però si può sollevare qualche sopracciglio per quello che si canta e per quello che si scrive. Il tentativo dei Radio Tahuania va in questo senso, e si direbbe che l’obiettivo è centrato.
L’abbiamo ascoltata più e più volte la nuova canzone di Maiogabri, uscita il 9 giugno, dal titolo “Senza Colori” (MIND) e non poteva passarci indifferente la sensibilità del suo autore. Abbiamo quindi pensato che un modo per conoscere l’artista sarebbe stato raccontarsi attraverso le sue cinque cose preferite, ecco quali sono!
LA SVEGLIA CON LA MUSICA
Prima cosa preferita in assoluto è la sveglia della mattina con la musica preimpostata, su questo non ci piove. E’ come se ti lanciasse il buonumore addosso e ti dicesse “tieni, fanne quello che vuoi”.
P.S. Angeli di Lucio Dalla miglior sveglia della mia vita, ve la consiglio.
LA MACCHINA DOPO IL RIFORNIMENTO
La macchina dopo il rifornimento per un buon taccagno come me è gioia pura, perché so che per un bel po’ non dovrò spendere altri soldi in benzina.
GLI ANELLETTI AL FORNO DI MIA MAMMA
E come li spieghi gli anelletti al forno di mamma? Non li spieghi. Gli anelletti al forno di mia mamma sono gli anelletti al forno di mia mamma, mi dispiace che voi non li possiate assaggiare.
LE PILE DI LIBRI
Mi piacciono da morire le pile di libri, ma anche i libri singoli ingialliti o sgualciti, consumati un po’. Mi sanno di chili di cultura pronta ad essere esplorata, mi ispirano.
L’INNAMORAMENTO
Sono un grande fan dell’innamoramento più che dell’amore, ma questa penso sia la prassi di un buon ragazzo malinconico che trova la felicità solamente nelle cose passeggere. L’amore è comunque tanta roba eh, solo non regge il confronto.
Da venerdì 26 maggio sarà disponibile “lunganotte”, il nuovo disco del collettivo dellarabbia, che torna a due anni di distanza dalla pubblicazione del suo primo album “L’Era della Rabbia” con il quale ha collezionato oltre un milione di ascolti sulle piattaforme digitali e aver attirato l’attenzione di pubblico e media con il suo cantautorato pungente, disincantato e pieno di spunti di riflessione.
Le notti in bianco a scrivere musica
Non a caso il nostro ultimo album si intitola Lunganotte. Abbiamo un approccio compulsivo con la scrittura e la produzione dei nostri brani, ma niente ci ispira come la notte.
Anche il mood, il modo di comunicare tra di noi e le interazioni personali cambiano in una forma strettamente legata al fare musica. Suoniamo insieme, prima di tutto, pensando che questo ci aiuterà ad affrontare mostri e incubi personali.
Siamo un collettivo notturno, senza alcun dubbio.
Stare in quegli assembramenti vietati per legge
Non sappiamo come facciano altri artisti a continuare a scrivere musica come se il covid non fosse accaduto, a volte ci chiediamo se la loro non sia una reazione di difesa psicologica rispetto alle conseguenze reali di ciò che ci è successo, perché fuori dalla nostra finestra non c’è una “fiesta” e, visti i cambiamenti climatici, a malapena si vede il sole. Abbiamo una fame incredibile di socialità e di tornare a chiamare le cose col proprio nome, ad alta voce, senza ipocrisia. La musica di dellarabbia si è trasformata sempre di più, nel tempo, nel nostro anticorpo principale alle cose brutte che ci succedono intorno. In qualche modo con questo ultimo disco proviamo a gridarlo con rabbia e convinzione, non finiremo sotto queste macerie ma siamo pronti a ballarci sopra, chi ha voglia di farlo con noi?
I film anni ’80 e 90′
Le nostre canzoni spesso fanno riferimento a scene o sensazioni tratte dai film legati alla nostra infanzia e adolescenza, in particolare tutto ciò che è grottesco o surreale. Ci piace molto evocare il cinema ed in effetti anche il nome stesso del collettivo è ispirato da un film basato su una storia di Tiziano Sclavi intitolata “Dellamorte Dellamore”. Amiamo John Carpenter, David Lynch, Steven Spielberg, Stephen King, George Romero, ci aiutano a raccontare la realtà e chi siamo, mantenendo centrale quella sfera legata ai sogni e agli incubi che quella cinematografia esalta. Collezionare VHS originali di quel periodo sarà la prossima wave dopo lo sfavillante ritorno del vinile, siamo pronti a scommetterci su.
