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“Triste o felice” è il canto brasileiro di Giorgio Nieloud

“Triste o felice” è il nuovo singolo di Giorgio Nieloud, uscito venerdì 13 giugno 2025. Un brano vellutato e autentico, che accarezza l’ascoltatore e ne sfiora con grazia le corde più nascoste; trovando l’ispirazione nella musica carioca, la canzone segue l’altalenare delle emozioni, oscillando tra intensità e quiete, come un ricordo che affiora e poi si ritira.

Foto: Ilaria Sabarino / Elena Mancini

Queste le parole con le quali l’artista presenta la traccia:
«Una canzone d’amore creata sullo sfondo della bossa nova italiana della Vanoni e di Toquinho, i legni della chitarra classica e del contrabbasso, le spazzole e la voce, nulla di più. Un testo semplice di affetto genuino, di un amore che non possiede ne è possessivo ma che accompagna finché può, finché c’è qualcosa da darsi.»

Puoi ascoltare il brano qui:

BIO
Giorgio Nieloud è un cantautore torinese. Scrive, compone, canta e suona dal vivo più o meno da sempre, con un orecchio sempre in ascolto, dai Beatles a Daniele Silvestri. Il suo primo album da solista viaggia su generi diversi, ma che siano bossanova, drum’n’bass o ballad, le sue canzoni raccontano storie semplici ma reali, che arrivano da istanti vissuti o pezzi di vita osservati. La priorità rimane quella di suonare, di creare melodie sempre nuove, di stupire armonicamente o di commuovere con la semplicità.

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Fonte: Costello’s Agency

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Comunicato stampa Indie Pop

“Blessé” è il nuovo viaggio interiore di UnFauno

“Blessé” è il nuovo singolo di UnFauno, uscito venerdì 6 giugno 2025. Un brano pop che nasce come un sussurro elettrico nell’oscurità, dove i bagliori sintetici della produzione si infrangono contro la foschia di un’emozione incapace di incarnarsi in legame. È un viaggio interiore, un flusso di coscienza che si perde tra pensieri sparsi come foglie al vento, cercando una direzione tra i frammenti di ricordi sbiaditi e immagini che svaniscono appena afferrate. Il testo si fa specchio dell’anima, e la musica – limpida e inquieta – avvolge, seduce, scuote. Una canzone che intrattiene senza mai smettere di sussurrare qualcosa di più profondo, come un’eco che resta anche dopo il silenzio.

Foto: Eliana Giaccheri

Queste le parole con le quali l’artista presenta la traccia:
«Una canzone d’amore mascherata. Che tanto sotto la maschera si riconosce benissimo. Con un estetica street, ma che è la strada in cui vivevi da piccolo. Perché anche i rapper hanno bisogno di sbagliare e anche i gangster a volte sono costretti ad amare.»

Puoi ascoltare il brano qui:

BIO
UnFauno è un artista electro-pop fuori dagli schemi che racconta storie psicoattive sull’amore, la vita e altre sciocchezze con un sound che spazia tra new wave e lo-fi, tra meme e realtà e una originale scrittura cantautoriale (anzi, come si dice oggi? Ah sì: “indie”).

UnFauno si è fatto conoscere nel panorama indipendente italiano dal 2021 quando il suo primo EP “INSECURITY” (Phonarchia Dischi) lo ha portato a calcare i principali palchi italiani e a collaborare con artisti e produttori d’avanguardia della scena italiana e internazionale come Marta Venturini (prod Calcutta, Emma), Axel Legit (prod Psicologi, Ariete), Matteo Gabbianelli (Kutso), Lucio Castagna (batterista di Carl Brave, I Mostri), Jack Sapienza (RKH Studio) e il visual artist sloveno Oliver Takac (Sony, Vanity Fair). Ha condiviso il palco con artisti come Appino, Bobby Joe Long’s Friendship’s Party e i Kutso. Inoltre è molto attivo sul web, dove settimanalmente, tra meme e video virali, affronta con ironia argomenti musicali, sociali e di attualità.

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Fonte: Costello’s Agency

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Tra sogno e realtà: “Ma ti pare” è il nuovo EP di FAZIO

“Ma ti pare” è il nuovo EP di FAZIO, uscito martedì 20 maggio 2025. Una carezza di ricordi e verità svelate, sospinta dai ritmi leggeri di un pop che danza tra sogno e realtà. Le quattro tracce si aprono come pagine di un diario colorato, intrise di poesia e malinconia gentile, accarezzando l’anima di chi ascolta e lasciando dietro sé una scia di luce e nostalgia.

