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Elettronica Indie Intervista Pop

“584” di Cranìa: un viaggio celestiale nell’elettronica pop

Il 19 gennaio 2024 è uscito il primo album di Cranía, “584”, via Costello’s Records con distribuzione The Orchard.
Il titolo del disco si riferisce al numero di giorni che compie Venere per riportarsi in congiunzione con il sole. Le nove tracce, a loro volta, rappresentano l’orbita del disco: si susseguono creando un’esperienza d’ascolto che riverbera con la stessa intensità delle onde del mare che rispondono ai moti celesti della Luna.
L’approccio di Cranía alla scrittura è riflessivo e metodico, quasi matematico: il lavoro svolto dietro il disco, sia in fase di produzione che di composizione, si distingue per raffinatezza e qualità, senza mai sacrificare l’emozione e l’essenza coinvolgente di un ascolto spontaneo. Questa sinergia tra precisione e passione dà vita a un lavoro di alto livello, di sapore internazionale.
Ascoltare “584” di Cranía è una passeggiata sul suono lunare, dove le melodie elettroniche e i testi evocativi trasportano l’ascoltatore in un viaggio fuori dal tempo e dallo spazio, attraverso paesaggi sonori che rispecchiano la maestosità e la quiete degli spazi siderali.

Ad: Facciocosepunto
Ph: Stella Giulia Casarin

Per l’occasione abbiamo fatto due chiacchiere con la cantautrice lombarda per approfondire la sua arte.

1) Quali differenze ci sono state nella lavorazione (dall’ideazione dei brani alla produzione dei brani in studio) del primo EP e di questo primo disco?
Quello sul primo disco è stato un lavoro più di cesellamento a partire dalla creazione stessa dei brani, che ho rivisto a più riprese. Sono partita da canzoni che già avevo nel cassetto, ma che per svariati motivi non riuscivo a completare, forse non erano ancora mature, fino a lasciarmi andare alle nuove. Per quanto riguarda le produzioni, è andata nello stesso modo: c’è stato un lavoro fitto di pre-prod con Mirko Bruno, culminato in un mese di studio da Federico Carillo alla ricerca dei vestiti giusti per “584”.

2) Quali sono le tue principali influenze (o cosa ti piace ascoltare ultimamente) e con qual* artist* ti piacerebbe fare un featuring?
RY X e Luigi Tenco sono le mie principali influenze, ma ultimamente sono in fissa con il fado. In merito al featuring, mi piacerebbe farlo con… ve lo dico nella prossima intervista 🙂

3) C’è un festival o un palco in particolare in cui ti piacerebbe esibirti?
Ogni palco è importante, soprattutto per chi come me vuole proporre la propria musica. Se devo fare un nome dico il “MI AMI” perché è un festival che seguo con interesse e che ha a cuore anche i progetti emergenti.

4) Arrivi da una valle del bresciano e in un brano del precedente EP citi il tuo paese natale, ma quanto è importante oggi quel tipo di dimensione per la genesi della tua musica?
È vitale. Senza le mie radici, non sarei la musica che scrivo appunto. Inoltre, sento la necessità di ritornare alle mie origini ogniqualvolta ho il bisogno di visualizzare le montagne, il mio orizzonte.

BIO
Cranìa
 è una cantautrice che ha le montagne negli occhi. La sua voce è rotta e si fa strada scavando tra crepe di parole fragili. Ma è in superficie che trova la luce su ritmiche morbide, intrecci elettronici e melodie ariose. Una luce pronta a lasciare il segno.

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Fonte: Costello’s Records

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Pop

Cosa c’è nella camera di Kimera

É uscito mercoledì 13 marzo 2024 su tutte le piattaforme digitali il nuovo singolo del progetto Kimera, un nuovo brano dal titolo “Artico” che, dopo la pubblicazione di “Saturno“, vuole raccontare ed esplorare il luogo dove abitano emozioni e sentimenti che si sono congelati perché non possono essere rivelati ad un’altra persona . Un po’ come una condanna l’artico traccia una linea dritta, un muro che divide due vite che non potranno mai esistere “insieme”.