I testi di Frank Turner
Abbiamo tante influenze e sono tantissimi gli artisti che ascoltiamo insieme, dai Foo Fighters ai Kings of Leon, dagli A perfect Circle ai Queens of the Stone Age, inclusa una marea di musica italiana, però nessun artista ci ha lasciato un segno comune a tutto il collettivo, come ha fatto e fa Frank Turner. Il suo modo di raccontare la realtà nei testi della sua discografia per noi è un vero punto di riferimento, stilistico e di contenuti. Di base abbiamo una formazione artistica radicata nel punk e la sua attitudine e il suo modo di guardare la strada e il presente ci rappresentano molto. Magari prima o poi riusciremo anche a farci qualcosa insieme, mai dire mai.
Le produzioni di Joe Barresi
Siamo un collettivo di produttori e musicisti perciò non possiamo far finta di non passare metà del nostro tempo insieme ad analizzare i suoni e le tecniche utilizzate dai nostri produttori preferiti. Ne abbiamo tanti, davvero, anche tra gli italiani, ma quello che senza dubbio ci mette tutti d’accordo è uno dei grandi master della storia del rock, Mr Joe Barresi, produttore, di Queens of the Stone Age, Tool, Bad Religion, Kyus, Soundgarden, Melvins, Rancid, Jane’s Addiction e qualche altro centinaio di dischi che abbiamo consumato e riconsumato. In effetti parte del lavoro in studio realizzato per Lunganotte, il nostro nuovo album, passa dalle tecniche sonore e di microfonazione apprese da maestri come lui.
Dall’ 8 giugno sarà online su YouTube “Sta capitando adesso”, il nuovo video di Gilberto e i Complici, trio acustico capitanato dal musicologo Gilberto Ongaro e con il soprano e attrice Laura Presazzi e Patrik Roncolato alla chitarra. Il singolo è contenuto nell’EP “Gerundio”, già disponibile su tutte le piattaforme digitali, un lavoro attraverso il quale Gilberto e i Complici avviano una nuova direzione artistica, tra estetica, spiritualità e filosofia.
Il colore azzurro (Gilberto) Sono ossessionato dall’azzurro da sempre. Non so bene il motivo, ma ci colorerei tutta casa. Intendo una tonalità precisa, proprio il ciano, quello della stampante, per capirci.
Infatti, mi prendo il gelato al puffo, azzurra è la copertina di un mio vecchio album (“Rebus”), così come la copertina di “Pop Tools” dei Bluvertigo; colleziono i quaderni di una certa marca monocromatica per gli esami, e per i miei preferiti (tipo “Storia della Canzone d’Autore) riservo l’azzurro; mi piacciono le giornate senza nuvole, l’omonima canzone di Paolo Conte resa celebre da Celentano, la mia felpa, camicia e pantaloni preferiti.
Dicono che l’azzurro sia il colore della spiritualità e della creatività. In effetti mi ci ritrovo, e la diffondo con i Complici! I’m (light) blue, da ba dee da ba da…
Il gerundio (Gilberto) Il modo verbale gerundio lo amo dalle elementari. Sono appassionato di simultaneità, quel che accade contemporaneamente in più posti. Non son mai stato sportivo, ma da piccolo mi piaceva guardare il baseball, per il semplice fatto di dover seguire da una parte quello che corre sulle basi, e dall’altra quello che rincorre la palla. Per lo stesso motivo, mi piacciono i quadri futuristi, che mostrano la stessa situazione da più punti di vista simultanei. Per questo, ho dedicato a quel modo verbale l’EP, appunto “Gerundio”. Mi piace pensare a ciò che “sta capitando adesso” ovunque.
Le Danze Polovesiane di Borodin (Laura) Senza sapere che fosse una delle musiche classiche preferite di Laura, avevo già in mente di riprendere quella melodia, e scriverci un testo in italiano! A volte le coincidenze fanno impressione! E tenendo come riferimento la versione rap di Warren G & Sissel, col tiro funky, è nata “Ogni età”, con cui ci divertiamo ad aprire e chiudere il concerto.
Breaking Bad Patrik dice che è un capolavoro di serie tv! “Non a caso è una delle più rinomate: è un crescendo di qualità, i personaggi sono profondi e intriganti, per non parlare della colonna sonora. I brani sono sempre on point!” Io devo ammettere che non l’ho ancora vista, tranne l’ultimo episodio. Recupererò!