Foto: Alessandra Tagliavia

Queste le parole con le quali l’artista presenta l’EP:
«Questo EP arriva dopo la pubblicazione di 5 singoli, e segna un po’ una svolta nel mio percorso artistico. Ho abbandonato la volontà di stupire a tutti i costi e mi sono aperto all’idea di mostrare anche i miei lati meno “sensazionalistici”, sia musicalmente che personalmente parlando. Non a caso, sono tutti brani scritti in prima persona, tranne “Giovanni”, i cui personaggi sono comunque rappresentazioni di diverse parti di me.
Il titolo è “Ma ti pare”, che è la mia frase distintiva, che ripeto come un intercalare ogni qualvolta io mi ritrovi a discutere con qualcuno con cui mi trovo in disaccordo. È un po’ un invito a riconsiderare le proprie certezze perché, se c’è una cosa di cui sono sicuro, è che l’unica certezza siano i dubbi / sono i dubbi di cui dispongo / sono i dubbi che mi attanagliano / ogni cosa può essere messa in dubbio. Appunto.
Nel titolo c’è anche la radice del verbo “parere”, cioè apparire, che è un po’ il filo conduttore dell’EP, perché credo che nulla sia come è, mentre tutto è come appare. Con queste canzoni, che farei rientrare nel macro genere del pop, ho voluto mantenere una vena psichedelica e sognante, perché credo nel valore della indefinitezza e dei limiti come stimolo che costringono ad usare l’immaginazione per evadere dalla realtà.
Oltre ai due singoli già pubblicati, all’interno dell’EP si trova il mio primo feat. Ho contattato Lumen diverso tempo fa per farle scrivere una strofa ed è nata “Come sei”, che parla di un amore terminato, a cui si ripensa con la leggerezza di chi sa che la sofferenza è ormai finita, lasciando spazio a quei residui di dolcezza che erano rimasti annidati da qualche parte in fondo al cuore. Il brano verte tutto sull’ambiguità dell’inciso “chiudo gli occhi e rido perché so che ormai non ti penso”. Insomma, non pensare ad una cosa è impossibile già nel momento in cui si nega di starci pensando. Gli amori passano sì, ma non si dimenticano mai.
Il brano che chiude l’EP è “Fatti miei”, il mio appello al genere umano a dedicarsi alle proprie vicende senza immischiarsi in quelle altrui. Questa canzone era nata come canzone politica, pensando a tutte le figure di potere che credono di poter controllare il mondo intero imponendo  il proprio credo sugli altri, solo perché terrorizzati dalla diversità di ciò che non conoscono e/o non capiscono, e volendo pertanto limitarne l’esistenza. Mentre scrivevo mi colpiva sempre più la facilità con cui il parallelismo potesse essere fatto con la propria sfera individuale, nella quale molto spesso ci si lascia intimorire dall’ignoto senza lasciarsi andare e si finisce per precludersi la gioia che deriva dalle piccole cose e dalla diversità che ci circonda.
Ecco, questo è quello che direi del mio primo EP, una presentazione casereccia, così come è l’intero lavoro. Nato, cresciuto e maturato in casa mia, dalla quale ora finalmente potrà uscire!»

Puoi ascoltare il disco qui:

BIO
FAZIO è un cantautore senza un posto fisso nel mondo, in qualunque senso lo si voglia intendere. Abita al nord, è cresciuto al centro, ma viene dal sud. La sua dimensione ideale è sicuramente il sovrappensiero, universo fatto di suoni sognanti, riverberi leggeri e melodie dolci e delicate. Insomma, ogni scusa è buona per evadere dalla realtà, mettendo tutto in dubbio e, soprattutto, senza prendere niente e nessuno troppo sul serio.

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Fonte: Costello’s Agency

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“Campi di provincia” è l’inno di Giorgio Nieloud al calcio popolare

“Campi di provincia” è il nuovo singolo di Giorgio Nieloud, uscito venerdì 16 maggio 2025. La tematica folcloristica dello sport di periferia e un refrain orecchiabilissimo celano un’ironia accostabile ai cantautori più penetranti degli anni 70 italiani.