Noi ci siamo fatti invitare a casa sua, ed ecco che cosa ci ha mostrato.

  • Maschera Di Kimera
    Il simbolo della mia rinascita creativa, il mio alias . Inizialmente non volevo associare il mio volto a Kimera infatti nel videoclip di Viola Ametista faccio un cameo come autista di una Jeep. Con Saturno invece ho voluto creare questo personaggio , una specie di astronauta alieno proveniente da un altro mondo. Adesso invece ho finalmente deciso di metterci la faccia!
  • Ametista
    Si dice sia la pietra dell’intuito e per me rappresenta la creatività. A volte quando ho bisogno di ispirazione la prendo in mano chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dalla sua energia . Visualizzo immagini, a volte parole e a volte anche dei suoni.
  • Tastiera
    Lo strumento con cui avviene la magia , spesso le mie canzoni nascono così:
    Carico un plugin, inizio a suonare e mi lascio trasportare dai suoni, dalle melodie, dalle atmosfere… a volte restano solo melodie inconcluse altre volte invece riesco ad incastonarci dentro delle parole.
  • Polaroid
    Mi piace scattare su pellicola, é come congelare dei ricordi, delle emozioni.
    E con la polaroid é sempre tutto molto sincero, c’è verità perché una volta scattato non si può tornare indietro quel che c’è c’è. Trovo che sia lo strumento perfetto per una persona dalla natura molto istintiva come la mia.
  • Anello
    Ormai non lo indosso più perché con il tempo si è rovinato , ma questo anello rappresenta molto per me. Racchiude in se il potere della spensieratezza , mi fu regalato poco prima di partire per un viaggio con il mio migliore amico , me lo regalò proprio lui.
    Facemmo un viaggio on the road in Austria con una vecchia Fiat Punto.
    Quello per me é stato IL VIAGGIO . Vagare senza una meta . Decidevamo alla giornata dove andare, cosa fare, dove dormire… É proprio quando decidi di non aspettarti niente che “arriva“ tutto.
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Indie

Cosa c’è nella sala prove dei Monolith Grows!

É uscito venerdì 15 marzo 2024 su tutte le piattaforme digitali “Souls“, il nuovo singolo del progetto Monolith Grows!. Il primo capitolo svelato da “Fear Makes You Pale”. É il brano che ha gettato le basi della collaborazione con Carmelo Pipitone, che ne è il produttore artistico, ma anche quello in cui esce l’impronta “pop” della formazione. “Souls” è un percorso emotivo, sfaccettato da vari stati d’animo. É un viaggio di ricerca e redenzione, ed infine una richiesta d’aiuto, con chitarre acustiche ad addolcire la solida struttura delle elettriche, che caratterizzano il brano. La vera protagonista è la voce, un testo intimo e d’impatto per semplicità, ricorrenza e melodia.

Il nuovo album “Fear Makes You Pale” è in uscita per All Right Riserva Recordz.

Il nostro luogo di ritrovo è la Batcaverna! Nome che si rifà chiaramente al migliore dei fumetti DC. La Batcaverna è la nostra sala prove, ma non solo…

Louder Space.
All’esterno della sala prove abbiamo una grande sala nella quale organizziamo secret concert, feste particolari e interviste con l’associazione che abbiamo fondato, dal nome Louder Rock Fest! Il nome Louder è preso dal titolo del nostro primo EP, ormai datato 2014. Aiuto.

Le birrette e la festa della sera prima.
Le birrette sono ovunque: dietro ai divani, in bagno, dentro alla cassa della batteria, sopra al mixer, ma mai nel frigo.