I groove di chitarra di Lucio Battisti (Patrik) “Le chitarre di Battisti sono una scelta artistica! Suonano bene e sono sempre on point”. In effetti si sente; facendo arrangiare le mie canzoni a Patrik, mi è capitato due volte di dirgli: “Ora sembra di Battisti”! Ottima fonte di ispirazione, che infatti piaceva pure a David Bowie!
Le storie della provincia hanno sempre fascino, in particolare se trovano forma in musica. Ed è sul viale dei ricordi che ci conduce Mike Orange, nome d’arte di Michele Arancio, cantautore proveniente dalla provincia lombarda, che ha di recente pubblicato “Sensibile”, un album di canzoni e storie con in copertina il suo coniglio, Ugo.
La sensibilità di Mike Orange prende la forma di otto canzoni che spesso fanno ricorso alla chitarra elettrica e a modalità rock, ma sempre con un po’ di pop e di cantautorato da tenere a portata di mano. Accompagnato da una band “vera” e capace di scrivere canzoni che sembrano piccoli manuali di sopravvivenza al presente.
Il progetto di Mike Orange nasce nell’autunno 2018 per dare voce a una sensibilità diversa, nella direzione di atmosfere più pop, raccolte, con testi che spaziano da racconti di vita personale a riflessioni più o meno profonde sulla vita, sulle relazioni e sui rapporti tra le persone.
“Questo è un disco – racconta Mike Orange – che parla di cose difficili in parole semplici. O almeno ci prova. Ci ho messo un po’ di tempo per farlo perché ho cercato le persone giuste e volevo che ogni pezzo fosse come piaceva a me prima di passare al livello successivo. Come un videogioco. Il criterio è stato quello che chi collaborava ci doveva credere almeno la metà di quello che ci credo io. Per aggiungere pezzi a questa famiglia che sto creando. Amici cantautori, produttori, grafici, musicisti, giornalisti, fotografi. Siamo sempre di più. E dappertutto. Da Milano a Bergamo, a Lodi, a Latina”.
Mike racconta del suo quotidiano, delle promesse tradite, delle volte in cui si parte come re della festa e ci si trova a testa in giù, di tutte le piccole sconfitte e i fallimenti che affrontiamo tutti. Ma lo fa senza sentimenti di depressione o desolazione. Anzi spesso ci mette un po’ di ironia che rende il tutto molto più facile da digerire.
Il mondo va troppo veloce per qualcuno che ammette di essere sempre in ritardo. Ma Orange mette sul piatto anche la forza di un riscatto e anche parecchie note elettriche. Con un pacchetto di canzoni che sanno anche un po’ di quell’indie che non si capisce bene se ci sia ancora oppure no, il cantautore fa leva sui sentimenti ma senza mai andare troppo sullo zuccheroso.
SANGUE NEL SANGUE è il nuovo singolo di Luca De Gregorio, scritto insieme a Esposito. Una power ballad dal retrogusto malinconico che racconta del rapporto con il padre e della mancanza della perdita di chi ci ha cresciuti. Noi abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui, ecco cosa ci siamo detti!
Ciao Luca e benvenuto! Sangue nel sangue è un brano sofferto e di forte impatto, racconta il rapporto con tuo padre. Quale ricordo vuoi regalarci del vostro legame?
Ciao, grazie mille a Voi per questa chiacchierata.
Non è stato facile raccontarsi. Questa canzone è il primo capitolo, la prima dedica insieme ad un altro brano che poi chiuderà il cerchio. Entrambe le canzoni abbracceranno l’intero progetto al quale sto lavorando. “Sangue Nel Sangue” sarà anche il titolo del mio Ep.
Non è solo il racconto di un rapporto padre-figlio, è anche una “donazione di midollo osseo” in un periodo di malattia. È il sangue di un figlio che torna al padre, per rinascere. È una battaglia, un inferno che continua a bruciare dentro di me giorno dopo giorno. È stato ed è un momento della mia vita mai risolto. Sento sempre gridare qui dentro. C’è sempre questa canzone che bussa alla porta e non posso far altro che aprire e farle fare un giro ovunque io sia. Quando chiudo gli occhi, lo vedo e lo sento suonare seduto al pianoforte di casa. Questo credo sia il ricordo più bello perché in quel momento ho scelto di sposare la Musica. È lui che me l’ha fatta scoprire. È a lui che devo tutto e come dicevo prima, l’intero progetto Ep porta il suo nome con questa canzone.
l brano vede la firma anche di Esposito, come è nata la collaborazione e cosa apprezzi della sua musica?