Foto: Brenno Franceschi

Queste le parole con le quali l’artista presenta la traccia:
«Un arrangiamento rumorosamente coordinato per raccontare le realtà dei campi di provincia. Gli stornelli semplici di Rino Gaetano prestati a quanto più di popolare esista nelle periferie italiane, lo sport come mezzo di evasione e aggregazione, la scelta della provincia e della periferia come una vittoria in partenza.»

Puoi ascoltare il brano qui:

BIO
Giorgio Nieloud è un cantautore torinese. Scrive, compone, canta e suona dal vivo più o meno da sempre, con un orecchio sempre in ascolto, dai Beatles a Daniele Silvestri. Il suo primo album da solista viaggia su generi diversi, ma che siano bossanova, drum’n’bass o ballad, le sue canzoni raccontano storie semplici ma reali, che arrivano da istanti vissuti o pezzi di vita osservati. La priorità rimane quella di suonare, di creare melodie sempre nuove, di stupire armonicamente o di commuovere con la semplicità.

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Zvrzi torna alla grande col singolo “cifacciamolestorie”

“cifacciamolestorie” è il nuovo singolo di Zvrzi, uscito venerdì 9 maggio 2025 via Giglio Rotto Dischi. Il respiro libero di una vita che danza al passo della natura, lontano dal frastuono del tempo che scorre, silenzioso ma inarrestabile. Il nuovo brano di Zvrzi è come un raggio di sole tra le tende: lieve, scanzonato, eppure capace di sfiorare corde nascoste, facendo nascere un sorriso intriso di nostalgia.

Foto: Elisa Platia

Queste le parole con le quali l’artista presenta la traccia:
«Ho scritto questa canzone nel lontano 2006 con il titolo originale di “Portami con te”. Brano poi inciso solamente su copie cd in tiratura limitata auto-stampate nel 2009 e all’epoca caricato sullo storico MySpace con all’attivo molti streams. Quel brano nei concertini locali lo cantavano tutti e ancora oggi dopo molti anni la piccolissima cerchia di “fans” lo richiede.
Cosi nel 2024 decido di produrre il brano al quale aggiungo una parte freestyle in studio nel pezzo finale improvvisando testo e melodia sul momento della registrazione vocale, parte che poi ha dato il nuovo titolo al brano “CIFACCIAMOLESTORIE”.
Il titolo e il testo rivisitato enfatizzano il passaggio dagli anni 90/00 in cui “farsi le storie” assumeva significati diversi (droghe, sesso, paranoie) ad oggi, epoca pienamente digitale in cui ci si riferisce a “guardarsi vivere” ed evidenzia la tossicità dei social, dell’autoreferenzialità degli stessi e del culto dell’esposizione di sé.»

Puoi ascoltare il brano qui:

BIO
Zvrzi è un autore che canta, ma non solo. Un esuberante frullato colorato di idee alternative prestate al pop.
Un poeta vintage stretto in un epoca digitale, un momento romantico lento in un epoca cinica e veloce, che a suon di frasi evocative, disegni di quotidianità, suoni acustici, sintetici e arrangiamenti raffinati vi prenderà per mano e vi accompagnerà in un atmosfera capace di farvi viaggiare dal Tacheles di Berlino al festival di Glastonbury, dalla NY glam degli anni 70 delle bambole alla Torino sotterranea e grigia dei primi anni 10, una città capace di mostrare la scia alternativa e underground a tutti.

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Fonte: Costello’s Agency

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“Canzonetta” di FAZIO è la hit inaspettata del giorno

“Canzonetta” è il nuovo singolo di FAZIO, uscito martedì 1 aprile 2025. Come si scrive un pezzo pop impeccabile? Lungi da noi elencare delle ipotetiche top ten rules for success in stile Lou Pearlman, ma siamo pronti a scommettere che se esistono delle caratteristiche universali il brano in questione ne contiene in quantità elevata. Non è un caso che sia nato di getto, figlio di un bisogno viscerale di esprimersi; spesso le grandi canzoni fioriscono istintivamente dalla più pura spontaneità. È contro gli intellettualismi, ma tratta temi attuali, potremmo dire quasi impegnati; si forgia quindi sui contrasti e si sa che dove c’è conflitto c’è arte. La melodia è meravigliosamente catchy, rimane in testa al primo ascolto. Ma soprattutto è un brano pregno di ironia, peculiarità degli autori che amano cambiare prospettiva e affrontare le situazioni in modo innovativo. Sono solo canzonette, diceva qualcuno, ma mica tanto in fondo.