Il bar
Si, abbiamo il bar nella sala prove è per questo che ci abbiamo messo sei anni a scrivere un disco nuovo…

La porta del bagno
È così da due anni, tirata giù da qualche amico a qualche festa. È una delle cose più discusse durante i secret concert che organizziamo. Credo resterà così ancora per un po’. La privacy non è per tutti.

La strumentazione all’avanguardia
Questo esemplare di mixer Lem anni 80 ogni tanto emette fumo ma lui non lo sa e continua a funzionare ugualmente.

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Pop

Cosa c’è nella camera di Andrea Meda

Esce venerdì 15 marzo 2024 su tutte le piattaforme digitali (in distribuzione Believe Music Italy) il nuovo singolo di Andrea Meda, un nuovo capitolo autobiografico e intenso dal titolo “Qualcosa che ti somigli“. Una canzone ossimorica ed emotiva, per tutti i romantici che rimangono con i piedi per terra, alla ricerca di quotidianità.

Il brano è il frutto dell’insieme di pensieri che passano per la testa quando la vita ti porta ad incontrare una persona molto simile a te, che però sembra non accorgersi di questa affinità. È una canzone che parla d’amore, ma anche di come il rapporto con gli altri alle volte scateni dentro di noi sensazioni contrastanti.

Noi volevamo conoscerlo meglio, e siamo stati a casa sua.

CHITARRA

So che da musicista può sembrare una scelta banale ma non posso che partire da uno strumento musicale, negli anni spesso le chitarre si accumulano ma con questa qui ho un legame particolare, ci ho scritto tante canzoni e l’ho usata davvero un sacco di volte in concerto e in studio, oltre ad essere quella che ho da più tempo, insomma, è la mia.

FOTO AL MURO

queste foto mi ritraggono durante un concerto con la mia prima band, ai tempi mai avrei pensato che in futuro avrei fatto la musica che faccio ora.. avevo gusti più estremi ecco, tutto ciò che riguardava il metal per intenderci.

Quando le guardo, oltre ad essere un bel ricordo, mi fanno anche pensare che molte volte le cose della vita cambiano, magari finiscono e in qualche modo è anche giusto che funzioni così.

SVEGLIA
Di questa sveglia non so praticamente niente, l’ho trovata forse in uno scatolone in soffitta.

Quello che mi ricorda questo oggetto però è il concetto del tempo, mi sono accorto che viviamo in un’epoca musicale dove tutto va molto veloce.. le cose passano senza lasciare traccia e devi essere sempre pronto con qualcosa di nuovo da dire e anche se non è facile estraniarsi da questo modo di pensare io ho deciso di non avere fretta e di prendermi il tempo che serve per arrivare ai risultati che spero un giorno di ottenere.

GIRADISCHI

In questo caso si tratta di un giradischi molto economico che però mi fa capire quanto il fatto di ascoltare musica necessiti di avere del tempo dedicato.

Oggi la grossa fortuna è di avere migliaia di brani a disposizione sulle varie piattaforme, e quelle rare volte che decido di prendermi il tempo per ascoltare un vinile mi rendo conto di quanto l’ascolto debba essere una vera e propria esperienza a cui dedicare del tempo.

LAMPADA

Quando scrivo e quando lavoro ad una canzone mi piace creare intorno a me un ambiente che mi dia l’idea di essere da un’altra parte, in questo mi viene in aiuto la mia ossessione per le lampade, che hanno la funzione di rendere l’ambiente più accogliente e di mettermi in uno stato mentale rilassato per facilitare la scrittura.

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Pop

Le 5 cose preferite dei Kensho

Rotta del diavolo” è l’EP d’esordio di una giovanissima band, i Kensho, quartetto dai gusti raffinati che riempie le proprie canzoni di riferimenti vintage e di gusto. “Kenshō” è un termine giapponese che letteralmente si traduce con “vedere” (ken) e “essenza” (shō), e significa “momento fugace di illuminazione improvvisa”. Abbiamo chiesto loro quali siano le cinque cose che preferiscono. 