È stata una combinazione fortunata di conoscenze e amici in comune nel settore musicale. Mi era già capitato di ascoltare i suoi lavori ed ero colpito soprattutto dalla sua scrittura. Quel giorno per me all’inizio non è stato facile perché per la prima volta mi sono messo a nudo e ho provato a condividere la mia storia con un altro Artista. Dopo pochi minuti mi sono reso conto dell’immenso cuore, l’immensa sensibilità di Diego e che qualcosa di bello stava nascendo. Apprezzo di lui soprattutto la Verità, nella parola e nel suo stile musicale. Credo sia una cosa difficile da trovare. Per me è molto importante.
C’è un altro artista con cui ti piacerebbe collaborare o per cui vorresti scrivere, se sì chi? In questo momento no. Continuo a lavorare al mio Ep, agli altri brani cercando sempre di crescere, studiare e maturare affinché la mia Verità e Identità Artistica siano sempre definite al meglio. Sia dal punto di vista musicale-sonoro che testuale. Con Diego mi piacerebbe molto tornare a collaborare.
Hai alle spalle una partecipazione a The voice, quanto ha contribuito alla tua maturazione artistica?
È stato un periodo breve ma ricco di emozioni: un treno che è passato, in cui ho cercato di raccontare me stesso attraverso quelle esibizioni, nonostante non abbia potuto far ascoltare i miei inediti.
Sono passati tanti anni ormai e artisticamente il mio approccio musicale, il sound soprattutto del mio progetto Cantautorale, sono radicalmente cambiati. Sono state scelte stilistiche personali maturate nel tempo e non grazie a quella esperienza televisiva.
Posso dire però che sicuramente il programma ha contribuito a farmi scoprire il contesto di un palcoscenico diverso, quello televisivo, per niente semplice. Mi ha messo per la prima volta alla prova dentro i suoi ritmi serratissimi, dove ho cercato di tenere sempre i nervi saldi.
Cosa dobbiamo aspettarci da te dopo questo bel singolo?
Grazie in primis del Vostro ascolto e di questa opportunità.
È uscito da poco il video ufficiale del singolo su Youtube e sicuramente posso dirvi che dopo aver ultimato il progetto Ep, l’idea futura è certamente la formazione della band per consolidare il sound e portare le mie canzoni in giro.
Distorsioni Fest festeggia il suo decimo anniversario con un’edizione ricca di novità che anche quest’anno si terrà ad Acquaviva delle Fonti, in Puglia, il 25, 26, 27 agosto 2023
Torna uno degli eventi cult della scena indipendente pugliese, il luogo sicuro per gli amanti di chitarre e abbracci, dove le distorsioni e la musica che “suona meglio live” fanno da padrone. L’edizione del Distorsioni Fest di quest’anno si terrà come sempre ad Acquaviva delle Fonti (BA) il 25, 26, 27 agosto 2023 e avrà come cornice il suggestivo Atrio del XVII secolo di Palazzo De Mari. Il Festival è co-prodotto dall’Associazione culturale “MEH! Diamoci una mossa” e “AltreMenti APS” e supportata dal patrocinio del Comune di Acquaviva delle Fonti e dalla Regione Puglia.
Per il decimo anniversario, tantissime e “freschissime” novità, tra spinoff, preview, iniziative collaterali e una line-up degna di una ricorrenza così importante. I primi artisti annunciati sono i Gazebo Penguins e i Generic Animal, molti altri saranno annunciati nelle prossime settimane
Dal 29/05 gli abbonamenti passano in erarly bird semplice e saranno in vendita anche i ticket delle singole giornate.
È disponibile un canale Telegram Ufficiale dell’evento, fatto di una community attiva e tante news in anteprima sul festival.
Gazebo Penguins
I Gazebo Penguins nascono a Correggio nel 2004 e si dividono tra Correggio e Zocca. Di norma in tre, negli ultimi anni i Gazebo Penguins sui palchi arrivano a suonare live fino a cinque componenti.
La band emiliana ha pubblicato 4 dischi: “The name is not the named” (2009), “Legna” (2011), “Raudo” (2013) e “Nebbia” (2017), oltre all’EP ”Invasion” (2005). Alcuni di questi – o alcune loro canzoni – sono finite in varie classifiche della musica rock/emo/sticazzi più importante degli ultimi anni.