Foto: Alessandra Tagliavia

Queste le parole con le quali l’artista presenta la traccia:
«“Canzonetta” è una canzonetta, appunto, che vuole dimostrare come la musica pop e scanzonata possa anche avere qualcosa di impegnato da dire, senza la pretesa di dover essere necessariamente degli intellettuali.
È nata mentre ero nervosissimo perché non riuscivo a trovare una copisteria che facesse le fotocopie nel centro di Torino e stavo camminando a vuoto da circa tre quarti d’ora. A un certo punto mi sono fermato e ho realizzato che, preso dal mio nervoso, era la quarta volta che passavo davanti a un manipolo di una decina di esponenti di Fratelli d’Italia, tutti con i loro pullover grigio topo o blu notte, da cui spuntavano dei timidi colletti di camicie dai toni spenti. A coronare tutto ciò, quattro camionette della polizia a godersi il sole di novembre. C’erano quindi più agenti dei manifestanti, intenti a parlare delle proprie cose, nell’eventualità che dovessero intervenire a sventare chissà quale minaccia.
Davanti a quella visione, l’insofferenza accumulatasi nell’arco della giornata è esplosa di getto, e dal nulla mi è venuto il ritornello in testa. Dopo un paio d’ore ero a casa a concludere la stesura del pezzo, che è sicuramente il brano che ho scritto in meno tempo in tutta la mia vita.
È una canzone a cui ho imparato a voler bene, perché appena scritta la odiavo letteralmente. Mi imbarazzava e volevo venderla a qualcuno. Ne riconoscevo il potenziale ma mi infastidiva riconoscerci me. Poi il mio Yoda personale mi ha detto una frase illuminante: “finché non accetterai il fatto che tu sei anche questo, non potrai mai essere felice”.
E quindi eccola qui: Canzonetta. Il mio tentativo di cantare la mia preoccupazione per il futuro e per il mondo in cui viviamo, dove ognuno guarda a se stesso senza aver un’idea di collettività, dove l’odio dilaga senza freni e il bene sembra non avere altrettanta energia per contrastarlo in maniera efficace, dove i problemi anziché essere risolti vengono coperti con distrazioni effimere, e dove anziché alla cura di sé si pensa solo a trovare una cura.
Dovessi riassumerla in una frase sarebbe sicuramente la celebre citazione di Boris: “questa è l’Italia del futuro: un paese di musichette mentre fuori c’è la morte”.»

Puoi ascoltare il brano qui:

BIO
FAZIO è un cantautore senza un posto fisso nel mondo, in qualunque senso lo si voglia intendere. Abita al nord, è cresciuto al centro, ma viene dal sud. La sua dimensione ideale è sicuramente il sovrappensiero, universo fatto di suoni sognanti, riverberi leggeri e melodie dolci e delicate. Insomma, ogni scusa è buona per evadere dalla realtà, mettendo tutto in dubbio e, soprattutto, senza prendere niente e nessuno troppo sul serio.

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Con “Giovanni” FAZIO celebra i losers

“Giovanni” è il nuovo singolo di FAZIO, uscito martedì 18 febbraio 2025. Nonostante il titolo, i personaggi che costellano la canzone sono svariati, tutti accomunati da un vivere incantato e tentennante. È il cantico degli eterni perdenti, una lode empatica quanto profondamente sincera.

Foto: Roberto Durso
Art direction: Alberto Ceccarelli

Queste le parole con le quali l’artista presenta la traccia:
«”Giovanni” è una canzone “corale”, in cui diversi protagonisti – tutti riconducibili all’autore – danno voce ai propri istinti e alle proprie velleità senza vergognarsene e accettandosi per quello che sono: dei simpatici miserabili. La canzone è divisa in due parti: nella prima abbiamo soltanto figure maschili, tutte macchiettistiche. Un po’ indolenti, un po’ svogliate, a tratti forse ambiziose, un po’ insicure, un po’ sognanti, leggermente grottesche e ingenue, sicuramente infantili e capricciose. Nell’eterna lotta tra il sentirsi accettati e l’accettare di essere sbagliati, comunque vada ne usciranno sconfitti. La seconda parte cambia completamente atmosfera e respiro e ha una sola protagonista, questa volta donna, di nome Serena. Serena è sicuramente la figura più poetica della canzone. Ragazza tragica, romantica, malinconica, così giovane eppure già così appesantita dalla vita e dalle decisioni che sono state prese per lei da chi dice di amarla dimostrandole tutt’altro. Con la vita che pian piano le scappa via di mano, se non può inseguire i suoi sogni per il timore di ripercussioni, può pur sempre continuare a sognarli in segreto.»