GIULIA

Il pianoforte mi ha fatto avvicinare al mondo della musica. Mi ha sempre affascinato guardare l’eleganza dei pianisti, le loro mani, e in me è nata la voglia di vivere anch’io quell’esperienza introspettiva e liberativa che è diventata poi per me indispensabile. Quando guardo un pianoforte nasce la voglia in me di sentire il peso di quei tasti sotto le dita, di immergermi in una dimensione in cui non mi sento protagonista, ma più uno dei tanti attori in una scena. Non mi sembra di fare musica, sento più come se fosse la musica a prendermi, e l’unica cosa che posso fare è lasciarmi trascinare da essa.

MIRKO

Da sempre trovo affascinanti le fumetterie, un luogo di ritrovo di tante persone diverse ma con un’unica passione, il fumetto e la cultura nerd, mi piace il fatto che in un posto così piccolo, ci siano così tante storie da raccontare e mondi da scoprire,chiunque può trovare quello che gli piace e per un po’ di tempo può evadere la realtà, che molte volte è triste e deludente

GIORGIA

La pioggia e le nuvole ,sono sempre state mie amiche, mi ricordano tante cose , belle e non, ed è come se riuscissi a fondermi con le gocce d’acqua a volte. Non riesco a descrivere l’emozione che provo quando sento il rumore della pioggia , ma vi posso assicurare che è la cosa più poetica e rilassante che abbia mai sentito nella mia vita. Mi aiuta a scrivere e a “sognare”, rappresenta un po’ il momento perfetto nel quale spegnere il cervello e distendersi a occhi chiusi a pensare . Toglietemi tutto ma non la mia amata pioggia, toglietemi tutto ma non i miei occhi.

DAVIDE

Per me è sempre stata come una seconda casa, il fatto di trovarti lì seduto davanti a uno strumento così imponente e vario, ti fa capire quanto alla fine conti davvero la dedizione che metti in ogni colpo di bacchetta che fai, questa dedizione che mi ha regalato lo strumento è un modo di approccio alla vita. Mi emoziona suonarla come fosse la prima volta

L’arancione è sempre stato un nostro compagno, e fin dal primo giorno ci ha accompagnato in questa avventura. Oltre che a stimolare la creatività è anche un colore caldo che suscita tranquillità e pace, allo stesso tempo assomiglia molto al rosso passione e questo ci spinge un po’ a trovargli anche un significato legato all’amore, amore che noie esprimiamo attraverso la musica. È un po il nostro filtro, è come affrontiamo le canzoni, la musica la vita.

(la foto sopra è una delle prime volte in cui abbiamo suonato assieme, e il colore arancione è dato dalle tende della sala prove)

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Pop

A casa dei PLZ, siamo stati al Supermoon Studio di Milano

Esce venerdì 8 marzo 2024 su tutte le piattaforme digitali e in distribuzione Believe Music Italy il nuovo singolo dei P L Z dal titolo “Cose belle“. Un nuovo capitolo per il duo senza volto di stanza a Milano: un’anima pulsante techno pop, una creatura luminosa dalle venature cantautorali che, come uno spettro,  vedevamo aggirarsi per la scena musicale già dal 2021, quando uscì l’album di debutto  “M E G A” (Costello’s Records), e che ora (finalmente) è di ritorno.

È successa una cosa bella”, “Abbiamo visto una cosa bella”. Quante volte abbiamo letto o scritto una caption così? Tra tutte le espressioni che rimbalzano per i social, cosa bella è la più emblematica: veste sempre, non impegna e si porta dentro il desiderio di essere accettati e, perché no, accompagnati, sostenuti nel salire al contrario le scale mobili della vita e della società. Un bisogno tutto umano, plasmato dalle convenzioni, distorto dalle regole dell’attrazione. Il pezzo è il resoconto semiserio di questa dinamica, calata in un rapporto di coppia e resa mantra technoide, tutto moine e spasmi che si inabissano in una notte darkwave, sotto la luce pulsante di un sole-lampione. “Ti scriverò soltanto cose belle, perché se no te ne vai via”: è l’idea malsana per cui accettazione, amore e affermazione sociale non passano dal superamento del conflitto, ma dalla sua rimozione.