Nel 2020 in occasione dei loro 15 anni di carriera hanno organizzato un tour il quale, però, si è arrestato prematuramente a causa della pandemia. Nell’estate 2021 hanno suonato 30 concerti in una versione più soft per via delle norme anti-Covid.
Tra una ballad e l’altra i Gazebo Penguins hanno portato la loro musica in oltre 400 date per tutta l’Italia. L’obiettivo è di non fermarsi più!.
Il 16 dicembre 2022 esce il nuovo album “Quanto” per Garrincha Dischi – con la collaborazione di To Lose La Track, storica etichetta della band – anticipato dai singoli “Nubifragio” e “CPR14” e presentato in anteprima in 4 speciali live a Roma, Bologna, Milano e Rivoli (TO), a cui fa seguito un lungo tour invernale nei principali club della Penisola.
Generic Animal
Luca Galizia, classe ’95, vive a Milano ma è nato dalla provincia di Varese. Suona vari strumenti, disegna, scrive con la chitarra e con GarageBand. Luca arriva dall’hardcore e dall’emo, come dimostra il suo precedente progetto Leute.
Il nome Generic Animal nasce da un disegnino di un animaletto da lui fatto qualche anno fa, un animale senza sesso e senza specie. Il primo singolo “Broncio” esce il 10 novembre 2017 ed a gennaio 2018 esordisce con il suo primo omonimo disco, edito da La Tempesta.
L’album è prodotto da Marco Giudici, i testi sono scritti da Jacopo Lietti, il suono va dall’hip-hop all’emo midwest con un pizzico di sapore medievale. Il disco viene accolto molto bene da pubblico e critica e ne segue un tour che lo porta a suonare in più di ottanta locali in tutta Italia.
Poco dopo, a luglio dello stesso anno, Generic Animal pubblica due singoli con i primi veri testi personali: “Aeroplani” (prodotto da RIVA) e “Gattino”, che preannunciano l’uscita di “Emoranger”, il secondo album, prodotto da Zollo, un disco scritto con un imprinting più trap ed edulcorato, lavorato in cooperazione tra La Tempesta e Bomba Dischi.
Nello stesso periodo Luca comincia a collaborare con vari esponenti della scena hip-hop e trap romana. Lavora alla produzione artistica del primo album di Ketama 126 “Rehab” (sui pezzi “Lucciole” e “Rehab”, oltre al feat. nel successivo brano “Babe”), di “Romanzo Rosa” di Pretty Solero e appare nelle tracce “Un drink o due” e “Non dormo mai” di Mecna.
Nell’ultimo periodo collabora al grande esordio di Massimo Pericolo (nel brano “Sabbie d’oro”). E’ inoltre stato chitarrista e voce addizionale nel più di recente al tour estivo di Rkomi. Successivamente ha ricominciato a collaborare con il suo amico di lunga data e produttore Fight Pausa (72-HOUR POST FIGHT, Leute).
Infatti, è Fight Pausa il produttore del suo ultimo album intitolato “Presto“, uscito sempre per La Tempesta Dischi in licenza Island Records il 21 febbraio 2020, con il sostegno del MiBACT e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea”.
Luca viene invitato a partecipare al celebre format Colors ed il 18 marzo 2021 esce “Lifevest“, canzone inedita con cui annuncia il nuovo album in primavera 2022.Benevolent è il suo quarto album, sempre per La Tempesta, ancora con Fight Pausa, è uscito il 18 marzo 2022.
Nella primavera del 2023 Generic Animal pubblica l’EP Mondo rosso, anticipato dal singolo Rosso.
The Soundcheck e Posta indipendente Media Partner del Distorsioni Fest 2023
La famiglia del Distorsioni di allarga: il gruppo editoriale TSCK Group attraverso la sua testata giornalista The Soundcheck e il suo magazine Posta Indipendente racconterà in loco l’evento grazie ad interviste inedite e contenuti ad hoc.
The Soundcheck e Posta Indipendente arrivano in puglia per dare il giusto spazio agli artisti emergenti e non, in un unica grande festa che celebra la musica italiana attuale.