Puoi ascoltare il brano qui:

BIO
FAZIO è un cantautore senza un posto fisso nel mondo, in qualunque senso lo si voglia intendere. Abita al nord, è cresciuto al centro, ma viene dal sud. La sua dimensione ideale è sicuramente il sovrappensiero, universo fatto di suoni sognanti, riverberi leggeri e melodie dolci e delicate. Insomma, ogni scusa è buona per evadere dalla realtà, mettendo tutto in dubbio e, soprattutto, senza prendere niente e nessuno troppo sul serio.

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“COMFORT” è l’LP d’esordio dei LEGRU

“COMFORT” è il nuovo album dei LEGRU, uscito venerdì 31 gennaio 2025. Dopo una manciata di singoli, la band comasca sforna il disco di debutto: un lavoro composito e convincente, in grado di narrare le incertezze che caratterizzano diverse generazioni.

Foto: Manitu Studio

Queste le parole con le quali il trio presenta il disco:
«COMFORT non è solo un titolo, è uno stato d’animo.
Il disco esplora le profondità dell’immobilismo emotivo, dove le insicurezze si trasformano in un rifugio e dove il disagio generazionale diventa un linguaggio universale. Ogni traccia è un frammento di questa zona di comfort: una culla che consola e un recinto che intrappola.
I testi parlano di esperienze quotidiane, di amore e raccontano con ironia l’intima lotta tra il bisogno di protezione e la paura di cambiare. Le relazioni, il mondo esterno, la propria immagine riflessa: tutto è messo in discussione, ma niente trova una risposta definitiva.
Musicalmente, COMFORT è un viaggio che fonde l’indie pop con la tensione del punk e la fluidità dell’urban. Gli effetti vocali diventano uno specchio deformante, amplificando l’eco di quelle emozioni che spesso restano intrappolate.
È un disco che parla di sospensione e immobilità, ma lo fa muovendosi continuamente tra suoni e parole. Un invito a confrontarsi con le proprie contraddizioni, perché forse, in fondo, la vera comfort zone è imparare a conviverci. Ma quanto possiamo restare fermi prima di doverci muovere?»

Puoi ascoltare l’album qui:

BIO
LEGRU è un progetto nato nel 2022 a Como e formato da Nick, Teo e Alba.
Il loro sound è un mix di sonorità elettroniche, tappeti ritmici ed effetti voce: anima pop, cuore punk, atmosfere urban.
Dopo una prima fase di scrittura ed attività live nei dintorni di provincia, nel 2023 la band inizia la produzione e registrazione a Livorno del primo LP insieme al producer Andrea Pachetti (Zen Circus, Emma Nolde, Brunori Sas, Dente).
Nel 2024 la band entra a far parte del roster di Costello Agency.
Nel 2025, dopo aver pubblicato quattro singoli, la band presenta il suo primo LP “COMFORT”, un album eclettico di 8 tracce in cui l’indie pop si fonde con la tensione del punk e la fluidità dell’elettronica.

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Fonte: Costello’s Agency

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“TARDA GIOVINEZZA” è il nuovo anthem dei LEGRU

“TARDA GIOVINEZZA” è il nuovo singolo dei LEGRU, uscito martedì 10 dicembre 2024. Versi taglienti a pieno ritmo per un anthem crepuscolare che parla a chiunque si senta fuori posto.

Foto: Manitu Studio

Queste le parole con le quali il trio presenta la canzone:
«”Tarda Giovinezza” esprime la frustrazione di una generazione disillusa, immaginando un ribaltamento ironico dei valori in cui il disagio si trasforma in un atto di decrescita. È un inno alla decadenza e alla ricerca di un senso, lontano dai canoni imposti dalla società.»

Puoi ascoltare il brano qui:

BIO
LEGRU è un progetto nato nel 2022 a Como e formato da Nick, Teo e Alba.
Il loro sound è un mix di sonorità elettroniche, tappeti ritmici ed effetti voce: anima pop, cuore punk, atmosfere urban.
Dopo una prima fase di scrittura ed attività live nei dintorni di provincia, nel 2023 la band inizia la produzione e registrazione a Livorno del primo LP insieme al producer Andrea Pachetti (Zen Circus, Emma Nolde, Brunori Sas, Dente).
Nel 2024 la band entra a far parte del roster di Costello Agency.
Nel 2025, dopo aver pubblicato quattro singoli, la band presenta il suo primo LP “COMFORT”, un album eclettico di 8 tracce in cui l’indie pop si fonde con la tensione del punk e la fluidità dell’elettronica.