La cover del singolo inaugura la collaborazione con il progetto BeautySucksOrKills di Emanuele Ferretti e rappresenta il primo di una serie di ritratti di ‘mostri carini’ che costituiscono il concept del nuovo album.

Per conoscerli meglio, abbiamo deciso di farci invitare a casa loro, al Supermoon Studio dove nascono i loro brani, e ci hanno mostrato cinque oggetti che parlassero anche della loro storia.

1. SUPERMOON LIGHT BEACON

La nostra casa è il Supermoon Studio, dove produciamo e ci riproduciamo. Questa è l’insegna faro che ci illumina nella notte: quando non abbiamo idea di dove andare a parare con un beat o un sample, una linea vocale o una frase, guardiamo quella luce azzurrognola e ci ricordiamo chi siamo e da dove veniamo. 

2.  LE MASCHERE “LATEX BIOSAS”

“Vivi nascosto” dice il saggio epicureo. Noi lo abbiamo preso alla lettera, coprendoci la faccia, appiattendo ogni tratto identificativo, in barba alle leggi antiterrorismo del pianeta. E lo abbiamo fatto un po’ per l’amico Epicuro, un po’ perché averle in faccia è una sensazione pazzesca. La nostra seconda pelle è puro lattice elastico e fragile. Qualcuna ci è esplosa in faccia mentre suonavano, qualcun’altra porta i segni indelebili del sudore versato (e mai asciugato). Sono le nostre compagne di vita, la nostra croce e delizia.

3.  TANZABÄR DIE TANZMASCHINE

Questa scatolina è fra gli elettrodomestici che preferiamo. Ci si cucina i beat in tutte le salse, electro, techno, garage, house. È tanto caruccia quanto stronza: scordatevi che vi tenga salvate in memoria le ricette. Ogni volta è come la prima volta con lei. Ma le vogliamo bene lo stesso, con lei si mangia da dio. 

4. EREBUS, IL DIO DEI BASSI INFERNALI

Come in ogni casa che si rispetti, anche al Supermoon Studio c’è un accesso diretto all’inferno. Nel nostro caso si passa da questo coso. Si tratta solo di intonare i suoi tre oscillatori, cosa possibile solo poche volte all’anno, in concomitanza di certe convergenze astrali o quando il pezzo che stiamo scrivendo è decente. Erebus è un dio dispettoso ed esigente. 

5. P L Z SYNTH BRUSH

Oggetto di piacere, strumento di precisione, la nostra spazzola da synth è un tool “necessario”. Ci si fanno dei cascami di suono stupendi, facendola scivolare dolcemente su tasti, knob e cursori. Un gesto rilassante che libera endorfine e ossitocina come neanche accarezzare un gatto. 

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Pop

5 dischi che probabilmente non avete ancora ascoltato (e dovreste davvero!)

Primo giorno di sole dopo settimane di pioggia, ed è tempo di bilanci. Di andare a recuperare qualche disco che forse vi siete persi negli ultimi mesi, distratti dalle playlist e dai tormentoni di Sanremo che sì, riempiono i nostri algoritmi ma ci fanno anche perdere qualche chicca. E per l’occasione ve ne abbiamo segnalati una cinquina!

Cerebral Surge OST” di Alberto Mancini

Primo capitolo, la colonna sonora di un videogioco. Alberto Mancini è un pianista e compositore di stanza a Zurigo che di recente ha condiviso questo suo lavoro, un tunnel oscuro nella mente umana che, con temi ossessivi e disturbanti, ci accompagna dentro questo viaggio fatto di luci al neon e oscurità. Mancini ha collaborato, tra gli altri, anche con Massimo Pericolo e la sua musica è un concentrato esplosivo di esperienze e influenze diverse, senza etichette e generi e, missà proprio di sì, vi abbiamo trovato la colonna sonora per il vostro pomeriggio di smart working. Catartico e bellissimo, anche a prescindere dal videogioco omonimo.