La storia di questo disco è davvero singolare: tre personaggi dell’underground si rinchiudono in una suggestiva location a Cairo Montenotte, lontana da tutto, e nella mia testa anche lontano dalla frenesia di Milano e da queste giornate che sto vivendo, in un loop sempre uguale. La cosa migliore che possiate assorbire da questo disco degli Elektrostal, è un mix unico di generi che piacerà sia agli amici rockettari che a quelli che erano gli assidui frequentatori del Lume, a chi sogna ancora i club berlinesi di quell’Erasmus di cui, alla fine, si ricorda ben poco. Gli Elektrostal firmano la colonna sonora frenetica e ossessiva di un rave che sta per finire, l’alba e tutto che si rischiara.
Complice il contributo del musicista albanese Kole Laca ai synth, le vibes sovietiche sono innegabili, rare e così riconoscibili. Sembra di stare in un episodio allucinato di Twilight Zone, nella più illuminata puntata di Doctor Who, Il pianeta proibito e tutta la fantascienza che abbiamo dimenticato. William Nicastro (basso) e Marco Quarantotto (batteria), riconoscibili e ossessivi, pazzi e meravigliosamente diversi tra di loro, creano un quadro unico che può chiamarsi solo Elektrostal, uguali a nessuno, senza scena, senza background, senza nessun riferimento se non quei tre giorni di follia estrema in una session infinita che ha portato a questo disco.
É abbastanza difficile dimenticare questo disco dopo averlo ascoltato, non ritrovarsi a vedersi cambiare un viaggio in auto, a non scendere dalla vettura per finire di ascoltarlo, perchè è un’ossessione contagiosa che, personalmente, ha finito per accompagnare tutte le mie ultime giornate, piegando la routine casa / lavoro, e sentendomi estraneo a qualsiasi cosa. Se volete andare nello spazio interstellare a bordo di una navicella spaziale russa (probabilmente nominata Sputnik, come qualsiasi cosa laggiù), probabilmente questo è il modo migliore per farlo.
Quello che ha pubblicato Andrea Poggio questo venerdì non è solo un disco ma un piccolo mondo a sè, e per noi che ormai siamo schiavi di algoritmi e inserimenti in playlist forse non è un disco comodo: non è collocabile, perchè troppo intellettuale per Indie Italia, troppo sofisticato e tranquillo per Rock Italia, troppo maturo per Fresh Finds e tanto altro. E questo solo se consideriamo le playlist più celebri su Spotify, ma potremmo andare avanti all’infinito a. sondare ogni posizionamento editoriale possibile sugli store digitali, e non ci sarebbe una casa adatta a quello che è “Il futuro” di Andrea Poggio.
E siamo qui, come in quella situazione che è “Parole a mezz’aria“; probabilmente il pezzo più rappresentativo del disco: la pioggia estiva in città, la settimana del Miami (si dice proprio che siamo al 24 maggio, nel testo del pezzo), e noi innamorati persi ad aspettare quella ragazza che comunque non. è più nostra, mentre i nostri amici sono in coda al Magnolia. Non è proprio così ovviamente, ma è così che ci piace pensarlo. Andrea Poggio, complice la sirena Adele Altro che non tarda ad ipnotizzarci, ci porta nel suo mondo dove solitari personaggi urbani viaggiano su tastiere e ritmi in battere. Paolo Conte, Franco Battiato, ma anche i Devo, gli Sparks e quella placida follia di chi è una rockstar senza mai spettinarsi, di chi non si espone mai troppo, rimanendo abbottonato nella canzone d’autore. “Il futuro” è una bellissima scatola che contiene un immaginario à la Twilight Zone, case americane colorate tutte uguali, un’apocalisse imminente, un po’ cinismo e tanta bellezza che forse non capiremo mai. Perchè in realtà il problema di fare una recensione di questo disco, è che ci sentiamo costretti a trovare riferimenti, a pressare e incastrare una visione (quella del futuro) nei canoni, quelli delle playlist che dicevamo, che in realtà qui appaiono già più che superati.
E tra le stradine di Milano, voliamo fino in Sudamerica, nelle metropoli dove invasa il mercato, dove c’è un silenzio come per incanto. Questo disco è per i viaggiatori, per chi non conosce i nomi di chi suona al Miami, di chi non riesce a stare al passo con le nuove uscite, per chi è introverso e non riesce facilmente a dire ti amo. E noi non diremo che Andrea Poggio lo amiamo, ma diremo sicuramente che lo seguiamo nel futuro dipinto con gli acquerelli, che non lo capiamo troppo, ma solo perchè siamo ancora nel passato (tendenzialmente in coda al Miami).