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Indie Intervista Pop

La rinascita alla fine della nebbia. L’intervista a Satellite

Con l’EP d’esordio “Mare di Nebbia” Satellite ha espresso un modo raro e profondo di esplorare le proprie emozioni. L’abbiamo intervistato su questa e altre tematiche legate al suo songwriting.

Artwork e foto: Marco Pellegatta

  • Il tuo primo EP, “Mare di nebbia”, è riempito di un pop etereo che trasfigura il percorso di qualcuno che cerca la propria strada nel mondo. A che punto ti senti nel tuo percorso? Quanto conta il passo compiuto con questo progetto?
    Mi sento appena all’inizio del mio percorso. Questo primo passo conta moltissimo per me poiché mi ci è voluto molto coraggio per uscire allo scoperto, presentare alle persone la mia visione e la mia intimità. E sappiamo come esporsi, anche al giudizio, possa essere complicato.
  • I tuoi brani fondono una scrittura pop a suggestioni variegate, dall’elettronica all’alternative, sfociando anche in momenti ambient e tesi verso il classico. Come si uniforma questa schiera di sperimentazioni nei tuoi brani?
    Nella composizione seguo sempre ciecamente quello che ho in testa e ciò che voglio esprimere. Se si è coerenti e sinceri nella scrittura le proprie influenze e i propri gusti si uniformano da soli proprio perché messi all’interno di una linea chiara e definita. Cerco di essere sempre sincero, nel bene e nel male.
  • A livello testuale, le tue canzoni vanno spesso a cercare un lato emotivo e personale all’interno del quale ti riveli nella tua intimità. Quali sensazioni vorresti lasciare a chi ti ascolta, e quale messaggio ti piacerebbe che venisse recepito?
    Vorrei che chiunque ascolti si possa immedesimare nel mio racconto o in qualche immagine. Che possa riconoscersi. Capire che c’è qualcun’altro che sente ciò che lui sente. Credo che questo sia fondamentale. Non ci fa sentire piú soli, ci fonde con la musica.

  • Delle tue canzoni dici che nascono dalla tua realtà personale, ma anche che per scriverle è necessario porre davanti ai tuoi occhi un filtro fatto di emozioni e colori; da dove nasce la necessità di prendere in qualche modo le distanze da ciò che ti circonda?
    Non è una decisione che prendo in partenza. Questo “filtro” mi consente di vedere le cose da un lato differente. Spesso riusciamo a capire molte cose di noi stessi e della nostra vita cambiando il punto di vista o guardandole da un’altra prospettiva e anche io faccio questo grazie a questo “filtro”. Quindi direi che non prendo le distanze da ciò che mi circonda ma cambio il punto di osservazione. Forse entrando ancora piú a fondo dentro i miei ricordi e le sensazioni.
  • Un’altra cosa che rimane impressa durante l’ascolto dell’EP è l’alternarsi di immagini sfuggenti e piccoli dettagli che si susseguono nel corso delle canzoni e che contribuiscono in qualche modo a raccontare una storia che si evolve. Che cosa c’è in fondo, oltre il mare di nebbia?
    I brani dell’EP raccontano senza dubbio una storia, non tanto perché accomunati da una trama comune ma in quanto ogni brano rispecchia ognuno un periodo della mia vita nel corso di tre anni. Infatti ho ordinato i brani in ordine cronologico di scrittura. Direi che alla fine della nebbia vi è una distruzione e una rinascita. Una visione piú limpida verso una strada nuova. È come se avessi finalmente rotto una barriera che avevo costruito intorno a me. Adesso dovrò andare sempre avanti senza piú guardarmi indietro.

BIO
Giacomo Maria Colombo, in arte Satellite, è un cantautore nato a Milano nel 1998. Con il suo progetto solista intende parlare al lato intimo dell’animo umano, toccando le corde dell’emozione quando ci sentiamo vulnerabili. I suoi brani parlano a coloro che si sentono soli, abbandonati e che desiderano scappare. Satellite vuole offrire un rifugio emotivo attraverso la sincerità della sua musica.

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Fonte: Costello’s Agency