Riviera Airlines” di Amado

E a proposito di dischi che forse vi siete persi a causa di Sanremo, non possiamo che segnalarvi anche il disco di Amado, che vive proprio a Sanremo, quella vera che vive anche fuori dal via vai dell’Ariston. Nella vita è uno chef, ma lo vediamo benissimo a raccontarsi con brani scanzonati, arrabbiati ma senza esplosioni, come chi si è rassegnato. Qui dentro ci sono le sigarette, citazioni e omaggi a scrittori, attori, pittori, un grande grazie a tutte le influenze che hanno fermato Amado. L’Italia, la pasta al forno, una voce graffiante e un piano che ci accompagna per mano per tutte le tracce, il Brasile nel cuore e tanta nostalgia. Per i caffeinomani, per chi vuole sentirsi a casa, per chi ama Brizzi.

Io sono 2” del Sig. Solo

Quello del Sig. Solo è un nome che abbiamo visto tornare spesso nella storia dell’indie italiano, con le sue collaborazioni su e giù dal palco con Dente, Baustelle e più di recente Luca Urbani e Andy dei Bluvertigo, che ha collaborato anche a questo disco. “Io sono 2” è una rivendicazioni, un ritorno, un mondo dove elettronica e cantautorato si fondono, un quel sapore un po’ retrò che sa di Cani e di quando ci sembrava incredibile ballare sulle canzoni tristi, con i testi che parlavano di amori urbani e di ciò che vedevamo sempre. Oggi ci siamo più abituati, tanto che quello del Sig. Solo ci sembra qualcosa di famigliare che abbiamo già ascoltato, che già conosciamo, uno di quei dischi che ci sembra averci accompagnato in adolescenza, e a volte tornare indietro fa solo bene.

Parlo da solo nei centri commerciali” di Luca Urbani

E a proposito di Luca Urbani, non ci è di certo sfuggito questo disco dal titolo “Parlo da solo nei centri commerciali“: un disco intenso, autobiografico, un sogno in un club immaginario, di cui eravamo abituè negli anni Ottanta. Sembra proprio di esserci, là dentro, a guardare tutti quei personaggi strambi, accompagnati dalla voce profonda di Luca, che di storie sembra di averne veramente tante da raccontare. Un album sulla solitudine e l’amore, che a volte sono la stessa cosa.

Sembra ieri” di Pezzopane

E ultimo per oggi, vi segnaliamo un altro cantautore che forse non avete ancora avuto modo di conoscere. In giro da anni, tra la sua amata ed odiata Milano e l’Abruzzo, Pezzopane racconta la sua vita in musica, più per sè stesso che per gli altri, con timidi brani che racconta poco e forse lascia che siano gli altri a capire. “Sembra ieri” è una carrellata di tormentoni indie da urlare in macchina, che piaceranno ai vostri amici che non ascoltano musica ma seguono il calcio, ai vostri genitori e a chi si è lasciato da poco. Pezzopane è quell’amico che a fine cena tira fuori la chitarra, e un po’ ubriaco ci butta addosso le sue canzoni, che ci piacciono tantissimo, anche se quell’amico un po’ ubriaco non lo conosciamo neanche così tanto. Da scoprire!

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Pop

Cosa c’è nella camera di Amado

É uscito venerdì 1 marzo 2024 il primo disco del progetto Amado, alter ego musicale di Diego Pani. Un nuovo capitolo definitivo dal titolo “Riviera Airlines“, un disco dal sound internazionale eppure, a partire proprio dal titolo, che non può che dover tanto anche all’Italia. Amado, che divide le sue origini tra le nostre terre e il Brasile, gioca con la sua tristezza sfacciatamente pop e ci regala uno dei momenti musicali più intensi della scena indipendente, dolce amaro e trascinante. Il disco di esordio di Amado, trova quindi riferimenti musicali eterogenei attinti dall’ampio background del cantautore, mantenendo un filo conduttore e una freschezza assicurate dalla mano del giovane produttore Narduccey (Alfa, Big Mama).

Noi per l’occasione siamo stati a casa sua, ed ecco com’è andata.

La Tazzina azzurra che è anche nella copertina di Riviera Airlines, fotografata da Dario Bosio, è uno dei miei oggetti del cuore, un ricordo di mio padre a cui sono molto legato.



Il mio bracciale, anche questo in copertina, se è sul tavolo e non al mio polso significa solo una cosa: semaforo verde, sto suonando!

L’Atabaque rituale che è nell’ingresso. mi ricorda le radici di ciò che sono e infonde axè a tutta la casa. Importato direttamente da Bahia tanti tanti anni fa. Proibitissimo suonarlo.

Jack Frusciante é uscito dal gruppo, il mio libro del cuore, benché la stessa edizione non sopravviva più di un mese sullo scaffale: lo regalo sempre, diffondi il verbo!

Il mio giradischi: si può davvero chiamare casa senza?


 

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Pop

Cosa c’è nella camera di Scaleno

Esce proprio oggi giovedì 7 marzo 2024 su tutte le piattaforme digitali il singolo di debutto del progetto Scaleno, un brano sfacciatamente autobiografico dal titolo “Crescere” che segue alcune pubblicazioni informali e un percorso live già avviato, con la complicità dei musicisti Luca Cotroneo alla chitarra e Davide Vaglia alla batteria.

Crescere” parla di quando Scaleno aveva vent’anni: è una canzone che cerca di capire cosa ci serve per uscire dagli schemi di pensiero più tossici della nostra società, che ci legano alla tristezza e alla frustrazione. Per citarlo direttamente, in quel periodo Scaleno era un piccolo maiale, con idee bizzarre, confuse e distorte sulla donna — e, in generale, sulla vita.

Noi ci siamo fatti invitare a casa sua, ed ecco cosa ci ha mostrato!

  • Lavagna per ricordarsi

Ho una memoria ottima per le cose che sono già successe, mentre ho una memoria pessima per quelle che devono accadere e soprattutto che devo fare. Il lessico italiano è piuttosto povero: è chiaro che queste due cose sono funzioni mentali completamente diverse, eppure si chiamano entrambe “memoria.” Vabbè. Questa lavagnetta mi aiuta a ricordarmi di uscire di casa senza dimenticarmi quello che devo fare nelle prossime ore, o nei prossimi giorni. È carina e mi soddisfa molto il fatto che ci sia una parte liscia dove scrivere e una parte di sughero, anche se quella di sughero non la uso quasi mai, sigh.

  • Pupazzo balena

Il pupazzo balena ha cambiato la mia vita. Mai 25 euro furono meglio spesi. “Cosa lo compri a fare?,” mi venne detto da una voce solo apparentemente ragionevole alla cassa dell’Ikea di Carugate. Ora sta in cima al mio divano: potrebbe sembrare che l’unica sua parvenza di utilità pratica sia tenere in bocca — chiudibile con una raffinata cerniera lampo — il telecomando, evitando che si perda tra i cuscini. Ma c’è molto di più, come gli abissi più profondi si aprono sotto il mare sereno: mi ha fatto riscoprire quanto sono belli i cetacei, dando il via a infinite e produttive peregrinazioni notturne sulle pagine di Wikipedia che parlano di megattere, balenottere e tursìopi. Il pupazzo balena rallegra le mie giornate, addolcisce le mie notti, riduce la distanza tra le tenebre padane e il mare. 

  • Poster commie “no war but class war”

Niente guerra. Però è giusto combattere lo sfruttamento, le prepotenze e l’oppressione di chi ha tutto verso chi non ha niente. Come abbiamo ottenuto la giornata lavorativa di otto ore? E le ferie pagate? E i giorni di malattia? Ecco. L’abbiamo appeso in inglese, così i nostri vecchi che non sanno la lingua e non sono proprio schierati sulle posizioni di Lotta continua non capiscono cosa c’è scritto.

  • Egidio (scheletro giocattolo)

C’è chi ha gli scheletri nell’armadio, io il mio l’ho messo nella libreria. Si chiama Egidio. Come, di chi è? “Il padrone della casa contigua al quartiere delle educande, era dunque un giovane scellerato: e si chiamava il signor Egidio. Suo padre, uomo dovizioso bastantemente, non aveva avuta altra mira nell’educarlo, che di renderlo somigliante a se stesso: ora egli era un solenne accattabrighe. Egidio non aveva quindi sentito dall’infanzia a parlar d’altro che di soddisfazioni e di fare stare, non aveva veduto quasi altro che schioppi e pugnali.”

  • Il tavolino sul balcone

Mi piace molto il vino bianco fermo, ancora più del prosecchino. Cosa c’è di meglio di bersi un bicchiere sul balcone, nelle sere d’estate o di primavera, mangiando il melone o sgranocchiando le patatine? Nulla, esatto. Qualche anno fa ho comprato questo tavolino con sedie a una di quelle eterne SVENDITE TOTALI in quei negozi di articoli per la casa nei centri commerciali, che dovrebbero essere SOLO FINO A ESAURIMENTO SCORTE ma che misteriosamente ci sono letteralmente sempre. Cin cin.

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Pop

Le 5 cose preferite di Kiesa

Kiesa è un giovanissimo artista nato in Sicilia e cresciuto a pane e sonorità urban. “Una vita qualunque” è uno spaccato del suo vissuto, oltre che il suo nuovo singolo. Gli abbiamo chiesto quali siano le sue cinque cose preferite.

Viaggiare

Che sia in macchina, in treno, in bus o in aereo viaggiare è da sempre una cosa che amo fare. La totale impreparazione a quello che potrà succedere durante il viaggio è la parte migliore del viaggio in sé, le esperienze e i ricordi fanno anche da buon motivo.  L’ultimo motivo risiede nel raccontare i viaggi, ognuno di noi li vive in maniera personale quindi c’è dell’arte anche in questo

Il booth di registrazione

Il booth o la sala di registrazione è il luogo in cui sento Kiesa prendere il sopravvento per portare fuori il più possibile ciò che gli sta stringendo dentro. Trovo degli attimi di pace, dove sento quasi non toccare terra… mentre trovo anche dei momenti di guerra, dove sento il mondo remarmi contro e l’assoluta voglia di uscirne vivo.

I Libri

Da sempre i libri hanno giocato un ruolo fondamentale per il mio istinto artistico. È come se fossero linfa vitale. Da loro riesco a trarre benefici, storie da raccontare, pensieri e a volte anche colori e profumi. Spero di non smettere mai di leggere. 

Ho inserito l’immagine dell’ultimo libro letto “Il piccolo principe” regalo di natale da parte della mia migliore amica. Un libro che consiglio a tutti, sopratutto ai più grandi in modo da poter vedere la grandezza nel piccolo. 

Il Computer

Fin da piccolo sono stato un fan della tecnologia e non a caso oggi lavoro con essa, nell’ambito della sicurezza informatica. Il computer è un mondo in cui riesco ad immergermi senza troppa difficoltà, pieno di informazioni e risorse utili per il futuro. Il computer è anche dove scrivo la maggior parte delle mie canzoni, mi trovo a mio agio con una base in loop e un software di scrittura davanti.

Ascoltare musica

Sembrerà banale e scontato però per me ascoltare musica, scoprirne di nuova o ritornare alla zona di comfort è la cosa che adoro di più! Viaggio in posti tutti miei e mi faccio trasportare dalle sensazioni